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Ennio L. Chiggio – Ricerche 1957-2011 Dislocamenti amodiali
La mostra, un’antologica che dà conto delle ricerche che l’autore ha compiuto negli ultimi cinquant’anni e che lo hanno visto al centro “d’avventure culturali e di sodalizi collettivi con cui ha condiviso e attraversato molti episodi del contemporaneo” è curata da Ernesto L. Francalaci e da Ugo Savardi ed è corredata da un catalogo edito da Electa.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L'antologica dedicata a Chiggio è un percorrimento a rebout degli avvenimenti che hanno formato una persona, ma forse anche un’intera generazione, quella che è stata definita della Grande Svolta degli Anni Sessanta.
Dislocamenti amodali è il titolo che indica le modalità non ortodosse seguite nelle ricerche che l'artista ha compiuto in 50 anni. L’amodalità consiste nella forma espositiva voluta dall’autore con episodi centrati sulla materia del vedere, con tagli diacronici e sincronici sul piano storico, che disloca appunto le opere raccolte e presentate nell’antologica (presso il Centro culturale San Gaetano di Padova), su piani ellittici, con un’irrimediabile e voluta perdita del centro.
Dopo molti anni di silenzio Ennio Ludovico Chiggio è tornato al lavoro artistico ricucendo il suo percorso di ricerca dopo una pausa dedicata alla didattica e alla professione nel progetto. E’ stato un lavoro di scavo entro scatole, archivi, tra la marea di fogli, cartoncini, prototipi e forme, durata due anni ininterrotti, per mettere ordine ad un tragitto che sembrava perso entro embricature che avevano avvolto ogni cosa. I materiali, ripuliti, si sono ripresentati nella bellezza e nel rigore geometrico che li aveva formati in quella lontana stagione. Per alcuni oggetti il ripristino è stato laborioso, per altri, più ricchi di sensualità, è bastata una lucidatura.
Ennio Ludovico Chiggio, è nato nel 1938 a Napoli, ha operato per molti anni a Venezia e Padova ove attualmente vive, proviene da studi artistici compiuti all’Accademia di Venezia e dalla frequentazione della Facoltà di Architettura, Accademia dove insegnerà per molti anni come docente di Progettazione ed estetica industriale.
Si tratta di un cammino iniziato nel lontano 1957, tra i banchi di scuola, caratterizzato da una serie di “intagli” su carta e da piccoli e furtivi bozzetti con tempere e chine con cui l’autore teneva a memoria le influenze che subiva dai Maestri della Storia dell’Arte.
Poi, agli inizi degli anni Sessanta la prima esperienza collettiva, l’incontro con i gruppi Motus e Azimuth, l’assunzione delle modalità della “Nuova Concezione Artistica” e l’impatto con i formidabili giovani Enne con cui fonda un sodalizio che li vedrà uniti fino al ‘64 nell’area delle Nuove Tendenze europee con i grandi protagonisti, oggi si può sostenerlo, dell’Arte Programmata. In quello scorcio epocale una prima digressione spinge l’autore al mondo della musica con la fondazione del Gruppo NPS assieme a Teresa Rampazzi, stagione ricca anche questa di incontri, audizioni, concerti e personaggi indimenticabili del mondo musicale.
Lo scioglimento del Gruppo Enne porta nel ‘64 ad una singolarità sofferta, sebbene le esperienze delle esposizioni collettive perdurino oltre gli anni Settanta. L’allontanamento, poi, dal mercato dell’Arte, che era stato rifiutato, lo porta ad un isolamento quasi totale.
Nei primi anni ’70 inizia una ricerca singolare sull’alternanza e la permutazione di superfici bianche e rosse; sono opere fortemente strutturate dal forte impatto visivo che, in maniera discontinua, verranno proseguite anche negli anni successivi. Ancora un ritiro, dopo la Mostra Ultima Avanguardia a Milano, per contribuire all’interno dell’Associazione Disegno Industriale e del comitato direttivo di cui farà parte, a definire il ruolo del designer nella società affluente negli anni dello sviluppo. Questo impegno viene accompagnato da un lungo periodo dedicato all’insegnamento a Venezia presso l’Accademia di Belle Arti, escono i primi computer e riprende la ricerca visuale e cognitiva, tra le colline di Arcugnano, in provincia.
