Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Epi oinopa ponton/Quel mare purpureo
Collettiva
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’arte ha sete di vino
di Luca Vona
“Un'altra mostra sul vino? Ma era davvero indispensabile?”. Nel timore di trovarsi di fronte all’ennesima “variazione sul tema” la domanda è più che legittima. Ma quella proposta vuole essere qualcosa di diverso da una “mostra a tema”, sul vino. Una grande quantità di parole è stata fatta scorrere intorno alla valenza culturale di questa bevanda, le cui origini si perdono almeno 6000 anni fa, a nord delle grandi pianure del Tigri e dell’Eufrate. Nonostante l’interesse ipertrofico nei confronti della relazione vino/cultura/arte, forse non è stato ancora saturato il campo d’indagine. Perché spesso l’analisi attenta (nei limiti consentiti da una proposta non solo educativa ma anche di entertainment quale è una mostra d’arte) del fenomeno ha ceduto il passo alla ripetizione di logori stereotipi, all’approccio puramente emotivo, e all’incensamento –più o meno manifesto- dell’azienda vinicola di turno.
Il vino è indubbiamente uno dei più importanti simboli sociali emersi lungo le coste del Mediterraneo. La sua storia, ricca di implicazioni religiose, filosofiche, estetiche, sociali ed economiche, rivela spesso singolari intrecci e parallelismi con la storia delle arti e della cultura. Basti pensare al “Simposio” platonico, al “Gargantua e Pantagruele” di Rabelais, al celebre saggio kierkegaardiano “In vino veritas”. Ma anche alle ceramiche attiche, i mosaici paleocristiani, le allegorie di Bosch, le nature morte fiamminghe e tanti altri capolavori dell’arte ispirati al fluido caro a Dioniso e a Cristo.
Nella convinzione che il vino costituisca ormai uno degli archetipi inscritti nel codice genetico della nostra civiltà e che come tale continui ad influenzare in maniera occulta o manifesta, cosciente o inconsapevole, gli artisti del nostro tempo, la mostra propone alcune opere (pittura, scultura, installazioni) dove la relazione arte/vino si esplica al di là del semplice aspetto didascalico, offrendo piuttosto un itinerario estetico informato dal vino a priori, un’arte cioè intrinsecamente enoica.
Al fine di rispettare la piena autonomia dell’artista e di scongiurare il rischio di una figurazione celebrativa sfociante nella tautologia, il criterio di selezione delle opere in mostra è stato quello della ricerca, da parte del curatore, di un movente in qualche modo “colluso” con l’universo di temi e simboli relativi al vino. La bevanda è inoltre presentata come il simbolo della capacità dell’arte di rinnovare se stessa (a dispetto dei necrologi che le sono stati dedicati a partire dal secolo scorso) nonché il mondo che la circonda (anch’esso dato più volte per spacciato e salvato all’ultimo da una certa dose di “ebbrezza”, capace di sovvertire l’ordine costituito).
La mostra prende le mosse da un’idea di Stefania Olivetta, direttrice di una giovane galleria d’arte contemporanea e di Fabrizio Iuli, giovane socio di una cooperativa vinicola, sensibile ai valori della cultura. La convinzione che vino e cultura possano trarre mutui benefici dal loro incontro, anima anche l’attività di un’altro socio della cooperativa, noto al grande pubblico televisivo e ai lettori della carta stampata come giornalista attento a questioni sociali e culturali di respiro internazionale. Si tratta di Gad Lerner, che da qualche anno, cerca di trascorrere la maggior parte possibile del suo (poco) tempo libero nel Monferrato (Piemonte).
La galleria non ha ricercato nella cooperativa vinicola una forma di sponsorizzazione. Né, come spesso accade, ha voluto utilizzare la creatività degli artisti coinvolti per rinnovare il packaging del prodotto offerto dall’azienda. Quella proposta è una mostra che nasce semplicemente dalla collaborazione di personalità capaci di assumere differenti punti di vista sul vino e il suo mondo, mosse da una comune passione e dal desiderio di approfondire la conoscenza di due campi di indagine eterogenei, eppure spesso intrecciati fra loro.
