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Enzo Ragazzini – Gens 1965-2022
In mostra una selezione di 40 ritratti fotografici realizzati da Enzo Ragazzini (Roma, 1934) in diverse parti del mondo, in un arco temporale tra il 1965 e il 2022.
Comunicato stampa
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Maja Arte Contemporanea è lieta di ospitare la mostra personale di Enzo Ragazzini (Roma, 1934), a cura di Ria Lussi, in cui si presenta una selezione di 40 ritratti fotografici realizzati in diverse parti del mondo, in un arco temporale tra il 1965 e il 2022.
Enzo Ragazzini, forse il meno riverito dei grandissimi fotografi italiani, si può considerare un vero genioingegno italiano, predecessore se non inventore dell'optical art e dell'etnofotografia.
La sua sconfinata ricerca sperimentale ha indagato, con stile inconfondibile, i molti ambiti del paesaggio umano, geografico e industriale, al fianco di grandi personaggi come Boris Biancheri, Cornell Capa, Alan Fletcher, Enzo Muzii, Ludovica Ripa di Meana, Vittorio Sermonti, Giorgio Soavi, Cesare Zavattini, Federico Zeri, solo per citarne alcuni.
À rebours, lungo il percorso della mostra, passando dal colore in stampa digitale al bianco e nero realizzato in camera oscura con retini di invenzione dell'artista, risaliamo ai prodromi di una infaticabile ricerca, tutt'ora in corso con il progetto di fotografia antropologica: "Aspettando Godot".
Dal Maracanà di Rio de Janeiro all'Isola di Wight, dal Perù al Nepal, dalla Toscana alla stazione Termini di Roma, l'obiettivo di Enzo Ragazzini ci mostra con delicata eleganza e sincerità, i volti, le posture, le attese di genti nel mondo.
Grazie al suo sguardo, che esprime in ogni contesto sensibilità e rispetto per le persone ritratte, unitamente ad una tecnica di stampa straordinariamente sofisticata e in costante evoluzione, Ragazzini riesce a mappare, eternizzandolo, il genere umano, nella sua moltitudine come nella sua solitudine.
In mostra fino al 30 aprile 2022, "GENS" è un emozionante viaggio nel tempo per scoprire uno dei più grandi artisti italiani che attraverso la sua instancabile ricerca ci fa capire che i protagonisti siamo sempre noi. Che guardiamo loro. Che guardano il grande fotografo che li ritrae con sguardo gentile.
NOTE BIOGRAFICHE
Enzo Ragazzini nasce a Roma nel 1934. Vive e lavora in Toscana.
Inizia a lavorare come fotografo professionista nel 1958, quando trascorre i primi anni sperimentando in camera oscura, inventando nuove tecniche per elaborare l'immagine, ampliando la ricerca nel campo della percezione visiva e dei fenomeni ottici.
Nel 1959 realizza, con lo scenografo Luciano Damiani, tutte le proiezioni scenografiche per una commedia di Cesare Zavattini al Piccolo Teatro di Milano.
Già nei primi anni Sessanta inizia la sua collaborazione con "Civiltà delle Macchine" e il lavoro di reportage industriale per l'IRI.
Nel 1963 realizza per il Padiglione degli architetti Gae Aulenti e Carlo Aimonino della Triennale di Milano tutte le immagini elaborate fotograficamente, con Enzo Muzii. Nel 1965 la sua prima mostra, presso la Libreria Einaudi, dedicata all'arte ottica e alla ricerca grafica in contemporanea con la mostra avvenuta a New York "The responsive eye" sulla Optical Art.
Dal 1965 al 1975 vive e lavora a Londra come freelance e insegna part-time "Tecniche di camera oscura" presso l'Hornsey College of Art. Partecipa alla prima mostra fotografica tenutasi nel 1969 presso l'Institute of Contemporary Arts di Londra (ICA) dal titolo "Four Photographers in Contrast", con Don McCullin, Tony Ray Jones e la fotografa Dorothy Bohm. Realizza una delle prime copertine del magazine inglese "Time Out". Una sua mostra personale ha luogo presso il Modern Art Museum di Oxford sulla sua ricerca ottica in camera oscura.
A partire dal 1966 realizza numerose copertine per i Penguin Books. Nel 1969 è invitato da Alan Aldridge ad illustrare con una sua fotografia il pezzo dei Beatles "When I'm 64" nella celebre edizione "The Beatles Illustrated Lyrics", l'unica raccolta originale illustrata esistente di canzoni del gruppo inglese, pubblicata per la prima volta nel 1969.
