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Ennio Bencini – La festa dei simboli
Trenta e più opere dell’artista italiano che ha trovato nei simboli l’intonazione più alta dell’iconologia cristiana, la lex spirituale, il mistero della fede, il racconto della mistica catturata tra elementi naturali e rituali di luce decifrabile nel trionfo di idee, scritture e storia.
Comunicato stampa
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La mostra dal titolo “La festa dei simboli ”,che rientra in un progetto artistico internazionale, “Gli splendori del tempio”, ideato e diretto dal Prof. Carlo Franza per la Rotonda di San Carlo al Corso, focalizza l’attenzione su taluni artefici della ricerca artistica non solo italiana ma internazionale. L’esposizione curata dal Prof. Carlo Franza , illustre Storico dell’Arte Contemporanea di piano internazionale, che firma anche il testo in catalogo, riunisce quaranta opere selezionatissime di Ennio Bencini, taluni provenienti da collezioni private e pubbliche, che illustrano il percorso singolare di questo artista che tra simbolo e storia ha dato vigore all’arte italiana.
All’inaugurazione ci sarà una prolusione del Prof. Carlo Franza curatore della mostra, la presenza dell’artista che firmerà i cataloghi, unitamente alla partecipazione di intellettuali italiani e stranieri e di numerosi collezionisti .
Scrive Carlo Franza nel testo: “Non è nuova la vicenda e il percorso artistico di Ennio Bencini ,anzi l’artista italiano vive oggi il clima della maturità, per via del substrato di notevole cultura e il carattere religioso e morale che da tempo attraversa epidermicamente il suo dipingere. Il tratto iconico vive significativamente attraverso il simbolo,diventato un po’ il cuore pulsante di ogni suo lavoro.E’ pur vero che Bencini da tempo insiste, sia pure per capitoli, oltre che su una concezione e uno stile di fare arte, anche su frammenti dovutamente assemblati ove realizza libere forme d’arte in un intreccio di materia e reperti. E si è pure sommersi dal divario buio-luce di ogni lavoro, capace di farsi generatore di una meditazione religiosa e filosofica; ma la luce poi si frantuma per incenerire la vita e portarla verso quella nuova esistenza affidata tutta al simbolo.Se ne deduce una sorta di lettura artistica in cui il sacro vive un sentimento forte. Ogni opera si libera dalla chiusa prigione dell’attimo e si pone in relazione con l’infinità dell’eterno. Persino quelle costruzioni geometriche, il tempio casa,il dolore come passione e traccia ,il sangue,le spine,i chiodi, ogni segnale diventa carattere e simbolo non di un gioco surreale,quanto di un ordine di significati e di mutazioni che lo giustificano “cult writer” nel senso sa difendere l’espressione intellettuale dell’arte in contrapposizione a quella semplicemente pittorica. La sua arte diventa un matrimonio di simboli tra terra e cielo, con un processo in cui ogni lavoro offre una sorta di pietra filosofale, un centro di gravità ed anche un centro di mistero. Ma ogni opera,ogni costruzione,fiorisce di un meccanismo dinamico e un gioco di virtuale leggerezza e immaginazione,ultimo tentativo il suo di aver capito il mondo che ci sfugge, malgrado la pienezza delle parole , le descriptio sussurrate e le stazioni di meditazioni . La solennità iconica di Bencini non ci sottrae alla fine d’un viaggio e d’un clima tutto di paradiso, quella piccola eternità che egli di volta in volta ci porge, fatta di respiro e di ansia,di aneliti e confidenze,di materia e colore, e soprattutto di luci, fibre ornamentali coltivate con pudore ”.
.
Cenni biografici dell’artista
Ennio Bencini è nato a Forlì nel 1942 da genitori toscani,il padre è stato apprezzato pittore di tradizione macchiaiola. Poi la famiglia si è trasferita ad Arezzo e l’artista ha qui potuto frequentare l’Istituto d’Arte. Nel 1962 inizia la sua attività di docente di disegno e storia dell’arte nelle scuole statali. Dal 1972 vive in Lombardia ,prima a Milano,oggi a Bellusco. Innumerevoli, fin al 1969, le mostre d’arte sia personali che collettive, che lo hanno imposto alla critica più qualificata. Sue opere in collezioni italiane ed estere come in prestigiosi Musei del mondo. Nel 1991 esce da Mazzotta a cura di Marco Lorandi una sua monografia.Nel 2008 vince,segnalato dall’illustre critico Prof. Carlo Franza, il Premio delle Arti Premio della Cultura ,xx edizione.
