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Enrico Prometti dal mito dalla storia dalla strada
La città di Bergamo e i suoi musei si uniscono in un percorso comune per raccontare il multiforme itinerario artistico di Enrico Prometti, artista viaggiatore che, rinunciando alle “regole del gioco” della cultura occidentale per dialogare con le culture “altre” ed esplorare l’infanzia dell’uomo e del mondo, ha dato vita a una ricerca, unica e coraggiosa, nel panorama artistico nazionale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La città di Bergamo e i suoi musei si uniscono in un percorso comune per raccontare il multiforme
itinerario artistico di Enrico Prometti, artista viaggiatore che, rinunciando alle “regole del gioco”
della cultura occidentale per dialogare con le culture “altre” ed esplorare l’infanzia dell’uomo e del
mondo, ha dato vita a una ricerca, unica e coraggiosa, nel panorama artistico nazionale.
Prometti ha sempre incrociato l'attività creativa con lunghi viaggi in Indonesia e in Africa (Mali e Burkina
Faso), studiando le civiltà Dogon e Tuareg. Bergamo gli rende omaggio tracciando un affascinante
itinerario di pittura, scultura, grafica, realizzazione di oggetti d’uso e gioielli.
Il 4 aprile 2014 si inaugura la mostra Enrico Prometti dal mito dalla storia dalla strada, organizzata e
promossa da Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo, Fondazione Bergamo nella Storia, Fondazione
Credito Bergamasco e GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, in collaborazione
con il Museo Civico di Scienze Naturali “Enrico Caffi” di Bergamo.
La mostra è parte di un articolato progetto curato da Maria Grazia Recanati in collaborazione con Serena
e Vania Prometti, e realizzato con il fondamentale apporto di Roberta Marchetti, Rosanna Paccanelli, Angelo
Piazzoli, M. Cristina Rodeschini, Marco Valle e Claudio Visentin.
Suddiviso su più sedi, il progetto coinvolge numerose realtà sia pubbliche che private, non solo con
l’obiettivo di ricordare la figura dell’artista bergamasco ma anche di costruire attorno ad essa un
percorso di conoscenza e incontro della poetica del viaggio, che ha pervaso profondamente la vita di
Prometti, e della cultura africana di cui egli è stato un grande estimatore e conoscitore.
dal mito dalla storia dalla strada è, infatti, la frase che l’artista aveva tracciato, come monito a se stesso e a
chi veniva a visitarlo, all’ingresso del suo ultimo studio.
La figura di Enrico Prometti, in buona parte ancora sconosciuta, riveste un ruolo di grande interesse nella
ricostruzione della recente storia culturale di Bergamo, già segnata nel suo passato dalla presenza di
importanti viaggiatori e di personaggi aperti al dialogo interculturale. Tale caratteristica si cala, nel caso di
Prometti, in una ricerca artistica di grande qualità.
Scultore di fervidissima ispirazione e straordinario talento tecnico, pittore, incisore, Prometti non solo
ha risvegliato e materializzato il suo e il nostro immaginario originario, popolandolo di fantasmi totemici,
maternità ancestrali, bestiari fantastici, pianeti colorati, soli e tarocchi, ma ha piegato la sapienza artigianale
del suo fare - «Tutto ciò che l’uomo fa con le mani mi interessa», diceva - anche alla realizzazione di
affascinanti gioielli e oggetti d’uso, coltelli, maschere, sedie.
Insofferente di ogni cristallizzazione intellettuale, Prometti indagava con assoluta libertà le potenzialità della
materia e gli sviluppi della ricerca formale contemporanea, senza cedimenti né a facili esotismi, né alle mode
talora imperanti del mercato, contaminando elementi naturali e artificiali per generare risultati misteriosi,
potentemente espressivi nelle loro infinite combinazioni.
Il racconto del viaggio artistico di Prometti prende così il via al Museo Storico di Bergamo - Convento di
San Francesco a Bergamo Alta con la sezione che ospita grandi dipinti, una drammatica Crocefissone
realizzata a collage con frammenti di giornali, diari, disegni e fotografie di viaggio che restituiscono
straordinarie visioni dell’Africa e dell’arte rupestre Dogon. Si entra poi nel mondo delle grandi sculture
realizzate sia con materiali naturali (legno) sia con materiali di riciclo (cartone, gomma, plastica, libri
manipolati), con la serie dei Pianeti, grandi globi scolpiti in legno di iroko e dipinti, terrecotte dipinte, sculture
in pietra e tufo e alcuni suoi “omaggi all’Africa”.
