Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Enrico Ingenito – L’impressione del tempo
Per la prima volta da Evvivanoé, in via Grassi 16 a Torino, l’artista genovese Enrico Ingenito espone le sue opere, tutti olii su tela vibranti di colore.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
“Il mio lavoro è il frutto di una ricerca sviluppata seguendo un’intuizione, una frazione di secondo o più semplicemente un colore, una luce o la sensazione di una materia. Il resto è per me fascino, casualità: mistero.”
Per la prima volta da Evvivanoé, in via Grassi 16 a Torino, l'artista genovese espone le sue opere, tutti olii su tela vibranti di colore.
Il vernissage sarà alle 18,30 in galleria. Sarà presente l'artista.
BIOGRAFIA
Enrico Ingenito nasce a Genova il 4 Novembre 1978, si diploma in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna nel Febbraio del 2004 e termina gli studi specializzandosi in Arti visive e Discipline dello spettacolo presso l’Accademia Linguistica di Belle Arti a Genova nel 2006. Ha avuto occasione di partecipare a residenze d’artista ed esposizioni collettive e personali in Italia e all’estero. Attualmente vive e lavora a Genova.
TESTO CRITICO
Seguo l’incedere del tempo. Giornate assolate in riva al
mediterraneo, inverni innevati, primavere e ancora estati,
autunni, il sole che filtra attraverso i petali sospesi nella luce
piena di un pomeriggio tailandese, il vento che filtra tra i rami
spogli…
C’è qualcosa che mi sfugge sempre. Non c’è nulla di autobiografico
nel mio lavoro, gli eventi ordinari o straordinari della mia vita
non compaiono, non affiorano sulla superficie di colore, non
deviano il mio percorso.
Eppure il tempo, anche il più anonimo, non scorre senza lasciare
traccia. È questa la traccia che cerco di seguire in un lavorare
che sembra perennemente in bilico nella contraddizione di
catturare attimi fugaci attraverso una contemplazione lenta, quasi
immobile…
Come una polvere posata sulla tela l’immagine si compone nelle mie
opere e sembra in attesa di essere spazzata via. Basterebbe una
leggera vibrazione per mischiare tutto, per cancellare i contrasti
a volte appena percepibili.
E così la pittura per me non è il racconto dell’avvicendarsi delle
stagioni, o delle ore del giorno. Non è il passaggio dell’età
inesorabile. Anche mettendo insieme tutto il mio lavoro non trovo
una trama.
Quello che cerco di catturare e restituire, o forse sarebbe meglio
dire che in realtà non cerco di catturare e restituire nulla, ma
piuttosto che cerco di essere catturato e restituito, è l’incedere
che accomuna tutte le cose e la loro esistenza immerse nel
continuo respiro della vita.
L’opera è essenzialmente l’impressione di questo respiro, l’eco di
questo movimento che lascia la sua traccia sulla superficie resa
viva e sensibile dal colore.
I paesaggi di Enrico Ingenito trasmettono quella sensazione di nostalgia di un luogo in cui non sei mai stato prima, di un albero sotto il quale ti sei seduto facendoti trascinare dalla tua più cara amica in rivelazioni segrete, di volti sconosciuti eppur familiari, di fari di automobili che non hai mai posseduto.
Nei contorni sfocati delle opere dell'artista genovese, come nelle fotografie sbiadite di tempi che furono, traspaiono fermi immagine di momenti di vita al tempo stesso congelati in un non meglio precisato passato e vivi nella memoria, familiari come flashback, come attimi di vita che sai bene di aver vissuto.
Esattamente come accade nelle struggenti e poetiche visioni di Hopper, le scene di Ingenito portano a chiedersi quando, dove e con chi abbiamo passato quegli istanti, senza arrivare, tuttavia, a fornire una risposta convincente.
Sarà, forse, che quei colori irreali, quegli sprazzi di luce, quei contorni sfumati provocano in noi un processo, puramente interiore e di cui ogni essere umano a questo mondo è dotato, di ricostruzione di una vita, parallela, immaginaria, confusa, non nitida e soprattutto non lineare: si va a tentativi, si cerca di ricostruire una storia di senso compiuto, di recuperarla nei meandri più oscuri della nostra memoria.
Ma la ricerca è vana, quasi paradossale: perchè quella storia, come vorremmo che ci si presentasse, probabilmente nemmeno esiste.
Quello che rimane sono frammenti, schegge quadridimensionali di spaziotempo o addirittura, per noi che osserviamo, paradossi spaziotemporali.
Ma non per l'artista, che quei momenti e quei paesaggi li ha davvero osservati e vissuti, documentandoli attraverso la fotografia, primo spunto per lo sviluppo delle sue sensazioni.
La capacità di Ingenito sta però nell'aver trasformato in altro le coordinate della realtà, attraverso l'uso sapiente delle luci e dei colori, rendendole meno definite e per questo motivo universali.
Rimane nell'osservatore la sensazione, o meglio l'impressione, di uno spazio e di un tempo che inesorabili trascorrono davanti ai suoi occhi.
Un tempo che si può solo percepire, senza avere la possibilità di afferrarlo e, di conseguenza, di possederlo.
Emanuele Bussolino
Per la prima volta da Evvivanoé, in via Grassi 16 a Torino, l'artista genovese espone le sue opere, tutti olii su tela vibranti di colore.
