Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Erik Messori – Vite negate
Un progetto complessivamente intonato al reportage sociale, sviluppato attravrso una raccolta di immagini che affrontano una realtà scomoda, spesso dimenticata oppure volutamente ignorata: la vita in canile.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
VITE NEGATE è un progetto complessivamente intonato al reportage sociale, sviluppato attraverso una raccolta di immagini che affrontano una realtà scomoda, spesso dimenticata oppure volutamente ignorata: la vita in canile.
Le fotografie di Messori si confrontano con un tema potenzialmente “rischioso” - inflazionato in partenza dal folklore delle pur sacrosante militanze animaliste degli ultimi decenni - muovendosi in ogni caso al di fuori dell'enfasi retorica, del moralismo o della tardiva denuncia. Per una volta, grazie all'obiettivo che zooma in ed out sul pudico riserbo di una dignità canina sottratta alla strumentalizzazione, su di una chiara e semplice richiesta di ascolto - della propria storia (delle proprie storie!) e della propria sofferenza -, è il cosiddetto “miglior amico dell'uomo” a farla da protagonista, senz'altro filtro che un registro lirico capace di stemperare, pur senza risparmiarne l'evidenza, l'atrocità della vita in canile. Storie di abbandono, storie di crudeltà, vite negate appunto; l'uomo compare solo sullo sfondo del racconto in virtù della propria assenza, è qui ricondotto a responsabilità dal vuoto che si percepisce negli occhi smarriti dei veri protagonisti. Ma anche vite che esprimono determinazione, volontà di non arrendersi, bisogno ancora forte di affetto ed attenzione, speranza di redenzione. Le fotografie in bianco e nero di Messori danno semplicemente voce a sguardi che chiedono di raggiungerci da dietro le sbarre, di incrociarsi con l'intelligenza e la sensibilità di chi li vorrà cogliere. Poi si sa: ogni incontro è un'esperienza unica con possibilità di sviluppo imprevedibili.
Proprio sulla base di questa chiave di lettura, va colta tra le righe anche l’esperienza personale del fotografo, che ha accettato di calarsi nella realtà del suo progetto al prezzo della rinuncia alla – per certi versi rassicurante, comoda sicuramente – posizione di lontano osservatore. Quella neutralità che in realtà tradisce una profonda compartecipazione ai vissuti fissati su pellicola, vuole essere narrazione, articolazione di un percorso di senso, e per ciò stesso immersione, non distanza. Per strutturare il proprio lavoro, per farsi interprete di un racconto direttamente scaturito dal modo di essere e di porsi degli animali, Messori si è infatti ripetutamente misurato di persona con la scomodità, la tensione e la sofferenza di quegli ambienti, di quei luoghi del rimosso.
Gianluca Ruggerini
Erik Messori nasce nell’ estate del 1973 a Reggio Emilia. Studia fotografia a Milano, dal 2001 il suo lavoro si concentra in un’attività di reportage che lo porta ad indagare gli aspetti sociali di luoghi e persone che vivono nell'ombra. Inizia così un personale percorso fotografico che partendo dai canili del nord Italia, dal mondo dei lavoratori notturni e dai clochard, dal variegato panorama delle associazioni di volontariato lo porterà verso i luoghi del conflitto e dell'abbandono, dal Kosovo a Chernobyl. I risultati della sua ricerca fotografica sono stati spesso oggetto di mostre in diverse città italiane successivamente pubblicate in diversi magazine italiani. Attualmente collabora come free lance per l'agenzia F 4 di Torino.
Potete visitare le varie gallerie fotografiche nel sito ufficiale www.mediamex.it , inoltre è possibile tenersi informanti delle varie esposizioni ed iniziative che riguardano il fotografo.
Le fotografie di Messori si confrontano con un tema potenzialmente “rischioso” - inflazionato in partenza dal folklore delle pur sacrosante militanze animaliste degli ultimi decenni - muovendosi in ogni caso al di fuori dell'enfasi retorica, del moralismo o della tardiva denuncia. Per una volta, grazie all'obiettivo che zooma in ed out sul pudico riserbo di una dignità canina sottratta alla strumentalizzazione, su di una chiara e semplice richiesta di ascolto - della propria storia (delle proprie storie!) e della propria sofferenza -, è il cosiddetto “miglior amico dell'uomo” a farla da protagonista, senz'altro filtro che un registro lirico capace di stemperare, pur senza risparmiarne l'evidenza, l'atrocità della vita in canile. Storie di abbandono, storie di crudeltà, vite negate appunto; l'uomo compare solo sullo sfondo del racconto in virtù della propria assenza, è qui ricondotto a responsabilità dal vuoto che si percepisce negli occhi smarriti dei veri protagonisti. Ma anche vite che esprimono determinazione, volontà di non arrendersi, bisogno ancora forte di affetto ed attenzione, speranza di redenzione. Le fotografie in bianco e nero di Messori danno semplicemente voce a sguardi che chiedono di raggiungerci da dietro le sbarre, di incrociarsi con l'intelligenza e la sensibilità di chi li vorrà cogliere. Poi si sa: ogni incontro è un'esperienza unica con possibilità di sviluppo imprevedibili.
Proprio sulla base di questa chiave di lettura, va colta tra le righe anche l’esperienza personale del fotografo, che ha accettato di calarsi nella realtà del suo progetto al prezzo della rinuncia alla – per certi versi rassicurante, comoda sicuramente – posizione di lontano osservatore. Quella neutralità che in realtà tradisce una profonda compartecipazione ai vissuti fissati su pellicola, vuole essere narrazione, articolazione di un percorso di senso, e per ciò stesso immersione, non distanza. Per strutturare il proprio lavoro, per farsi interprete di un racconto direttamente scaturito dal modo di essere e di porsi degli animali, Messori si è infatti ripetutamente misurato di persona con la scomodità, la tensione e la sofferenza di quegli ambienti, di quei luoghi del rimosso.
Gianluca Ruggerini
Erik Messori nasce nell’ estate del 1973 a Reggio Emilia. Studia fotografia a Milano, dal 2001 il suo lavoro si concentra in un’attività di reportage che lo porta ad indagare gli aspetti sociali di luoghi e persone che vivono nell'ombra. Inizia così un personale percorso fotografico che partendo dai canili del nord Italia, dal mondo dei lavoratori notturni e dai clochard, dal variegato panorama delle associazioni di volontariato lo porterà verso i luoghi del conflitto e dell'abbandono, dal Kosovo a Chernobyl. I risultati della sua ricerca fotografica sono stati spesso oggetto di mostre in diverse città italiane successivamente pubblicate in diversi magazine italiani. Attualmente collabora come free lance per l'agenzia F 4 di Torino.
Potete visitare le varie gallerie fotografiche nel sito ufficiale www.mediamex.it , inoltre è possibile tenersi informanti delle varie esposizioni ed iniziative che riguardano il fotografo.
01
dicembre 2007
Erik Messori – Vite negate
Dal primo al 22 dicembre 2007
fotografia
Location
SALA CIVICA
Rubiera, Via Terraglio, (Reggio Nell'emilia)
Rubiera, Via Terraglio, (Reggio Nell'emilia)
Orario di apertura
tutti i sabati e domeniche dalle 10.00 - 12.30 e 15.00 - 18.00.
Vernissage
1 Dicembre 2007, ore 17.30
Sito web
www.mediamex.it
Autore