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Epigoni e Falsi di Rometti. LA FORTUNA STILISTICA DELLA MANIFATTURA UMBRA
In vista della riapertura del Museo Galleria Rometti di Umbertide, la cui collezione rappresenta oggi la più importante documentazione della manifattura esposta in un luogo pubblico, il comune di Umbertide si è fatto promotore di un evento espositivo che vuole rilanciare il museo in termini di visibilità, apprezzamento del pubblico e di stimolare la prosecuzione degli studi attorno alla storica manifattura Rometti.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
In vista della riapertura del Museo Galleria Rometti di Umbertide, la cui collezione
rappresenta oggi la più importante documentazione della manifattura esposta in un
luogo pubblico, il comune di Umbertide si è fatto promotore di un evento espositivo
che vuole rilanciare il museo in termini di visibilità, apprezzamento del pubblico e di
stimolare la prosecuzione degli studi attorno alla storica manifattura Rometti.
Il tema delle imitazioni di Rometti che sono sorte a ridosso delle prime prove
artistiche realizzate dalla manifattura umbra nel periodo d’oro tra la fine degli anni
Venti e la fine dei Trenta, appare fondamentale per indagare un aspetto ancor oggi
poco studiato e cioè la fortuna e la diffusione del gusto Rometti in Italia, oltre che per
iniziare a fare ordine in un contesto in cui è molto difficile ancor oggi individuare
l’originalità della proposta di molte manifatture ceramiche.
Le imitazioni su cui è centrata la mostra riguardano la produzione più caratteristica
della Rometti: quella dei prodotti decorati a fasce orizzontali sfumate, con sovrapposti
decori graffiti o dipinti, con temi che si rifanno alla iconografia della antichità, a
soggetti di tipo rurale e marino, fino ad arrivare a temi legati alla retorica del
fascismo. I decori di Rometti, soprattutto quelli dovuti a Dante Baldelli e Corrado
Cagli, sono di grandissimo valore estetico, con risultati che superano il talvolta freddo
déco di Gio Ponti con energiche iniezioni di romanità, influssi avanguardistici di
stampo futurista e commistioni monumentali del più sobrio e sintetico Novecentismo.
La Rometti, con le innovazioni stilistiche apportate dai due giovani artisti e dal
supporto di un nutrito gruppo di artigiani, fu in grado di catturare lo spirito dell’epoca
e influenzarne il gusto. In particolare la decorazione a fasce, definita in catalogo
"iridescente atmosferica" è in grado di restituire una connotazione ambientale della
scena pur senza cadere nel descrittivismo di veduta e coniugando le conquiste
futuriste in soggetti più propriamente rurali.
Un'invenzione che si può facilmente ricondurre a Cagli e Baldelli e che fece scuola
per molte altre manifatture che tuttavia non furono pronte a recepire il percorso di
elaborazione della manifattura di Umbertide, ma che si limitarono ad una
reinterpretazione imitativa delle decorazione a fasce. Un territorio in particolare, San
Giovanni alla Vena piccola frazione di Vicopisano in provincia di Pisa, ha più di altri
subito l'influsso diretto dei decori a fasce della Rometti. Molte manifatture di questo
lembo di terra toscana, tra cui la Bini & Carmignani, la Ezio Nesti, la Bandecchi e la
Corradini, hanno attinto dalle invenzioni di Umbertide realizzando i manufatti
migliori tra gli epigoni.
Malgrado la buona perizia di alcune delle loro ceramiche, la qualità (materiali, tratto
dei disegni) rimane decisamente inferiore rispetto a quella degli originali. Tuttavia le
loro opere sono state a lungo considerate, pubblicate ed esposte come opere di
Rometti.
