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Enrico Cattaneo / Jean Toche
Mostra doppia personale. Come una “macchina celibe”, Jean Toche – artista di origine belga trasferitosi negli anni Sessanta nella Staten Island benpensante – vive e dialoga con una macchina fotografica e un gatto. Di Cattaneo viene invece presentata una selezione di immagini scattate dalla metà degli anni ’60 ad
oggi che documentano questo suo legame a doppio filo con il mondo dell’arte: come testimone e
come protagonista.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
JEAN TOCHE
INTOLERANCE
A cura di
Manuela Gandini e Gianluca Ranzi
Inaugurazione 4 Marzo h. 18.30
Come una “macchina celibe”, Jean Toche - artista di origine belga trasferitosi negli
anni Sessanta nella Staten Island benpensante – vive e dialoga con una macchina
fotografica e un gatto. E’ una figura solitaria, un monaco anarchico che, avido di
notizie, scava tra le parole del New York Times o del Time per trovare nessi, bugie,
paradossi sulla costruzione della paura, il terrorismo e il sistema dell’arte. Poi ritaglia
frammenti di articoli e li assembla con considerazioni proprie, non risparmiando
critiche caustiche a ogni forma di potere. A seconda della notizia scelta, Toche si ritrae
attraverso l’autoscatto, in uno dei momenti della propria quotidianità. Il suo linguaggio
è politico e ironico e l’immagine è trattata con photoshop. Il suo volto, deformato dalle
notizie, alle volte diventa metallico, altre volte si allunga o si allarga cambiando colore,
posizione, espressione: paura, rabbia, foga, relax. Nonostante abbia volontariamente
deciso di sparire dal palcoscenico dell’arte, usando solo la mail art e rifiutando mostre
in musei e gallerie con una ferma determinazione antieconomica, il suo lavoro è entrato
nella storia già da quasi mezzo secolo. Nel 1968, con Poppy Johnson e Jon Hendricks,
fonda la GAAG, Guerrilla Action Art Group. Le azioni di disturbo messe in atto al
Metropolitan Museum di New York - come lo spargimento di scarafaggi su una bella
tavola imbandita a una cena ufficiale, le lettere scritte al presidente Nixon o la messa in
scena del rapporto tra critico e artista denudato sulla porta del Met - procurano a Toche
pestaggi e arresti. Poi il silenzio. La sua casa è attualmente recintata e controllata
elettronicamente come un bunker e la sua vita scorre, a dispetto di persecuzioni e
minacce, nella convinzione che la propria azione quotidiana, di uomo solo contro i
poteri, andrà a incidere nel mondo come la goccia che erode il monte.
ENRICO CATTANEO
Lavori in corso
Inaugurazione giovedì 4 marzo h.18.30
Nato a Milano nel 1933, dopo gli studi scientifici, grazie alla madre che gli regala la prima
fotocamera, Enrico Cattaneo si avvicina alla fotografia nel 1955. Frequenta il Circolo Fotografico
Milanese, ottiene riconoscimenti che lo inducono ad approfondire il suo impegno nel campo della
fotografia sociale e partecipa alla fondazione del Gruppo 66.
Dal 1963 inizia ad interessarsi al mondo dell'arte, più in specifico si dedica a immortalare gli studi e
le opere prodotte dagli artisti. Il suo interesse spazia dai protagonisti del Realismo Esistenziale -
come Tino Vaglieri, Gianfranco Ferroni, Sandro Luporini - fino alle produzioni scultoree di Alik
Cavaliere, Mauro Staccioli e Francesco Somaini.
Negli anni l'interesse del fotografo supera il concetto di documentazione. Gli scatti di Cattaneo si
trasformano in una personale interpretazione delle performances, environments e delle installazioni
che, costituendo un valore aggiunto per l’opera, assumono, a loro volta, un valore artistico.
Le fotografie realizzate hanno così una doppia valenza: per un verso sono preziosa e spesso unica
testimonianza dell'avvenimento e per l'altra, vivendo di una loro vita autonoma, a partire dai primi
anni Settanta vengono esposte in gallerie e pubblicate in volumi.
In questa mostra viene presentata una selezione di immagini scattate dalla metà degli anni ’60 ad
oggi che documentano questo suo legame a doppio filo con il mondo dell’arte: come testimone e
come protagonista. “Dotato di una grande intuizione e di un bel talento ironico, Enrico Cattaneo ha
saputo trasformare gli allestimenti in vere e proprie performance di cui sono protagonisti i grandi
autori che si apprestano a ricevere i visitatori e i loro anonimi aiutanti che se ne vanno prima
dell’inaugurazione”. Tra le innumerevoli immagini presenti nel suo archivio ne sono state scelte
50, che ritraggono Alighiero Boetti, Gino De Dominicis, Mario Merz, Lucio Fontana, Wolf Vostell,
César, Alik Cavaliere, Giuliano Mauri, Lee Ufan, Antonio Paradiso, Mauro Staccioli e molti altri.
