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Enrica Barozzi
Le opere della Barozzi sono lo svelarsi di forza e grazia in sculture che hanno avuto origine da ceppi di castagno che, solo apparentemente, avevano terminato il loro percorso vitale.
Comunicato stampa
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Enrica Barozzi è nata a Cortina d’Ampezzo (Belluno) e vive a Firenze.
La scultura della Barozzi è un volo che segue le linee del legno, soprattutto di castagno. E’ la vita che continua anche dopo la morte, forse ancora più bella e più intensa. E’ il sogno che prende forma dallo scalpello dell’artista che insegue le venature, dei tronchi, per originare figure d’inusitata espressività e significato.
Il suo è un mondo di forza e di grazia che si palesa nelle torsioni di corpi che si liberano da dei tronchi, solo apparentemente inservibili, per prendere vita propria in sculture di gran fascino.
Quest’artista ricerca la vita. Nella sua opera c’è la natura che si manifesta con i suoi tempi e con le sue le sue ferite. Ci sono le cicatrici di filature, di nodi e d’asperità di un legno: vita che continua dopo la morte.
L’artista, nel suo incedere con lo scalpello, rispetta la storia dei rami e dei tronchi: ricordo di vita ed embrioni di sculture.
Scalfire, togliere trucioli o schegge, levigare sono operazioni che hanno un senso per lei nel rispetto delle tracce caratterizzanti la storia del ceppo. Nodi, scavi lasciati dall’intemperie, tracce d’attacchi di parassiti e di funghi sono vuoti, pieni o protuberanze che, per Enrica Barozzi, diventano ombre chiare o scure del tempo passato. Sono tozzi, d’albero morto, esaltati da colei che ne ha ricercato, altresì, lo spirito: scultura diventata racconto.
La sua passione creativa è nelle volute e nelle linee delle sue opere, che creano degli armoniosi movimenti, sono un rimando all’arte della terra che l’ha adottata e di cui lei ha assimilato lo spirito e la cultura e al suo amore per il restauro. Federica Murgia
Cagliari 25 gennaio 2009
La scultura della Barozzi è un volo che segue le linee del legno, soprattutto di castagno. E’ la vita che continua anche dopo la morte, forse ancora più bella e più intensa. E’ il sogno che prende forma dallo scalpello dell’artista che insegue le venature, dei tronchi, per originare figure d’inusitata espressività e significato.
Il suo è un mondo di forza e di grazia che si palesa nelle torsioni di corpi che si liberano da dei tronchi, solo apparentemente inservibili, per prendere vita propria in sculture di gran fascino.
Quest’artista ricerca la vita. Nella sua opera c’è la natura che si manifesta con i suoi tempi e con le sue le sue ferite. Ci sono le cicatrici di filature, di nodi e d’asperità di un legno: vita che continua dopo la morte.
L’artista, nel suo incedere con lo scalpello, rispetta la storia dei rami e dei tronchi: ricordo di vita ed embrioni di sculture.
Scalfire, togliere trucioli o schegge, levigare sono operazioni che hanno un senso per lei nel rispetto delle tracce caratterizzanti la storia del ceppo. Nodi, scavi lasciati dall’intemperie, tracce d’attacchi di parassiti e di funghi sono vuoti, pieni o protuberanze che, per Enrica Barozzi, diventano ombre chiare o scure del tempo passato. Sono tozzi, d’albero morto, esaltati da colei che ne ha ricercato, altresì, lo spirito: scultura diventata racconto.
La sua passione creativa è nelle volute e nelle linee delle sue opere, che creano degli armoniosi movimenti, sono un rimando all’arte della terra che l’ha adottata e di cui lei ha assimilato lo spirito e la cultura e al suo amore per il restauro. Federica Murgia
Cagliari 25 gennaio 2009
07
febbraio 2009
Enrica Barozzi
Dal 07 al 27 febbraio 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA D’ARTE MENTANA
Firenze, Piazza Mentana, 2/3/4R, (Firenze)
Firenze, Piazza Mentana, 2/3/4R, (Firenze)
Orario di apertura
mattino 11/13; Pomeriggio 16.30/19.30
Vernissage
7 Febbraio 2009, ore 18
Autore
Curatore