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ERBEN, VIALLAT, ZAPPETTINI. Tre maestri della pittura analitica europea
Nello spazio milanese di via Gorani 8, MAAB Gallery, ospitando i lavori di tre grandi maestri della pittura analitica europea, prosegue la valorizzazione storico-scientifica dei principali movimenti che hanno segnato l’arte internazionale tra gli anni Sessanta e Settanta.
Comunicato stampa
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Sotto la nuova denominazione MAAB Gallery lo spazio milanese di via Gorani 8 prosegue la valorizzazione storico-scientifica dei principali movimenti che hanno segnato l’arte internazionale tra gli anni Sessanta e Settanta. Per l’avvio della stagione espositiva 2013-2014, è in programma una mostra dedicata a tre protagonisti europei della Pittura Analitica: Ulrich Erben, Claude Viallat, Gianfranco Zappettini.
I tre pittori furono tra i principali nomi di quella situazione europea degli anni Settanta che, all’epoca classificata sotto varie denominazioni e oggi più chiaramente identificata dagli storici come Pittura Analitica, operò una decostruzione e ricostruzione del linguaggio pittorico. Si veniva infatti dall’avvento del Concettuale e di quelle espressioni che bollavano la pittura come inutile, anacronistica o addirittura morta, mettendone in dubbio la necessità e il futuro.
Pur provenendo da tre paesi diversi (rispettivamente Germania, Francia e Italia) i percorsi di Erben, Viallat e Zappettini si sono intrecciati più volte nei musei italiani e stranieri. Tutti e tre contemporaneamente hanno esposto in tre storiche mostre: “Pittura” al Palazzo Ducale di Genova (1975), “Concerning Painting...”, itinerante in vari musei olandesi (1975- 1976), e “I colori della pittura” all’Istituto Italo-Latino Americano di Roma (1976). Inoltre, Erben e Zappettini furono invitati a “documenta 6” di Kassel (1977), l’edizione che storicizzò gli Analitici e al contempo segnò la rinascita europea della figurazione: la pittura, grazie anche alle indagini e all’opera dei tre artisti e dei loro compagni di strada, aveva superato la prova.
Erben ha sempre svolto una ricerca sullo spazio all’interno della tela, delimitato non tanto dalla linea quanto da una sovrapposizione o un affiancamento di campiture. Viallat ha identificato fin da subito un “marchio” distintivo col quale ha segnato tele libere e altri spazi, senza necessità di telaio. Zappettini ha analizzato il processo di lavoro che porta alla definizione di superficie eliminando ogni riferimento altro e utilizzando solo il bianco e il rullo da imbianchino.
In questa mostra, si potranno ammirare tre storici pezzi di grandi dimensioni (uno per artista) e alcuni lavori recenti di misure più contenute, che testimoniano come la loro ricerca sia proseguita nei decenni successivi con nuovi spunti e nuovi slanci, ma sempre aventi al centro dell’attenzione le molteplici possibilità del linguaggio pittorico.
I tre pittori furono tra i principali nomi di quella situazione europea degli anni Settanta che, all’epoca classificata sotto varie denominazioni e oggi più chiaramente identificata dagli storici come Pittura Analitica, operò una decostruzione e ricostruzione del linguaggio pittorico. Si veniva infatti dall’avvento del Concettuale e di quelle espressioni che bollavano la pittura come inutile, anacronistica o addirittura morta, mettendone in dubbio la necessità e il futuro.
Pur provenendo da tre paesi diversi (rispettivamente Germania, Francia e Italia) i percorsi di Erben, Viallat e Zappettini si sono intrecciati più volte nei musei italiani e stranieri. Tutti e tre contemporaneamente hanno esposto in tre storiche mostre: “Pittura” al Palazzo Ducale di Genova (1975), “Concerning Painting...”, itinerante in vari musei olandesi (1975- 1976), e “I colori della pittura” all’Istituto Italo-Latino Americano di Roma (1976). Inoltre, Erben e Zappettini furono invitati a “documenta 6” di Kassel (1977), l’edizione che storicizzò gli Analitici e al contempo segnò la rinascita europea della figurazione: la pittura, grazie anche alle indagini e all’opera dei tre artisti e dei loro compagni di strada, aveva superato la prova.
Erben ha sempre svolto una ricerca sullo spazio all’interno della tela, delimitato non tanto dalla linea quanto da una sovrapposizione o un affiancamento di campiture. Viallat ha identificato fin da subito un “marchio” distintivo col quale ha segnato tele libere e altri spazi, senza necessità di telaio. Zappettini ha analizzato il processo di lavoro che porta alla definizione di superficie eliminando ogni riferimento altro e utilizzando solo il bianco e il rullo da imbianchino.
In questa mostra, si potranno ammirare tre storici pezzi di grandi dimensioni (uno per artista) e alcuni lavori recenti di misure più contenute, che testimoniano come la loro ricerca sia proseguita nei decenni successivi con nuovi spunti e nuovi slanci, ma sempre aventi al centro dell’attenzione le molteplici possibilità del linguaggio pittorico.
03
ottobre 2013
ERBEN, VIALLAT, ZAPPETTINI. Tre maestri della pittura analitica europea
Dal 03 ottobre all'otto novembre 2013
arte contemporanea
Location
MAAB GALLERY
Milano, Via Gorani, 8, (Milano)
Milano, Via Gorani, 8, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì 10.30-18
Vernissage
3 Ottobre 2013, ore 18
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