La sezione etnografica del Museo Civico di Scienze Naturali “Enrico Caffi” - importante collezione di
reperti africani donata nel 1989 da Aldo Perolari alla città di Bergamo e ordinata nell’attuale allestimento da
Walter Barbero in collaborazione anche con Prometti - ospita la Grande maternità afro di Prometti, a
documentare sia gli interessi dell’artista che un particolare ambiente di intellettuali, viaggiatori e collezionisti
bergamaschi.
La GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo accoglie, infine, gioielli realizzati in
legno, intarsi d’ambra e madreperla, pietre dure, contaminati con materiali artificiali. E ancora: coltelli-
scultura, maschere, “ornamenti per il corpo”, sedie scolpite e una serie di Arcani Maggiori, fotolitografie
colorate a mano, testimonianza di un interesse per l’elaborazione dei Tarocchi che Prometti ha coltivato per
tutta la vita e che rappresenta uno dei risultati più affascinanti della sua produzione.
La mostra sarà accompagnata da un ricco catalogo edito da Fondazione Credito Bergamasco, a cura di
Angelo Piazzoli e Maria Grazia Recanati, con scritti di Walter Barbero, Giorgio Daneri, Angelo Piazzoli,
Maria Grazia Recanati, M. Cristina Rodeschini, Claudio Sugliani, Claudio Visentin e fotografie di Virgilio
Fidanza.
Accanto al doveroso omaggio, che Bergamo e le sue Istituzioni rendono all’artista, si propongono, nel
periodo della mostra, una serie di iniziative collaterali.
Il Museo Storico ospiterà Il viaggio e il suo racconto, laboratori di fotografia, scrittura e carnet di viaggio,
ma anche il progetto sonoro dedicato a Prometti da Francesco Crovetto, allievo dell’Accademia Carrara di
Belle Arti, e la mostra Punti di vista: l’Africa nello sguardo di Tito e Sandro Spini, Carlo Leidi, Walter
Barbero (19 aprile – 18 maggio, promossa dagli Amici del Museo Storico di Bergamo), con fotografie
dell’Africa realizzate dagli amici e sodali di Prometti in questa passione per il continente africano e il suo
messaggio.
Al Museo di Scienze (Sala Curò, promosso dagli Amici del Museo di Scienze Naturali di Bergamo), invece, il
ciclo di conferenze Arte, cura, memoria: dialoghi con l’Africa riunirà importanti studiosi della cultura
africana.
Enrico Prometti è nato a Bergamo il 14 gennaio 1945. Dal 1959 al 1965 è allievo dell'Accademia Carrara di
Belle Arti a Bergamo, ottenendo numerose borse di studio e per due volte quella intitolata a Giorgio Oprandi.
La sua attività espositiva ha inizio nel 1966 e l’anno successivo Prometti è presente alla collettiva del Premio
San Fedele a Milano. Ha affiancato l'attività artistica con lunghi viaggi extraeuropei al fine di approfondire la
conoscenza delle civiltà africane e indonesiane. Dopo un primo soggiorno nel Niger, all'inizio degli anni
Settanta compie sei traversate sahariane, visita il Mali e il Burkina Faso, studia la statuaria e la pittura
rupestre Dogon, la civiltà e l'artigianato Tuareg, che saranno di fondamentale importanza nella sua ricerca
pittorica e scultorea. Nel 1979 si reca nel Sahara e in Niger insieme a Claudio Sugliani e a Walter Barbero.
Nel 1975 trascorre tre mesi in Papuasia e, tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, si reca a più
riprese in Indonesia e a Sumatra, visitando anche le isole esterne giavanesi. Nel 1990 compie un nuovo
viaggio nel Sahel e nel 1992 soggiorna per tre mesi nel Delta interno del Niger, terra originaria del popolo
Dogon, presso la storica città di Djenné. Dal 1978 al 1985 restaura una torre medievale nel quartiere di
Campagnola a Bergamo, dove si trovavano la sua abitazione e il suo studio. Muore a Bergamo il 6
novembre 2008. Sue opere si trovano presso collezioni private, oltre che in Italia, in Arabia Saudita,
Danimarca, Francia, Giappone, Mali, Olanda, Papua Nuova Guinea, Spagna e Svizzera.
UFFICIO STAMPA: B@bele Comunicazione
Barbara Mazzoleni > tel. 320.8015469 >info@ babelecomunicazione.it > www.babelecomunicazione.it
Per scaricare materiali e immagini in alta risoluzione: www.babelecomunicazione.it
itinerario artistico di Enrico Prometti, artista viaggiatore che, rinunciando alle “regole del gioco”
della cultura occidentale per dialogare con le culture “altre” ed esplorare l’infanzia dell’uomo e del
mondo, ha dato vita a una ricerca, unica e coraggiosa, nel panorama artistico nazionale.