Un secondo rocambolesco rientro a Padova nel 1980 ove con altri architetti si tuffa nel TATA Mouvement e assieme al critico d’arte E.L. Francalanci teorizza la ludicità “letteraria” del fare artistico.
Negli ultimi anni l’autore apre all’utilizzo delle nanotecnologie, impiega processi e macchine computazionali con cui “mette a nudo il lavoro intellettuale” e sancisce così il ritorno al mondo dell’Arte in un’esposizione riassuntiva del 2010. Un ultimo processo di attualizzazione nell’instancabile cammino si sta attuando in questo periodo: Chiggio attiva con Alviani, Massironi e Landi un “operatore” denominato Alchimas. Definito da una formula matematica esso opera nelle geometrie eclettiche mettendo in essere modelli metamatematici che si arricchiscono di tutta la complessità del modo, certamente non facile, di pensare esteticamente.
“Dopo le mostre tematiche dedicate ad altri componenti del Gruppo N – dice Andrea Colasio , Assessore alla Cultura – prima Alberto Biasi poi Manfredo Massironi, ora, alla svolta dei cinquant’anni di attività, era doveroso rendere omaggio a Ennio Ludovico Chiggio – che da anni conduce con perseveranza e coerenza, “fuori dalle mode effimere”, le sue ricerche formali non solo visive, ma anche musicali e progettuali – attraverso una articolata esposizione focalizzata sulla materia del vedere, la quale ben documenta la ricchezza del suo lungo percorso artistico.”
L'evento è inserito nella seconda edizione del contenitore culturale estivo "Estate Carrarese"".
Dislocamenti amodali è il titolo che indica le modalità non ortodosse seguite nelle ricerche che l'artista ha compiuto in 50 anni. L’amodalità consiste nella forma espositiva voluta dall’autore con episodi centrati sulla materia del vedere, con tagli diacronici e sincronici sul piano storico, che disloca appunto le opere raccolte e presentate nell’antologica (presso il Centro culturale San Gaetano di Padova), su piani ellittici, con un’irrimediabile e voluta perdita del centro.
Dopo molti anni di silenzio Ennio Ludovico Chiggio è tornato al lavoro artistico ricucendo il suo percorso di ricerca dopo una pausa dedicata alla didattica e alla professione nel progetto. E’ stato un lavoro di scavo entro scatole, archivi, tra la marea di fogli, cartoncini, prototipi e forme, durata due anni ininterrotti, per mettere ordine ad un tragitto che sembrava perso entro embricature che avevano avvolto ogni cosa. I materiali, ripuliti, si sono ripresentati nella bellezza e nel rigore geometrico che li aveva formati in quella lontana stagione. Per alcuni oggetti il ripristino è stato laborioso, per altri, più ricchi di sensualità, è bastata una lucidatura.
Ennio Ludovico Chiggio, è nato nel 1938 a Napoli, ha operato per molti anni a Venezia e Padova ove attualmente vive, proviene da studi artistici compiuti all’Accademia di Venezia e dalla frequentazione della Facoltà di Architettura, Accademia dove insegnerà per molti anni come docente di Progettazione ed estetica industriale.
Si tratta di un cammino iniziato nel lontano 1957, tra i banchi di scuola, caratterizzato da una serie di “intagli” su carta e da piccoli e furtivi bozzetti con tempere e chine con cui l’autore teneva a memoria le influenze che subiva dai Maestri della Storia dell’Arte.
