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Enzo Cacciola – STRUCTURA
Da domenica 28 aprile 2024, il DAV – Dipartimento di Arti Visive di Soresina (CR) ha l’onore di presentare al pubblico la monografica ENZO CACCIOLA – Structura, tra le più complete ed esaustive antologiche degli ultimi anni sull’artista ligure, capofila della Pittura Analitica.
Comunicato stampa
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Da domenica 28 aprile 2024, il DAV - Dipartimento di Arti Visive di Soresina (CR) ha l’onore di presentare al pubblico la monografica ENZO CACCIOLA - Structura, tra le più complete ed esaustive antologiche degli ultimi anni sull’artista ligure, capofila di quella Pittura Analitica che ha rivoluzionato il sistema di comprendere l’arte e i suoi elementi costitutivi.
L’esposizione, organizzata a stretto contatto con Orler Gallerie d’Arte, oltre ai testi critici di Cesare Orler e Andrea Daffra, propone approfondimenti critico-tematici in merito alla pittura del Maestro di Arenzano: accanto alla sua produzione storica, trovano inoltre spazio le analisi su documenta 6, la rassegna internazionale d’arte contemporanea tenutasi nel 1977 a Kassel (Germania) che lanciò il nome di Cacciola nel firmamento dei grandi protagonisti del secolo scorso come di quello che stiamo vivendo; e sulla serie dei “Viaggi”, presentando una selezione misurata di opere realizzata nel corso della propria vita nei luoghi che più hanno suscitato in lui emozione e ricerca al contempo.
Più di cento lavori, dunque, messi in relazione l’uno con l’altro, a coprire cinquant’anni di pittura: ricorda a proposito Cesare Orler che “(...) l’arte è prima di tutto un fare pratico che si racconta attraverso energie che vengono visualizzate in oggetti finiti. In queste intuizioni rivedo in parte l’Arte Povera, in parte la Process Art: eppure, se osservate i lavori definiti da processi simili troverete di certo molti dei nomi di grandi artisti che affollano oggi le sale dei musei o i padiglioni delle fiere ma pochi pittori nel senso puro del termine. In questo Enzo Cacciola è differente poiché, prima di tutto, egli è sempre stato - e lo è ancora - fondamentalmente un pittore”.
Dai celebri cementi asbesto alle superfici integrative, in una sala totalmente dedicata agli anni settanta; ma anche - come scritto - un’ampia disamina delle opere su faesite presentate a Kassel nel 1977 e di quelle realizzate in giro per il mondo (Argentina, Cuba, Messico, Panama come altri luoghi meglio definiti come Ibizia, Abano Terme, Catania o l’Isola d’Elba); infine, un’attenzione particolare alla produzione più recente con i celebri multigum su jeans, dove il gesto artistico si unisce stretto all’idea procedurale che lo rende plausibile, componendo un tutt’uno inattaccabile. Chiarisce Andrea Daffra in merito al fare di Cacciola che proprio “(...) l’adesione alla corrente della Pittura Analitica ha portato con sé la conseguenza di una rottura nei confronti della tradizione, per riportare la pratica pittorica a una dimensione primitiva, spogliata e liberata da inutili artifici. La scelta, quindi, di ricorrere al medium del cemento - ma più in generale ai materiali cosiddetti industriali - impastato e steso a mo’ di artigiano, ha determinato la condizione fondamentale di “svincolamento” del ruolo del pittore dallo status auratico che contrassegnava la tipica attitudine nei confronti della pittura ante sessantotto: in sostanza, l’artista non incarnava più il dominio dell’uomo sulla materia da plasmare in forma artistica, ma un “dato” all’interno del processo di produzione dell’opera d’arte, al pari degli elementi utilizzati e della loro tecnica di lavorazione”.
L’esposizione, organizzata a stretto contatto con Orler Gallerie d’Arte, oltre ai testi critici di Cesare Orler e Andrea Daffra, propone approfondimenti critico-tematici in merito alla pittura del Maestro di Arenzano: accanto alla sua produzione storica, trovano inoltre spazio le analisi su documenta 6, la rassegna internazionale d’arte contemporanea tenutasi nel 1977 a Kassel (Germania) che lanciò il nome di Cacciola nel firmamento dei grandi protagonisti del secolo scorso come di quello che stiamo vivendo; e sulla serie dei “Viaggi”, presentando una selezione misurata di opere realizzata nel corso della propria vita nei luoghi che più hanno suscitato in lui emozione e ricerca al contempo.
Più di cento lavori, dunque, messi in relazione l’uno con l’altro, a coprire cinquant’anni di pittura: ricorda a proposito Cesare Orler che “(...) l’arte è prima di tutto un fare pratico che si racconta attraverso energie che vengono visualizzate in oggetti finiti. In queste intuizioni rivedo in parte l’Arte Povera, in parte la Process Art: eppure, se osservate i lavori definiti da processi simili troverete di certo molti dei nomi di grandi artisti che affollano oggi le sale dei musei o i padiglioni delle fiere ma pochi pittori nel senso puro del termine. In questo Enzo Cacciola è differente poiché, prima di tutto, egli è sempre stato - e lo è ancora - fondamentalmente un pittore”.
Dai celebri cementi asbesto alle superfici integrative, in una sala totalmente dedicata agli anni settanta; ma anche - come scritto - un’ampia disamina delle opere su faesite presentate a Kassel nel 1977 e di quelle realizzate in giro per il mondo (Argentina, Cuba, Messico, Panama come altri luoghi meglio definiti come Ibizia, Abano Terme, Catania o l’Isola d’Elba); infine, un’attenzione particolare alla produzione più recente con i celebri multigum su jeans, dove il gesto artistico si unisce stretto all’idea procedurale che lo rende plausibile, componendo un tutt’uno inattaccabile. Chiarisce Andrea Daffra in merito al fare di Cacciola che proprio “(...) l’adesione alla corrente della Pittura Analitica ha portato con sé la conseguenza di una rottura nei confronti della tradizione, per riportare la pratica pittorica a una dimensione primitiva, spogliata e liberata da inutili artifici. La scelta, quindi, di ricorrere al medium del cemento - ma più in generale ai materiali cosiddetti industriali - impastato e steso a mo’ di artigiano, ha determinato la condizione fondamentale di “svincolamento” del ruolo del pittore dallo status auratico che contrassegnava la tipica attitudine nei confronti della pittura ante sessantotto: in sostanza, l’artista non incarnava più il dominio dell’uomo sulla materia da plasmare in forma artistica, ma un “dato” all’interno del processo di produzione dell’opera d’arte, al pari degli elementi utilizzati e della loro tecnica di lavorazione”.
28
aprile 2024
Enzo Cacciola – STRUCTURA
Dal 28 aprile all'otto giugno 2024
arte contemporanea
Location
DAV – Dipartimento Arti Visive
Soresina, Via Giacomo Matteotti, 4, (CR)
Soresina, Via Giacomo Matteotti, 4, (CR)
Orario di apertura
sabato 16-19
domenica 10-12 16-19
Vernissage
28 Aprile 2024, 17.30
Autore
Curatore
Autore testo critico
Progetto grafico
Media partner
Produzione organizzazione
Sponsor
Patrocini