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Enzo Nenci – (1903-1972) la scultura come coscienza
La rivisitazione dell’opera di uno dei massimi scultori italiani del secolo scorso con una serie di opere che tracciano il percorso di cinquant’anni d’arte
Comunicato stampa
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La mostra riprende il discorso sull’opera di Enzo Nenci ( Mirandola di Modena, 1903-Virgilio di Mantova, 1972),scultore che ha vissuto e operato per più di quarant’anni a Ferrara, con una scelta di opere espressa dai più importanti Poeti del Novecento che si sono occupati di storia dell’arte( Mario Luzi, Piero Bigongiari, Alessandro Parronchi, Roberto Sanesi, Franco Loi, ecc. ).
Le opere in esposizione abbracciano l’intero percorso dell’Artista,dagli esempi dell’età giovanile, a quelli della sua prima maturità vissuta nella città estense, sino a quelli più tardi che lo hanno reso celebre.
Negli spazi di Palazzo Bellini, l’itinerario espositivo parte con una serie di sculture in terracotta,marmo e bronzo, che documentano il sintetico espressionismo di Nenci degli anni Venti e Trenta, seguito al magistero dello scultore Ezio Ceccarelli ( 1865-1927)a Firenze, e a Roma, a quello del famoso scultore monumentalista Arnaldo Zocchi (1869-1940), cugino della madre. Sono gli anni in cui l’Artista ha studio a Palazzo dei Diamanti dove realizza, a fianco di imprese monumentali, importanti opere come Mater dolorosa, 1925, bronzo, Il lamento di un cieco, 1927, marmo pario, Spirito malato, 1930, marmo , Nazareno, 1932 c.a., gesso patinato, che partecipano tra 1925 e il 1937 a prestigiose mostre. Si prosegue con la drammatica espressività delle opere realizzate a Mantova nell’immediato dopoguerra ( Lo schiavo, 1945; Caino, 1947; Il ponte, 1947; Deposizione, 1950, bronzi) , che riflettono l’animo esacerbato dello scultore per la perdita nel conflitto bellico di due amatissimi fratelli e la distruzione in un bombardamento del suo studio ferrarese di Porta Po. Opere, queste, caratterizzate da “ tensioni fisicamente corpose, come inarcature, nodi e grumi pieni di materia, alcunchè di impulsivo e originario, fremente sotto la superficie” (F.Bartoli). Per continuare con le opere degli anni Cinquanta, quando Nenci abbandonata l’esasperazione formale, si volge ad una espressione carica di significati e delicate introspezioni. Nascono così capolavori come “ Argonauta”,1950, “ Adolescente”,1953, “Fili d’oro” e “Testina”,del 1953, opere nelle quali la materia è esaltata “ nella resa delle superfici, nella politezza di certi volti, nel controllatissimo mestiere “ ( M.C.Mundici), vòlte “alla ricerca della struttura e dell’espressione: vale a dire di una sintesi fra solidità della materia e duttilità del suo disegno” (A.Trombadori). Seguono altre due fasi, quella dei sacerdoti “Orientali” ( Bonzi in preghiera, 1955, marmo pario, Bonzo, 1954,bronzo,Il saggio-Sacertote del Cielo, 1955, bronzo), torniti nelle loro “ enfie volumetrie bloccate “( G.Di Genova) e quella in cui Nenci tende al “ superamento dell’idea tradizionale di scultura come statuaria ed è in particolare nelle sculture intitolate Stalagmiti-stalattiti che si esprime la fase più matura, significativa e veramente moderna” (G.Di Giacomo), nelle quali si avverte “ profondamente il richiamo di quell’astrattismo sensitivo, sempre animato di una sottintesa carnalità”.(R.Bossaglia)
La mostra è curata da dagli storici dell’arte Laura Ruffoni e Gianfranco Ferlisi ed è accompagnata da un libro-catalogo che contiene il testo critico di Giuseppe Di Giacomo, professore ordinario di Estetica all’Università “ La Sapienza” di Roma, e le liriche dedicate alle sculture di Nenci dai maggiori Poeti del Novecento, argomentate dal critico letterario Giuseppe Muscardini.
