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Emmanuele Panzarini – No more landmarks
Prosegue il progetto di ricerca extraMOENIA | elements of architecture con una serie di quattro lavori fotografici incentrati sul tema del grattacielo inteso come simbolo culturale del Ventesimo secolo e come espressione di una conquista territoriale realizzata e demarcata da falsi valori.
Comunicato stampa
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Nuovo appuntamento presso la 3D Gallery di Venezia Mestre con la seconda parte della rassegna extraMOENIA, progetto di ricerca ideato e curato da Adolfina De Stefani e Gaetano Salerno, in collaborazione con Mismomatic e Segnoperenne, focalizzato sull’indagine e sulla documentazione del rapporto tra arte e vita, tra finzione e realtà, tra artista e spazio interno/ spazio esterno della galleria.
extraMOENIA, dopo le sette esposizioni personali realizzate nel periodo compreso tra dicembre 2013 e maggio 2014, ha inaugurato nel mese di giugno una seconda fase di ricerca, per costruire un ponte ideale con la 14^ Mostra di Architettura di Venezia e in relazione alla quale i curatori della galleria hanno strutturato un percorso di ricerca, da svilupparsi fino alla fine del 2014, che vedrà protagonisti un numero consistente di artisti in dialogo tra loro e con i temi proposti e dibattuti dall’importante appuntamento veneziano.
Il titolo Fundamentals, scelto dal curatore Rem Koolhaas per l’edizione 2014 e Elements of Architecture, rassegna ospitata presso gli spazi del Padiglione Centrale dei Giardini della Biennale, esprimono al meglio il concept di extraMOENIA project e lasciano intravedere, dopo lunghi anni di sperimentazioni e di ricerche empiriche nel campo dell’abitare e del vivere lo spazio e l’ambiente, un ritorno ai concetti fondamentali e alle regole basilari del costruire, pratica da intendersi come espressione logica e razionale dell’intelletto umano nella ritrovata consapevolezza che la dimensione urbana rappresenta l'espressione visibile della vita sociale.
Dopo La Corrispondenza del Tutto e gli scatti palladiani del fotografo Gian Paolo Lucato con i quali è stata inaugurata la rassegna, il secondo appuntamento del progetto presenterà al pubblico la ricerca NO MORE LANDMARKS dell’artista padovano Emmanuele Panzarini; una serie di quattro lavori fotografici incentrati sul tema del grattacielo inteso come simbolo culturale del Ventesimo secolo e come espressione di una conquista territoriale realizzata e demarcata da falsi valori.
Mantenendo inalterata la formula di extraMOENIA i lavori dell’artista, ospitati presso gli spazi espositivi della galleria dal 2 al 31 agosto 2014, saranno posti in dialogo con un selezionato ed eterogeneo gruppo di artisti, cresciuto nel frattempo rispetto al nucleo iniziale, invitati dai curatori del progetto a confrontarsi, ciascuno esprimendosi con le proprie tecniche e attraverso i propri linguaggi specifici (all’interno tuttavia di un medesimo e unificante formato realizzativo di cm 30 x 30) sul tema della geometria (triangolo, quadrato, cerchio) delle architetture classiche e a riconsiderare, usando le parole del curatore dell’evento veneziano, gli elementi che dovrebbero costituire i riferimenti per un rigenerato e attuale rapporto tra noi, la nostra civiltà e l'architettura.
Emmanuele Panzarini nasce Padova nel 1984. Laureato in Scienze delle Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo e in Scienze dello Spettacolo e della Produzione Multimediale conduce la propria ricerca artistica tra architettura e fotografia; suoi scatti sono stati pubblicati su riviste specializzate di fotografia come Fotografare (Italia), FotoDNG (Spagna) e su riviste di architettura tra cui Inside Quality Design (Italia), Summa+ (Argentina), Novum (Germania), Trama (Ecuador), eVolo (USA), Architecture+Design (India), Architektur (Austria), Architetti (Italia), NAN (Spagna).
Con la ricerca No More Landmarks l’artista, analizzando il tessuto urbanistico e architettonico (e, per estensione, sociale) di una grande metropoli internazionale, s’interroga sulla persistenza di punti di riferimento all’interno di un sistema economico capitalista sul quale si basa la nostra realtà contemporanea, espressione di una cultura occidentale forte che sembra intravedere nell’individualismo l’unica strategia per la conquista di obiettivi di vita significativi. Nella crescita incontrollata di un presunto benessere diffuso emergono però aspetti negativi sul piano relazionale quali la perdita di valori di riferimento, l’incapacità di gestire relazioni sociali e di condividere esperienze, la perdita diffusa di un senso etico del vivere responsabile di un’inesorabile quanto inarrestabile allontanamento dai principi di umanità.
