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Energie
Pittura, scultura, fotografia come forze creatrici, come energie che scaturiscono dal segno,dalla forma e dal colore, dalla materia e dalla luce
Comunicato stampa
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ENERGIE
Carla Bidone Mariella Bogliacino Michelangelo Cambursano Pippo Ciarlo Marco D’Aponte Davide De Agostini Maria Erovereti Gloria Fava
Irina Landina Mauro Lisardi Vincenzo Lombino Fernando Montà Piergiorgio Ostili Piera Paderni Sergio Vasco Claudio Vindigni
a cura di Fernando Montà
Inaugurazione martedì 6dicembre 2011 ore 18.30 - 22.00
dal 6 al 23 dicembre 2011
Pittura, scultura, fotografia come forze creatrici, come energie che scaturiscono dal segno,dalla forma e dal colore, dalla materia e dalla luce. Pensiamo a UmbertoBoccioni e alla sua opera “La cittàche sale” dove la forza e l’energiadel segno portano alla costruzione dell’ossatura del dipinto che sprigiona lucee calore congiunti al movimento degli uomini e dei cavalli che tendono alraggiungimento di un risultato positivo. Pensiamo ai dipinti di Vincent VanGogh dove il segno diventa tensione e forza e il colore diventa luce ecalore e si fa avvolgente e penetrante. Pensiamo infine a Pablo Picassoe all’opera “Guernica” dove lapittura diventa denuncia contro le atrocità dell’uomo e nello stesso tempo lefigure umane e gli animali sono ridotti all’essenza e urlano il loro dolore inun contesto in cui il colore della vita è sparito, lasciando solo una sciaimpercettibile di color rosa, messaggio di speranza per un mondo migliore.
Carla Bidone, in arte Cabì, nasce a Torinodove vive e lavora. Dopo gli studi artistici liceali frequenta l’Accademia diBelle Arti di Torino dove si diploma in Scultura. Inizia un percorso disperimentazione che unisce la ricerca teorica-filosofica all’utilizzo ditecniche e materiali diversi quali la pittura, l’incisione, l’artecalligrafica, la modellazione, la serigrafia, la scultura di legno e marmo.
Nel corso degli annipartecipa a diverse mostre in spazi espositivi cittadini e regionali. Soggettodelle ultime opere pittoriche, è il mondo vegetale, indagato nei suoi aspettiplastici e volumetrici per coglierne i patterns e distillarne l’essenzaarchetipica; nella convinzione che un legame unisca tutti gli esseri viventiattraverso una corrente, che solo a tratti emerge e si manifesta in formavisibile nel mondo fisico.
Mariella Bogliacino L’inizio dell’attivitàartistica avviene sul versante della pittura figurativa. Dagli anni ottanta lostudio e la sua ricerca si concentrano sulla natura con rielaborazioni intornoal mito della classicità e al tema dell’amore. E’ impegnata nell’investigazionedel colore e della materia, con l’uso di tecniche miste in simbiosi conmateriali e soggetti.
Nel 1993 la ricercasi è ampliata all’analisi sul “Libro d’artista”, dove la tela, il legno e lacarta diventano i supporti ideali per creare un “oggetto” su cui trasferire lasostanza pittorica nella quale sono immersi sensazioni, studi e pensieri.
Il lavoro pittoricoe contemporaneamente plastico, come a seguire un percorso esistenziale, èapprodato prima alla ricerca sui vulcani e poi a quella sui delfini, sintesidell’interesse scientifico e dello studio mitologico, quanto della sua matriceclassica e della sua valenza simbolica.
L’ultimo lavororiguarda il “Ventre di Afrodite” dove l’artista rivolge la sua attenzione aldualismo dea-donna e alla femminilità intesa nei suoi aspetti più profondi:forza creatrice e creativa, capacità di amare e generare, di trasformarsi etrasformare. Su questo tema Irene Montà evidenzia: “L’intera esposizione èpermeata da uno spiccato simbolismo, che ha come protagonista la materia, ilcorpo: l’artista immagina di rivestire, come allora, la modella che posava perl’Afrodite di Milo ed assesta con cura le pieghe sinuose della tunica umida chelambisce il corpo, per poi cogliere l’essenza del tutto. Le tematicheNatura-Mito evolvono quindi dalle precedenti ricerche e traspongono sulle telecontenuti sempre nuovi ed attuali, come in una sequenza continua”.
