Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Equipe show
L’esposizione/evento si propone di discutere ontologicamente e fisicamente la certezza che scaturisce da ogni spirito che si immerga nel surrealismo e che attraverso tale atto riesca a riviverne l’infanzia.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L'esposizione/evento si propone di discutere ontologicamente e fisicamente la certezza che scaturisce da ogni spirito che si immerga nel surrealismo e che attraverso tale atto riesca a riviverne l’infanzia. Scriveva André Breton sui manifesti del surrealismo del 1924 “Dai ricordi d'infanzia e da alcuni altri si sprigiona un sentimento di inaccaparrato e quindi di "fuorviato" che considero il più fecondo che esista” dando ad intendere che è proprio l’infanzia lo stato che più riesce ad avvicinarsi e cogliere il senso della “vera vita”; ma l’infanzia ormai trascorsa, di cui l’uomo dispone solo parzialmente e sotterraneamente. Quell’infanzia dove tutto concorreva al mero efficace e puro possesso di sé stessi.
È proprio nel 1924 che si può datare di nascita del surrealismo, come un movimento dallo stesso Breton definito “al di fuori di ogni preoccupazione estetica e morale” atto a liberare l’espressione, lasciandola vagare incondizionata nei territori dell’inconscio, del sogno e dell’automatismo psichico per dar forma ai propri rimossi, alle paure, alle associazioni mentali. Gli effetti della liberazione surrealista si palesano sulla pittura d’azione del secondo dopoguerra fino a giungere alla magica frase “l’immaginazione al potere” scandita sui muri parigini nel 1968.
Cosa e come tale impeto liberatorio è giunto fino ai nostri giorni?
Non ritenendo più che l’espressione possa essere esaustivamente incarnata solo nell’oggetto artistico, sappiamo con certezza che ogni risposta soggettiva, surreale ed emozionale non è soltanto importante ma parte integrante alla nostra completa ed estetica esperienza dell’arte. Crediamo oggi esista una certa affinità ed interazione tra le intenzioni degli artisti e le reazioni degli spettatori. É in questo clima di criticità e contemporaneità che 21 artisti (David Aaron Angeli, Baba del latte, Angelarosa Benevento, Andrea Caltran, Mariarita Ceriani, Collettivo Goghi&Goghi, Francesco Cossu, feeela, Annalisa Filippi, Vittorio Gionta, Viky Keller, Lome, Sonia Lunardelli, MoniQue, Angelo Morandini, Sarah Mutinelli, Denis Pascon, Omar Pizzini, Tiziana Poli, David Spigolon) coscienti della varietà stilistica dell’arte e del contesto storico culturale in cui vivono, hanno scelto di leggere la frase di Breton in parallelo con le loro pratiche artistiche, presentando e discutendo il loro lavoro anche in relazione allo specifico spazio espositivo (Equipe 5, vecchia cantina del vino, a Mezzolombrado) nel tentativo di iniziare un intimo e attivo dialogo -contemplativo liberatorio- con sé stessi e con i visitatori-spettatori.
È proprio nel 1924 che si può datare di nascita del surrealismo, come un movimento dallo stesso Breton definito “al di fuori di ogni preoccupazione estetica e morale” atto a liberare l’espressione, lasciandola vagare incondizionata nei territori dell’inconscio, del sogno e dell’automatismo psichico per dar forma ai propri rimossi, alle paure, alle associazioni mentali. Gli effetti della liberazione surrealista si palesano sulla pittura d’azione del secondo dopoguerra fino a giungere alla magica frase “l’immaginazione al potere” scandita sui muri parigini nel 1968.
Cosa e come tale impeto liberatorio è giunto fino ai nostri giorni?
Non ritenendo più che l’espressione possa essere esaustivamente incarnata solo nell’oggetto artistico, sappiamo con certezza che ogni risposta soggettiva, surreale ed emozionale non è soltanto importante ma parte integrante alla nostra completa ed estetica esperienza dell’arte. Crediamo oggi esista una certa affinità ed interazione tra le intenzioni degli artisti e le reazioni degli spettatori. É in questo clima di criticità e contemporaneità che 21 artisti (David Aaron Angeli, Baba del latte, Angelarosa Benevento, Andrea Caltran, Mariarita Ceriani, Collettivo Goghi&Goghi, Francesco Cossu, feeela, Annalisa Filippi, Vittorio Gionta, Viky Keller, Lome, Sonia Lunardelli, MoniQue, Angelo Morandini, Sarah Mutinelli, Denis Pascon, Omar Pizzini, Tiziana Poli, David Spigolon) coscienti della varietà stilistica dell’arte e del contesto storico culturale in cui vivono, hanno scelto di leggere la frase di Breton in parallelo con le loro pratiche artistiche, presentando e discutendo il loro lavoro anche in relazione allo specifico spazio espositivo (Equipe 5, vecchia cantina del vino, a Mezzolombrado) nel tentativo di iniziare un intimo e attivo dialogo -contemplativo liberatorio- con sé stessi e con i visitatori-spettatori.
16
luglio 2010
Equipe show
Dal 16 al 21 luglio 2010
arte contemporanea
Location
EQUIPE 5
Mezzolombardo, centro storico, (Trento)
Mezzolombardo, centro storico, (Trento)
Sito web
www.leviedellarte.it
Autore
Curatore