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Enrico Versari – Ombra di vino
Un percorso guidato attraverso un universo di emozioni che partendo da un dimensione quotidiana e domestica ci proiettano su piani piu’ distanti della nostra esistenza
Comunicato stampa
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Partiamo dall’inizio, dagli esordi della prima ricerca tematica, per scoprire l’impalpabile materia di un mondo dove gli oggetti si confrontano con la propria immagine attraverso un’imprescindibile molteplicita' di aberrazioni, riflessioni, ombre.
Realta' e rappresentazione, rappresentano una paradigmatica dicotomia il rapporto dell’uomo con la propria percezione fenomenologia ed intraprendere un lungo cammino alla ricerca del vero. Come la luce attraversiamo penetrando l’imbarazzante trasparenza degli oggetti proposti per comprendere i significati di una cultura materiale della quale siamo figli per rimbalzare riflessi, espanderci e vederci oscurati nella nostra stessa ombra.
Un percorso guidato attraverso un universo di emozioni che partendo da un dimensione quotidiana e domestica ci proiettano su piani piu' distanti della nostra esistenza. Una narrazione ben orchestrata giocata tra positivo e negativo, sfondo e figura, proporzioni visive differenziate, fluttuazioni, ambiguita', scritte con la piu' nobile materia: la luce.
Evidenti riferimenti a quel linguaggio contemporaneo che consegna l’arte al suo progetto cercando di sottrarla ai materiali. L’estetica ludico meccanica di Munari si scontra qui con la fatica del gesto, l’importanza del linguaggio, la ricerca dolorosa di un segno che continua nella sua azione e fuoriesce dal quadro come se fosse legato ad esso tramite un filo sottile che li collega. Con gesti consci e misurati Enrico ci consegna la sua verita': il racconto di un trascorso che reinterpretato e riproposto diviene una nuova forma del presente, una circolazione di senso che non si esaurisce ma si rinnova.
Enrico Versari
Vive e lavora a Faenza sua citta' natale nella quale ha ricevuto la sua prima formazione e dove continua a collaborare con importanti istituti di formazione e ricerca. A Modena, dove l’identita' industriale del nostro paese ha profonde radici, Enrico frequenta per alcuni anni l’International School of Design, ed entra in stretti rapporti col mondo del progetto e con certe modalita' del fare che continuano ad influenzare e a contraddistinguere le sue opere.
Nel cuore di Faenza all’ombra del Vescovado Enrico “tiene bottega" e il suo studio diventa luogo di aggregazione e di scambio per poeti, musicisti, fotografi, designer e artisti, con i quali preferisce pero' parlare di filosofia e di vita, perche' di arte gli e' di troppo la sua. In fondo e' proprio questa al sua formazione gli studi e la laurea in filosofia conseguita a Firenze lo autorizzano a turbare i pochi affezionati clienti che frequentano il suo studio.
Sospesa e' la sua personalita' fra cultura materiale del fare e senso profondo dell’essere. Fine artigiano, capace musicista, attento e appassionato intellettuale fra Faenza e Firenze, Modena e Bologna, Enrico decide di essere un artista e di parlare al mondo attraverso le sue opere.
Realta' e rappresentazione, rappresentano una paradigmatica dicotomia il rapporto dell’uomo con la propria percezione fenomenologia ed intraprendere un lungo cammino alla ricerca del vero. Come la luce attraversiamo penetrando l’imbarazzante trasparenza degli oggetti proposti per comprendere i significati di una cultura materiale della quale siamo figli per rimbalzare riflessi, espanderci e vederci oscurati nella nostra stessa ombra.
Un percorso guidato attraverso un universo di emozioni che partendo da un dimensione quotidiana e domestica ci proiettano su piani piu' distanti della nostra esistenza. Una narrazione ben orchestrata giocata tra positivo e negativo, sfondo e figura, proporzioni visive differenziate, fluttuazioni, ambiguita', scritte con la piu' nobile materia: la luce.
Evidenti riferimenti a quel linguaggio contemporaneo che consegna l’arte al suo progetto cercando di sottrarla ai materiali. L’estetica ludico meccanica di Munari si scontra qui con la fatica del gesto, l’importanza del linguaggio, la ricerca dolorosa di un segno che continua nella sua azione e fuoriesce dal quadro come se fosse legato ad esso tramite un filo sottile che li collega. Con gesti consci e misurati Enrico ci consegna la sua verita': il racconto di un trascorso che reinterpretato e riproposto diviene una nuova forma del presente, una circolazione di senso che non si esaurisce ma si rinnova.
Enrico Versari
Vive e lavora a Faenza sua citta' natale nella quale ha ricevuto la sua prima formazione e dove continua a collaborare con importanti istituti di formazione e ricerca. A Modena, dove l’identita' industriale del nostro paese ha profonde radici, Enrico frequenta per alcuni anni l’International School of Design, ed entra in stretti rapporti col mondo del progetto e con certe modalita' del fare che continuano ad influenzare e a contraddistinguere le sue opere.
Nel cuore di Faenza all’ombra del Vescovado Enrico “tiene bottega" e il suo studio diventa luogo di aggregazione e di scambio per poeti, musicisti, fotografi, designer e artisti, con i quali preferisce pero' parlare di filosofia e di vita, perche' di arte gli e' di troppo la sua. In fondo e' proprio questa al sua formazione gli studi e la laurea in filosofia conseguita a Firenze lo autorizzano a turbare i pochi affezionati clienti che frequentano il suo studio.
Sospesa e' la sua personalita' fra cultura materiale del fare e senso profondo dell’essere. Fine artigiano, capace musicista, attento e appassionato intellettuale fra Faenza e Firenze, Modena e Bologna, Enrico decide di essere un artista e di parlare al mondo attraverso le sue opere.
08
dicembre 2006
Enrico Versari – Ombra di vino
Dall'otto dicembre 2006 all'otto gennaio 2007
arte contemporanea
Location
MAGI CAFFE’
Città Di Castello, Via Mario Angeloni, 6a, (Perugia)
Città Di Castello, Via Mario Angeloni, 6a, (Perugia)
Autore
Curatore