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Enrico Mitrovich – La lezione del canarino
Il titolo di questa mostra cita quello del racconto di Raffaele La Capria, nel quale lo scrittore napoletano dice come ha capito che fare letteratura significa trovare le parole giuste per trasmettere un’emozione.
Comunicato stampa
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Il titolo di questa mostra cita quello del racconto di Raffaele La Capria, nel quale lo scrittore napoletano dice come ha capito che fare letteratura significa trovare le parole giuste per trasmettere un’emozione.
L’autore scrive che lo scoprì un giorno mentre tornava a casa dalla scuola. Stava attraversando i giardini della Villa comunale, ed ecco che un canarino gli si posa sulla spalla. Sorpreso da questo fatto che gli pare straordinario e meraviglioso, sente che il suo cuore batte forte per l’emozione.
Adesso il canarino sentirà il battito del mio cuore – pensò – e volerà via. E infatti il canarino lo sentì e volò via.
Il bambino corse a casa a raccontare alla mamma la cosa straordinaria che gli era capitata, ma quando disse “mamma, un canarino si è posato sulla mia spalla!”, si accorse subito di non aver detto nulla dell’emozione che aveva provato, perché la frase che avevo pronunciato non la conteneva.
Come fare dunque a dirla? Ci pensò e ripensò, e da allora tutto il suo lavoro di scrittore è consistito nel tentativo di dare una risposta a quella domanda. Perché capì che per esprimere quell’emozione non gli bastava una semplice frase. Capì che per conquistare il castello dell’emozione doveva muovere un esercito di parole secondo una strategia precisa e un piano d’attacco. Fu questa “La lezione del canarino”.
Ciò che lo scrittore napoletano afferma per la scrittura letteraria vale anche per la pittura. Un approccio che ricorda il dibattito teorico dei pittori italiani di “Valori plastici” del primo Novecento sul significato della pittura e sui requisiti necessari per praticarla.
Il breve e intenso racconto di La Capria mi sembra una guida sicura verso quella forma di ortodossia metodologica che mi piacerebbe praticare.
“Rivelazione”, “metodo”, “ortodossia”, sono parole d’ordine spesso utilizzate in modo ideologico, con finalità assai diverse da quelle per cui sono state create. La “lezione del canarino” è invece un’eccezione. A praticarla non si corre nessun pericolo perché ha in sé un antidoto naturale contro qualsiasi mistificazione: il canarino, se il nostro cuore non è in grado di battere forte per l’emozione, non si posa.
Enrico Mitrovich Vicenza 2016
L’autore scrive che lo scoprì un giorno mentre tornava a casa dalla scuola. Stava attraversando i giardini della Villa comunale, ed ecco che un canarino gli si posa sulla spalla. Sorpreso da questo fatto che gli pare straordinario e meraviglioso, sente che il suo cuore batte forte per l’emozione.
Adesso il canarino sentirà il battito del mio cuore – pensò – e volerà via. E infatti il canarino lo sentì e volò via.
Il bambino corse a casa a raccontare alla mamma la cosa straordinaria che gli era capitata, ma quando disse “mamma, un canarino si è posato sulla mia spalla!”, si accorse subito di non aver detto nulla dell’emozione che aveva provato, perché la frase che avevo pronunciato non la conteneva.
Come fare dunque a dirla? Ci pensò e ripensò, e da allora tutto il suo lavoro di scrittore è consistito nel tentativo di dare una risposta a quella domanda. Perché capì che per esprimere quell’emozione non gli bastava una semplice frase. Capì che per conquistare il castello dell’emozione doveva muovere un esercito di parole secondo una strategia precisa e un piano d’attacco. Fu questa “La lezione del canarino”.
Ciò che lo scrittore napoletano afferma per la scrittura letteraria vale anche per la pittura. Un approccio che ricorda il dibattito teorico dei pittori italiani di “Valori plastici” del primo Novecento sul significato della pittura e sui requisiti necessari per praticarla.
Il breve e intenso racconto di La Capria mi sembra una guida sicura verso quella forma di ortodossia metodologica che mi piacerebbe praticare.
“Rivelazione”, “metodo”, “ortodossia”, sono parole d’ordine spesso utilizzate in modo ideologico, con finalità assai diverse da quelle per cui sono state create. La “lezione del canarino” è invece un’eccezione. A praticarla non si corre nessun pericolo perché ha in sé un antidoto naturale contro qualsiasi mistificazione: il canarino, se il nostro cuore non è in grado di battere forte per l’emozione, non si posa.
Enrico Mitrovich Vicenza 2016
10
dicembre 2016
Enrico Mitrovich – La lezione del canarino
Dal 10 al 18 dicembre 2016
arte contemporanea
Location
GALLERIA GHELFI
Vicenza, Contrà Pescherie Vecchie, 29, (Vicenza)
Vicenza, Contrà Pescherie Vecchie, 29, (Vicenza)
Orario di apertura
Lunedi - Sabato 10 - 12 ; 16 , 19
Vernissage
10 Dicembre 2016, ore 18,00
Autore