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Enzo Rizzo – Nostalgia del mito
La rassegna propone una selezione di venti opere tratte dalla recente produzione dall’artista messinese, attivo a Milano da più di vent’anni. Enzo Rizzo espone in Italia in Italia e all’estero (Ginevra, New York, Praga)
Comunicato stampa
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la mostra del pittore Enzo Rizzo: Nostalgia del mito. La rassegna propone una selezione di venti opere tratte dalla recente produzione dall’artista messinese, attivo a Milano da più di vent'anni. Enzo Rizzo espone in Italia e all'estero (Ginevra, New York, Praga) dalla fine degli anni ottanta proponendo nei suoi lavori tematiche ispirate alle esperienze filosofiche e di viaggio in Oriente e Medioriente.
Dal testo di presentazione di Fiorella Nicosia: In principio o la ricerca delle origini nella pittura di Enzo Rizzo
Non senza qualche difficoltà, mi accosto nuovamente alla pittura, quando tante volte ho pensato che essa avesse già detto tutto, avendo perso ormai gran parte della sua forza comunicativa nel nascondersi spesso dietro la decorazione o l’autocelebrazione dell’artista. Il caso di Enzo Rizzo muove in me altre direzioni di pensiero, lasciando nettamente da parte le mie aspettative di utilità sociale e politica che l’arte dovrebbe in teoria possedere per continuare a dire qualcosa a tutti, mettendo via il pennello e intraprendendo piuttosto nuove tecnologie e nuovi mezzi che possono avere una forza meno estetizzante ma più diretta e legata alla complessità della nostra contemporaneità.
Il caso Rizzo è diverso perché non ha a che fare con la pittura in senso tecnico e storico, ma piuttosto con la poesia, la filosofia, la spiritualità. Un’idea più universale e necessaria che va all’origine, credo, della comunicazione artistica. E’ come se la pittura volesse sintetizzarsi e concretizzarsi in un pensiero più alto, al di là della figurazione e dell’astrazione. Come se volesse arrivare al principio delle cose, così come molti maestri del passato hanno cercato di fare e così come ancora credo si possa fare ancora oggi, e l’arte di Rizzo lo testimonia, come voler giungere alla tensione originaria del pensiero e della vita. Ricercare le origini di sé e lavorare autenticamente perché non se ne può fare a meno, perché non si può essere altro. […]
[…] E’ una ricerca di sé, una forma disperata di stare al mondo, aspirando all’infinito, in un “misticismo irreligioso”, come direbbe il grande Carmelo Bene che Enzo ha sempre stimato nella sua ricerca di radici culturali del pensiero e dell’ispirazione. E la pittura così sembra essere l’idea attraverso cui si immagina se stessi. […]
[…] Nella pittura di Rizzo gli elementi si sdoppiano, si arricchiscono di altri richiami simbolici, che mai facilmente potremo decifrare se non cercando di ascoltare la potenza del colore e della stratificazione di materia che per la sua intensità quasi strappa il cuore. Così possiamo immaginare che nascano le sue immagini di ascesa spirituale che mantengono, però, tracce di inevitabili spinte verso la caduta. “Ogni opera trae la sua forza dal contrasto tra il visibile e ciò che sta dietro gli oggetti rappresentati, dall’antitesi fra la realtà delle storie che tali oggetti raccontano e la loro astrazione” come scrive un altro grande pittore contemporaneo, Anselm Kiefer.
Dal testo di presentazione di Fiorella Nicosia: In principio o la ricerca delle origini nella pittura di Enzo Rizzo
Non senza qualche difficoltà, mi accosto nuovamente alla pittura, quando tante volte ho pensato che essa avesse già detto tutto, avendo perso ormai gran parte della sua forza comunicativa nel nascondersi spesso dietro la decorazione o l’autocelebrazione dell’artista. Il caso di Enzo Rizzo muove in me altre direzioni di pensiero, lasciando nettamente da parte le mie aspettative di utilità sociale e politica che l’arte dovrebbe in teoria possedere per continuare a dire qualcosa a tutti, mettendo via il pennello e intraprendendo piuttosto nuove tecnologie e nuovi mezzi che possono avere una forza meno estetizzante ma più diretta e legata alla complessità della nostra contemporaneità.
Il caso Rizzo è diverso perché non ha a che fare con la pittura in senso tecnico e storico, ma piuttosto con la poesia, la filosofia, la spiritualità. Un’idea più universale e necessaria che va all’origine, credo, della comunicazione artistica. E’ come se la pittura volesse sintetizzarsi e concretizzarsi in un pensiero più alto, al di là della figurazione e dell’astrazione. Come se volesse arrivare al principio delle cose, così come molti maestri del passato hanno cercato di fare e così come ancora credo si possa fare ancora oggi, e l’arte di Rizzo lo testimonia, come voler giungere alla tensione originaria del pensiero e della vita. Ricercare le origini di sé e lavorare autenticamente perché non se ne può fare a meno, perché non si può essere altro. […]
[…] E’ una ricerca di sé, una forma disperata di stare al mondo, aspirando all’infinito, in un “misticismo irreligioso”, come direbbe il grande Carmelo Bene che Enzo ha sempre stimato nella sua ricerca di radici culturali del pensiero e dell’ispirazione. E la pittura così sembra essere l’idea attraverso cui si immagina se stessi. […]
[…] Nella pittura di Rizzo gli elementi si sdoppiano, si arricchiscono di altri richiami simbolici, che mai facilmente potremo decifrare se non cercando di ascoltare la potenza del colore e della stratificazione di materia che per la sua intensità quasi strappa il cuore. Così possiamo immaginare che nascano le sue immagini di ascesa spirituale che mantengono, però, tracce di inevitabili spinte verso la caduta. “Ogni opera trae la sua forza dal contrasto tra il visibile e ciò che sta dietro gli oggetti rappresentati, dall’antitesi fra la realtà delle storie che tali oggetti raccontano e la loro astrazione” come scrive un altro grande pittore contemporaneo, Anselm Kiefer.
14
novembre 2013
Enzo Rizzo – Nostalgia del mito
Dal 14 novembre al 07 dicembre 2013
arte contemporanea
Location
PINXI NEW ART
Milano, Via Savona, 61, (Milano)
Milano, Via Savona, 61, (Milano)
Orario di apertura
da martedi a sabato ore 16.00-20,00
Vernissage
14 Novembre 2013, ore 18.00
Autore