A poco più di ventenni dalla scomparsa, questa mostra vuole ricordare e riproporre la figura dell’artista novarese Enrico Settimo presentando al pubblico più di cinquanta opere tra oli, pastelli, disegni e tecniche miste, tutte realizzate tra il 1932 e il 1988 (anno della morte).

La specificità e le qualità del suo lavoro di pittore, ma soprattutto di infaticabile e acuto disegnatore, consentono di affermare che Enrico Settimo, proprio grazie alle sue opere molte delle quali pubblicate sui maggiori giornali e riviste del tempo, è stato parte attiva e coscienza al tempo stesso critica e propositiva del contesto sociale e culturale in cui ha vissuto. Osservatore della vita e del costume, acutamente polemico e ironico in nome di un’idea di cultura intesa come critica dialettica alla società e alle istituzioni, l’artista, con le sue rappresentazioni e notazioni, ha attraversato la storia nazionale e locale (soprattutto della sua Novara) dagli anni trenta agli anni ottanta, facendo esperienza della guerra, dell’internamento in Svizzera, del clima della ricostruzione post-bellica e dei decenni di sviluppo che ne sono seguiti. Egli ha saputo, con rara maestria e un segno grafico personale, ritrarre figure umane nei loro atteggiamenti emblematici e cogliere i tratti caratteriali sia di persone umili che di primo piano, sempre con grande rispetto per le loro esistenze e senza quel distacco dai fatti rappresentati spesso individuabile nei disegnatori e caricaturisti suoi coevi.

In mostra sarà visibile anche un’ampia parte documentaria dedicata agli scritti e recensioni autografe e alle pubblicazioni che hanno ospitato le sue caricature e vignette. Estremamente curiosa e acuta è la “Guida svagata e tascabile alla mostra di Pablo Picasso” (pubblicata su “Il Lavoratore” e riguardante la famosa esposizione tenutasi a Palazzo Reale di Milano nel 1953) e molto interessanti due lettere a lui indirizzate dal Connaisseur e storico dell’arte Federico Zeri.