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En plein air
Collettiva di artisti storici e contemporanei dedicata al tema del paesaggio sia naturalistico sia urbano.
Comunicato stampa
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In questa mostra il paesaggio viene rappresentato dalla diversa sensibilità di dieci artisti, alcuni contemporanei altri operanti nella seconda metà del secolo scorso. Si tratta di una panoramica che fornisce una sequenza di espressioni riepilogative di quanto è stato rappresentato negli ultimi cinquantanni sulla tematica paesaggistica.
Un assaggio parziale ma allo stesso tempo complessivo di diverse forme espressive, alcune ispirate ai grandi maestri del paesaggio naturalistico, altre più attente ai nuovi linguaggi e agli stimoli della realtà metropolitana.
Mentre Azzinari, Tamburi, Zanoletti, Urso, Capozzi, D'Accardi e Licitra si collocano maggiormente sul versante della figurazione classica, Pedrazzini, Indino e Avanzi sono più indirizzati su nuove espressioni stilistiche.
Sulla tematica naturalistica Franco Azzinari è senz'altro un esponente di spicco a livello anche internazionale. La sua pittura trae energia e forza dal calore mediterraneo, arricchendosi delle suggestioni mutuate dalla mitologia greca. E proprio questo richiamo all'antichità è all'origine di uno spaesamento che provoca la percezione delle sue nature così vibranti di energico vigore, come mosse da un potente impercettibile vento.
La pittura di Gianrodolfo D'Accardi si colloca anch'essa in una dimensione religiosa in senso mitologico, assumendo una dimensione "visionaria", di vaga ascendenza espressionista, con il tema costante dell'immersione panica dei personaggi nella natura.
Su un filone improntato alla essenzialità del gesto si inserisce Carlo Zanoletti pittore vigevanese del secolo scorso. In questo artista il richiamo alla tradizione classica si abbina ad una sensibilià naturalistica che permette di delineare efficaci quadri di vita paesana, dislocati in particolare nelle zone del Pavese.
Nell'opera di Ivo Capozzi, artista milanese, il cromatismo è ridotto al minimo per far risaltare la essenzialità dei sentimenti e delle visioni. Una percezione di apparente desolazione diviene condizione per una meditazione superiore sui misteri della natura.
In Giovanni Licitra il paesaggio della Sicilia è colto in tutta la sua solare energia grazie ad una cura estrema del dettaglio delle terre e della vegetazione mediterranea che fa emergere una realtà cruda e intimamente sofferta. Una forte tensione al realismo che richiama il "verismo" di Giovanni Verga.
La realtà variegata dei palazzi e dei vicoli di Parigi è lo sfondo prediletto da Orfeo Tamburi. Inconfondible la sua raffinatezza illustrativa densa di lirismo e di voglia di vivere che si traduce in una rappresentazione quasi ossessiva della vitalità invisibile, ma pur palpabile, al'interno degli edifici di cui pullulano le sue opere.
Nell'opera di Gero Urso la dimensione naif del paesaggio, rappresentata attraverso tonalità calde ed equilibrate, fa emergere una umanità della natura stessa che si coniuga perfettamente con quella dei caratteristici personaggi che la animano. Un paesaggio quindi umano e naturalistico al tempo stesso che suscita un'impressione di compiaciuta seppur beffarda giocosità.
In Giovanni Pedrazzini il paesaggio divene il prestesto per cimentarsi in un divertissment ricco di dissonanze e taglienti coloriture. La natura si trasfigura in un sogno fantastico che trova vigore in spregiudicate invenzioni formali.
Grazie all'utilizzo di materiali poveri e riciclati, la natura in Anna Maria Indino diviene un mondo a parte, fatto di suggestioni minimaliste e informali. E un sottile humor (quasi uno sberleffo) prevale su ogni routinaria tentazione di vivere il paesaggio come una realtà oggettiva.
Paolo Avanzi espone una sua personale visione metropolitana di New York distorta in una prospettiva neo-pop che precede quello che sarà il suo classico filone basato sulla frammentazione speculare dell'immagine.