Poi, agli inizi degli anni Sessanta la prima esperienza collettiva, l’incontro con i gruppi Motus e Azimuth, l’assunzione delle modalità della “Nuova Concezione Artistica” e l’impatto con i formidabili giovani Enne con cui fonda un sodalizio che li vedrà uniti fino al ‘64 nell’area delle Nuove Tendenze europee con i grandi protagonisti, oggi si può sostenerlo, dell’Arte Programmata. In quello scorcio epocale una prima digressione spinge l’autore al mondo della musica con la fondazione del Gruppo NPS assieme a Teresa Rampazzi, stagione ricca anche questa di incontri, audizioni, concerti e personaggi indimenticabili del mondo musicale.
Lo scioglimento del Gruppo Enne porta nel ‘64 ad una singolarità sofferta, sebbene le esperienze delle esposizioni collettive perdurino oltre gli anni Settanta. L’allontanamento, poi, dal mercato dell’Arte, che era stato rifiutato, lo porta ad un isolamento quasi totale.
Nei primi anni ’70 inizia una ricerca singolare sull’alternanza e la permutazione di superfici bianche e rosse; sono opere fortemente strutturate dal forte impatto visivo che, in maniera discontinua, verranno proseguite anche negli anni successivi. Ancora un ritiro, dopo la Mostra Ultima Avanguardia a Milano, per contribuire all’interno dell’Associazione Disegno Industriale e del comitato direttivo di cui farà parte, a definire il ruolo del designer nella società affluente negli anni dello sviluppo. Questo impegno viene accompagnato da un lungo periodo dedicato all’insegnamento a Venezia presso l’Accademia di Belle Arti, escono i primi computer e riprende la ricerca visuale e cognitiva, tra le colline di Arcugnano, in provincia.
Un secondo rocambolesco rientro a Padova nel 1980 ove con altri architetti si tuffa nel TATA Mouvement e assieme al critico d’arte E.L. Francalanci teorizza la ludicità “letteraria” del fare artistico.
Negli ultimi anni l’autore apre all’utilizzo delle nanotecnologie, impiega processi e macchine computazionali con cui “mette a nudo il lavoro intellettuale” e sancisce così il ritorno al mondo dell’Arte in un’esposizione riassuntiva del 2010. Un ultimo processo di attualizzazione nell’instancabile cammino si sta attuando in questo periodo: Chiggio attiva con Alviani, Massironi e Landi un “operatore” denominato Alchimas. Definito da una formula matematica esso opera nelle geometrie eclettiche mettendo in essere modelli metamatematici che si arricchiscono di tutta la complessità del modo, certamente non facile, di pensare esteticamente.
“Dopo le mostre tematiche dedicate ad altri componenti del Gruppo N – dice Andrea Colasio , Assessore alla Cultura – prima Alberto Biasi poi Manfredo Massironi, ora, alla svolta dei cinquant’anni di attività, era doveroso rendere omaggio a Ennio Ludovico Chiggio – che da anni conduce con perseveranza e coerenza, “fuori dalle mode effimere”, le sue ricerche formali non solo visive, ma anche musicali e progettuali – attraverso una articolata esposizione focalizzata sulla materia del vedere, la quale ben documenta la ricchezza del suo lungo percorso artistico.”
L'evento è inserito nella seconda edizione del contenitore culturale estivo "Estate Carrarese"".
17
giugno 2011
Ennio L. Chiggio – Ricerche 1957-2011 Dislocamenti amodiali
Dal 17 giugno al 17 luglio 2011
arte contemporanea
Location
CENTRO CULTURALE ALTINATE – SAN GAETANO
Padova, Via Altinate, 71, (Padova)
Padova, Via Altinate, 71, (Padova)
Biglietti
interi 5,00 euro; ridotti 3,00 euro
Orario di apertura
10-12.30 16-19.30, lunedì chiuso.
Vernissage
17 Giugno 2011, ore 18.00
Sito web
padovacultura.padovanet.it
Editore
ELECTA
Ufficio stampa
STUDIO LAVIA
Autore
Curatore