Il vernissage sarà alle 18,30 in galleria. Sarà presente l'artista.
BIOGRAFIA
Enrico Ingenito nasce a Genova il 4 Novembre 1978, si diploma in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna nel Febbraio del 2004 e termina gli studi specializzandosi in Arti visive e Discipline dello spettacolo presso l’Accademia Linguistica di Belle Arti a Genova nel 2006. Ha avuto occasione di partecipare a residenze d’artista ed esposizioni collettive e personali in Italia e all’estero. Attualmente vive e lavora a Genova.
TESTO CRITICO
Seguo l’incedere del tempo. Giornate assolate in riva al
mediterraneo, inverni innevati, primavere e ancora estati,
autunni, il sole che filtra attraverso i petali sospesi nella luce
piena di un pomeriggio tailandese, il vento che filtra tra i rami
spogli…
C’è qualcosa che mi sfugge sempre. Non c’è nulla di autobiografico
nel mio lavoro, gli eventi ordinari o straordinari della mia vita
non compaiono, non affiorano sulla superficie di colore, non
deviano il mio percorso.
Eppure il tempo, anche il più anonimo, non scorre senza lasciare
traccia. È questa la traccia che cerco di seguire in un lavorare
che sembra perennemente in bilico nella contraddizione di
catturare attimi fugaci attraverso una contemplazione lenta, quasi
immobile…
Come una polvere posata sulla tela l’immagine si compone nelle mie
opere e sembra in attesa di essere spazzata via. Basterebbe una
leggera vibrazione per mischiare tutto, per cancellare i contrasti
a volte appena percepibili.
E così la pittura per me non è il racconto dell’avvicendarsi delle
stagioni, o delle ore del giorno. Non è il passaggio dell’età
inesorabile. Anche mettendo insieme tutto il mio lavoro non trovo
una trama.
Quello che cerco di catturare e restituire, o forse sarebbe meglio
dire che in realtà non cerco di catturare e restituire nulla, ma
piuttosto che cerco di essere catturato e restituito, è l’incedere
che accomuna tutte le cose e la loro esistenza immerse nel
continuo respiro della vita.
L’opera è essenzialmente l’impressione di questo respiro, l’eco di
questo movimento che lascia la sua traccia sulla superficie resa
viva e sensibile dal colore.
I paesaggi di Enrico Ingenito trasmettono quella sensazione di nostalgia di un luogo in cui non sei mai stato prima, di un albero sotto il quale ti sei seduto facendoti trascinare dalla tua più cara amica in rivelazioni segrete, di volti sconosciuti eppur familiari, di fari di automobili che non hai mai posseduto.
Nei contorni sfocati delle opere dell'artista genovese, come nelle fotografie sbiadite di tempi che furono, traspaiono fermi immagine di momenti di vita al tempo stesso congelati in un non meglio precisato passato e vivi nella memoria, familiari come flashback, come attimi di vita che sai bene di aver vissuto.
Esattamente come accade nelle struggenti e poetiche visioni di Hopper, le scene di Ingenito portano a chiedersi quando, dove e con chi abbiamo passato quegli istanti, senza arrivare, tuttavia, a fornire una risposta convincente.
Sarà, forse, che quei colori irreali, quegli sprazzi di luce, quei contorni sfumati provocano in noi un processo, puramente interiore e di cui ogni essere umano a questo mondo è dotato, di ricostruzione di una vita, parallela, immaginaria, confusa, non nitida e soprattutto non lineare: si va a tentativi, si cerca di ricostruire una storia di senso compiuto, di recuperarla nei meandri più oscuri della nostra memoria.
Ma la ricerca è vana, quasi paradossale: perchè quella storia, come vorremmo che ci si presentasse, probabilmente nemmeno esiste.
Quello che rimane sono frammenti, schegge quadridimensionali di spaziotempo o addirittura, per noi che osserviamo, paradossi spaziotemporali.
Ma non per l'artista, che quei momenti e quei paesaggi li ha davvero osservati e vissuti, documentandoli attraverso la fotografia, primo spunto per lo sviluppo delle sue sensazioni.
La capacità di Ingenito sta però nell'aver trasformato in altro le coordinate della realtà, attraverso l'uso sapiente delle luci e dei colori, rendendole meno definite e per questo motivo universali.
Rimane nell'osservatore la sensazione, o meglio l'impressione, di uno spazio e di un tempo che inesorabili trascorrono davanti ai suoi occhi.
Un tempo che si può solo percepire, senza avere la possibilità di afferrarlo e, di conseguenza, di possederlo.
Emanuele Bussolino
05
ottobre 2017
Enrico Ingenito – L’impressione del tempo
Dal 05 ottobre al 12 novembre 2017
arte contemporanea
Location
EVVIVANOE’
Torino, Via Giuseppe Grassi, 16, (Torino)
Torino, Via Giuseppe Grassi, 16, (Torino)
Orario di apertura
La mostra sarà visitabile il lunedì dalle 16 alle 19,30; dal martedì al venerdì dalle 10,30 alle 13 e dalle 16 alle 19,30; il sabato dalle 10,30 alle 13.
Su prenotazione scrivendo a info@evvivanoe.it
Vernissage
5 Ottobre 2017, ore 18,30
Autore
Curatore