Gli artisti
Jessica Carroll
Nata nel 1961, americana da parte del padre (il pittore Robert Carroll) e tosco-napoletana da parte di madre (la scrittrice Simona Mastrocinque, figlia del regista Camillo) si è diplomata in lingue in Italia e ha successivamente studiato al Cleveland Institute of Art, negli Stati Uniti. Vive fra Torino, il Monferrato(Piemonte) e Carrara (Toscana). Ha compiuto viaggi di ricerca fotografica in numerosi parchi naturali di tutto il mondo, specializzandosi nel frattempo nella tecnica dell’acquaforte. E’ scultrice e disegnatrice. Tra i luoghi in cui ha esposto: il Castello di Rivara, la galleria di Federica Rosso a Torino, la Biennale di Arte Sacra (Teramo), a galleria di Ermanno Tedeschi a Torino e lo Studio G7 di Ginevra Grigolo a Bologna. Hanno scritto contributi critici in catalogo per lei: Marisa Vescovo, Valerio Dehò, Francesco Poli. Il critico Luca Beatrice sta preparando una sua mostra a Milano, presso la galleria che Ermanno Tedeschi inaugurerà il prossimo Ottobre.
Carlo Pasini
Nato a Pavia il 12 Giugno 1972, si è laureato in architettura a Milano con Fredi Draugman. Nel 2000 ha iniziato l’attività artistica presso il laboratorio di Aldo Mondino, svolgendo il ruolo di collaboratore fino alla recente scomparsa dell’artista. Ha esposto al Castello di Rivara, presso la galleria di Federica Rosso a Torino e da Luce Monachesi a Roma. Quest’anno è stato chiamato a concorrere alla sesta edizione del Premio Cairo, indetto dall’editore Giorgio Mondadori per la giovane arte italiana.
Alessandro Belgiojoso
Nato a Milano nel 1963, ha compiuto numerosi viaggi e soggiorni all’estero dove realizza i suoi scatti fotografici fortemente legati al tema del viaggio. Ha partecipato al XXXVII° Premio Vasto d’arte Contemporanea, a cura di Alessandro Riva. Ha esposto ai Magazzini del Cotone di Genova, alla galleria Allegretti Contemporanea di Torino e presso lo Studio Gian Galeazzo Visconti di Milano.
Domenico Borrelli
Nato a Torino nel 1968. Ha esposto a Torino presso la galleria di Eva Menzio, la galleria di Alberto Weber e la galleria Maze. Ha partecipato alla collettiva “In sede”, curata da Francesco Poli. Quest’anno è stato chiamato a concorrere alla sesta edizione del Premio Cairo, indetto dall’editore Giorgio Mondadori, per la giovane arte italiana.
Francesco Cervelli
Nato a Roma nel 1965, dove si è diplomato in pittura presso l’Accademia di Belle Arti. Ha esposto alle Scuderie Aldobrandini di Frascati (Roma), al J.Jones Space Design di Palm Desert (California) e presso la galleria “9, via della vetrina contemporanea” di Elisabetta Giovagnoni, a Roma.
India Evans
Nata a new York nel 1978, vive e lavora a Roma. Dopo gli studi alla scuola d'arte "Lorenzo de’ Medici" di Firenze e all' "American University Art Semester" di Perugia nel 2000 ha conseguito una laurea BFA all' "American University" di Washington D.C. Ha esposto alla Watkins Gallery di Washington, alla galleria Stadtbucherei Sehlendorf di Berlino e a Roma per la galleria “9, via della vetrina contemporanea” (di Elisabetta Giovagnoni) dalla quale è attualmente rappresentata.
