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Equinozio d’Autunno
19 artisti, italiani e internazionali, “dialogano” con le opere della collezione permanente
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Castello di Rivara - Centro d’Arte Contemporanea
22 settembre – 10 novembre 2013
EQUINOZIO D’AUTUNNO
19 artisti, italiani e internazionali, “dialogano” con le opere
della collezione permanente
Opening: domenica 22 settembre, dalle ore 11
Come l’equinozio si ripete nel corso del tempo segnando il passaggio da
una stagione all’altra, così la mostra “Equinozio d’autunno” ritorna, dopo
sei anni, al Castello di Rivara, ancora più ricca e suggestiva.
Franz Paludetto, oggi come allora, ha individuato una nuova generazione
di artisti per festeggiare l’evento astronomico che rende la notte uguale
al giorno.
Equinozio d’autunno è un’esposizione fuori dall’ordinario. Non si tratta di
una mostra convenzionale, ma di un’esperienza complessa e multiforme
impostata su più fronti.
Quattro sono le personali in cui sono esposte le opere di Elvio
Chiricozzi “Senza peso”, Oreste Casalini “Balanced”, Mustafa
Sabbagh “Tutto si muove”, Davide Dormino “Magnetism”, situate in
una parte del corpo principale del Castello, ristrutturato a fine Ottocento.
Sempre in questo spazio, accanto alle opere della collezione esposte in
permanenza, si trovano i lavori di Omar Ronda “Gli ospiti di sangue blu
in visita al Castello di Rivara”.
Le Scuderie ospitano la personale dell’artista tedesco Peter Schmersal,
“Pittura” a conferma del rapporto che lega, ancora oggi, il Castello di
Rivara alla Germania: un amore di lunga data fatto di vita privata e
operazioni importanti, segnato da mostre fondamentali nella storia
dell’arte contemporanea.
Nel Castello Vecchio, quasi in antitesi con la sua definizione, vengono
presentati i lavori dei tre giovanissimi Luca Cruz Salvati “Principi
senza princìpi”, Sveva Angeletti e Leonardo Aquilino “Centro di
Documentazione Fotografica”, a cui fanno da simbolici “tutor” le altre
importanti opere della collezione permanente e i progetti degli artisti
Enzo Gagliardino, Adriano Campisi “Il giglio si manifesta alla parete
bianca”, Alessio Delfino “Tarots” e Daniela Perego “Quel che rimane”.
All’esterno il parco che circonda il castello segue la stessa logica, facendo
convivere e dialogare le opere permanenti con quelle temporanee,
allestite in occasione dell'Equinozio: Alessandro Giorgi “4 materassi
bianchi 1 nero”, Annamaria Gelmi “The flower for Castello”, Maurizio
Taioli “Via Crucis” e Nicus Lucà “Il ladro di colore”.
Le cantine del Castello, infine, introducono ai lavori di Katia Pugach
“Dejavu” e alla storia del vino Erbaluce, con la ceramista Maria Teresa
Rosa in “Cantico” e i produttori canavesani Ferrando, Orsolani, Santa
Clelia.
GLI ARTISTI E LE OPERE
Peter Schmersal
Gli oggetti, in particolare fiori e nature morte e i paesaggi esercitano
un fascino particolare in Peter Schmersal. L’originale pittore tedesco si
appropria e rielabora i capisaldi della storia dell’arte per creare qualcosa
di nuovo e inatteso. Quelli di Schmersal possono essere dipinti eleganti
e lievi, oppure sgraziati e irritanti, formalmente raffinati o chiassosi,
femministi o maschilisti, pongono domande e sfide di gusto, senza
fornire risposte.
Elvio Chiricozzi
“Senza peso” è l’opera che Elvio Chiricozzi ha pensato per la stanza
del camino del piano nobile del Castello di Rivara dopo un periodo di
residenza nell’estate di quest’anno. “Senza peso”, come il cielo che
è passato sopra a Rivara un pomeriggio di inizio estate: catturato,
precipitato, capovolto.
Oreste Casalini
“Balanced/In equilibrio” è un’installazione realizzata da Oreste Casalini
specificamente per il Castello di Rivara durante un periodo di residenza
nell'estate 2013. Due opere autonome messe in relazione tra loro e con
la sala che le ospita, due sculture di grandi dimensioni che evocano la
forma di due angeli, una di fronte all’altra ai lati della sala centrale del
Castello: sulla destra al centro “Beat/Battito”, un grande velo bianco
cavo che contiene suoni, voci, un ritmo scandito; sulla sinistra a parete
“Wave/Onda”, un velo bianco sospeso nell’aria sul quale sono proiettate
immagini e video. Il dialogo tra le opere, tra luci e ombre, pesantezza e
leggerezza, tecniche tradizionali e tecniche contemporanee, esprime una
forma dinamica di equilibrio che è la voce degli angeli, il miracolo che
rende percepibile l’inesprimibile.