Prometti ha sempre incrociato l'attività creativa con lunghi viaggi in Indonesia e in Africa (Mali e Burkina
Faso), studiando le civiltà Dogon e Tuareg. Bergamo gli rende omaggio tracciando un affascinante
itinerario di pittura, scultura, grafica, realizzazione di oggetti d’uso e gioielli.
Il 4 aprile 2014 si inaugura la mostra Enrico Prometti dal mito dalla storia dalla strada, organizzata e
promossa da Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo, Fondazione Bergamo nella Storia, Fondazione
Credito Bergamasco e GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, in collaborazione
con il Museo Civico di Scienze Naturali “Enrico Caffi” di Bergamo.
La mostra è parte di un articolato progetto curato da Maria Grazia Recanati in collaborazione con Serena
e Vania Prometti, e realizzato con il fondamentale apporto di Roberta Marchetti, Rosanna Paccanelli, Angelo
Piazzoli, M. Cristina Rodeschini, Marco Valle e Claudio Visentin.
Suddiviso su più sedi, il progetto coinvolge numerose realtà sia pubbliche che private, non solo con
l’obiettivo di ricordare la figura dell’artista bergamasco ma anche di costruire attorno ad essa un
percorso di conoscenza e incontro della poetica del viaggio, che ha pervaso profondamente la vita di
Prometti, e della cultura africana di cui egli è stato un grande estimatore e conoscitore.
dal mito dalla storia dalla strada è, infatti, la frase che l’artista aveva tracciato, come monito a se stesso e a
chi veniva a visitarlo, all’ingresso del suo ultimo studio.
La figura di Enrico Prometti, in buona parte ancora sconosciuta, riveste un ruolo di grande interesse nella
ricostruzione della recente storia culturale di Bergamo, già segnata nel suo passato dalla presenza di
importanti viaggiatori e di personaggi aperti al dialogo interculturale. Tale caratteristica si cala, nel caso di
Prometti, in una ricerca artistica di grande qualità.
Scultore di fervidissima ispirazione e straordinario talento tecnico, pittore, incisore, Prometti non solo
ha risvegliato e materializzato il suo e il nostro immaginario originario, popolandolo di fantasmi totemici,
maternità ancestrali, bestiari fantastici, pianeti colorati, soli e tarocchi, ma ha piegato la sapienza artigianale
del suo fare - «Tutto ciò che l’uomo fa con le mani mi interessa», diceva - anche alla realizzazione di
affascinanti gioielli e oggetti d’uso, coltelli, maschere, sedie.
Insofferente di ogni cristallizzazione intellettuale, Prometti indagava con assoluta libertà le potenzialità della
materia e gli sviluppi della ricerca formale contemporanea, senza cedimenti né a facili esotismi, né alle mode
talora imperanti del mercato, contaminando elementi naturali e artificiali per generare risultati misteriosi,
potentemente espressivi nelle loro infinite combinazioni.
Il racconto del viaggio artistico di Prometti prende così il via al Museo Storico di Bergamo - Convento di
San Francesco a Bergamo Alta con la sezione che ospita grandi dipinti, una drammatica Crocefissone
realizzata a collage con frammenti di giornali, diari, disegni e fotografie di viaggio che restituiscono
straordinarie visioni dell’Africa e dell’arte rupestre Dogon. Si entra poi nel mondo delle grandi sculture
realizzate sia con materiali naturali (legno) sia con materiali di riciclo (cartone, gomma, plastica, libri
manipolati), con la serie dei Pianeti, grandi globi scolpiti in legno di iroko e dipinti, terrecotte dipinte, sculture
in pietra e tufo e alcuni suoi “omaggi all’Africa”.
La sezione etnografica del Museo Civico di Scienze Naturali “Enrico Caffi” - importante collezione di
reperti africani donata nel 1989 da Aldo Perolari alla città di Bergamo e ordinata nell’attuale allestimento da
Walter Barbero in collaborazione anche con Prometti - ospita la Grande maternità afro di Prometti, a
documentare sia gli interessi dell’artista che un particolare ambiente di intellettuali, viaggiatori e collezionisti
bergamaschi.
La GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo accoglie, infine, gioielli realizzati in
legno, intarsi d’ambra e madreperla, pietre dure, contaminati con materiali artificiali. E ancora: coltelli-
scultura, maschere, “ornamenti per il corpo”, sedie scolpite e una serie di Arcani Maggiori, fotolitografie
colorate a mano, testimonianza di un interesse per l’elaborazione dei Tarocchi che Prometti ha coltivato per
tutta la vita e che rappresenta uno dei risultati più affascinanti della sua produzione.