Claudio Gobbi
Nato nel 1971 ad Ancona, vive e lavora a Milano. E’ stato insignito di diversi premi per la fotografia, quali il Premio Portfoio della Galleria Civica di Modena e il Premio Riccardo Pezza alla Triennale di Milano. Ha esposto alla Galleria Civica di Modena, alla Fabbrica del Vapore di Milano, al Kunsthaus Tacheles di Berlino e allo Spazio Erasmus di Brera.
Steven Meek
Nato a Dallas (Texas, USA) nel 1969. Ha conseguito il Master in Fine Arts nel 1994 alla Yale University. Vive e lavora a Roma. Ha esposto presso la Gallery Phillip di Dallas (Texas, USA), il Soligo Art Project di Roma e, sempre a Roma presso la galleria “9, via della vetrina contemporanea” (di Elisabetta (Giovagnoni), dalla quale è rappresentato.
Claudia Vitari
Nata a Torino nel 1978, ha frequentato l’ Accademia di Belle Arti di Torino, proseguendo gli studi al Burg Giebichenstein (Halle/Saale, Germania). Ha esposto al Rundgang di Wittekindbad (Halle/ Saale, Germania) e al Begegnungen- Japanische Ode an Goethe presso il Castello di Neuenburg, (Naumburg, Germania).
Antonio Loddo
Stefania Olivetta
Il curatore
Luca Vona
Nato a Torino nel 1978, si è laureato in Discipline Artistiche, Musicali e dello Spettacolo, presso l’Università di Torino, nel 2002. Nel 2004 ha conseguito il titolo di “Master in sistemi dell’arte contemporanea” (Università di Torino - Castello di Rivoli, Museo di Arte Contemporanea). Ha collaborato con il Museo Nazionale del Cinema. Scrive per la rivista d’arte Exibart. Lavora come curatore indipendente.
di Luca Vona
“Un'altra mostra sul vino? Ma era davvero indispensabile?”. Nel timore di trovarsi di fronte all’ennesima “variazione sul tema” la domanda è più che legittima. Ma quella proposta vuole essere qualcosa di diverso da una “mostra a tema”, sul vino. Una grande quantità di parole è stata fatta scorrere intorno alla valenza culturale di questa bevanda, le cui origini si perdono almeno 6000 anni fa, a nord delle grandi pianure del Tigri e dell’Eufrate. Nonostante l’interesse ipertrofico nei confronti della relazione vino/cultura/arte, forse non è stato ancora saturato il campo d’indagine. Perché spesso l’analisi attenta (nei limiti consentiti da una proposta non solo educativa ma anche di entertainment quale è una mostra d’arte) del fenomeno ha ceduto il passo alla ripetizione di logori stereotipi, all’approccio puramente emotivo, e all’incensamento –più o meno manifesto- dell’azienda vinicola di turno.
Il vino è indubbiamente uno dei più importanti simboli sociali emersi lungo le coste del Mediterraneo. La sua storia, ricca di implicazioni religiose, filosofiche, estetiche, sociali ed economiche, rivela spesso singolari intrecci e parallelismi con la storia delle arti e della cultura. Basti pensare al “Simposio” platonico, al “Gargantua e Pantagruele” di Rabelais, al celebre saggio kierkegaardiano “In vino veritas”. Ma anche alle ceramiche attiche, i mosaici paleocristiani, le allegorie di Bosch, le nature morte fiamminghe e tanti altri capolavori dell’arte ispirati al fluido caro a Dioniso e a Cristo.
Nella convinzione che il vino costituisca ormai uno degli archetipi inscritti nel codice genetico della nostra civiltà e che come tale continui ad influenzare in maniera occulta o manifesta, cosciente o inconsapevole, gli artisti del nostro tempo, la mostra propone alcune opere (pittura, scultura, installazioni) dove la relazione arte/vino si esplica al di là del semplice aspetto didascalico, offrendo piuttosto un itinerario estetico informato dal vino a priori, un’arte cioè intrinsecamente enoica.