Mustafa Sabbagh
Acclamato fotografo di moda italo-giordano, Mustafa Sabbagh è stato
inserito da Peter Weiermair (curatore di fama internazionale) tra i 40
fotografi in attività più importanti del mondo.
Davide Dormino
Davide Dormino è scultore, prima di ogni altra cosa, lavora il marmo
ma soprattutto il ferro che sceglie per disegnare nello spazio. In
“Magnetism” linee e segni grafici raccontano l’energia spontanea,
l’andamento magnetico naturale del coraggio di trasgredire e cambiare
strada.
Omar Ronda
Ronda è il fondatore e ideologo del movimento chiamato “Cracking Art”,
basato sullo studio e le analisi delle origini antropologiche delle materie
fossili (petrolio) e l’utilizzo in forma artistica dei suoi derivati plastici
in forme, immagini e simulacri della natura con il fine di restituire al
petrolio la sua antica immagine poetica ed organica.
Alessio Delfino
Con la serie fotografica “Tarots” l’artista ligure affronta
un’interpretazione personale degli Arcani Maggiori dei Tarocchi
marsigliesi. Le immagini, tutte al femminile e in dimensioni giganti,
sono una dichiarazione di sudditanza dell’essere umano nei confronti del
destino e del maschile nei confronti del femminile.
Daniela Perego
Fiorentina, classe 1961, fino all’età di trent’anni si è occupata di
tutt’altro. L’esordio da artista è stato nel campo nella scultura e
dell’installazione, che ben presto si sono smaterializzati per cedere
il posto alla luce. Il passo verso la fotografia è stato breve e da lì è
arrivata al video. Vive e lavora a Roma dal 1998 ed ha esposto in spazi
istituzionali e gallerie d’arte sia in Italia che all’estero.
Enzo Gagliardino
Muri, finestre, strutture e ciminiere compaiono nella produzione di
Gagliardino in modo ricorrente, quasi a riprodurre, negli elementi
essenziali, l’arbitrarietà dell’abitare e dell’insediarsi della civiltà
contemporanea.
Adriano Campisi
Il sopra è sotto, il dentro è fuori, il peso perde di gravità. Adriano
Campisi costruisce frammenti di scenografie nello spazio prendendo
in prestito elementi decorativi dell’architettura classica. Vasi e oggetti
trovano posto su altari a parete e si caricano di un’aura mistica,
simulano sacri arredi di una cerimonia, irraggiungibili e intoccabili.
Alessandro Giorgi
In “4 materassi bianchi 1 nero” Alessandro Giorgi ha ideato materassi
“soffici”, all’apparenza, utilizzando uno dei materiali più nobili: il
marmo. L’artista pietrifica il materasso, gli attribuisce un significato
eterno, modificando il suo status di oggetto deformabile, che si modella
all’uomo. Il marmo ne pietrifica la forma, e lo esalta a mito, a simbolo,
conferendogli il significato di eternità.
Annamaria Gelmi
Le opere di Annamaria Gelmi si integrano con lo spazio in cui vengono
collocate, attribuendogli valore e significato. Le sue sculture sono
sintetiche e minimaliste, incantano e catturano l’attenzione per l’uso di
materiali diversi, come plexiglas, metacrilato, fogli di acetato, ma anche
ferro, pietra e ottone.
Maurizio Taioli
Nella “Via Crucis” l’artista veronese ha raccolto suggestioni dai diversi
media per ampliare il suo campionario di silhouette in lamiera che
parlano di aggressività e di labilità nel confine tra realtà e finzione, tra
immaginario e vita quotidiana.
Nicus Lucà
“Il ladro di colore” dell’artista torinese Nicus Lucà è una grande bandiera
nera a forma di mano che sventolando ricrea il movimento del classico
gesto furtivo del ladro.
Katia Pugach
Le opere dell’artista russa Katia Pugach non sono soltanto oggetti d’arte,
ma si rivelano come una specie di miracolo laico, una tensione di forze
che trova miracolosamente un nuovo equilibrio: pietre che non devono
stare in piedi, piante che crescono a testa in giù, funghi bianchi puri che
spuntano dalla gomma di pneumatici usati.