Scrive il critico d’arte Gaetano Salerno a proposito di No More Landmarks:
“ La quieta drammaticità di uno sguardo negato, la sostituzione di elementi architettonici e totemici con le assenze, l’acromatismo del bianco che ritaglia sprazzi di nullità nelle certezze inalterabili erette da strutture di cemento, acciaio e vetro nella scacchiera del nostro territorio di riferimento, pone in discussione l’assioma del pensiero postmodernista del progresso intellettuale in base al quale la coscienza collettiva si forma nell’accumulo indiscriminato, nella sovrapposizione incondizionata di saperi, generando alla lunga un horror vacui sedato da elementi (status)simbolici pregnanti nei quali intuire l’espressione di potenzialità condivise e la partecipazione sociale a un progetto del quale ci sentiamo – in quanto ultimi esponenti di una crono-biologia che ci ha formato e forgiato alla sopravvivenza culturale della specie – protagonisti aprioristicamente vincenti.
Sottrarre alla consuetudine della nostra assuefazione a un paradigma umano appagante il prodotto più evidente del nostro progresso scientista, attaccare fotograficamente i simboli del presunto potere di un sistema economico e speculativo globalizzato – qui individuati nell’Empire State Building e nelle Twin Towers come citazioni di cattedrali della contemporaneità nel cui verticalismo si cela l’anelito alla divinizzazione della razza umana – può generare due aspetti antitetici ed entrambi significati dello stato di torpore delle nostre coscienze: soccombere alla dittatura dell’immagine, la cui indubitabilità – pur nell’iperbole provocatoria della cancellazione ritagliata e sagomata con la quale l’artista organizza la propria azione critica e concettuale, declina nella disperazione di un’evidente sconfitta di massa oppure, accettata la metonimia della quale siamo divenuti estensioni, annullare lo stereotipo progettuale che ci ha resi prigionieri e, come un architetto di fronte ad una nuova area edificabile o un pittore di fronte ad una tabula rasa, riprogettare metaforicamente le nostre architetture, le nostre strutture urbane, scavando fondamenta più profonde e solchi che possano nell’ambiente disegnare con grazia – piuttosto che incidere con rabbia - non più marchi dell’egoismo individualista quanto piuttosto bandiere di un ritrovato senso etico della condivisione di attimi e sensazioni”.
In dialogo con Emmanuele Panzarini i molti artisti hanno partecipato alla selezione inviando un lavoro espressamente pensato e realizzato per il progetto: Anonimo, Roberto Assenza, Enzo Barion, Alessandra Borsetti Venier, Manù Brunello, Maurizio Bucca, Gloria Campriani, Gianpaolo Canova, Libera Carraro, Donato Ceron, Antonio Ciarallo, Paolo G. Conti, Fiorella Corsi, Carmela Corsitto, Giorgio Costantino, Luca De Silva, Adolfina De Stefani, Maurizio Follin, Gabriella Gallo, Liibaan, Marta Luppi, Ruggero Maggi, Giuliano Mammoli, Antonello Mantovani, Nives Marcassoli, Angela Marchionni, Andrea Marini, Emilio Morandi, Anastasia Moro, Angelo Muriotto, Riccardo Naletto, Antonio Panino, Edoardo Pilutti, Giampiero Poggiali Berlinghieri, Carlo Pucci, Giancarlo Pucci, Rossella Ricci, Fulgor Silvi, Erik Strauss, Giorgio Trinciarelli, Stefano Turrini, Daniele Valente, Angelo Ventimiglia.
