Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Ernesto Neto – Olhando o céu
Dopo i successi delle mostre di Fernando e Humberto Campana Brazilian baroque collection (2011) e di Vik Muniz Matrici italiane (2011), concepite appositamente per la Galleria Cortona di Palazzo Pamphilj, l’Ambasciata del Brasile a Roma è onorata di presentare un nuovo progetto realizzato ad hoc per gli interni seicenteschi della Galleria da un’altra eminenza delle arti visive e artista brasiliano tra i più interessanti ed affermati a livello mondiale: Ernesto Neto
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il Ministero della Cultura del Brasile, l’Ambasciata del Brasile a Roma,
la Casa Fiat di Cultura e la Fiat presentano
OLHANDO O CÉU
mostra di
Ernesto Neto
A CURA DI EMANUELA NOBILE MINO
Galleria Cortona | Palazzo Pamphilj
Piazza Navona 14 | Roma
INAUGURAZIONE
Martedì 28 maggio 2013 ore 18.00 > 21.00
Riservata a invitati
MOSTRA
5>23 giugno
dal mercoledì al venerdì ore 16.00 > 19.00
sabato e domenica ore 11.00 > 18.00
Ingresso libero
Info: eventi@ambrasile.it
http://roma.itamaraty.gov.br
Dopo i successi delle mostre di Fernando e Humberto Campana Brazilian baroque collection
(2011) e di Vik Muniz Matrici italiane (2011), concepite appositamente per la Galleria
Cortona di Palazzo Pamphilj, l’Ambasciata del Brasile a Roma è onorata di presentare un
nuovo progetto realizzato ad hoc per gli interni seicenteschi della Galleria da un’altra
eminenza delle arti visive e artista brasiliano tra i più interessanti ed affermati a livello
mondiale: Ernesto Neto.
La mostra, curata da Emanuela Nobile Mino, presenta un intervento inedito di Ernesto Neto
ispirato dall’imponente affresco che, realizzato da Pietro da Cortona tra il 1651 e il 1654 e
secondo per estensione soltanto a quello michelangiolesco della Cappella Sistina, adorna
l’intera volta dell’ambiente barocco progettato da Borromini e raffigura le Storie di Enea,
mitico fondatore di Roma.
L’installazione di Ernesto Neto per Galleria Cortona porta il titolo di Olhando o céu
(“Guardando il cielo”), essendo stata pensata dall’artista come un invito a deragliare la
consueta traiettoria orizzontale dello sguardo e a direzionarla verso l’alto per cogliere il
virtuosismo prospettico che caratterizza il dipinto seicentesco della volta – esempio tra i più eccellenti dell’arte del tromp-l’oeil di epoca barocca.
Disteso su uno degli 11 carrinhos (sculture organiche mobili progettate da Neto in forma di
veicoli in legno naturale e tessuto) il visitatore ha modo di spostarsi liberamente nello spazio
della galleria, entrando in rapporto sinergico con l’opera e con l’ambiente circostante e,
grazie all’ausilio di binocoli, godendo di una visione eccezionalmente ravvicinata dei
particolari pittorici e dei giochi illusionistici del dipinto che, annullando la bidimensionalità del soffitto e i limiti dello spazio architettonico, invitano l’occhio a perdersi nella profondità prospettica del cielo.
"Stravolgere i canoni della percezione e portare l’osservatore a direzionare il proprio sguardo verso l’alto sono due prerogative che contraddistinguono i lavori di Ernesto Neto. Così come creare una relazione osmotica e anti-gerarchica tra micro e macro cosmo, tra il fruitore e l’opera e tra l’opera e lo spazio architettonico può essere considerato uno degli aspetti ricorrenti e distintivi della sua prassi artistica. Disseminati all’interno della Galleria Cortona i carrinhos di Neto si presentano come elementi scultorei la cui anima funzionale sopita si rende manifesta a seguito dell’attiva partecipazione del pubblico.
Il processo di riconciliazione tra l’inerzia della scultura e la mobilità del visitatore, che
tendenzialmente il lavoro di Neto mira ad innescare, in questo caso si compie nella congiunzione fisica tra corpo e oggetto. La messa in gioco dell’uno attiva il funzionamento dell’altro, innescando una concatenazione di processi interattivi incrementali, nel momento in cui altri fruitori entrano in relazione con le altre opere e insieme, attraverso l’espressione vitale del movimento e la liberazione dell’istinto ludico, trasformano temporaneamente l’ambiente barocco della Galleria Cortona in uno spazio atemporale intitolato all’interazione. Quella tra i singoli individui e la collettività e quella tra il lessico del patrimonio storico-artistico del passato e il linguaggio dinamico dell’arte coniugata al presente".