La mostra sarà accompagnata da un ricco catalogo edito da Fondazione Credito Bergamasco, a cura di
Angelo Piazzoli e Maria Grazia Recanati, con scritti di Walter Barbero, Giorgio Daneri, Angelo Piazzoli,
Maria Grazia Recanati, M. Cristina Rodeschini, Claudio Sugliani, Claudio Visentin e fotografie di Virgilio
Fidanza.
Accanto al doveroso omaggio, che Bergamo e le sue Istituzioni rendono all’artista, si propongono, nel
periodo della mostra, una serie di iniziative collaterali.
Il Museo Storico ospiterà Il viaggio e il suo racconto, laboratori di fotografia, scrittura e carnet di viaggio,
ma anche il progetto sonoro dedicato a Prometti da Francesco Crovetto, allievo dell’Accademia Carrara di
Belle Arti, e la mostra Punti di vista: l’Africa nello sguardo di Tito e Sandro Spini, Carlo Leidi, Walter
Barbero (19 aprile – 18 maggio, promossa dagli Amici del Museo Storico di Bergamo), con fotografie
dell’Africa realizzate dagli amici e sodali di Prometti in questa passione per il continente africano e il suo
messaggio.
Al Museo di Scienze (Sala Curò, promosso dagli Amici del Museo di Scienze Naturali di Bergamo), invece, il
ciclo di conferenze Arte, cura, memoria: dialoghi con l’Africa riunirà importanti studiosi della cultura
africana.
Enrico Prometti è nato a Bergamo il 14 gennaio 1945. Dal 1959 al 1965 è allievo dell'Accademia Carrara di
Belle Arti a Bergamo, ottenendo numerose borse di studio e per due volte quella intitolata a Giorgio Oprandi.
La sua attività espositiva ha inizio nel 1966 e l’anno successivo Prometti è presente alla collettiva del Premio
San Fedele a Milano. Ha affiancato l'attività artistica con lunghi viaggi extraeuropei al fine di approfondire la
conoscenza delle civiltà africane e indonesiane. Dopo un primo soggiorno nel Niger, all'inizio degli anni
Settanta compie sei traversate sahariane, visita il Mali e il Burkina Faso, studia la statuaria e la pittura
rupestre Dogon, la civiltà e l'artigianato Tuareg, che saranno di fondamentale importanza nella sua ricerca
pittorica e scultorea. Nel 1979 si reca nel Sahara e in Niger insieme a Claudio Sugliani e a Walter Barbero.
Nel 1975 trascorre tre mesi in Papuasia e, tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, si reca a più
riprese in Indonesia e a Sumatra, visitando anche le isole esterne giavanesi. Nel 1990 compie un nuovo
viaggio nel Sahel e nel 1992 soggiorna per tre mesi nel Delta interno del Niger, terra originaria del popolo
Dogon, presso la storica città di Djenné. Dal 1978 al 1985 restaura una torre medievale nel quartiere di
Campagnola a Bergamo, dove si trovavano la sua abitazione e il suo studio. Muore a Bergamo il 6
novembre 2008. Sue opere si trovano presso collezioni private, oltre che in Italia, in Arabia Saudita,
Danimarca, Francia, Giappone, Mali, Olanda, Papua Nuova Guinea, Spagna e Svizzera.
UFFICIO STAMPA: B@bele Comunicazione
Barbara Mazzoleni > tel. 320.8015469 >info@ babelecomunicazione.it > www.babelecomunicazione.it
Per scaricare materiali e immagini in alta risoluzione: www.babelecomunicazione.it
04
aprile 2014
Enrico Prometti dal mito dalla storia dalla strada
Dal 04 aprile al 02 giugno 2014
arte contemporanea
Location
MUSEO STORICO – EX CONVENTO DI SAN FRANCESCO
Bergamo, Piazza Mercato Del Fieno, 6A, (Bergamo)
Bergamo, Piazza Mercato Del Fieno, 6A, (Bergamo)
Orario di apertura
Museo storico di Bergamo - Convento di San Francesco Bergamo Alta, Piazza Mercato del Fieno 6/a: mar-dom 9.30-13 e 14.30-18. chiuso lunedì non festivo GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, via San Tomaso 53: mar-dom 10.00-13 e 15.00-19. chiuso lunedì. Museo Civico di Scienze Naturali “Enrico Caffi”, Bergamo Alta, Piazza Cittadella 10: 9.00-12.30 e 14.30-18; sab e festivi 9.00
Vernissage
4 Aprile 2014, ore 18 Museo Storico di Bergamo – Convento di San Francesco, Piazza Mercato del Fieno 6/a – Bergamo Alta
Autore
Curatore