Enzo Nenci è ritenuto uno dei massimi scultori italiani del secolo scorso; ha studiato a Firenze sotto la guida dello scultore Liberty Ezio Ceccarelli (1865-1927) e a Roma nello studio del famoso scultore monumentalista Arnaldo Zocchi (1869-1940), cugino della madre. A Ferrara ha realizzato diverse opere monumentali ed esposto alle importanti mostre degli anni Venti e Trenta con i migliori artisti dell’epoca ( G.Boldini,G.Mentessi, A.Funi, F.De Pisis, A.Minerbi,ecc.). Nel dopoguerra, in seguito alla distruzione in un bombardamento del suo studio a Porta Po, si trasferisce prima a Ponte San Pietro di Bergamo, poi a Mantova. Conquistato dalla bellezza della città dei Gonzaga e dsll’ospitalità dei suoi abitanti vi risiede, vincendo concorsi pubblici e partecipando a importanti mostre. Tra i recenti riconoscimenti, il museo on-line figure-sculpture dedicato alla scultura internazionale del Novecento, diretto da Chris Miller, l’ha inserito con sei opere tra i Masters of 20TH Century, accanto a Martini, Wildt, Andreotti, Marini, Greco, Manzù, Rambelli, e altri importanti artisti. All’Artista sono state curate più di venti mostre antologiche in prestigiosi musei e gallerie pubbliche ( per citarne alcune:1983, Palazzo Te, Mantova; 1984, Palazzo dei Diamanti, Ferrara, 1997, Casa del Mantegna, Mantova: 2003, GAMa, Gallarate;ecc.) presentate da eminenti storici dell’arte
( G.Di Genova, L.Caramel, V.Sgarbi, C.Bertelli,L.Magagnato,F.Bartoli,G.M.Erbesato,A.Trombadori,R.Bossaglia, P.Fossati, F.Monteforte, A.Andreotti,M.C.Mundici, D.Cara, ecc.).Sue opere sono conservate in diversi Musei d’Arte moderna ( Cuba, Milano, Ferrara, Mantova,Foggia,ecc.)
Le opere in esposizione abbracciano l’intero percorso dell’Artista,dagli esempi dell’età giovanile, a quelli della sua prima maturità vissuta nella città estense, sino a quelli più tardi che lo hanno reso celebre.
Negli spazi di Palazzo Bellini, l’itinerario espositivo parte con una serie di sculture in terracotta,marmo e bronzo, che documentano il sintetico espressionismo di Nenci degli anni Venti e Trenta, seguito al magistero dello scultore Ezio Ceccarelli ( 1865-1927)a Firenze, e a Roma, a quello del famoso scultore monumentalista Arnaldo Zocchi (1869-1940), cugino della madre. Sono gli anni in cui l’Artista ha studio a Palazzo dei Diamanti dove realizza, a fianco di imprese monumentali, importanti opere come Mater dolorosa, 1925, bronzo, Il lamento di un cieco, 1927, marmo pario, Spirito malato, 1930, marmo , Nazareno, 1932 c.a., gesso patinato, che partecipano tra 1925 e il 1937 a prestigiose mostre. Si prosegue con la drammatica espressività delle opere realizzate a Mantova nell’immediato dopoguerra ( Lo schiavo, 1945; Caino, 1947; Il ponte, 1947; Deposizione, 1950, bronzi) , che riflettono l’animo esacerbato dello scultore per la perdita nel conflitto bellico di due amatissimi fratelli e la distruzione in un bombardamento del suo studio ferrarese di Porta Po. Opere, queste, caratterizzate da “ tensioni fisicamente corpose, come inarcature, nodi e grumi pieni di materia, alcunchè di impulsivo e originario, fremente sotto la superficie” (F.Bartoli). Per continuare con le opere degli anni Cinquanta, quando Nenci abbandonata l’esasperazione formale, si volge ad una espressione carica di significati e delicate introspezioni. Nascono così capolavori come “ Argonauta”,1950, “ Adolescente”,1953, “Fili d’oro” e “Testina”,del 1953, opere nelle quali la materia è esaltata “ nella resa delle superfici, nella politezza di certi volti, nel controllatissimo mestiere “ ( M.C.Mundici), vòlte “alla ricerca della struttura e dell’espressione: vale a dire di una sintesi fra solidità della materia e duttilità del suo disegno” (A.Trombadori). Seguono altre due fasi, quella dei sacerdoti “Orientali” ( Bonzi in preghiera, 1955, marmo pario, Bonzo, 1954,bronzo,Il saggio-Sacertote del Cielo, 1955, bronzo), torniti nelle loro “ enfie volumetrie bloccate “( G.Di Genova) e quella in cui Nenci tende al “ superamento dell’idea tradizionale di scultura come statuaria ed è in particolare nelle sculture intitolate Stalagmiti-stalattiti che si esprime la fase più matura, significativa e veramente moderna” (G.Di Giacomo), nelle quali si avverte “ profondamente il richiamo di quell’astrattismo sensitivo, sempre animato di una sottintesa carnalità”.(R.Bossaglia)
La mostra è curata da dagli storici dell’arte Laura Ruffoni e Gianfranco Ferlisi ed è accompagnata da un libro-catalogo che contiene il testo critico di Giuseppe Di Giacomo, professore ordinario di Estetica all’Università “ La Sapienza” di Roma, e le liriche dedicate alle sculture di Nenci dai maggiori Poeti del Novecento, argomentate dal critico letterario Giuseppe Muscardini.
Enzo Nenci è ritenuto uno dei massimi scultori italiani del secolo scorso; ha studiato a Firenze sotto la guida dello scultore Liberty Ezio Ceccarelli (1865-1927) e a Roma nello studio del famoso scultore monumentalista Arnaldo Zocchi (1869-1940), cugino della madre. A Ferrara ha realizzato diverse opere monumentali ed esposto alle importanti mostre degli anni Venti e Trenta con i migliori artisti dell’epoca ( G.Boldini,G.Mentessi, A.Funi, F.De Pisis, A.Minerbi,ecc.). Nel dopoguerra, in seguito alla distruzione in un bombardamento del suo studio a Porta Po, si trasferisce prima a Ponte San Pietro di Bergamo, poi a Mantova. Conquistato dalla bellezza della città dei Gonzaga e dsll’ospitalità dei suoi abitanti vi risiede, vincendo concorsi pubblici e partecipando a importanti mostre. Tra i recenti riconoscimenti, il museo on-line figure-sculpture dedicato alla scultura internazionale del Novecento, diretto da Chris Miller, l’ha inserito con sei opere tra i Masters of 20TH Century, accanto a Martini, Wildt, Andreotti, Marini, Greco, Manzù, Rambelli, e altri importanti artisti. All’Artista sono state curate più di venti mostre antologiche in prestigiosi musei e gallerie pubbliche ( per citarne alcune:1983, Palazzo Te, Mantova; 1984, Palazzo dei Diamanti, Ferrara, 1997, Casa del Mantegna, Mantova: 2003, GAMa, Gallarate;ecc.) presentate da eminenti storici dell’arte
( G.Di Genova, L.Caramel, V.Sgarbi, C.Bertelli,L.Magagnato,F.Bartoli,G.M.Erbesato,A.Trombadori,R.Bossaglia, P.Fossati, F.Monteforte, A.Andreotti,M.C.Mundici, D.Cara, ecc.).Sue opere sono conservate in diversi Musei d’Arte moderna ( Cuba, Milano, Ferrara, Mantova,Foggia,ecc.)
16
aprile 2011
Enzo Nenci – (1903-1972) la scultura come coscienza
Dal 16 aprile al 22 maggio 2011
arte contemporanea
Location
PALAZZO BELLINI
Comacchio, Via Agatopisto Cromazizno, (Ferrara)
Comacchio, Via Agatopisto Cromazizno, (Ferrara)
Orario di apertura
ore 10-12,30/ 15,30-19,30
Vernissage
16 Aprile 2011, ore 11
Autore