(Emanuela Nobile Mino)
ERNESTO NETO
Ernesto Neto nasce a Rio de Janeiro nel 1964, dove
tuttora vive e lavora. Negli anni ’80 inizia i suoi studi in arti visive prendendo lezioni di scultura con Jaime Sampaio e
João Carlos Goldberg presso la Escola de Artes Visuais do Parque Lage, a Rio de Janeiro. Nello stesso periodo, frequenta corsi d’intervento urbanistico e scultura con Cleber Machado e Roberto Moriconi, presso il Museu de
Arte Moderna di Rio de Janeiro. La posizione tra scultura e installazione caratterizza la sua produzione e, già negli anni ’90, comincia a usare calze di nylon e altri materiali più flessibili e d’uso quotidiano. Nella seconda metà degli
anni 90, le sue installazioni vedono l’utilizzo di tubi di maglia fina e translucida, riempiti di spezie di vari colori e aromi, come lo zafferano o i chiodi di garofano in polvere.
Alla fine degli anni ‘90, l’artista comincia a elaborare le “navi”, strutture di tessuto trasparente e flessibile, che possono essere penetrate dal pubblico. Nel 2007 realizza
a Parigi la monumentale installazione Leviathan Thot, all’interno del Pantheon. Tra le sue varie mostre hanno particolare rilievo le individuali quali Anthropodino (Drill Hall, New York, 2009), A sculpture can be anything that can stand upright (Galeria Elba Benítez, Madrid, 2008), É
a vida, o espaço interior (Galeria Artur Fidalgo, Rio de Janeiro, 2007), Citoplasma e organóides – Projeto Respiração (Fundação Eva Klabin, Rio de Janeiro, 2004), O casamento: Lili, Neto, Lito e os loucos (Museu de Arte do Rio de Janeiro, 2001). Tra le collettive, Blooming Now! Brazilian contemporary art (Toyota Municipal Museum of
Art, 2008), Seduções/Seductions (Daros-Latinamerica, Zurigo, 2006) e la 49ª Biennale di Venezia (2001). L’artista è anche uno dei direttori della galleria A Gentil Carioca, a
Rio de Janeiro, accanto a Laura Lima e Marcio Botner.
la Casa Fiat di Cultura e la Fiat presentano
OLHANDO O CÉU
mostra di
Ernesto Neto
A CURA DI EMANUELA NOBILE MINO
Galleria Cortona | Palazzo Pamphilj
Piazza Navona 14 | Roma
INAUGURAZIONE
Martedì 28 maggio 2013 ore 18.00 > 21.00
Riservata a invitati
MOSTRA
5>23 giugno
dal mercoledì al venerdì ore 16.00 > 19.00
sabato e domenica ore 11.00 > 18.00
Ingresso libero
Info: eventi@ambrasile.it
http://roma.itamaraty.gov.br
Dopo i successi delle mostre di Fernando e Humberto Campana Brazilian baroque collection
(2011) e di Vik Muniz Matrici italiane (2011), concepite appositamente per la Galleria
Cortona di Palazzo Pamphilj, l’Ambasciata del Brasile a Roma è onorata di presentare un
nuovo progetto realizzato ad hoc per gli interni seicenteschi della Galleria da un’altra
eminenza delle arti visive e artista brasiliano tra i più interessanti ed affermati a livello
mondiale: Ernesto Neto.
La mostra, curata da Emanuela Nobile Mino, presenta un intervento inedito di Ernesto Neto
ispirato dall’imponente affresco che, realizzato da Pietro da Cortona tra il 1651 e il 1654 e
secondo per estensione soltanto a quello michelangiolesco della Cappella Sistina, adorna
l’intera volta dell’ambiente barocco progettato da Borromini e raffigura le Storie di Enea,
mitico fondatore di Roma.
L’installazione di Ernesto Neto per Galleria Cortona porta il titolo di Olhando o céu
(“Guardando il cielo”), essendo stata pensata dall’artista come un invito a deragliare la
consueta traiettoria orizzontale dello sguardo e a direzionarla verso l’alto per cogliere il
virtuosismo prospettico che caratterizza il dipinto seicentesco della volta – esempio tra i più eccellenti dell’arte del tromp-l’oeil di epoca barocca.
