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Ernesto A. Ubertiello – Calma Assoluta
Mostra personale dell’artista E. A. Ubertiello
Comunicato stampa
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“ Immagini evocative tra emozioni e pluralità espressive “
Guardando le opere dell’artista Ernesto Angelo Ubertiello si è tentati di condividere una famosa frase dello scrittore Hofmannsthal: “La profondità va nascosta. Dove? Alla superficie”. E’ ciò che si può scoprire in molte delle opere che caratterizzano la sua vasta produzione artistica ed in particolare nei Trittici che sono il tentativo di rendere l’immagine non solo fonte di emozioni o di leggerezze visive ma evidente predisposizione a considerare l’arte come un medium per accattivanti ed immediate suggestioni legate alla “profondità” dei propri ricordi, delle proprie esperienze, della propria identità che vivono la “superficie” della semplicità evocativa. Con sicura e raffinata tecnica, le opere di Ubertiello sembrano appartenere ad un mondo che tende, gradualmente, a scomparire e che, in modo inesorabile, sta, nel frattempo, cancellando ogni traccia del passato non solo remoto, ma recente. La sua poetica artistica sembra non risentire la presenza negativa della cultura dell’effimero,del disordine, dell’artificiale, del virtuale e del nulla. La sua “scrittura” è caratterizzata dalla ricerca delle luminosità che attraversano gli oggetti che vivono in noi e la Natura che vive fuori di noi, La Natura dei grandi e sconfinati spazi vitali, quella dei rapporti armonici delle bellezze architettoniche e dei silenzi che avvolgono la nostra esistenza come l’ascolto delle onde del mare ( es. il “Trittico nel secchiello” ), che sembra, anche, suggerirci un atteggiamento di misteriosa religiosità. L’Arte di Ubertiello ci ripropone sguardi antichi: per esempio nelle diverse nature morte o nei particolari degli oggetti della quotidianità di maggiore evocazione emotiva che richiamano le carezze dei sogni e della speranza. Il suo immaginario non è finzione creativa ma è piacevole sintesi tra realtà, memoria e identità “narcisistiche”, dove la percezione delle sfumature del bello ritagliano il sensibile evocativo della corporeità espressiva. L’arte non è solo “verità” o “rivelazione” è, nel caso dell’artista Ubertiello, coscienza del sensibile, una forza indagatrice tra i simboli del nostro sentire e l’intuizione immaginativa che tende ad offuscarsi nell’epoca delle tristi solitudini esistenziali.
Prof. Franchino Falsetti
Guardando le opere dell’artista Ernesto Angelo Ubertiello si è tentati di condividere una famosa frase dello scrittore Hofmannsthal: “La profondità va nascosta. Dove? Alla superficie”. E’ ciò che si può scoprire in molte delle opere che caratterizzano la sua vasta produzione artistica ed in particolare nei Trittici che sono il tentativo di rendere l’immagine non solo fonte di emozioni o di leggerezze visive ma evidente predisposizione a considerare l’arte come un medium per accattivanti ed immediate suggestioni legate alla “profondità” dei propri ricordi, delle proprie esperienze, della propria identità che vivono la “superficie” della semplicità evocativa. Con sicura e raffinata tecnica, le opere di Ubertiello sembrano appartenere ad un mondo che tende, gradualmente, a scomparire e che, in modo inesorabile, sta, nel frattempo, cancellando ogni traccia del passato non solo remoto, ma recente. La sua poetica artistica sembra non risentire la presenza negativa della cultura dell’effimero,del disordine, dell’artificiale, del virtuale e del nulla. La sua “scrittura” è caratterizzata dalla ricerca delle luminosità che attraversano gli oggetti che vivono in noi e la Natura che vive fuori di noi, La Natura dei grandi e sconfinati spazi vitali, quella dei rapporti armonici delle bellezze architettoniche e dei silenzi che avvolgono la nostra esistenza come l’ascolto delle onde del mare ( es. il “Trittico nel secchiello” ), che sembra, anche, suggerirci un atteggiamento di misteriosa religiosità. L’Arte di Ubertiello ci ripropone sguardi antichi: per esempio nelle diverse nature morte o nei particolari degli oggetti della quotidianità di maggiore evocazione emotiva che richiamano le carezze dei sogni e della speranza. Il suo immaginario non è finzione creativa ma è piacevole sintesi tra realtà, memoria e identità “narcisistiche”, dove la percezione delle sfumature del bello ritagliano il sensibile evocativo della corporeità espressiva. L’arte non è solo “verità” o “rivelazione” è, nel caso dell’artista Ubertiello, coscienza del sensibile, una forza indagatrice tra i simboli del nostro sentire e l’intuizione immaginativa che tende ad offuscarsi nell’epoca delle tristi solitudini esistenziali.
Prof. Franchino Falsetti
02
settembre 2017
Ernesto A. Ubertiello – Calma Assoluta
Dal 02 al 17 settembre 2017
arte contemporanea
Location
SPAZIO 6
Verona, Via Santa Maria In Organo, 6, (Verona)
Verona, Via Santa Maria In Organo, 6, (Verona)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 16,30-19,30
Vernissage
2 Settembre 2017, ore 18,00
Autore
Curatore