Michelangelo Cambursano Pittore figurativo. “Agliinizi degli anni settanta la sua ricerca si rivolge alla figura e ad angoli dispiaggia e il tema della solitudine si esprime intensamente nelle bagnantisolitarie e nelle spiagge geometriche, costituite da una compatta campitura dibianco che si allunga a mezza luna nell’azzurro altrettanto compatto del mare;oppure, nelle cabine rese nei loro chiusi volumi, o poste su spiagge deserte.Negli anni ottanta, Michelangelo Cambursano passa ad una pittura evocativa diun mondo fin de siècle, in scene ancora situate sulla spiaggia; sono spiaggetalora affollate, circondate da edifici protoliberty: affollate come fantasmi”.(Francesco De Caria)
L’ultima ricercariguarda la rappresentazione di caffè storici. A questa fase pittorica, quasiiper-realistica dell’artista, Beppi Zancan scrive: “Cambursano dipinge i caffèstorici ( di svariate città ma sempre individuabili e riconoscibili);l’atmosfera è quella rarefatta di tempi meno inquinati da onde sonore echimiche, i personaggi, invece, sono spesso quelli di oggi. E’ come sel’artista tentasse di far rivivere oggi quel tempo trascorso: un’operazionepoetica che carica di nostalgia struggente e straniante metafisica i suoidipinti…E’ un pittore la cui tecnica è stata affinata dall’attività direstauratore e quindi le sue opere sono anche da gustare nella bellezza dellamateria pittorica”.
Pippo Ciarlo Fin dal 1964 espone, a partiredalla storica galleria “Il punto”; decano dei maestri del Ced’As FIAT, nel 1979costituisce l’Associazione Gilgamesh, poi gruppo Gil. Importante la mostra(1994) organizzata presso il museo dell’Automobile di Torino in collaborazionecon los Csain.
Della sua ricercacosì scrive Angelo Mistrangelo: “…Nei suoi lavori si avverte un climasimbolico-surreale, un alternarsi di immagini che legano passato e presente,che appaiono caratterizzate da una precisa volontà di suggerire il senso deisogni, dei ricordi, delle angosce dell’uomo.”
Vive e lavora aTorino.
Marco D’Aponte Torinese, diplomatoall’Accademia Albertina di Belle Arti. Pittore, autore e disegnatore difumetti. Dal 1975 è docente di Discipline Pittoriche presso il Liceo ArtisticoStatale “Renato Cottini” di Torino.
Nel 2006,dall’incontro con la scrittrice Gianna Baltaro, scomparsa nel 2008, è natal’idea di fumettare i romanzi gialli che hanno per protagonista il “commissarioMartini”. Nasce così la prima graphic novel Una certa sera d’inverno. Nel 2010segue Pensione Tersicore, seconda inchiesta del Commissario Martini.
Collabora condiversi quotidiani e case editrici. Espone in mostre collettive e personali,tra le ultime: Storie 2, Palazzo Cavour, Spazio Siematic, Torino; TazioNuvolari, Ritratti di uomini e di macchine (2007) e Primo assoluto, le impresedel grande pilota (2008), Museo Nuvolari, Mantova; Tazio Nuvolari. Compagno delvento, Museo 1000 Miglia, Brescia (2009). Storia di Torino a fumetti conR.Repetto (2011).
Davide De Agostini Diplomato al LiceoArtistico e all’Accademia Albertina di Torino dove ha avuto come maestri SergioSaroni, Mauro Chessa, Beppe Devalle e Francesco Casorati.
Le sue prime operesono dipinti ispirati ad ambienti ed atmosfere di fine Ottocento e primoNovecento. La sua attuale ricerca è il racconto dell’umanità passata edell’umanità perduta, è la storia della dissoluzione totale e del ricordodimenticato che urla, dolente e muto, per essere richiamato alla memoria e chesbiadisce per tema di essere riconosciuto per ciò che è diventato.
Vive e lavora aTorino.
