L’installazione si sviluppa nello spazio suggestivo di Palazzo Gualtiero, dove grandi sfere dalle forme, fluide e leggere, ci spingono oltre i portoni del palazzo, creando un dialogo visivo tra le severe architetture storiche e l’effimera loro delicatezza alcune sospese in alto verso il cielo tra i soffitti dei grandi corridoi e della corte interna ed altre adagiate a terra, invadono riempiendo con eleganza gli spazi dell’edificio.Il risultato è un’opera che coinvolge lo spettatore, trasmettendo un senso di equilibrio instabile, specchio della complessità del nostro tempo. Come le nostre esistenze, sospese tra opposti – pace e conflitto, stabilità e precarietà – le sfere si fanno simbolo della condizione umana, perennemente in bilico tra gravità e leggerezza, dubbio e certezza, menzogna e verità. La loro presenza, lungi dal fornire risposte definitive, invita a riflettere e pone interrogativi profondi: quale direzione stiamo prendendo? Quale futuro ci aspetta?
L’evento, che ha ottenuto il patrocinio del Comune di Orvieto e del GAL Trasimeno Orvietano, avviene in concomitanza con la 31ª edizione di Umbria Jazz Winter e come il ritmo delle sue note che si alternano tra pieni e vuoti, le sfere suggeriscono movimento e silenzio, creando una melodia visiva che risuona nello spazio dove l’armonia prevale anche nei momenti di maggiore incertezza , un’esperienza visiva e concettuale che celebra il potere dell’arte in dialogo costante con il mondo che la circonda.