Al fine di rispettare la piena autonomia dell’artista e di scongiurare il rischio di una figurazione celebrativa sfociante nella tautologia, il criterio di selezione delle opere in mostra è stato quello della ricerca, da parte del curatore, di un movente in qualche modo “colluso” con l’universo di temi e simboli relativi al vino. La bevanda è inoltre presentata come il simbolo della capacità dell’arte di rinnovare se stessa (a dispetto dei necrologi che le sono stati dedicati a partire dal secolo scorso) nonché il mondo che la circonda (anch’esso dato più volte per spacciato e salvato all’ultimo da una certa dose di “ebbrezza”, capace di sovvertire l’ordine costituito).
La mostra prende le mosse da un’idea di Stefania Olivetta, direttrice di una giovane galleria d’arte contemporanea e di Fabrizio Iuli, giovane socio di una cooperativa vinicola, sensibile ai valori della cultura. La convinzione che vino e cultura possano trarre mutui benefici dal loro incontro, anima anche l’attività di un’altro socio della cooperativa, noto al grande pubblico televisivo e ai lettori della carta stampata come giornalista attento a questioni sociali e culturali di respiro internazionale. Si tratta di Gad Lerner, che da qualche anno, cerca di trascorrere la maggior parte possibile del suo (poco) tempo libero nel Monferrato (Piemonte).
La galleria non ha ricercato nella cooperativa vinicola una forma di sponsorizzazione. Né, come spesso accade, ha voluto utilizzare la creatività degli artisti coinvolti per rinnovare il packaging del prodotto offerto dall’azienda. Quella proposta è una mostra che nasce semplicemente dalla collaborazione di personalità capaci di assumere differenti punti di vista sul vino e il suo mondo, mosse da una comune passione e dal desiderio di approfondire la conoscenza di due campi di indagine eterogenei, eppure spesso intrecciati fra loro.
Gli artisti
Jessica Carroll
Nata nel 1961, americana da parte del padre (il pittore Robert Carroll) e tosco-napoletana da parte di madre (la scrittrice Simona Mastrocinque, figlia del regista Camillo) si è diplomata in lingue in Italia e ha successivamente studiato al Cleveland Institute of Art, negli Stati Uniti. Vive fra Torino, il Monferrato(Piemonte) e Carrara (Toscana). Ha compiuto viaggi di ricerca fotografica in numerosi parchi naturali di tutto il mondo, specializzandosi nel frattempo nella tecnica dell’acquaforte. E’ scultrice e disegnatrice. Tra i luoghi in cui ha esposto: il Castello di Rivara, la galleria di Federica Rosso a Torino, la Biennale di Arte Sacra (Teramo), a galleria di Ermanno Tedeschi a Torino e lo Studio G7 di Ginevra Grigolo a Bologna. Hanno scritto contributi critici in catalogo per lei: Marisa Vescovo, Valerio Dehò, Francesco Poli. Il critico Luca Beatrice sta preparando una sua mostra a Milano, presso la galleria che Ermanno Tedeschi inaugurerà il prossimo Ottobre.
Carlo Pasini
Nato a Pavia il 12 Giugno 1972, si è laureato in architettura a Milano con Fredi Draugman. Nel 2000 ha iniziato l’attività artistica presso il laboratorio di Aldo Mondino, svolgendo il ruolo di collaboratore fino alla recente scomparsa dell’artista. Ha esposto al Castello di Rivara, presso la galleria di Federica Rosso a Torino e da Luce Monachesi a Roma. Quest’anno è stato chiamato a concorrere alla sesta edizione del Premio Cairo, indetto dall’editore Giorgio Mondadori per la giovane arte italiana.
Alessandro Belgiojoso
Nato a Milano nel 1963, ha compiuto numerosi viaggi e soggiorni all’estero dove realizza i suoi scatti fotografici fortemente legati al tema del viaggio. Ha partecipato al XXXVII° Premio Vasto d’arte Contemporanea, a cura di Alessandro Riva. Ha esposto ai Magazzini del Cotone di Genova, alla galleria Allegretti Contemporanea di Torino e presso lo Studio Gian Galeazzo Visconti di Milano.