Maria Erovereti Dà visibilità al propriolavoro agli inizi degli anni ’90, allorché oggetto della sua ricercafotografica diviene l’iterazione tra il corpo e gli elementi naturali. Nel1995, con altre quattro fotografe costituisce il gruppo Odieffe (Officina donnefotografia) con cui collabora fino al 1999. Attualmente è impegnata in un progettosull’identità e il mondo interiore. Le immagini del lavoro photo-grafianell’accezione letterale del termine sono frutto di una personale ricerca sullaluce. Proiezioni della mente, non riprendono oggetti reali ma nascono da unaccurato gioco di riflessi creati dalla luce naturale. Tra le ultime mostre:Elementi, Martinarte, Torino, Un altro sguardo, Torino nel 2008; Turin PhotoFestival nel 2009; Materiali resistenti: le sorelle Artemisia nel 2010. Ha curato mostred’arte e collaborato con periodici del settore. Vive e lavora a Grugliasco(To).
Gloria Fava Architetto, insegna DisciplinePittoriche al Liceo Artistico Statale “Renato Cottini” di Torino. Oltre allapittura ha svolto numerose attività nel campo dell’architettura, del design edella grafica editoriale. La tematica della sua ricerca pittorica si basa sullanarrazione di luoghi psicologici: figurazioni di emozioni, spazi animati daldesiderio del viaggio atemporale.
Dario Capello inoccasione della mostra “Una storia nata dal vento” scrive: “…Vanno forse nelladirezione intenzionale le “metafore ossessive” più ricorrenti nella strutturafigurativa dell’autrice; le fenditure tra i profili, gli strappi del campovisivo, le strettoie imposte allo sguardo. Geometria in bilico. Una via strettatra il pulsare delle forze e una distanza evocata, suggerita. Istmo fra duemari, fra chiarezza e destino”.
Partecipa a numeroseesposizioni: 1986 (La Conchiglia), 1991 (Ivrea), 1994 (MIART), 2001 (PalazzoBricherasio), 2005 (Il bosco magico), 2006 (Grugliasco).
Vive e lavora aTorino.
Irina Landina Laureata in Biologia e Chimica,nata e formatasi a Mosca (Russia), dal 1995 vive e lavora a Torino. Della suaricerca dice: “…mostri! Anzi, spiriti. Talora paurosi e beffardi, ma ancheteneri e impauriti. Saranno le mille anime che ci portiamo dentro senzariconoscerle? Siamo fortunati quando sono buffi perché, in questo caso,mostriamo il Noi più infantile, profondamente umano. Il mondo in cui vivono èindeterminato come è altrettanto mistico. La mia pittura e la mia graficavogliono indagare questi spiriti: esorcizzarli, farceli amici.”
Pino Mantovani, inoccasione di una sua mostra personale, scrive: “In fin dei conti non sarannotutte queste “distanze” a depositarsi nelle sue immagini? Non sarà che le sueimmagini portino in evidenza le “stranezze” del suo tergiversare? Che i luoghidescritti evochino i labirinti e i desideri di un vagare incantato? Tracce diun’anima molteplice?”
Mauro Lisardi “Sulle lunghe spiagge c’è unuomo, chino, impegnato a cercare e ricercare tutto ciò che il mare lavora e chelascia tra i granelli di sabbia; pietre cesellate dal continuo movimento delleonde, conchiglie di ogni forma e dimensione, legni lavorati. Rialzatosi, siferma ad osservare l’immensità delle acque: il loro continuo movimento, ilfruscio delle onde quando finiscono la loro corsa a riva, il frastuono cheprovoca l’urto dell’acqua contro gli scogli.
E così, come ilmare, anche i fiumi, i torrenti e i ruscelli; un continuo e incessantemovimento di un qualcosa che scorre ininterrottamente, che viene e che và.
Egli vuole catturarequesto movimento, la brezza e la loro freschezza, vuole fissare nel dipinto irepentini mutamenti del tempo. Costruisce i bianchi rimuovendo il pigmento,grattando la carta, come in “Ciottoli di Liguria” o usando pennellate gouache echina bianca come in “Onda”… (Ester Lisardi). Vive e lavora a Torino.
Vincenzo Lombino Si forma come pittore presso lostudio dell’artista torinese Davide De Agostini, dal quale apprende il modo dicostruire lo scenario e l’atmosfera nel quale vengono inseriti i suoipersonaggi. E’ proprio l’atmosfera il segno caratteristico delle sue opere: unposto ambiguo che rimanda talvolta ad un malinconico circo, talvolta a unasorta di stanza-palcoscenico con alle spalle dei personaggi drappi-sipari chenascondono qualche segreto e contemporaneamente fanno emergere i protagonistidi una danza irriverente, in bilico tra due mondi ..