Paolo Avanzi
Un assaggio parziale ma allo stesso tempo complessivo di diverse forme espressive, alcune ispirate ai grandi maestri del paesaggio naturalistico, altre più attente ai nuovi linguaggi e agli stimoli della realtà metropolitana.
Mentre Azzinari, Tamburi, Zanoletti, Urso, Capozzi, D'Accardi e Licitra si collocano maggiormente sul versante della figurazione classica, Pedrazzini, Indino e Avanzi sono più indirizzati su nuove espressioni stilistiche.
Sulla tematica naturalistica Franco Azzinari è senz'altro un esponente di spicco a livello anche internazionale. La sua pittura trae energia e forza dal calore mediterraneo, arricchendosi delle suggestioni mutuate dalla mitologia greca. E proprio questo richiamo all'antichità è all'origine di uno spaesamento che provoca la percezione delle sue nature così vibranti di energico vigore, come mosse da un potente impercettibile vento.
La pittura di Gianrodolfo D'Accardi si colloca anch'essa in una dimensione religiosa in senso mitologico, assumendo una dimensione "visionaria", di vaga ascendenza espressionista, con il tema costante dell'immersione panica dei personaggi nella natura.
Su un filone improntato alla essenzialità del gesto si inserisce Carlo Zanoletti pittore vigevanese del secolo scorso. In questo artista il richiamo alla tradizione classica si abbina ad una sensibilià naturalistica che permette di delineare efficaci quadri di vita paesana, dislocati in particolare nelle zone del Pavese.
Nell'opera di Ivo Capozzi, artista milanese, il cromatismo è ridotto al minimo per far risaltare la essenzialità dei sentimenti e delle visioni. Una percezione di apparente desolazione diviene condizione per una meditazione superiore sui misteri della natura.
In Giovanni Licitra il paesaggio della Sicilia è colto in tutta la sua solare energia grazie ad una cura estrema del dettaglio delle terre e della vegetazione mediterranea che fa emergere una realtà cruda e intimamente sofferta. Una forte tensione al realismo che richiama il "verismo" di Giovanni Verga.
La realtà variegata dei palazzi e dei vicoli di Parigi è lo sfondo prediletto da Orfeo Tamburi. Inconfondible la sua raffinatezza illustrativa densa di lirismo e di voglia di vivere che si traduce in una rappresentazione quasi ossessiva della vitalità invisibile, ma pur palpabile, al'interno degli edifici di cui pullulano le sue opere.
Nell'opera di Gero Urso la dimensione naif del paesaggio, rappresentata attraverso tonalità calde ed equilibrate, fa emergere una umanità della natura stessa che si coniuga perfettamente con quella dei caratteristici personaggi che la animano. Un paesaggio quindi umano e naturalistico al tempo stesso che suscita un'impressione di compiaciuta seppur beffarda giocosità.
In Giovanni Pedrazzini il paesaggio divene il prestesto per cimentarsi in un divertissment ricco di dissonanze e taglienti coloriture. La natura si trasfigura in un sogno fantastico che trova vigore in spregiudicate invenzioni formali.
Grazie all'utilizzo di materiali poveri e riciclati, la natura in Anna Maria Indino diviene un mondo a parte, fatto di suggestioni minimaliste e informali. E un sottile humor (quasi uno sberleffo) prevale su ogni routinaria tentazione di vivere il paesaggio come una realtà oggettiva.
Paolo Avanzi espone una sua personale visione metropolitana di New York distorta in una prospettiva neo-pop che precede quello che sarà il suo classico filone basato sulla frammentazione speculare dell'immagine.
Paolo Avanzi
18
febbraio 2012
En plein air
Dal 18 febbraio all'otto marzo 2012
arte moderna e contemporanea
Location
ART ACTION
Bresso, Via Dante Alighieri, 15a, (Milano)
Bresso, Via Dante Alighieri, 15a, (Milano)
Orario di apertura
Da Martedì a Sabato: ore 18.30 - 20.00
Vernissage
18 Febbraio 2012, h 18.30
Autore
Curatore