IL CASTELLO DI RIVARA
Il Castello di Rivara, situato a 37 chilometri da Torino nelle valli del
Canavese, è un complesso composto da tre edifici indipendenti: il
Castello Medievale, la Villa neobarocca e le Scuderie, immersi in un
parco di oltre 45mila metri quadrati. Ha a disposizione numerosi atéliers
e camere dove abitualmente sono ospitati artisti italiani e stranieri ed
uno spazio espositivo multifunzionale di 2.530 metri quadri. La direzione
artistica è affidata dal 1985 a Franz Paludetto.
Personalità importanti hanno condiviso l’invenzione di questo luogo,
come Aldo Mondino, o hanno avuto l’opportunità di lavorare qui: tra i
tanti, Dan Graham che nelle Scuderie realizzò il Paesaggio Specchiante,
Maurizio Cattelan con la sua Fuga, Gonzales Torres e Raymond Pettibon
che vi hanno vissuto a lungo e che insieme a Paul McCarthy, Lary
Pittman, Larry Johnson e Jeffrey Vallance compaiono nella mostra
“Viaggio a Los Angeles”, realizzata al Castello nel 1993. E ancora,
artisti stranieri e italiani, come Stefano Arienti, John Armleder, Stephan
Balkenhol, Alighiero Boetti, Mirian Cahn, Umberto Cavenago, Giorgio
Ciam, Silvie Fleury, Peter Friedl, Paolo Grassino, Karin Kneffel, Gordon
Matta-Clark, Allan McCollum, Julian Opie, Gianni Piacentino, Hermann
Pitz, Pierluigi Pusole, Sergio Ragalzi, Francesco Sena, Pia Stadtbaumer,
Rudolf Stingel, Luca Vitone e molti altri.
Equinozio d’Autunno
Castello di Rivara - Centro d'Arte Contemporanea
Piazza Sillano 2, Rivara (Torino)
22 settembre – 10 novembre 2013
orari: sab e dom 10.30-12.30/14.30-18.00
con il patrocinio:
Regione Piemonte
Comune di Rivara
organizzazione:
Ass.ne Castello di Rivara – Centro Artistico e Culturale
Piazza Sillano 2 – 10080 Rivara (To)
tel e fax +39 0124 31122
www.castellodirivara.it - info@castellodirivara.it
22 settembre – 10 novembre 2013
EQUINOZIO D’AUTUNNO
19 artisti, italiani e internazionali, “dialogano” con le opere
della collezione permanente
Opening: domenica 22 settembre, dalle ore 11
Come l’equinozio si ripete nel corso del tempo segnando il passaggio da
una stagione all’altra, così la mostra “Equinozio d’autunno” ritorna, dopo
sei anni, al Castello di Rivara, ancora più ricca e suggestiva.
Franz Paludetto, oggi come allora, ha individuato una nuova generazione
di artisti per festeggiare l’evento astronomico che rende la notte uguale
al giorno.
Equinozio d’autunno è un’esposizione fuori dall’ordinario. Non si tratta di
una mostra convenzionale, ma di un’esperienza complessa e multiforme
impostata su più fronti.
Quattro sono le personali in cui sono esposte le opere di Elvio
Chiricozzi “Senza peso”, Oreste Casalini “Balanced”, Mustafa
Sabbagh “Tutto si muove”, Davide Dormino “Magnetism”, situate in
una parte del corpo principale del Castello, ristrutturato a fine Ottocento.
Sempre in questo spazio, accanto alle opere della collezione esposte in
permanenza, si trovano i lavori di Omar Ronda “Gli ospiti di sangue blu
in visita al Castello di Rivara”.
Le Scuderie ospitano la personale dell’artista tedesco Peter Schmersal,
“Pittura” a conferma del rapporto che lega, ancora oggi, il Castello di
Rivara alla Germania: un amore di lunga data fatto di vita privata e
operazioni importanti, segnato da mostre fondamentali nella storia
dell’arte contemporanea.
Nel Castello Vecchio, quasi in antitesi con la sua definizione, vengono
presentati i lavori dei tre giovanissimi Luca Cruz Salvati “Principi
senza princìpi”, Sveva Angeletti e Leonardo Aquilino “Centro di
Documentazione Fotografica”, a cui fanno da simbolici “tutor” le altre
importanti opere della collezione permanente e i progetti degli artisti
Enzo Gagliardino, Adriano Campisi “Il giglio si manifesta alla parete
bianca”, Alessio Delfino “Tarots” e Daniela Perego “Quel che rimane”.
All’esterno il parco che circonda il castello segue la stessa logica, facendo
convivere e dialogare le opere permanenti con quelle temporanee,
allestite in occasione dell'Equinozio: Alessandro Giorgi “4 materassi
bianchi 1 nero”, Annamaria Gelmi “The flower for Castello”, Maurizio
Taioli “Via Crucis” e Nicus Lucà “Il ladro di colore”.
