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Epifanio Spina
personale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
I “mattoni di carta” sono il risultato di una trasposizione dell’immagine
fotografica
su di un supporto alternativo e pesante, che costituisce, da molto tempo,
la sostanza della ricerca dell’artista.
In vero ciò che Nanni, con una certa perseveranza, cerca inseguire,
è la possibilità di trovare nuovi supporti per la fruizione della
fotografia,
la quale, a suo giudizio, deve superare e tendere ad una rappresentatività
“altra” rispetto alla comunicazione tradizionale.
Lo spostamento e l’erranza dei supporti adoperati, oltre a produrre
un’accelerazione del senso dell’immagine, forniscono il superamento della
soglia
comune della percezione del fruitore verso nuove rappresentazioni del reale.
In tal modo il risultato non è tanto la fotografia, quanto l’oggetto,
che incorpora la fotografia con l’aggiunta di ulteriori spazi grafici.
Le immagini, così strutturate, non corrispondono più ai canoni della
fotografia classica, ma si approssimano ad oggetti pensati come
autonome manifestazioni d’arte.
Per questo valgono sia come oggetti di interior design,
che possono essere facilmente collocati in un ambiente domestico,
a mo’ di soprammobile, o come opere a parete, recuperando
in questo caso la fruizione classica della fotografia.
In tal modo la fotografia di Nanni funziona anche come istallazione,
perché invade e occupa uno spazio diverso.
Insomma, la fotografia, rifinita in relazione alla disposizione
e alla tensione dell’oggetto, per così dire sparisce o s’inserisce
in una struttura con caratteristiche diverse di comunicazione.
Beninteso, Nanni è e rimane un artista dell’immagine fotografica,
anche perlustrando spazi e confini non ancora sufficientemente indagati,
per elaborare manufatti che, pur conservando la fisionomia ed
il carattere tradizionale, si avventurano in relazioni extra fotografiche
e concettuali tendendo, in buona sostanza, ad aprire varchi di nuova
significazione.
La scelta del supporto, infine, funziona come veicolo di memorizzazione
per una “dialettica del risveglio” di natura antropologica, che costituisce
l’aspetto concettuale delle opere. Un supporto, quello del mattone, che
"buca"
i secoli e si pone in contrasto dialettico con le tecnologie imperanti del
nostro tempo
Un tempo che trascorre rapido e veloce, sembra dire l’artista,
e che può essere fermato solo da chi è capace di fissarlo con uno scatto,
un lampo bruciante di eternità.
Gianfranco Labrosciano
fotografica
su di un supporto alternativo e pesante, che costituisce, da molto tempo,
la sostanza della ricerca dell’artista.
In vero ciò che Nanni, con una certa perseveranza, cerca inseguire,
è la possibilità di trovare nuovi supporti per la fruizione della
fotografia,
la quale, a suo giudizio, deve superare e tendere ad una rappresentatività
“altra” rispetto alla comunicazione tradizionale.
Lo spostamento e l’erranza dei supporti adoperati, oltre a produrre
un’accelerazione del senso dell’immagine, forniscono il superamento della
soglia
comune della percezione del fruitore verso nuove rappresentazioni del reale.
In tal modo il risultato non è tanto la fotografia, quanto l’oggetto,
che incorpora la fotografia con l’aggiunta di ulteriori spazi grafici.
Le immagini, così strutturate, non corrispondono più ai canoni della
fotografia classica, ma si approssimano ad oggetti pensati come
autonome manifestazioni d’arte.
Per questo valgono sia come oggetti di interior design,
che possono essere facilmente collocati in un ambiente domestico,
a mo’ di soprammobile, o come opere a parete, recuperando
in questo caso la fruizione classica della fotografia.
In tal modo la fotografia di Nanni funziona anche come istallazione,
perché invade e occupa uno spazio diverso.
Insomma, la fotografia, rifinita in relazione alla disposizione
e alla tensione dell’oggetto, per così dire sparisce o s’inserisce
in una struttura con caratteristiche diverse di comunicazione.
Beninteso, Nanni è e rimane un artista dell’immagine fotografica,
anche perlustrando spazi e confini non ancora sufficientemente indagati,
per elaborare manufatti che, pur conservando la fisionomia ed
il carattere tradizionale, si avventurano in relazioni extra fotografiche
e concettuali tendendo, in buona sostanza, ad aprire varchi di nuova
significazione.
La scelta del supporto, infine, funziona come veicolo di memorizzazione
per una “dialettica del risveglio” di natura antropologica, che costituisce
l’aspetto concettuale delle opere. Un supporto, quello del mattone, che
"buca"
i secoli e si pone in contrasto dialettico con le tecnologie imperanti del
nostro tempo
Un tempo che trascorre rapido e veloce, sembra dire l’artista,
e che può essere fermato solo da chi è capace di fissarlo con uno scatto,
un lampo bruciante di eternità.
Gianfranco Labrosciano
16
dicembre 2006
Epifanio Spina
Dal 16 al 26 dicembre 2006
fotografia
Location
ASSOCIAZIONE CULTURALE 360° ARTE CONTEMPORANEA
Rende, Via Giorgio De Chirico, 30c, (Cosenza)
Rende, Via Giorgio De Chirico, 30c, (Cosenza)
Autore