Domenico Borrelli
Nato a Torino nel 1968. Ha esposto a Torino presso la galleria di Eva Menzio, la galleria di Alberto Weber e la galleria Maze. Ha partecipato alla collettiva “In sede”, curata da Francesco Poli. Quest’anno è stato chiamato a concorrere alla sesta edizione del Premio Cairo, indetto dall’editore Giorgio Mondadori, per la giovane arte italiana.
Francesco Cervelli
Nato a Roma nel 1965, dove si è diplomato in pittura presso l’Accademia di Belle Arti. Ha esposto alle Scuderie Aldobrandini di Frascati (Roma), al J.Jones Space Design di Palm Desert (California) e presso la galleria “9, via della vetrina contemporanea” di Elisabetta Giovagnoni, a Roma.
India Evans
Nata a new York nel 1978, vive e lavora a Roma. Dopo gli studi alla scuola d'arte "Lorenzo de’ Medici" di Firenze e all' "American University Art Semester" di Perugia nel 2000 ha conseguito una laurea BFA all' "American University" di Washington D.C. Ha esposto alla Watkins Gallery di Washington, alla galleria Stadtbucherei Sehlendorf di Berlino e a Roma per la galleria “9, via della vetrina contemporanea” (di Elisabetta Giovagnoni) dalla quale è attualmente rappresentata.
Claudio Gobbi
Nato nel 1971 ad Ancona, vive e lavora a Milano. E’ stato insignito di diversi premi per la fotografia, quali il Premio Portfoio della Galleria Civica di Modena e il Premio Riccardo Pezza alla Triennale di Milano. Ha esposto alla Galleria Civica di Modena, alla Fabbrica del Vapore di Milano, al Kunsthaus Tacheles di Berlino e allo Spazio Erasmus di Brera.
Steven Meek
Nato a Dallas (Texas, USA) nel 1969. Ha conseguito il Master in Fine Arts nel 1994 alla Yale University. Vive e lavora a Roma. Ha esposto presso la Gallery Phillip di Dallas (Texas, USA), il Soligo Art Project di Roma e, sempre a Roma presso la galleria “9, via della vetrina contemporanea” (di Elisabetta (Giovagnoni), dalla quale è rappresentato.
Claudia Vitari
Nata a Torino nel 1978, ha frequentato l’ Accademia di Belle Arti di Torino, proseguendo gli studi al Burg Giebichenstein (Halle/Saale, Germania). Ha esposto al Rundgang di Wittekindbad (Halle/ Saale, Germania) e al Begegnungen- Japanische Ode an Goethe presso il Castello di Neuenburg, (Naumburg, Germania).
Antonio Loddo
Stefania Olivetta
Il curatore
Luca Vona
Nato a Torino nel 1978, si è laureato in Discipline Artistiche, Musicali e dello Spettacolo, presso l’Università di Torino, nel 2002. Nel 2004 ha conseguito il titolo di “Master in sistemi dell’arte contemporanea” (Università di Torino - Castello di Rivoli, Museo di Arte Contemporanea). Ha collaborato con il Museo Nazionale del Cinema. Scrive per la rivista d’arte Exibart. Lavora come curatore indipendente.
15
ottobre 2005
Epi oinopa ponton/Quel mare purpureo
Dal 15 ottobre al 15 novembre 2005
arte contemporanea
Location
ALLEGRETTI CONTEMPORANEA
Torino, Via San Francesco D'Assisi, 14, (Torino)
Torino, Via San Francesco D'Assisi, 14, (Torino)
Orario di apertura
mar_ven 15,30-19,30 - sab 10,30-19,30
Vernissage
15 Ottobre 2005, ore 18,30
Autore
Curatore