Le cantine del Castello, infine, introducono ai lavori di Katia Pugach
“Dejavu” e alla storia del vino Erbaluce, con la ceramista Maria Teresa
Rosa in “Cantico” e i produttori canavesani Ferrando, Orsolani, Santa
Clelia.
GLI ARTISTI E LE OPERE
Peter Schmersal
Gli oggetti, in particolare fiori e nature morte e i paesaggi esercitano
un fascino particolare in Peter Schmersal. L’originale pittore tedesco si
appropria e rielabora i capisaldi della storia dell’arte per creare qualcosa
di nuovo e inatteso. Quelli di Schmersal possono essere dipinti eleganti
e lievi, oppure sgraziati e irritanti, formalmente raffinati o chiassosi,
femministi o maschilisti, pongono domande e sfide di gusto, senza
fornire risposte.
Elvio Chiricozzi
“Senza peso” è l’opera che Elvio Chiricozzi ha pensato per la stanza
del camino del piano nobile del Castello di Rivara dopo un periodo di
residenza nell’estate di quest’anno. “Senza peso”, come il cielo che
è passato sopra a Rivara un pomeriggio di inizio estate: catturato,
precipitato, capovolto.
Oreste Casalini
“Balanced/In equilibrio” è un’installazione realizzata da Oreste Casalini
specificamente per il Castello di Rivara durante un periodo di residenza
nell'estate 2013. Due opere autonome messe in relazione tra loro e con
la sala che le ospita, due sculture di grandi dimensioni che evocano la
forma di due angeli, una di fronte all’altra ai lati della sala centrale del
Castello: sulla destra al centro “Beat/Battito”, un grande velo bianco
cavo che contiene suoni, voci, un ritmo scandito; sulla sinistra a parete
“Wave/Onda”, un velo bianco sospeso nell’aria sul quale sono proiettate
immagini e video. Il dialogo tra le opere, tra luci e ombre, pesantezza e
leggerezza, tecniche tradizionali e tecniche contemporanee, esprime una
forma dinamica di equilibrio che è la voce degli angeli, il miracolo che
rende percepibile l’inesprimibile.
Mustafa Sabbagh
Acclamato fotografo di moda italo-giordano, Mustafa Sabbagh è stato
inserito da Peter Weiermair (curatore di fama internazionale) tra i 40
fotografi in attività più importanti del mondo.
Davide Dormino
Davide Dormino è scultore, prima di ogni altra cosa, lavora il marmo
ma soprattutto il ferro che sceglie per disegnare nello spazio. In
“Magnetism” linee e segni grafici raccontano l’energia spontanea,
l’andamento magnetico naturale del coraggio di trasgredire e cambiare
strada.
Omar Ronda
Ronda è il fondatore e ideologo del movimento chiamato “Cracking Art”,
basato sullo studio e le analisi delle origini antropologiche delle materie
fossili (petrolio) e l’utilizzo in forma artistica dei suoi derivati plastici
in forme, immagini e simulacri della natura con il fine di restituire al
petrolio la sua antica immagine poetica ed organica.
Alessio Delfino
Con la serie fotografica “Tarots” l’artista ligure affronta
un’interpretazione personale degli Arcani Maggiori dei Tarocchi
marsigliesi. Le immagini, tutte al femminile e in dimensioni giganti,
sono una dichiarazione di sudditanza dell’essere umano nei confronti del
destino e del maschile nei confronti del femminile.
Daniela Perego
Fiorentina, classe 1961, fino all’età di trent’anni si è occupata di
tutt’altro. L’esordio da artista è stato nel campo nella scultura e
dell’installazione, che ben presto si sono smaterializzati per cedere
il posto alla luce. Il passo verso la fotografia è stato breve e da lì è
arrivata al video. Vive e lavora a Roma dal 1998 ed ha esposto in spazi
istituzionali e gallerie d’arte sia in Italia che all’estero.
Enzo Gagliardino
Muri, finestre, strutture e ciminiere compaiono nella produzione di
Gagliardino in modo ricorrente, quasi a riprodurre, negli elementi
essenziali, l’arbitrarietà dell’abitare e dell’insediarsi della civiltà
contemporanea.
Adriano Campisi
Il sopra è sotto, il dentro è fuori, il peso perde di gravità. Adriano
Campisi costruisce frammenti di scenografie nello spazio prendendo
in prestito elementi decorativi dell’architettura classica. Vasi e oggetti
trovano posto su altari a parete e si caricano di un’aura mistica,
simulano sacri arredi di una cerimonia, irraggiungibili e intoccabili.