Nel 1971 realizza un reportage in Brasile seguendo lo psichiatra Franco Basaglia. Tornato a Londra elabora il materiale di quel viaggio in camera oscura. Con Enzo Muzii, lavorando con una speciale Truka, gira un documentario dal titolo "Pensare Brasile", che vince il 1° premio a Cannes per il miglior documentario europeo. Nel 1972 partecipa alla Biennale di Venezia nella sezione grafica del Padiglione inglese nella mostra Grafica sperimentale per la stampa. Nel 1976 realizza un lungo reportage sul quartiere Sanità di Napoli insieme a Ludovica Ripa di Meana.
È degli anni Ottanta la sua collaborazione con il Touring Club Italiano, per cui pubblica due ricche monografie. Una di queste, "Tropici Prima del Motore", è stata oggetto di una mostra presso l'International Center of Photography di New York, presentata da Cornell Capa.
Realizza per la Sasib (gruppo Olivetti) un libro sul museo di Ettore Guatelli a Parma.
Dal 1989 al 1994 realizza una serie di reportage di viaggio (Russia, Cina, Vietnam, Filippine, Argentina, Guatemala, Colombia) per conto dell'Italtel.
Del 2001 è la mostra personale presso la Galleria Comunale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma (GCAMC oggi MACRO) dal titolo "Luci Rosse". In quegli anni collabora con la UCLA (University of California, Los Angeles) ad alcune pubblicazioni di ricerca socio-antropologica.
Nel 2017 inaugura a Sarteano (SI), la retrospettiva "Realtà e astrazione" per il Rocca Manenti Art, con introduzione di Paolo Pellegrin. Nel 2020 a cura di Ria Lussi, il Gruppo CDP Cassa Depositi e Prestiti, inaugura la mostra "Reportage d'Industria - Una visione leggera dell'industria pesante" dedicata alla fotografia industriale di Enzo Ragazzini, Mimmo Jodice e Mimmo Frassineti.
Nel 2022 per il progetto di evoluzione urbana eUrban, è uno degli artisti internazionali dell'opera di public art "The Walkaround Gallery" a Roma.
Enzo Ragazzini, forse il meno riverito dei grandissimi fotografi italiani, si può considerare un vero genioingegno italiano, predecessore se non inventore dell'optical art e dell'etnofotografia.
La sua sconfinata ricerca sperimentale ha indagato, con stile inconfondibile, i molti ambiti del paesaggio umano, geografico e industriale, al fianco di grandi personaggi come Boris Biancheri, Cornell Capa, Alan Fletcher, Enzo Muzii, Ludovica Ripa di Meana, Vittorio Sermonti, Giorgio Soavi, Cesare Zavattini, Federico Zeri, solo per citarne alcuni.
À rebours, lungo il percorso della mostra, passando dal colore in stampa digitale al bianco e nero realizzato in camera oscura con retini di invenzione dell'artista, risaliamo ai prodromi di una infaticabile ricerca, tutt'ora in corso con il progetto di fotografia antropologica: "Aspettando Godot".
Dal Maracanà di Rio de Janeiro all'Isola di Wight, dal Perù al Nepal, dalla Toscana alla stazione Termini di Roma, l'obiettivo di Enzo Ragazzini ci mostra con delicata eleganza e sincerità, i volti, le posture, le attese di genti nel mondo.
Grazie al suo sguardo, che esprime in ogni contesto sensibilità e rispetto per le persone ritratte, unitamente ad una tecnica di stampa straordinariamente sofisticata e in costante evoluzione, Ragazzini riesce a mappare, eternizzandolo, il genere umano, nella sua moltitudine come nella sua solitudine.
In mostra fino al 30 aprile 2022, "GENS" è un emozionante viaggio nel tempo per scoprire uno dei più grandi artisti italiani che attraverso la sua instancabile ricerca ci fa capire che i protagonisti siamo sempre noi. Che guardiamo loro. Che guardano il grande fotografo che li ritrae con sguardo gentile.
NOTE BIOGRAFICHE
Enzo Ragazzini nasce a Roma nel 1934. Vive e lavora in Toscana.
