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Eredità della Macchia
Esposizione dedicata alla produzione artistica del movimento macchiaiolo, da Malesci ai Labronici.
Comunicato stampa
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La galleria Pisacane Arte inaugura mercoledì 6 giugno, dalle ore 18.30 in via Pisacane 36 a Milano, in associazione con l'Iniziativa Novecento Italiano promossa dal Comune di Milano, la mostra Eredità della Macchia, un excursus tra gli artisti che si sono dedicati alla pittura di paesaggio d'ispirazione macchiaiola. Dalle acqueforti di Fattori, passando per le opere degli artisti post macchiaioli, come Giovanni Malesci, fino ad arrivare agli esponenti del gruppo Labronico, come Carlo Domenici.
Il percorso espositivo comprende circa trenta opere tra cui: la collezione completa di acqueforti appartenenti alla cosiddetta raccolta “Tiratura del centenario” del massimo esponente del movimento, Giovanni Fattori, messe in relazione con le tele e le tavole di Giovanni Malesci; le opere del post-macchiaiolo Giuseppe Comparini e ,infine, una sezione dedicata al gruppo dei Labronici, che annovera tra i componenti nomi come Carlo Domenici, Giovanni March e Giovanni Lomi. Una speciale sezione sarà dedicata agli eredi dei macchialioli più contemporanei, Antonio Sbrana e Angiolo Volpe.
I visitatori potranno così fruire di una visione a tutto tondo della produzione del movimento della macchia riuscendo a captarne le varie declinazioni che l'hanno caratterizzata nel corso degli anni, reinterpretando quelle atmosfere tipiche dell'Ottocento, dove a Firenze si andava via via affermando la teoria secondo la quale non era importante rappresentare ciò che si vedeva con dovizia di dettagli, così come imponeva il formalismo accademico, ma che la visione delle forme fosse create dalla luce, riprodotta come macchia di colore, da qui il termine macchiaioli. Il gruppo toscano fu, così, libero di rendere con immediatezza ciò che più desiderava e, così come per gli Impressionisti, i paesaggi, le luci naturali e giochi d'acqua erano i soggetti che più permettevano la sperimentazione di questo loro precetto.
Il percorso prevede quindi una serie di artisti e soggetti che nel corso del '900 si sono dedicati alla pittura di paesaggio di ispirazione macchiaiola, fino ai contemporanei. Si potranno ammirare scorci di paesaggi toscani, come nell'opera “Vialetto alle cascine” di Comparini, dove una tipica strada di campagna toscana è percorsa da un contadino all'ombra di un filare di querce, oppure scorci marittimi, come in “Camogli” di Giovanni Malesci, dove la spiaggetta vicino alla basilica di Santa Maria Assunta è resa con colori brillanti.
Un'altra notevole sezione esposta in mostra è quella dedicata alla raccolta di 166 acqueforti del massimo esponente del movimento Giovanni Fattori. Realizzate grazie a Giovanni Malesci, allievo ed erede universale dell'artista, il quale lasciò in eredità allo Stato italiano 164 lastre originali. L'edizione esposta venne pubblicata il 6 settembre 1925 a Firenze dall'editore Benaglia in occasione del centenario della nascita dell'artista, per questo motivo è conosciuta tra gli estimatori come “Tiratura del centenario”.
A conclusione della mostra saranno presentate le opere del gruppo dei Labronici. Movimento che nacque negli anni '20 a Livorno. Esposti si troveranno oli di Carlo Domenici, Giovanni March e Giovanni Lomi. Oltre a quelle già citate, ricordiamo l'ultima corrente di impronta macchiaiola che ancora vive con Antonio Sbrana e Angiolo Volpe, anche le loro opere saranno comprese all'interno dell'esposizione.
Ogni singola opera è invasa da colori e pennellate, che ricordano l'arte più classica, quella dei paesaggi en plein air, colti nella loro totalità con maestria nell'uso di colori e giochi di luci. Immagini capaci di restituire scene campestri vere e genuine, lasciando una testimonianza della vita di campagna di inizio secolo e diventando evocazioni storiche di scorci oramai dimenticati.
