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Eredità del Simbolismo. Mitologie, etnografie, esoterismi
Servendosi dei modi dell’antropologia dell’arte, la mostra riflette sulle miniere della fantasia simbolista e su come queste abbiano alimentato i sogni e le visioni di molti artisti contemporanei
Comunicato stampa
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Nel 2007 ricorrono i 150 anni della nascita di Max Klinger (1857-1920), uno degli indiscussi protagonisti del Simbolismo, e i 120 anni della nascita di Aroldo Bonzagni (1887-1918), artista di origini centesi che più di altri seppe interpretare lo spirito modernista del Novecento italiano. Tenendo conto della fugace, ma non banale, attenzione che Bonzagni riservò anche alle poetiche simboliste, la Galleria d’Arte Moderna di Cento (FE) e il Centro Etnografico Ferrarese, che quest’anno festeggia i 35 anni di attività, accomunano in un unico ideale ricordo entrambi gli artisti e dedicano all’universo delle visioni simboliste e alle sue eredità uno sfizioso appuntamento espositivo: EREDITÀ DEL SIMBOLISMO. Mitologie, etnografie, esoterismi.
Servendosi dei modi dell’antropologia dell’arte, la mostra riflette sulle miniere della fantasia simbolista e su come queste abbiano alimentato i sogni e le visioni di molti artisti contemporanei.
Del Simbolismo si ha spesso un’idea confusa, perché non si tratta di un modo di dipingere, di uno speciale stile. È piuttosto un clima, un particolare modo di scoprire poetiche che vanno oltre le apparenze sensibili. Divenne moda imperante fra gli anni settanta del XIX secolo e il primo conflitto mondiale.
Nel Simbolismo l’inverosimile diventa verosimile, la fantasia regna sovrana ed esplora i più sottili moti dell’animo, i misteri della natura, l’inconscio, gli universi onirici. Vi trionfa il decadentismo, si indulge alla sensualità, alle morbosità. Il mondo simbolista è vastissimo e vi appartengono artisti di differenti scuole. Le sue radici si perdono nel Romanticismo.
Dopo aver attraversato l’Art Nouveau, il Divisionismo, l’Espressionismo, e alimentato il Surrealismo, la miniera simbolista non si è mai totalmente esaurita e molte sue pagine hanno avuto seguito nell’immaginario artistico contemporaneo. Dall’universo simbolista infatti ha tratto alimento la produzione iconografica di numerose sottoculture oggi attive quali dark, gothic, new victorian, heavy metal, new age.
La mostra Eredità del Simbolismo scava nelle “mitologie simboliste” e riporta alla luce opere di artisti storicizzati poco noti al grande pubblico italiano (pur senza trascurare alcuni dei protagonisti più in vista). L’esposizione legge innanzitutto quel clima visionario che fra Ottocento e Novecento fu alimentato, in un intreccio non sempre districabile, dai patrimoni popolari, mitici e leggendari, che le nascenti moderne scienze dell’uomo (etnografia, antropologia culturale, storia delle religioni e psicanalisi) andavano riscoprendo, interpretando, riattualizzando in parallelo alle scienze occulte e ai circoli esoterici, (satanisti, magicisti, teosofisti) che stavano dilagando da Parigi a Londra, da Praga a Firenze. Queste intersezioni fra visioni etnografiche, psicanalitiche e tensioni esoteriche sembrano una utile chiave per leggere, anche nel contesto sociale contemporaneo, il successo di immagini ed artisti che non è improprio definire New Symbolist.
Sondate non con il piccone della teoria e della critica artistica ma da un’antropologia dell’arte attenta alle mentalità, le miniere simboliste non sembrano essersi esaurite nelle convulsioni della prima guerra mondiale. Ridimensionati, ma non estinti, i fantasmi simbolisti sono rimasti attivi sino ad oggi nella produzione grafica ed exlibristica dei grandi incisori ceki e più in generale dell’Est europeo; e persino in Italia questi fantasmi sono stati nutriti, soprattutto dall’incisione, ben oltre la metà del Novecento. In ambito internazionale (Stati Uniti, Francia, Giappone, ecc.), l’illustrazione editoriale di genere “fantasy” e i comics hanno dato ampio rifugio ai sogni simbolisti, aggiornandoli.
Prendendo in considerazione un periodo di 130 anni e più di 120 opere, alternando dipinti, incisioni, disegni, sculture, fotografie e opere digitali, la mostra offre al visitatore la possibilità di scoprire imprevedibili fantastiche visioni, e di valutare quali debiti molta iconica modernità debba riconoscere al Simbolismo.