A queste opere se ne uniranno altre, selezionate per i successivi eventi relativi al progetto extraMOENIA | elements of architecture, lunga rassegna che idealmente seguirà gli sviluppi delle Biennale di Architettura di Venezia e costituirà l’asse portante del percorso di ricerca della galleria nella seconda parte del 2014, attraverso una fitta programmazione scandita da mostre personali, collettive, incontri di approfondimento e di studio in occasione dei quali confrontarsi, secondo lo spirito del progetto, sul valore relazionale degli spazi artistici, sui nuovi contesti espositivi e sulle nuove forme di convivenza tra arte e vita.
extraMOENIA, dopo le sette esposizioni personali realizzate nel periodo compreso tra dicembre 2013 e maggio 2014, ha inaugurato nel mese di giugno una seconda fase di ricerca, per costruire un ponte ideale con la 14^ Mostra di Architettura di Venezia e in relazione alla quale i curatori della galleria hanno strutturato un percorso di ricerca, da svilupparsi fino alla fine del 2014, che vedrà protagonisti un numero consistente di artisti in dialogo tra loro e con i temi proposti e dibattuti dall’importante appuntamento veneziano.
Il titolo Fundamentals, scelto dal curatore Rem Koolhaas per l’edizione 2014 e Elements of Architecture, rassegna ospitata presso gli spazi del Padiglione Centrale dei Giardini della Biennale, esprimono al meglio il concept di extraMOENIA project e lasciano intravedere, dopo lunghi anni di sperimentazioni e di ricerche empiriche nel campo dell’abitare e del vivere lo spazio e l’ambiente, un ritorno ai concetti fondamentali e alle regole basilari del costruire, pratica da intendersi come espressione logica e razionale dell’intelletto umano nella ritrovata consapevolezza che la dimensione urbana rappresenta l'espressione visibile della vita sociale.
Dopo La Corrispondenza del Tutto e gli scatti palladiani del fotografo Gian Paolo Lucato con i quali è stata inaugurata la rassegna, il secondo appuntamento del progetto presenterà al pubblico la ricerca NO MORE LANDMARKS dell’artista padovano Emmanuele Panzarini; una serie di quattro lavori fotografici incentrati sul tema del grattacielo inteso come simbolo culturale del Ventesimo secolo e come espressione di una conquista territoriale realizzata e demarcata da falsi valori.
Mantenendo inalterata la formula di extraMOENIA i lavori dell’artista, ospitati presso gli spazi espositivi della galleria dal 2 al 31 agosto 2014, saranno posti in dialogo con un selezionato ed eterogeneo gruppo di artisti, cresciuto nel frattempo rispetto al nucleo iniziale, invitati dai curatori del progetto a confrontarsi, ciascuno esprimendosi con le proprie tecniche e attraverso i propri linguaggi specifici (all’interno tuttavia di un medesimo e unificante formato realizzativo di cm 30 x 30) sul tema della geometria (triangolo, quadrato, cerchio) delle architetture classiche e a riconsiderare, usando le parole del curatore dell’evento veneziano, gli elementi che dovrebbero costituire i riferimenti per un rigenerato e attuale rapporto tra noi, la nostra civiltà e l'architettura.
Emmanuele Panzarini nasce Padova nel 1984. Laureato in Scienze delle Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo e in Scienze dello Spettacolo e della Produzione Multimediale conduce la propria ricerca artistica tra architettura e fotografia; suoi scatti sono stati pubblicati su riviste specializzate di fotografia come Fotografare (Italia), FotoDNG (Spagna) e su riviste di architettura tra cui Inside Quality Design (Italia), Summa+ (Argentina), Novum (Germania), Trama (Ecuador), eVolo (USA), Architecture+Design (India), Architektur (Austria), Architetti (Italia), NAN (Spagna).
Con la ricerca No More Landmarks l’artista, analizzando il tessuto urbanistico e architettonico (e, per estensione, sociale) di una grande metropoli internazionale, s’interroga sulla persistenza di punti di riferimento all’interno di un sistema economico capitalista sul quale si basa la nostra realtà contemporanea, espressione di una cultura occidentale forte che sembra intravedere nell’individualismo l’unica strategia per la conquista di obiettivi di vita significativi. Nella crescita incontrollata di un presunto benessere diffuso emergono però aspetti negativi sul piano relazionale quali la perdita di valori di riferimento, l’incapacità di gestire relazioni sociali e di condividere esperienze, la perdita diffusa di un senso etico del vivere responsabile di un’inesorabile quanto inarrestabile allontanamento dai principi di umanità.