Il percorso espositivo comprende circa trenta opere tra cui: la collezione completa di acqueforti appartenenti alla cosiddetta raccolta “Tiratura del centenario” del massimo esponente del movimento, Giovanni Fattori, messe in relazione con le tele e le tavole di Giovanni Malesci; le opere del post-macchiaiolo Giuseppe Comparini e ,infine, una sezione dedicata al gruppo dei Labronici, che annovera tra i componenti nomi come Carlo Domenici, Giovanni March e Giovanni Lomi. Una speciale sezione sarà dedicata agli eredi dei macchialioli più contemporanei, Antonio Sbrana e Angiolo Volpe.
I visitatori potranno così fruire di una visione a tutto tondo della produzione del movimento della macchia riuscendo a captarne le varie declinazioni che l'hanno caratterizzata nel corso degli anni, reinterpretando quelle atmosfere tipiche dell'Ottocento, dove a Firenze si andava via via affermando la teoria secondo la quale non era importante rappresentare ciò che si vedeva con dovizia di dettagli, così come imponeva il formalismo accademico, ma che la visione delle forme fosse create dalla luce, riprodotta come macchia di colore, da qui il termine macchiaioli. Il gruppo toscano fu, così, libero di rendere con immediatezza ciò che più desiderava e, così come per gli Impressionisti, i paesaggi, le luci naturali e giochi d'acqua erano i soggetti che più permettevano la sperimentazione di questo loro precetto.
Il percorso prevede quindi una serie di artisti e soggetti che nel corso del '900 si sono dedicati alla pittura di paesaggio di ispirazione macchiaiola, fino ai contemporanei. Si potranno ammirare scorci di paesaggi toscani, come nell'opera “Vialetto alle cascine” di Comparini, dove una tipica strada di campagna toscana è percorsa da un contadino all'ombra di un filare di querce, oppure scorci marittimi, come in “Camogli” di Giovanni Malesci, dove la spiaggetta vicino alla basilica di Santa Maria Assunta è resa con colori brillanti.
Un'altra notevole sezione esposta in mostra è quella dedicata alla raccolta di 166 acqueforti del massimo esponente del movimento Giovanni Fattori. Realizzate grazie a Giovanni Malesci, allievo ed erede universale dell'artista, il quale lasciò in eredità allo Stato italiano 164 lastre originali. L'edizione esposta venne pubblicata il 6 settembre 1925 a Firenze dall'editore Benaglia in occasione del centenario della nascita dell'artista, per questo motivo è conosciuta tra gli estimatori come “Tiratura del centenario”.
A conclusione della mostra saranno presentate le opere del gruppo dei Labronici. Movimento che nacque negli anni '20 a Livorno. Esposti si troveranno oli di Carlo Domenici, Giovanni March e Giovanni Lomi. Oltre a quelle già citate, ricordiamo l'ultima corrente di impronta macchiaiola che ancora vive con Antonio Sbrana e Angiolo Volpe, anche le loro opere saranno comprese all'interno dell'esposizione.
Ogni singola opera è invasa da colori e pennellate, che ricordano l'arte più classica, quella dei paesaggi en plein air, colti nella loro totalità con maestria nell'uso di colori e giochi di luci. Immagini capaci di restituire scene campestri vere e genuine, lasciando una testimonianza della vita di campagna di inizio secolo e diventando evocazioni storiche di scorci oramai dimenticati.
06
giugno 2018
Eredità della Macchia
Dal 06 al 30 giugno 2018
arte moderna e contemporanea
Location
PISACANE ARTE
Milano, Via Carlo Pisacane, 36, (Milano)
Milano, Via Carlo Pisacane, 36, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 10-19
sabato 10-13 e 15-19
Vernissage
6 Giugno 2018, h 18.30
Autore
Curatore