In particolare il marchio R.B.C. è stato oggetto di erronee interpretazioni e scambiato
per le iniziali di Rometti-Baldelli- Cagli. Solo recentemente, e grazie ad una
approfondita ricerca storiografica documentaria, la sigla è stata correttamente
ricondotta alla manifattura pisana Bini & Carmignani. Anche altre manifatture hanno
subito il fascino della decorazione della Rometti alcune delle quali esposte qui in
mostra come: le umbre Della Robbia di Gualdo Tadino, e il consorzio C.I.M.A. di
Deruta e Perugia nel quale per un periodo lavorò anche Settimio Rometti, la B.M.C.
di Sesto Fiorentino e l'Aetruriae Ars di Castello in provincia di Firenze. La mostra ha
prodotto anche una scoperta di una manifattura ancora oggi sconosciuta marchiata
UBF (probabilmente faenatina), che ugualmente riprende i motivi decorativi della
Rometti. La vasta diffusione che qui si è cercato di documentare in parte, rappresenta
la fortuna raggiunta dai modelli nati in seno alla Rometti e soprattutto la rapidità con
cui sono stati imitati in alcuni casi di poco successivi alla loro invenzione (1929 -
1931).
Tanto pervasivo è stato il successo della manifattura umbra che non è casuale che
numerosi pezzi degli epigoni, presenti in numerose collezioni, siano stati lungamente
ed erroneamente attribuiti alla Rometti. In alcuni casi si è giunti anche a contraffare i
marchi Rometti in opere degli epigoni.
La mostra cerca dunque di ristabilire un parziale ordine e di allargare la conoscenza
delle manifatture che in quel decennio (fine anni Venti inizio anni Trenta) avevano
come principale punto di riferimento la produzione della manifattura di Umbertide
oltre che a porre delle questioni di indagine filologica, autenticità, diffusione dei
modelli e sull'evoluzione dalle decorazione a fasce all'interno della Rometti, affrontati
in dettaglio all'interno del catalogo con gli interventi di Giorgio Levi, Fiorucci
Lorenzo, Marinella Caputo, Enrico Mascelloni e Massimo Monini.
Attraverso un allestimento sincronico sono accostate per un immediato raffronto
visivo – qualitativo le opere di Rometti con quelle di alcuni dei principali epigoni.
Oltre che alcuni disegni di Bini & Carmignani, quasi tutti datati e firmati, utili alla
ricerca per definire con precisione date e modelli impiegati.
É l’inizio di un percorso che il Museo Galleria Rometti, il comune di Umbertide, in
partner con la Fabbrica Rometti, intende perseguire per approfondire la ricerca
storico-artisitca attorno ad una delle manifatture più importanti d’Italia.
rappresenta oggi la più importante documentazione della manifattura esposta in un
luogo pubblico, il comune di Umbertide si è fatto promotore di un evento espositivo
che vuole rilanciare il museo in termini di visibilità, apprezzamento del pubblico e di
stimolare la prosecuzione degli studi attorno alla storica manifattura Rometti.
Il tema delle imitazioni di Rometti che sono sorte a ridosso delle prime prove
artistiche realizzate dalla manifattura umbra nel periodo d’oro tra la fine degli anni
Venti e la fine dei Trenta, appare fondamentale per indagare un aspetto ancor oggi
poco studiato e cioè la fortuna e la diffusione del gusto Rometti in Italia, oltre che per
iniziare a fare ordine in un contesto in cui è molto difficile ancor oggi individuare
l’originalità della proposta di molte manifatture ceramiche.
Le imitazioni su cui è centrata la mostra riguardano la produzione più caratteristica
della Rometti: quella dei prodotti decorati a fasce orizzontali sfumate, con sovrapposti
decori graffiti o dipinti, con temi che si rifanno alla iconografia della antichità, a
soggetti di tipo rurale e marino, fino ad arrivare a temi legati alla retorica del
fascismo. I decori di Rometti, soprattutto quelli dovuti a Dante Baldelli e Corrado
Cagli, sono di grandissimo valore estetico, con risultati che superano il talvolta freddo
déco di Gio Ponti con energiche iniezioni di romanità, influssi avanguardistici di
stampo futurista e commistioni monumentali del più sobrio e sintetico Novecentismo.
La Rometti, con le innovazioni stilistiche apportate dai due giovani artisti e dal
supporto di un nutrito gruppo di artigiani, fu in grado di catturare lo spirito dell’epoca
e influenzarne il gusto. In particolare la decorazione a fasce, definita in catalogo
"iridescente atmosferica" è in grado di restituire una connotazione ambientale della
scena pur senza cadere nel descrittivismo di veduta e coniugando le conquiste
futuriste in soggetti più propriamente rurali.