Disteso su uno degli 11 carrinhos (sculture organiche mobili progettate da Neto in forma di
veicoli in legno naturale e tessuto) il visitatore ha modo di spostarsi liberamente nello spazio
della galleria, entrando in rapporto sinergico con l’opera e con l’ambiente circostante e,
grazie all’ausilio di binocoli, godendo di una visione eccezionalmente ravvicinata dei
particolari pittorici e dei giochi illusionistici del dipinto che, annullando la bidimensionalità del soffitto e i limiti dello spazio architettonico, invitano l’occhio a perdersi nella profondità prospettica del cielo.
"Stravolgere i canoni della percezione e portare l’osservatore a direzionare il proprio sguardo verso l’alto sono due prerogative che contraddistinguono i lavori di Ernesto Neto. Così come creare una relazione osmotica e anti-gerarchica tra micro e macro cosmo, tra il fruitore e l’opera e tra l’opera e lo spazio architettonico può essere considerato uno degli aspetti ricorrenti e distintivi della sua prassi artistica. Disseminati all’interno della Galleria Cortona i carrinhos di Neto si presentano come elementi scultorei la cui anima funzionale sopita si rende manifesta a seguito dell’attiva partecipazione del pubblico.
Il processo di riconciliazione tra l’inerzia della scultura e la mobilità del visitatore, che
tendenzialmente il lavoro di Neto mira ad innescare, in questo caso si compie nella congiunzione fisica tra corpo e oggetto. La messa in gioco dell’uno attiva il funzionamento dell’altro, innescando una concatenazione di processi interattivi incrementali, nel momento in cui altri fruitori entrano in relazione con le altre opere e insieme, attraverso l’espressione vitale del movimento e la liberazione dell’istinto ludico, trasformano temporaneamente l’ambiente barocco della Galleria Cortona in uno spazio atemporale intitolato all’interazione. Quella tra i singoli individui e la collettività e quella tra il lessico del patrimonio storico-artistico del passato e il linguaggio dinamico dell’arte coniugata al presente".
(Emanuela Nobile Mino)
ERNESTO NETO
Ernesto Neto nasce a Rio de Janeiro nel 1964, dove
tuttora vive e lavora. Negli anni ’80 inizia i suoi studi in arti visive prendendo lezioni di scultura con Jaime Sampaio e
João Carlos Goldberg presso la Escola de Artes Visuais do Parque Lage, a Rio de Janeiro. Nello stesso periodo, frequenta corsi d’intervento urbanistico e scultura con Cleber Machado e Roberto Moriconi, presso il Museu de
Arte Moderna di Rio de Janeiro. La posizione tra scultura e installazione caratterizza la sua produzione e, già negli anni ’90, comincia a usare calze di nylon e altri materiali più flessibili e d’uso quotidiano. Nella seconda metà degli
anni 90, le sue installazioni vedono l’utilizzo di tubi di maglia fina e translucida, riempiti di spezie di vari colori e aromi, come lo zafferano o i chiodi di garofano in polvere.
Alla fine degli anni ‘90, l’artista comincia a elaborare le “navi”, strutture di tessuto trasparente e flessibile, che possono essere penetrate dal pubblico. Nel 2007 realizza
a Parigi la monumentale installazione Leviathan Thot, all’interno del Pantheon. Tra le sue varie mostre hanno particolare rilievo le individuali quali Anthropodino (Drill Hall, New York, 2009), A sculpture can be anything that can stand upright (Galeria Elba Benítez, Madrid, 2008), É
a vida, o espaço interior (Galeria Artur Fidalgo, Rio de Janeiro, 2007), Citoplasma e organóides – Projeto Respiração (Fundação Eva Klabin, Rio de Janeiro, 2004), O casamento: Lili, Neto, Lito e os loucos (Museu de Arte do Rio de Janeiro, 2001). Tra le collettive, Blooming Now! Brazilian contemporary art (Toyota Municipal Museum of
Art, 2008), Seduções/Seductions (Daros-Latinamerica, Zurigo, 2006) e la 49ª Biennale di Venezia (2001). L’artista è anche uno dei direttori della galleria A Gentil Carioca, a
Rio de Janeiro, accanto a Laura Lima e Marcio Botner.
28
maggio 2013
Ernesto Neto – Olhando o céu
Dal 28 maggio al 23 giugno 2013
arte contemporanea
Location
PALAZZO PAMPHILJ
Roma, Piazza Navona, 14, (Roma)
Roma, Piazza Navona, 14, (Roma)
Orario di apertura
dal 5 giugno: dal mercoledì al venerdì ore 16.00 > 19. sabato e domenica ore 11.00 > 18
Vernissage
28 Maggio 2013, ore 18 su invito
Autore
Curatore