La galleriamartinArte nel marzo 2011 ha ospitato la sua prima personale dal titolo“danzano i matti” che è stata accolta favorevolmente dal pubblico e dallacritica.
Fernando Montà E’ stato docente di DisciplinePittoriche presso il Liceo Artistico Statale “Renato Cottini” di Torino. Dellasua ricerca pittorica così scrive Nadia Sussetto: “…Colori acrilici opachi,sfondi neri, e da sempre la ricorrente forma circolare che, come una lented’ingrandimento, si posa su un particolare e lo enuclea in ogni suo minimodettaglio; così i fili d’erba appaiono ingigantiti e curati sia nel tratto sianel gioco di luce e colore. Gli azzurri ed i verdi quelli preferitidall’autore, non in quanto colori “freddi”, ma perché perfettamente adattabiliallo scopo dell’artista. Le sue “lune” nascondono momenti della sua vita, incui proprio col viso rivolto a questo astro si è trovato a pensare, arimpiangere persone che hanno avuto un peso rilevante nella sua vita. La lunaha da sempre ispirato pittori e poeti, proprio per la sua essenza “magica”eppure, così vicino a noi …La natura di Montà, spinta verso l’astrazione e l’essenziale,non è mai triste, ma traspare dalle sue opere una certa serenità ed una ricercadi equilibrio tra esteriorità ed interiorità, tra i ricordi dell’infanzia e lasua vita adulta. I fili d’erba sembrano sottili grate che nascondono la partepiù recondita del nostro animo, la svelano appena, la proteggono e quasi ladifendono, come lame taglienti ed appuntite.” Vive e lavora a Torino.
Piergiorgio Ostili “Nel lavoro di Pier GiorgioOstili esiste una stringente volontà di eliminare, senza illusioni, il confinetra rappresentazione e dato reale, per trovare un margine di “contatto” la doveil pennello, la luce, la carta fotografica, fanno da tramite ad un’immagine cheè solo se stessa, non importa se progettata, o casuale. Le “figure” cheaffiorano tra “lumen” e tenebre nel lavoro di Ostili stanno su una soglia diun’ambigua visibilità, o anche di un’ambigua tattilità. Ogni opera si compietotalmente quindi nel preciso limite che l’operatore si pone e dentro il qualeindaga, senza il peso del carisma storico dell’immagine dipinta, perprivilegiare un’autentica pregnanza psichica. Questo tipo di approccioall’arte, capace di eliminare i processi sintattici della “matita”, talorafrusti, scredita da una parte la facile discorsività dell’allegorismo figurativo,e dall’altra la regressione verso il gesto esistenziale. Le opere di Ostilihanno in sé vitalità, molteplicità di direzioni operative, immediatezza dicomunicazione e riescono a rompere l’inerzia e l’abitudine della percezione.”(Marisa Vescovo) Vive e lavora a Torino.
Piera Paderni Inizia l’attività artisticanegli anni ’60 partecipando a mostre collettive e vincendo numerosi premi e liconclude con una personale alla galleria Triade di Torino nella quale sidelinea, in modo chiaro, quello che sarà il suo percorso artistico fatto diinteresse per l’immagine e per la sperimentazione di nuovi linguaggi grafici.
Negli annisuccessivi è la commistione fra immagini appartenenti a momentistorico-artistici anche molto distanti fra loro che, dialogando, creanosituazioni insolite, talvolta spiazzanti in un contesto di apparente normalità.“opere di varie epoche e civiltà passano così dall’immobilità museale, allameraviglia della vita, diventano personaggi e turisti e metafisiche apparizionie innescano reazioni a catena di simboli e significati” (Lucio Cabutti) 1990.
E’ a metà degli anni’90 che nasce l’esigenza di continuare a sperimentare ulteriori linguaggiattraverso la tecnologia digitale.
Negli ultimi lavori:“Il Giardino di Pietra” (Torino, martinArte, aprile 2008) “Il Giardinod’Inverno (Torino, Orangerie della Biblioteca Civica Villa Amoretti,novembre2008) e: “Lo Spazio Assiale” (Torino,Cripta della chiesa di S. MicheleArcangelo, ottobre 2011) lo spazio che ospita le installazioni, gioca un ruolofondamentale potenziandone i rimandi.