Scrive il critico d’arte Gaetano Salerno a proposito di No More Landmarks:
“ La quieta drammaticità di uno sguardo negato, la sostituzione di elementi architettonici e totemici con le assenze, l’acromatismo del bianco che ritaglia sprazzi di nullità nelle certezze inalterabili erette da strutture di cemento, acciaio e vetro nella scacchiera del nostro territorio di riferimento, pone in discussione l’assioma del pensiero postmodernista del progresso intellettuale in base al quale la coscienza collettiva si forma nell’accumulo indiscriminato, nella sovrapposizione incondizionata di saperi, generando alla lunga un horror vacui sedato da elementi (status)simbolici pregnanti nei quali intuire l’espressione di potenzialità condivise e la partecipazione sociale a un progetto del quale ci sentiamo – in quanto ultimi esponenti di una crono-biologia che ci ha formato e forgiato alla sopravvivenza culturale della specie – protagonisti aprioristicamente vincenti.
Sottrarre alla consuetudine della nostra assuefazione a un paradigma umano appagante il prodotto più evidente del nostro progresso scientista, attaccare fotograficamente i simboli del presunto potere di un sistema economico e speculativo globalizzato – qui individuati nell’Empire State Building e nelle Twin Towers come citazioni di cattedrali della contemporaneità nel cui verticalismo si cela l’anelito alla divinizzazione della razza umana – può generare due aspetti antitetici ed entrambi significati dello stato di torpore delle nostre coscienze: soccombere alla dittatura dell’immagine, la cui indubitabilità – pur nell’iperbole provocatoria della cancellazione ritagliata e sagomata con la quale l’artista organizza la propria azione critica e concettuale, declina nella disperazione di un’evidente sconfitta di massa oppure, accettata la metonimia della quale siamo divenuti estensioni, annullare lo stereotipo progettuale che ci ha resi prigionieri e, come un architetto di fronte ad una nuova area edificabile o un pittore di fronte ad una tabula rasa, riprogettare metaforicamente le nostre architetture, le nostre strutture urbane, scavando fondamenta più profonde e solchi che possano nell’ambiente disegnare con grazia – piuttosto che incidere con rabbia - non più marchi dell’egoismo individualista quanto piuttosto bandiere di un ritrovato senso etico della condivisione di attimi e sensazioni”.
In dialogo con Emmanuele Panzarini i molti artisti hanno partecipato alla selezione inviando un lavoro espressamente pensato e realizzato per il progetto: Anonimo, Roberto Assenza, Enzo Barion, Alessandra Borsetti Venier, Manù Brunello, Maurizio Bucca, Gloria Campriani, Gianpaolo Canova, Libera Carraro, Donato Ceron, Antonio Ciarallo, Paolo G. Conti, Fiorella Corsi, Carmela Corsitto, Giorgio Costantino, Luca De Silva, Adolfina De Stefani, Maurizio Follin, Gabriella Gallo, Liibaan, Marta Luppi, Ruggero Maggi, Giuliano Mammoli, Antonello Mantovani, Nives Marcassoli, Angela Marchionni, Andrea Marini, Emilio Morandi, Anastasia Moro, Angelo Muriotto, Riccardo Naletto, Antonio Panino, Edoardo Pilutti, Giampiero Poggiali Berlinghieri, Carlo Pucci, Giancarlo Pucci, Rossella Ricci, Fulgor Silvi, Erik Strauss, Giorgio Trinciarelli, Stefano Turrini, Daniele Valente, Angelo Ventimiglia.
A queste opere se ne uniranno altre, selezionate per i successivi eventi relativi al progetto extraMOENIA | elements of architecture, lunga rassegna che idealmente seguirà gli sviluppi delle Biennale di Architettura di Venezia e costituirà l’asse portante del percorso di ricerca della galleria nella seconda parte del 2014, attraverso una fitta programmazione scandita da mostre personali, collettive, incontri di approfondimento e di studio in occasione dei quali confrontarsi, secondo lo spirito del progetto, sul valore relazionale degli spazi artistici, sui nuovi contesti espositivi e sulle nuove forme di convivenza tra arte e vita.
05
agosto 2014
Emmanuele Panzarini – No more landmarks
Dal 05 al 30 agosto 2014
arte contemporanea
Location
3D GALLERY
Venezia, Via Antonio Da Mestre, 31, (Venezia)
Venezia, Via Antonio Da Mestre, 31, (Venezia)
Orario di apertura
martedì, mercoledì e venerdì ore 16.00 | 20.00
Vernissage
5 Agosto 2014, 19.00
Autore
Curatore