Ermanno Toschi (nato a Lugo di Romagna il 4/4/1906, muore al Girone l’11 febbraio 1999 alla soglia dei 93 anni) è stato un maestro complesso, in perfetto equilibrio, come hanno sottolineato quanti si sono occupati di lui, fra antico e moderno. Come pittore, è stato sicuro nella composizione, saldo nel disegno, raffinato nei toni cromatici. Specialmente nei ritratti, ha saputo cogliere, di fronte alla moglie e agli amici più cari, la verità intima di quanti hanno posato per lui. Ha attraversato la Firenze del ‘900 più carico di scontri e di confronti, quando le battagliere pattuglie d’avanguardia incrociavano appassionati duelli dialettici con gli artisti di Novecento e con quanti cercavano di riesumare lo spirito polemico insito nella natura toscana e di rilanciarlo, come categoria dello spirito, nell’avventura di Soprapaese. Da fiorentino sincero, ha saputo dipingere i disastri bellici, facendosi cronista attento dello scempio perpetrato ai danni di chiese e dei quartieri storici.

In seguito, Toschi è stato attivo anche nel restauro, impegnato non per via di alambicchi e solventi, ma come umanista reale, convinto di portare nel ripristino della pittura antica un soffio di esperienza pittorica di cui si sapeva servire nei raccordi, leciti e rigorosi, che le opere antiche richiedevano.