Piera Paderniricerca una dimensione al di sopra della normale percezione visiva; unadimensione che pur non alterando le caratteristiche dell’elemento, lo proiettiappena al di fuori del reale, in un mondo probabile dove tutto può accadere etutto ci appartiene in quanto parte integrante del nostro presente e del nostropassato.
Sergio Vasco E’ stato docente di DisciplinePittoriche presso il Liceo Artistico Statale “Renato Cottini” di Torino. Cosìscrive della sua ricerca Tiziano Marghetich: “Fuori dagli schemi, lontano dalleetichette, Sergio Vasco svolge il proprio discorso coerente ma imprevedibile.Cattura l’osservatore con abilità, dispiegando le virtù della buona pittura, lasua capacità di illudere, di ingannare piacevolmente, con arguzia. Sullasuperficie dei suoi lavori si piegano carte, panni, immagini familiari, spessoquotidiane, talora colte, che è bello riconoscere, così ingigantite, gonfiate,strizzate, truccate. Senza mai presentarsi sole con i loro enigmi, questeimmagini costituiscono da anni, nel lavoro di Vasco, il centro di una ricercapersonale, mai esclusivamente formale , mai viziata d’intellettualismo, sempreattuale fondata com’è sull’osservazione smagata dei messaggi che riceviamo ogni giorno, sulla riflessione, ora ironica,ora sarcastica, della loro inconsistenza e della loro capacità di fascinazione,di persuasione.
Le immagini ora sison fatte solide, osservabili da più punti di vista, esplorabili nelle partinascoste. La superficie si è animata, piegata essa stessa a fingere panni,carte, biglietti di lotteria sui quali sempre strisciano, si torcono,s’allungano, serpeggiano, campeggiano lettere e parole che spesso si fannomessaggi aggiunti all’oggetto e lo commentono con amara ironia, sul proprioruolo, sulle proprie sfortune, sui miti, sulle mode imperanti, sugli eroi delmomento, sui riti e sulle miserie della società. E’ un comunicare superandoostacoli e distanze, difficoltà, diffidenze e limiti, ricorrendo ai codici piùdiversi perché il messaggio arrivi, anche indiretto, anche solo echeggiato, achi, passando, sappia superare le convenzioni, le convenienze, i conformismi eaccettare, con gli stimoli visivi e tattili, il dialogo. Vive e lavora a Torino
Claudio Vindigni Diplomato nel corso discultura all’Accademia Albertina di Torino ha insegnato nei Licei Artistici.Katia Girini così scrive della sua ricerca: “Sperimentalista per vocazione,artista radicale, il Vindigni si definisce un modellatore attento ai processitrasformativi della materia e della forma…Proprio a partire dal concetto diMoèbius di inversione, l’artista ha saputo leggere il mondo e imparare adinterpretarlo con le lenti della relatività spazio-temporale e ha cosìsapientemente aperto le tante giovani menti incontrate durante la sua carrieradi insegnante. Nella mostra riecheggia con straordinaria forza celebrativa unabella definizione del tempo di Claudio Vindigni: il tempo nel luogo-spazio, ilsuo scorrere dilatandosi-restringendosi, il guardare-guardandosi, l’oltre..”Vive e lavora a Torino
martinArte diPaola Barbarossa - C.so Siracusa 24a - Torino
tel. 011 352427 fax011 3091323
335 360545 e-mail: paolabarbarossa@libero.it
orari : lunedì 15,30 - 19,30 martedì giovedì 10,00 - 12,30 / 15,30 - 22,00 mercoledì
venerdì 10,00 - 12,30 / 15,30 - 19,30
ingresso libero – Artecontemporanea
06
dicembre 2011
Energie
Dal 06 al 23 dicembre 2011
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
MARTINARTE
Torino, Corso Siracusa, 24a, (Torino)
Torino, Corso Siracusa, 24a, (Torino)
Orario di apertura
lunedì 15,30 - 19,30 martedì giovedì 10,00 - 12,30 / 15,30 - 22,00 mercoledì venerdì 10,00 - 12,30 / 15,30 - 19,30
Vernissage
6 Dicembre 2011, ore 18.30
Autore
Curatore