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Enzo Aiello – Hufo. The missing piece
Una scultura leggera nella forma ma pesante per la sua densità concettuale di metafore e di riferimenti, il prepuzio che viene asportato, dando forma ad una scultura a tutto tondo, incorniciata nel modulo geometrico di Vitruvio, dove diventa automaticamente “misura di tutte le cose”.
Comunicato stampa
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Il 6 Marzo nello Spazio Menexa, nel pieno centro storico di Roma, sarà possibile visitare una mostra che non lascerà indifferenti, che proverà a scardinare paure ancestrali, antichi tabù e incrollabili dogmi.
Si tratta del “corpo” - sociale e individuale - e di pratiche di controllo e manipolazione che lo violano e lo mortificano ancora oggi, nel tentativo di deragliare la specie e rendere l'uomo captivus, docile e conoscibile, di controllare il suo piacere e la sua intimità.
Se con forza e decisione i diritti umani combattono contro le mutilazioni genitali femminili, ancora poco si parla, invece, della circoncisione neonatale maschile, che è la pratica più antica e diffusa del mondo. Oggi ci sono più di 600 milioni di circoncisi nel mondo, e forse la discussione etica mondiale non ha affrontato a dovere la questione, lasciando il giudizio alla fede e ad antiche credenze.
Da qui parte la ricerca di Enzo Aiello, che si è chiesto se sia etico praticare la circoncisione su un neonato, procurando un trauma che la mente non dimenticherà mai e privando il corpo di una sua parte importante, senza giustificabili ragioni mediche. La volontà è quella di aprire una possibile discussione, dando spazio in particolare alle voci di chi vorrebbe che la circoncisione non fosse neonatale, ma una scelta consapevole fatta da uomini adulti.
Così Enzo Aiello, supportato dall’organizzazione italo-americana Foregen, ha iniziato un percorso di consapevolezza e di ricerca sull’argomento e, con approccio e metodo quasi scientifico, ha studiato la tecnica della circoncisione, con il semplice obiettivo di mostrare la grandezza reale della parte censurata del corpo umano maschile.
Il risultato è impressionante, ed è quello che HUFO rappresenta.
Una scultura leggera nella forma ma pesante per la sua densità concettuale di metafore e di riferimenti, in un processo esecutivo e mentale che va dal pensiero rinascimentale alla Body Art: - così cita il testo critico di Lorenzo Canova.
I riferimenti artistici contemporanei individuati dal curatore sono tanti: dalle mutilazioni e le ferite autoinflitte degli azionisti viennesi, di Gina Pane a Marina Abramović, alla dimensione chirurgica di artisti come Orlan o Franko B, senza dimenticare inoltre gli apparati ortopedici in silicone di Matthew Barney e l’iperreale illusionismo angoscioso delle figure di Ron Mueck.
Con disorientante (iper)realismo, Enzo Aiello ha ricreato il prepuzio che viene asportato, dando forma ad una scultura a tutto tondo, incorniciata nel modulo geometrico di Vitruvio, dove diventa automaticamente “misura di tutte le cose”.
L’effetto è tuttavia volutamente allucinato e inquietante, proprio per la severa armonia classica della struttura, che rende la scultura cruda e quasi violenta come un trofeo di caccia o come un reperto di museo anatomico.
Così HUman FOreskin, nella sua icastica e drammatica presenza, si trasforma in un’ipotesi di riflessione, in una proposta di ricerca e in un modello dialettico aperto e propositivo, in cui, come in ogni vera opera d’arte, si possono far convergere pensieri anche difformi e divergenti, in uno spazio di discussione in cui, da oggi in poi, il problema non potrà più essere eluso o dimenticato.
Si tratta del “corpo” - sociale e individuale - e di pratiche di controllo e manipolazione che lo violano e lo mortificano ancora oggi, nel tentativo di deragliare la specie e rendere l'uomo captivus, docile e conoscibile, di controllare il suo piacere e la sua intimità.
Se con forza e decisione i diritti umani combattono contro le mutilazioni genitali femminili, ancora poco si parla, invece, della circoncisione neonatale maschile, che è la pratica più antica e diffusa del mondo. Oggi ci sono più di 600 milioni di circoncisi nel mondo, e forse la discussione etica mondiale non ha affrontato a dovere la questione, lasciando il giudizio alla fede e ad antiche credenze.
Da qui parte la ricerca di Enzo Aiello, che si è chiesto se sia etico praticare la circoncisione su un neonato, procurando un trauma che la mente non dimenticherà mai e privando il corpo di una sua parte importante, senza giustificabili ragioni mediche. La volontà è quella di aprire una possibile discussione, dando spazio in particolare alle voci di chi vorrebbe che la circoncisione non fosse neonatale, ma una scelta consapevole fatta da uomini adulti.
Così Enzo Aiello, supportato dall’organizzazione italo-americana Foregen, ha iniziato un percorso di consapevolezza e di ricerca sull’argomento e, con approccio e metodo quasi scientifico, ha studiato la tecnica della circoncisione, con il semplice obiettivo di mostrare la grandezza reale della parte censurata del corpo umano maschile.
Il risultato è impressionante, ed è quello che HUFO rappresenta.
Una scultura leggera nella forma ma pesante per la sua densità concettuale di metafore e di riferimenti, in un processo esecutivo e mentale che va dal pensiero rinascimentale alla Body Art: - così cita il testo critico di Lorenzo Canova.
I riferimenti artistici contemporanei individuati dal curatore sono tanti: dalle mutilazioni e le ferite autoinflitte degli azionisti viennesi, di Gina Pane a Marina Abramović, alla dimensione chirurgica di artisti come Orlan o Franko B, senza dimenticare inoltre gli apparati ortopedici in silicone di Matthew Barney e l’iperreale illusionismo angoscioso delle figure di Ron Mueck.
Con disorientante (iper)realismo, Enzo Aiello ha ricreato il prepuzio che viene asportato, dando forma ad una scultura a tutto tondo, incorniciata nel modulo geometrico di Vitruvio, dove diventa automaticamente “misura di tutte le cose”.
L’effetto è tuttavia volutamente allucinato e inquietante, proprio per la severa armonia classica della struttura, che rende la scultura cruda e quasi violenta come un trofeo di caccia o come un reperto di museo anatomico.
Così HUman FOreskin, nella sua icastica e drammatica presenza, si trasforma in un’ipotesi di riflessione, in una proposta di ricerca e in un modello dialettico aperto e propositivo, in cui, come in ogni vera opera d’arte, si possono far convergere pensieri anche difformi e divergenti, in uno spazio di discussione in cui, da oggi in poi, il problema non potrà più essere eluso o dimenticato.
06
marzo 2015
Enzo Aiello – Hufo. The missing piece
06 marzo 2015
arte contemporanea
Location
MENEXA
Roma, Via Di Montoro, 3, (Roma)
Roma, Via Di Montoro, 3, (Roma)
Vernissage
6 Marzo 2015, 18:00
Autore
Curatore