Cenni biografici del Curatore
Carlo Franza, nato ad Alessano nel 1949,è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza(Lettere,Filosofia e Sociologia).Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente . Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea,Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci critici d’arte più importanti d’Europa. Giornalista,critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli ,oggi a Libero fondato e diretto da Vittorio Feltri. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali .Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995 ,il Premio Bormio nel 1996 , il Premio Milano nel 1998 e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000,del quale è oggi presidente di giuria.
All’inaugurazione ci sarà una prolusione del Prof. Carlo Franza curatore della mostra, la presenza dell’artista che firmerà i cataloghi, unitamente alla partecipazione di intellettuali italiani e stranieri e di numerosi collezionisti .
Scrive Carlo Franza nel testo: “Non è nuova la vicenda e il percorso artistico di Ennio Bencini ,anzi l’artista italiano vive oggi il clima della maturità, per via del substrato di notevole cultura e il carattere religioso e morale che da tempo attraversa epidermicamente il suo dipingere. Il tratto iconico vive significativamente attraverso il simbolo,diventato un po’ il cuore pulsante di ogni suo lavoro.E’ pur vero che Bencini da tempo insiste, sia pure per capitoli, oltre che su una concezione e uno stile di fare arte, anche su frammenti dovutamente assemblati ove realizza libere forme d’arte in un intreccio di materia e reperti. E si è pure sommersi dal divario buio-luce di ogni lavoro, capace di farsi generatore di una meditazione religiosa e filosofica; ma la luce poi si frantuma per incenerire la vita e portarla verso quella nuova esistenza affidata tutta al simbolo.Se ne deduce una sorta di lettura artistica in cui il sacro vive un sentimento forte. Ogni opera si libera dalla chiusa prigione dell’attimo e si pone in relazione con l’infinità dell’eterno. Persino quelle costruzioni geometriche, il tempio casa,il dolore come passione e traccia ,il sangue,le spine,i chiodi, ogni segnale diventa carattere e simbolo non di un gioco surreale,quanto di un ordine di significati e di mutazioni che lo giustificano “cult writer” nel senso sa difendere l’espressione intellettuale dell’arte in contrapposizione a quella semplicemente pittorica. La sua arte diventa un matrimonio di simboli tra terra e cielo, con un processo in cui ogni lavoro offre una sorta di pietra filosofale, un centro di gravità ed anche un centro di mistero. Ma ogni opera,ogni costruzione,fiorisce di un meccanismo dinamico e un gioco di virtuale leggerezza e immaginazione,ultimo tentativo il suo di aver capito il mondo che ci sfugge, malgrado la pienezza delle parole , le descriptio sussurrate e le stazioni di meditazioni . La solennità iconica di Bencini non ci sottrae alla fine d’un viaggio e d’un clima tutto di paradiso, quella piccola eternità che egli di volta in volta ci porge, fatta di respiro e di ansia,di aneliti e confidenze,di materia e colore, e soprattutto di luci, fibre ornamentali coltivate con pudore ”.
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Cenni biografici dell’artista
Ennio Bencini è nato a Forlì nel 1942 da genitori toscani,il padre è stato apprezzato pittore di tradizione macchiaiola. Poi la famiglia si è trasferita ad Arezzo e l’artista ha qui potuto frequentare l’Istituto d’Arte. Nel 1962 inizia la sua attività di docente di disegno e storia dell’arte nelle scuole statali. Dal 1972 vive in Lombardia ,prima a Milano,oggi a Bellusco. Innumerevoli, fin al 1969, le mostre d’arte sia personali che collettive, che lo hanno imposto alla critica più qualificata. Sue opere in collezioni italiane ed estere come in prestigiosi Musei del mondo. Nel 1991 esce da Mazzotta a cura di Marco Lorandi una sua monografia.Nel 2008 vince,segnalato dall’illustre critico Prof. Carlo Franza, il Premio delle Arti Premio della Cultura ,xx edizione.
Cenni biografici del Curatore
Carlo Franza, nato ad Alessano nel 1949,è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza(Lettere,Filosofia e Sociologia).Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente . Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea,Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci critici d’arte più importanti d’Europa. Giornalista,critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli ,oggi a Libero fondato e diretto da Vittorio Feltri. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali .Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995 ,il Premio Bormio nel 1996 , il Premio Milano nel 1998 e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000,del quale è oggi presidente di giuria.
21
giugno 2008
Ennio Bencini – La festa dei simboli
Dal 21 al 30 giugno 2008
arte contemporanea
Location
BASILICA DI SAN CARLO AL CORSO
Milano, Piazza San Carlo, 1, (Milano)
Milano, Piazza San Carlo, 1, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a domenica ore 10-12 e 16-19
Vernissage
21 Giugno 2008, ore 16.00
Autore
Curatore