Inizia a lavorare come fotografo professionista nel 1958, quando trascorre i primi anni sperimentando in camera oscura, inventando nuove tecniche per elaborare l'immagine, ampliando la ricerca nel campo della percezione visiva e dei fenomeni ottici.
Nel 1959 realizza, con lo scenografo Luciano Damiani, tutte le proiezioni scenografiche per una commedia di Cesare Zavattini al Piccolo Teatro di Milano.
Già nei primi anni Sessanta inizia la sua collaborazione con "Civiltà delle Macchine" e il lavoro di reportage industriale per l'IRI.
Nel 1963 realizza per il Padiglione degli architetti Gae Aulenti e Carlo Aimonino della Triennale di Milano tutte le immagini elaborate fotograficamente, con Enzo Muzii. Nel 1965 la sua prima mostra, presso la Libreria Einaudi, dedicata all'arte ottica e alla ricerca grafica in contemporanea con la mostra avvenuta a New York "The responsive eye" sulla Optical Art.
Dal 1965 al 1975 vive e lavora a Londra come freelance e insegna part-time "Tecniche di camera oscura" presso l'Hornsey College of Art. Partecipa alla prima mostra fotografica tenutasi nel 1969 presso l'Institute of Contemporary Arts di Londra (ICA) dal titolo "Four Photographers in Contrast", con Don McCullin, Tony Ray Jones e la fotografa Dorothy Bohm. Realizza una delle prime copertine del magazine inglese "Time Out". Una sua mostra personale ha luogo presso il Modern Art Museum di Oxford sulla sua ricerca ottica in camera oscura.
A partire dal 1966 realizza numerose copertine per i Penguin Books. Nel 1969 è invitato da Alan Aldridge ad illustrare con una sua fotografia il pezzo dei Beatles "When I'm 64" nella celebre edizione "The Beatles Illustrated Lyrics", l'unica raccolta originale illustrata esistente di canzoni del gruppo inglese, pubblicata per la prima volta nel 1969.
Nel 1971 realizza un reportage in Brasile seguendo lo psichiatra Franco Basaglia. Tornato a Londra elabora il materiale di quel viaggio in camera oscura. Con Enzo Muzii, lavorando con una speciale Truka, gira un documentario dal titolo "Pensare Brasile", che vince il 1° premio a Cannes per il miglior documentario europeo. Nel 1972 partecipa alla Biennale di Venezia nella sezione grafica del Padiglione inglese nella mostra Grafica sperimentale per la stampa. Nel 1976 realizza un lungo reportage sul quartiere Sanità di Napoli insieme a Ludovica Ripa di Meana.
È degli anni Ottanta la sua collaborazione con il Touring Club Italiano, per cui pubblica due ricche monografie. Una di queste, "Tropici Prima del Motore", è stata oggetto di una mostra presso l'International Center of Photography di New York, presentata da Cornell Capa.
Realizza per la Sasib (gruppo Olivetti) un libro sul museo di Ettore Guatelli a Parma.
Dal 1989 al 1994 realizza una serie di reportage di viaggio (Russia, Cina, Vietnam, Filippine, Argentina, Guatemala, Colombia) per conto dell'Italtel.
Del 2001 è la mostra personale presso la Galleria Comunale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma (GCAMC oggi MACRO) dal titolo "Luci Rosse". In quegli anni collabora con la UCLA (University of California, Los Angeles) ad alcune pubblicazioni di ricerca socio-antropologica.
Nel 2017 inaugura a Sarteano (SI), la retrospettiva "Realtà e astrazione" per il Rocca Manenti Art, con introduzione di Paolo Pellegrin. Nel 2020 a cura di Ria Lussi, il Gruppo CDP Cassa Depositi e Prestiti, inaugura la mostra "Reportage d'Industria - Una visione leggera dell'industria pesante" dedicata alla fotografia industriale di Enzo Ragazzini, Mimmo Jodice e Mimmo Frassineti.
Nel 2022 per il progetto di evoluzione urbana eUrban, è uno degli artisti internazionali dell'opera di public art "The Walkaround Gallery" a Roma.
19
marzo 2022
Enzo Ragazzini – Gens 1965-2022
Dal 19 marzo al 30 aprile 2022
fotografia
Location
Maja Arte Contemporanea
Roma, Via Di Monserrato, 30, (Roma)
Roma, Via Di Monserrato, 30, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 15.30-19.30, sabato ore 11-13 e 15-19
Vernissage
19 Marzo 2022, ore 11-20
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