Il poeta visivo, performer, creatore di oggetti e installazioni Enrico Minato presenterà sabato 24 maggio 2003 da Evi Guizzo a Campea di Miane (Treviso) i suoi recenti libri ‘artistici’: non libri d’artista interpolati da interventi pittorici o presenze polimateriche ma volumi realizzati in carta e imbullonati, chiusi, impossibili da sfogliare. Come solo sotto le palpebre possono avvenire i sogni migliori finché si è assopiti o nello stato di una meditazione ispirata, così soltanto attraverso l’immaginazione si possono consultare questi tomi il cui contenuto è imprevisto e irraggiungibile. Considerati usualmente segnali di trasmissione del sapere, i libri sono per Minato un mistero da pensare prima che da fruire; egli, come un amanuense ironico ed attento, colto ma traditore, li crea e poi ne impedisce l’apertura, tiene celato il mistero del loro contenuto, occulta la conoscenza facile e tattile, sostenendo il nostro desiderio di apprendere e riflettere su ciò che potrebbero rivelarci, agendo con una sottrazione che lascia un vuoto attorno a cui far muovere il pensiero. L’unica scrittura rivelata campeggia in copertina come un enigma da sciogliere, un dettato da oracolo che non si può svelare, che ognuno deve cercare trovando l’arcano per schiudere il segreto, per socchiudere le palpebre e vegliare sulle apparenze.