Un'invenzione che si può facilmente ricondurre a Cagli e Baldelli e che fece scuola
per molte altre manifatture che tuttavia non furono pronte a recepire il percorso di
elaborazione della manifattura di Umbertide, ma che si limitarono ad una
reinterpretazione imitativa delle decorazione a fasce. Un territorio in particolare, San
Giovanni alla Vena piccola frazione di Vicopisano in provincia di Pisa, ha più di altri
subito l'influsso diretto dei decori a fasce della Rometti. Molte manifatture di questo
lembo di terra toscana, tra cui la Bini & Carmignani, la Ezio Nesti, la Bandecchi e la
Corradini, hanno attinto dalle invenzioni di Umbertide realizzando i manufatti
migliori tra gli epigoni.
Malgrado la buona perizia di alcune delle loro ceramiche, la qualità (materiali, tratto
dei disegni) rimane decisamente inferiore rispetto a quella degli originali. Tuttavia le
loro opere sono state a lungo considerate, pubblicate ed esposte come opere di
Rometti.
In particolare il marchio R.B.C. è stato oggetto di erronee interpretazioni e scambiato
per le iniziali di Rometti-Baldelli- Cagli. Solo recentemente, e grazie ad una
approfondita ricerca storiografica documentaria, la sigla è stata correttamente
ricondotta alla manifattura pisana Bini & Carmignani. Anche altre manifatture hanno
subito il fascino della decorazione della Rometti alcune delle quali esposte qui in
mostra come: le umbre Della Robbia di Gualdo Tadino, e il consorzio C.I.M.A. di
Deruta e Perugia nel quale per un periodo lavorò anche Settimio Rometti, la B.M.C.
di Sesto Fiorentino e l'Aetruriae Ars di Castello in provincia di Firenze. La mostra ha
prodotto anche una scoperta di una manifattura ancora oggi sconosciuta marchiata
UBF (probabilmente faenatina), che ugualmente riprende i motivi decorativi della
Rometti. La vasta diffusione che qui si è cercato di documentare in parte, rappresenta
la fortuna raggiunta dai modelli nati in seno alla Rometti e soprattutto la rapidità con
cui sono stati imitati in alcuni casi di poco successivi alla loro invenzione (1929 -
1931).
Tanto pervasivo è stato il successo della manifattura umbra che non è casuale che
numerosi pezzi degli epigoni, presenti in numerose collezioni, siano stati lungamente
ed erroneamente attribuiti alla Rometti. In alcuni casi si è giunti anche a contraffare i
marchi Rometti in opere degli epigoni.
La mostra cerca dunque di ristabilire un parziale ordine e di allargare la conoscenza
delle manifatture che in quel decennio (fine anni Venti inizio anni Trenta) avevano
come principale punto di riferimento la produzione della manifattura di Umbertide
oltre che a porre delle questioni di indagine filologica, autenticità, diffusione dei
modelli e sull'evoluzione dalle decorazione a fasce all'interno della Rometti, affrontati
in dettaglio all'interno del catalogo con gli interventi di Giorgio Levi, Fiorucci
Lorenzo, Marinella Caputo, Enrico Mascelloni e Massimo Monini.
Attraverso un allestimento sincronico sono accostate per un immediato raffronto
visivo – qualitativo le opere di Rometti con quelle di alcuni dei principali epigoni.
Oltre che alcuni disegni di Bini & Carmignani, quasi tutti datati e firmati, utili alla
ricerca per definire con precisione date e modelli impiegati.
É l’inizio di un percorso che il Museo Galleria Rometti, il comune di Umbertide, in
partner con la Fabbrica Rometti, intende perseguire per approfondire la ricerca
storico-artisitca attorno ad una delle manifatture più importanti d’Italia.
23
settembre 2016
Epigoni e Falsi di Rometti. LA FORTUNA STILISTICA DELLA MANIFATTURA UMBRA
Dal 23 settembre al 20 novembre 2016
Location
FA.MO. MUSEO GALLERIA ROMETTI
Umbertide, Piazza Carlo Marx, 6, (Perugia)
Umbertide, Piazza Carlo Marx, 6, (Perugia)
Biglietti
Euro 3,00 Intero - euro 2 ridotto (minori di 14 anni e over 65) - ingresso gratuito fino a 6 anni
Orario di apertura
Dal Lunedi al sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30
Domenica pomeriggio dalle 15.30 – 18.30
Curatore