Alessandro Giorgi
In “4 materassi bianchi 1 nero” Alessandro Giorgi ha ideato materassi
“soffici”, all’apparenza, utilizzando uno dei materiali più nobili: il
marmo. L’artista pietrifica il materasso, gli attribuisce un significato
eterno, modificando il suo status di oggetto deformabile, che si modella
all’uomo. Il marmo ne pietrifica la forma, e lo esalta a mito, a simbolo,
conferendogli il significato di eternità.
Annamaria Gelmi
Le opere di Annamaria Gelmi si integrano con lo spazio in cui vengono
collocate, attribuendogli valore e significato. Le sue sculture sono
sintetiche e minimaliste, incantano e catturano l’attenzione per l’uso di
materiali diversi, come plexiglas, metacrilato, fogli di acetato, ma anche
ferro, pietra e ottone.
Maurizio Taioli
Nella “Via Crucis” l’artista veronese ha raccolto suggestioni dai diversi
media per ampliare il suo campionario di silhouette in lamiera che
parlano di aggressività e di labilità nel confine tra realtà e finzione, tra
immaginario e vita quotidiana.
Nicus Lucà
“Il ladro di colore” dell’artista torinese Nicus Lucà è una grande bandiera
nera a forma di mano che sventolando ricrea il movimento del classico
gesto furtivo del ladro.
Katia Pugach
Le opere dell’artista russa Katia Pugach non sono soltanto oggetti d’arte,
ma si rivelano come una specie di miracolo laico, una tensione di forze
che trova miracolosamente un nuovo equilibrio: pietre che non devono
stare in piedi, piante che crescono a testa in giù, funghi bianchi puri che
spuntano dalla gomma di pneumatici usati.
IL CASTELLO DI RIVARA
Il Castello di Rivara, situato a 37 chilometri da Torino nelle valli del
Canavese, è un complesso composto da tre edifici indipendenti: il
Castello Medievale, la Villa neobarocca e le Scuderie, immersi in un
parco di oltre 45mila metri quadrati. Ha a disposizione numerosi atéliers
e camere dove abitualmente sono ospitati artisti italiani e stranieri ed
uno spazio espositivo multifunzionale di 2.530 metri quadri. La direzione
artistica è affidata dal 1985 a Franz Paludetto.
Personalità importanti hanno condiviso l’invenzione di questo luogo,
come Aldo Mondino, o hanno avuto l’opportunità di lavorare qui: tra i
tanti, Dan Graham che nelle Scuderie realizzò il Paesaggio Specchiante,
Maurizio Cattelan con la sua Fuga, Gonzales Torres e Raymond Pettibon
che vi hanno vissuto a lungo e che insieme a Paul McCarthy, Lary
Pittman, Larry Johnson e Jeffrey Vallance compaiono nella mostra
“Viaggio a Los Angeles”, realizzata al Castello nel 1993. E ancora,
artisti stranieri e italiani, come Stefano Arienti, John Armleder, Stephan
Balkenhol, Alighiero Boetti, Mirian Cahn, Umberto Cavenago, Giorgio
Ciam, Silvie Fleury, Peter Friedl, Paolo Grassino, Karin Kneffel, Gordon
Matta-Clark, Allan McCollum, Julian Opie, Gianni Piacentino, Hermann
Pitz, Pierluigi Pusole, Sergio Ragalzi, Francesco Sena, Pia Stadtbaumer,
Rudolf Stingel, Luca Vitone e molti altri.
Equinozio d’Autunno
Castello di Rivara - Centro d'Arte Contemporanea
Piazza Sillano 2, Rivara (Torino)
22 settembre – 10 novembre 2013
orari: sab e dom 10.30-12.30/14.30-18.00
con il patrocinio:
Regione Piemonte
Comune di Rivara
organizzazione:
Ass.ne Castello di Rivara – Centro Artistico e Culturale
Piazza Sillano 2 – 10080 Rivara (To)
tel e fax +39 0124 31122
www.castellodirivara.it - info@castellodirivara.it
22
settembre 2013
Equinozio d’Autunno
Dal 22 settembre al 10 novembre 2013
arte contemporanea
Location
CENTRO D’ARTE CONTEMPORANEA – CASTELLO DI RIVARA
Rivara, Piazza Casimiro Sillano, 2, (Torino)
Rivara, Piazza Casimiro Sillano, 2, (Torino)
Orario di apertura
sab e dom 10.30-12.30/14.30-18.00
Vernissage
22 Settembre 2013, ore 11
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