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Enrico Pollero – Verso la Scozia
Pollero s’immerge in modo totalizzante e solitario nella Natura per cercare di carpirne il mistero e dare ad esso un volto, un’anima
Comunicato stampa
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Enrico Pollero nei suoi percorsi pare porre attenzione alla presenza di qualcosa di sacro, pone l’orecchio, poi, alla voce della Natura arrivata a noi dall’immensità del cosmo per toccare le nostre corde più profonde e vere: un omaggio alla tradizione della pittura del Nord (ilricordo corre a Caspar David Friedrich a Turner). Quadri dove sembra evidente l’immensità del paesaggio, che diviene simile a poesia, dove gli uomini appaiono quali semplici ospiti della Terra: Pollero s’immerge in modo totalizzante e solitario nella Natura per cercare di carpirne il mistero e dare ad esso un volto, un’anima.
Silvia Bottaro
La visione catturata da Enrico Pollero
I paesaggi di Enrico Pollero ci accompagnano nel suo “viaggio” di giovane uomo, sia per lavoro sia per affetti familiari, senza essere una riproduzione meccanica, necessariamente una fotografia, ma opere dove il segno, il colore colgono, comunque, la dimensione profonda dell’essere. Pollero si è accostato fin da giovanissimo alla sua passione per l’arte, studiando gli Impressionisti francesi e guardando con ammirazione i grandi Maestri della pittura italiana, fino agli Artisti ligustici a noi più vicini (da Peluzzi a Rambaldi, a Saccorotti per ricordarne qualcuno). Pittura documentaria ed espressiva la sua, dove la luce è una forma di conoscenza abbinata alla geografia, alla competenza, quasi intima, dei luoghi raffigurati. Un “percorso” reale che rivela, inevitabilmente, un paesaggio dell’anima mai contemplativo che vuole cercare l’essenza misteriosa del tangibile: così le delicate nevicate sulla Certosa di Loreto a Savona, o le brume enigmatiche dei castelli scozzesi, le nuvole arruffate sul centro storico di Savona e su Palazzo Madama a Torino. L’uomo è apparentemente assente nei vari paesaggi solitari, ermi, grandiosi e al contempo monumentali. Pollero, seppure la presenza fisica umana sia minima, ritrae sempre l’abitare dell’uomo, tragico, splendente, misero, sulla terra, anzi lo riprende dal suo “viaggio” personale da Savona alle Isole Orcadi, tappa dopo tappa, calandosi nella realtà del vissuto, del conosciuto, del ricordo. Ogni opera pare un microscomo che mostra un al di là da sé, travalica il tempo, in una luminosa lontananza sospesa nella durata. L’atto del ricordo dei monumenti, del mare, delle scogliere, della luce del tramonto a Londra guarda alla verità del destino e tale visione è guidata anche dal cuore, piuttosto che dalla vista, costruendo, mi pare di poter dire, una sorta diponte tra passato e presente. A ben osservare si avverte la riflessione sulla caducità della vita, un senso di trascendente verità abbraccia l’immagine raffigurata nell’esercizio del silenzio, in contrapposizione al rumore della contemporaneità.Luoghi quasi sacrali (quelli nativi), con un grande potere evocativo grazie alla tecnica realizzativa, situati tra realtà e storia, tra ricordo visivo e simbolo in una sorta di preghiera, d’evocazione anche personale.
Silvia Bottaro
La visione catturata da Enrico Pollero
I paesaggi di Enrico Pollero ci accompagnano nel suo “viaggio” di giovane uomo, sia per lavoro sia per affetti familiari, senza essere una riproduzione meccanica, necessariamente una fotografia, ma opere dove il segno, il colore colgono, comunque, la dimensione profonda dell’essere. Pollero si è accostato fin da giovanissimo alla sua passione per l’arte, studiando gli Impressionisti francesi e guardando con ammirazione i grandi Maestri della pittura italiana, fino agli Artisti ligustici a noi più vicini (da Peluzzi a Rambaldi, a Saccorotti per ricordarne qualcuno). Pittura documentaria ed espressiva la sua, dove la luce è una forma di conoscenza abbinata alla geografia, alla competenza, quasi intima, dei luoghi raffigurati. Un “percorso” reale che rivela, inevitabilmente, un paesaggio dell’anima mai contemplativo che vuole cercare l’essenza misteriosa del tangibile: così le delicate nevicate sulla Certosa di Loreto a Savona, o le brume enigmatiche dei castelli scozzesi, le nuvole arruffate sul centro storico di Savona e su Palazzo Madama a Torino. L’uomo è apparentemente assente nei vari paesaggi solitari, ermi, grandiosi e al contempo monumentali. Pollero, seppure la presenza fisica umana sia minima, ritrae sempre l’abitare dell’uomo, tragico, splendente, misero, sulla terra, anzi lo riprende dal suo “viaggio” personale da Savona alle Isole Orcadi, tappa dopo tappa, calandosi nella realtà del vissuto, del conosciuto, del ricordo. Ogni opera pare un microscomo che mostra un al di là da sé, travalica il tempo, in una luminosa lontananza sospesa nella durata. L’atto del ricordo dei monumenti, del mare, delle scogliere, della luce del tramonto a Londra guarda alla verità del destino e tale visione è guidata anche dal cuore, piuttosto che dalla vista, costruendo, mi pare di poter dire, una sorta diponte tra passato e presente. A ben osservare si avverte la riflessione sulla caducità della vita, un senso di trascendente verità abbraccia l’immagine raffigurata nell’esercizio del silenzio, in contrapposizione al rumore della contemporaneità.Luoghi quasi sacrali (quelli nativi), con un grande potere evocativo grazie alla tecnica realizzativa, situati tra realtà e storia, tra ricordo visivo e simbolo in una sorta di preghiera, d’evocazione anche personale.
15
novembre 2008
Enrico Pollero – Verso la Scozia
Dal 15 al 24 novembre 2008
arte contemporanea
Location
PALAZZO DELLA PROVINCIA
Savona, Via Iv Novembre, (Savona)
Savona, Via Iv Novembre, (Savona)
Orario di apertura
da lunedì a sabato: 15.30– 18.30, domenica: 10–12 e 15.30–18.30
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