INTOLERANCE
A cura di
Manuela Gandini e Gianluca Ranzi
Inaugurazione 4 Marzo h. 18.30
Come una “macchina celibe”, Jean Toche - artista di origine belga trasferitosi negli
anni Sessanta nella Staten Island benpensante – vive e dialoga con una macchina
fotografica e un gatto. E’ una figura solitaria, un monaco anarchico che, avido di
notizie, scava tra le parole del New York Times o del Time per trovare nessi, bugie,
paradossi sulla costruzione della paura, il terrorismo e il sistema dell’arte. Poi ritaglia
frammenti di articoli e li assembla con considerazioni proprie, non risparmiando
critiche caustiche a ogni forma di potere. A seconda della notizia scelta, Toche si ritrae
attraverso l’autoscatto, in uno dei momenti della propria quotidianità. Il suo linguaggio
è politico e ironico e l’immagine è trattata con photoshop. Il suo volto, deformato dalle
notizie, alle volte diventa metallico, altre volte si allunga o si allarga cambiando colore,
posizione, espressione: paura, rabbia, foga, relax. Nonostante abbia volontariamente
deciso di sparire dal palcoscenico dell’arte, usando solo la mail art e rifiutando mostre
in musei e gallerie con una ferma determinazione antieconomica, il suo lavoro è entrato
nella storia già da quasi mezzo secolo. Nel 1968, con Poppy Johnson e Jon Hendricks,
fonda la GAAG, Guerrilla Action Art Group. Le azioni di disturbo messe in atto al
Metropolitan Museum di New York - come lo spargimento di scarafaggi su una bella
tavola imbandita a una cena ufficiale, le lettere scritte al presidente Nixon o la messa in
scena del rapporto tra critico e artista denudato sulla porta del Met - procurano a Toche
pestaggi e arresti. Poi il silenzio. La sua casa è attualmente recintata e controllata
elettronicamente come un bunker e la sua vita scorre, a dispetto di persecuzioni e
minacce, nella convinzione che la propria azione quotidiana, di uomo solo contro i
poteri, andrà a incidere nel mondo come la goccia che erode il monte.
ENRICO CATTANEO
Lavori in corso
Inaugurazione giovedì 4 marzo h.18.30
Nato a Milano nel 1933, dopo gli studi scientifici, grazie alla madre che gli regala la prima
fotocamera, Enrico Cattaneo si avvicina alla fotografia nel 1955. Frequenta il Circolo Fotografico
Milanese, ottiene riconoscimenti che lo inducono ad approfondire il suo impegno nel campo della
fotografia sociale e partecipa alla fondazione del Gruppo 66.
Dal 1963 inizia ad interessarsi al mondo dell'arte, più in specifico si dedica a immortalare gli studi e
le opere prodotte dagli artisti. Il suo interesse spazia dai protagonisti del Realismo Esistenziale -
come Tino Vaglieri, Gianfranco Ferroni, Sandro Luporini - fino alle produzioni scultoree di Alik
Cavaliere, Mauro Staccioli e Francesco Somaini.
Negli anni l'interesse del fotografo supera il concetto di documentazione. Gli scatti di Cattaneo si
trasformano in una personale interpretazione delle performances, environments e delle installazioni
che, costituendo un valore aggiunto per l’opera, assumono, a loro volta, un valore artistico.
Le fotografie realizzate hanno così una doppia valenza: per un verso sono preziosa e spesso unica
testimonianza dell'avvenimento e per l'altra, vivendo di una loro vita autonoma, a partire dai primi
anni Settanta vengono esposte in gallerie e pubblicate in volumi.
In questa mostra viene presentata una selezione di immagini scattate dalla metà degli anni ’60 ad
oggi che documentano questo suo legame a doppio filo con il mondo dell’arte: come testimone e
come protagonista. “Dotato di una grande intuizione e di un bel talento ironico, Enrico Cattaneo ha
saputo trasformare gli allestimenti in vere e proprie performance di cui sono protagonisti i grandi
autori che si apprestano a ricevere i visitatori e i loro anonimi aiutanti che se ne vanno prima
dell’inaugurazione”. Tra le innumerevoli immagini presenti nel suo archivio ne sono state scelte
50, che ritraggono Alighiero Boetti, Gino De Dominicis, Mario Merz, Lucio Fontana, Wolf Vostell,
César, Alik Cavaliere, Giuliano Mauri, Lee Ufan, Antonio Paradiso, Mauro Staccioli e molti altri.
04
marzo 2010
Enrico Cattaneo / Jean Toche
Dal 04 al 19 marzo 2010
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE MUDIMA
Milano, Via Alessandro Tadino, 26, (Milano)
Milano, Via Alessandro Tadino, 26, (Milano)
Orario di apertura
lunedì-venerdì 15/19.30 - chiuso sabato e festivi
Vernissage
4 Marzo 2010, ore 18.30
Autore
Curatore