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Ernesto Liccardo – Extraspaziale
personale
Comunicato stampa
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rendersi e proiettarsi in un’altra dimensione, forse cosmica, o forse più intimistica.
Come quando si sta ascoltando Sade. Intravedere un aspetto della propria anima, benché sia un solo riflesso…
E’ molto difficile, ma se si praticano le arti magiche (la letteratura, la musica, la pittura, la danza, il cinema), allora si abbandona la dimensione consumistica e si accede ad uno spazio dove vincoli e limitazioni perdono forma e cedono il posto all’immaginazione.
Scavare nella materia abilita un transfert psicologico in grado di produrre una visione ideologica molto trasparente della realtà, filtrata e comunque rivelatrice di scoperte inaspettate.
E’ quello che fanno gli artisti.
Perché non farlo in questo locale, mi sono chiesto. Praticare uno “scavo” in un ambiente magico, dove l’arte di preparare pietanze crea un connubio con la musica (vedi appunto il binomio Maristella-Claudio).
Mi si è riaccesa subito la libidine del chiodo, a volte spenta poiché condizionata dalla nostra inerte piccola provincia.
Nello strato superficiale ho scoperto quanta passione c’è da parte loro per organizzare le cose, il modo di parlare con l’ambiente che li circonda.
Mentre, andando più in profondità, si capisce come la chef aspiri, inconsapevolmente, ad occupare un ruolo nella guida “Gambero Rosso”, visto che il suo piatto forte sono le chitarrine del cavalier Cocco con gamberi di fiume.
Un lavorio continuo il mio…Sarà per evadere, oppure curiosità; lottare contro le inerzie, i legacci, a volte mi domando. Poi, la risposta la trovo nei miei lavori, quelli di questa sede, la cui visione mi ripaga pienamente degli sforzi per mettere a punto una tecnica che non lasciasse sbavature ed imprecisioni, e che, in seguito, mi ha dato la possibilità di accedere in un’altra dimensione: quella dei “Cloni”, che tento di esplorare.
Tutto è nato alcuni anni fa, a Ventotene.
Colpito dalle falesie, ho visto come il tempo ha modellato a proprio piacimento la roccia a picco sul mare, donandole una forma plastica ed inquietante e, contemporaneamente, come delicatamente la stessa si è lasciata modellare.
Mi sono chiesto perchè.
La brezza marina mi ha suggerito un’ipotesi di risposta: ciò non succede per evadere, né per curiosità, né per lottare contro le inerzie ed i legacci, ma per un bisogno di poesia, grazie alla quale è possibile costruire una propria identità o rimodellarla, così da non essere travolti dal quotidiano.
Come quando si sta ascoltando Sade. Intravedere un aspetto della propria anima, benché sia un solo riflesso…
E’ molto difficile, ma se si praticano le arti magiche (la letteratura, la musica, la pittura, la danza, il cinema), allora si abbandona la dimensione consumistica e si accede ad uno spazio dove vincoli e limitazioni perdono forma e cedono il posto all’immaginazione.
Scavare nella materia abilita un transfert psicologico in grado di produrre una visione ideologica molto trasparente della realtà, filtrata e comunque rivelatrice di scoperte inaspettate.
E’ quello che fanno gli artisti.
Perché non farlo in questo locale, mi sono chiesto. Praticare uno “scavo” in un ambiente magico, dove l’arte di preparare pietanze crea un connubio con la musica (vedi appunto il binomio Maristella-Claudio).
Mi si è riaccesa subito la libidine del chiodo, a volte spenta poiché condizionata dalla nostra inerte piccola provincia.
Nello strato superficiale ho scoperto quanta passione c’è da parte loro per organizzare le cose, il modo di parlare con l’ambiente che li circonda.
Mentre, andando più in profondità, si capisce come la chef aspiri, inconsapevolmente, ad occupare un ruolo nella guida “Gambero Rosso”, visto che il suo piatto forte sono le chitarrine del cavalier Cocco con gamberi di fiume.
Un lavorio continuo il mio…Sarà per evadere, oppure curiosità; lottare contro le inerzie, i legacci, a volte mi domando. Poi, la risposta la trovo nei miei lavori, quelli di questa sede, la cui visione mi ripaga pienamente degli sforzi per mettere a punto una tecnica che non lasciasse sbavature ed imprecisioni, e che, in seguito, mi ha dato la possibilità di accedere in un’altra dimensione: quella dei “Cloni”, che tento di esplorare.
Tutto è nato alcuni anni fa, a Ventotene.
Colpito dalle falesie, ho visto come il tempo ha modellato a proprio piacimento la roccia a picco sul mare, donandole una forma plastica ed inquietante e, contemporaneamente, come delicatamente la stessa si è lasciata modellare.
Mi sono chiesto perchè.
La brezza marina mi ha suggerito un’ipotesi di risposta: ciò non succede per evadere, né per curiosità, né per lottare contro le inerzie ed i legacci, ma per un bisogno di poesia, grazie alla quale è possibile costruire una propria identità o rimodellarla, così da non essere travolti dal quotidiano.
10
maggio 2006
Ernesto Liccardo – Extraspaziale
Dal 10 maggio al 10 giugno 2006
arte contemporanea
Location
RISTORANTE LE MELE BLU
Venafro, Via Leonardo Da Vinci, 10, (Isernia)
Venafro, Via Leonardo Da Vinci, 10, (Isernia)
Orario di apertura
su prenotazione
Vernissage
10 Maggio 2006, ore 20
Sito web
www.ernestoliccardo.it
Autore
Curatore