La mostra è articolata nelle seguenti sezioni tematiche: Fisionomie dell’ignoto - Effluvi liliali - Cime e abissi della voluttà - Seduzioni macabre – Diavolerie - Creature della luce e delle tenebre - Ebbrezze mistiche - Gli sguardi di Medusa.
Servendosi dei modi dell’antropologia dell’arte, la mostra riflette sulle miniere della fantasia simbolista e su come queste abbiano alimentato i sogni e le visioni di molti artisti contemporanei.
Del Simbolismo si ha spesso un’idea confusa, perché non si tratta di un modo di dipingere, di uno speciale stile. È piuttosto un clima, un particolare modo di scoprire poetiche che vanno oltre le apparenze sensibili. Divenne moda imperante fra gli anni settanta del XIX secolo e il primo conflitto mondiale.
Nel Simbolismo l’inverosimile diventa verosimile, la fantasia regna sovrana ed esplora i più sottili moti dell’animo, i misteri della natura, l’inconscio, gli universi onirici. Vi trionfa il decadentismo, si indulge alla sensualità, alle morbosità. Il mondo simbolista è vastissimo e vi appartengono artisti di differenti scuole. Le sue radici si perdono nel Romanticismo.
Dopo aver attraversato l’Art Nouveau, il Divisionismo, l’Espressionismo, e alimentato il Surrealismo, la miniera simbolista non si è mai totalmente esaurita e molte sue pagine hanno avuto seguito nell’immaginario artistico contemporaneo. Dall’universo simbolista infatti ha tratto alimento la produzione iconografica di numerose sottoculture oggi attive quali dark, gothic, new victorian, heavy metal, new age.
La mostra Eredità del Simbolismo scava nelle “mitologie simboliste” e riporta alla luce opere di artisti storicizzati poco noti al grande pubblico italiano (pur senza trascurare alcuni dei protagonisti più in vista). L’esposizione legge innanzitutto quel clima visionario che fra Ottocento e Novecento fu alimentato, in un intreccio non sempre districabile, dai patrimoni popolari, mitici e leggendari, che le nascenti moderne scienze dell’uomo (etnografia, antropologia culturale, storia delle religioni e psicanalisi) andavano riscoprendo, interpretando, riattualizzando in parallelo alle scienze occulte e ai circoli esoterici, (satanisti, magicisti, teosofisti) che stavano dilagando da Parigi a Londra, da Praga a Firenze. Queste intersezioni fra visioni etnografiche, psicanalitiche e tensioni esoteriche sembrano una utile chiave per leggere, anche nel contesto sociale contemporaneo, il successo di immagini ed artisti che non è improprio definire New Symbolist.
Sondate non con il piccone della teoria e della critica artistica ma da un’antropologia dell’arte attenta alle mentalità, le miniere simboliste non sembrano essersi esaurite nelle convulsioni della prima guerra mondiale. Ridimensionati, ma non estinti, i fantasmi simbolisti sono rimasti attivi sino ad oggi nella produzione grafica ed exlibristica dei grandi incisori ceki e più in generale dell’Est europeo; e persino in Italia questi fantasmi sono stati nutriti, soprattutto dall’incisione, ben oltre la metà del Novecento. In ambito internazionale (Stati Uniti, Francia, Giappone, ecc.), l’illustrazione editoriale di genere “fantasy” e i comics hanno dato ampio rifugio ai sogni simbolisti, aggiornandoli.
Prendendo in considerazione un periodo di 130 anni e più di 120 opere, alternando dipinti, incisioni, disegni, sculture, fotografie e opere digitali, la mostra offre al visitatore la possibilità di scoprire imprevedibili fantastiche visioni, e di valutare quali debiti molta iconica modernità debba riconoscere al Simbolismo.
La mostra è articolata nelle seguenti sezioni tematiche: Fisionomie dell’ignoto - Effluvi liliali - Cime e abissi della voluttà - Seduzioni macabre – Diavolerie - Creature della luce e delle tenebre - Ebbrezze mistiche - Gli sguardi di Medusa.
11
marzo 2007
Eredità del Simbolismo. Mitologie, etnografie, esoterismi
Dall'undici marzo al 03 giugno 2007
arte moderna e contemporanea
Location
PINACOTECA CIVICA – CIVICA GALLERIA D’ARTE MODERNA ARNOLDO BONZAGNI – PALAZZO DEL GOVERNATORE
Cento, Piazza Del Guercino, 39, (Ferrara)
Cento, Piazza Del Guercino, 39, (Ferrara)
Orario di apertura
venerdì, sabato, domenica e festivi 9.30-12.30 e 16.00-19.00, altri giorni su appuntamento
Vernissage
11 Marzo 2007, ore 16.30
Autore
Curatore