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Ernesto Romano – Whose’s this face?
Whose’s this face? è costituita dai quattro grandi ritratti che si fronteggiano; ognuno dei volti dei personaggi è formato da decine di fotografie d’epoca originali in bianco e nero della prima metà del Novecento
Comunicato stampa
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Il Novecento è stato un secolo davvero singolare. È stato l’unico secolo della storia umana i cui cambiamenti hanno avuto una portata “geologica”: per la prima volta nella storia della Terra il cambiamento climatico non è avvenuto per cause naturali; per la prima volta sono comparse e hanno cominciato a diffondersi nel nostro pianeta sostanze che la natura non è in grado di produrre e che non erano mai esistite prima in nessun luogo dell’intero Universo. L’era analogica ha ceduto il passo all’era digitale e l’evoluzione ha prodotto un nuovo tipo di organismo vivente dall’incontro della biologia con l’informatica, mentre l’umanità si è impadronita della facoltà di creare se stessa. Paradossalmente la cultura più raffinata non è stata egemonizzata da una classe ristretta, bensì da grandi movimenti di massa di lavoratori. Infine si è battuto ogni record: quelli tecnologici che tra le altre cose hanno dato per la prima volta agli esseri umani la possibilità di volare, e quelli sportivi, che hanno portato gli uomini a raggiungere velocità mai raggiunte prima.
Ma è nell’ambito della violenza che si sono battuti i record più sconvolgenti. Le due guerre mondiali sono sicuramente state le guerre più gigantesche che la storia abbia mai vissuto, dove si è verificato l’annientamento del maggior numero di persone nel minor tempo possibile a Hiroshima e Nagasaki, e l’annientamento del maggior numero di persone attraverso la più scientifica programmazione di sterminio, tanto nei lager quanto nei gulag.
Tutto questo è avvenuto in un breve periodo di tempo, nell’arco di un trentennio, tra il 1915 e il 1945. Dopo questi anni il mondo non è più stato lo stesso di prima. Questo gigantesco terremoto ha portato via con sé l’idea stessa di mondo che era sopravvissuta da secoli. È decaduta la nobiltà e la divisione dell’umanità in classi, hanno cominciato a modificarsi le rigide identità nazionali, la tecnologia ha preso il sopravvento sulla vita dell’uomo, la produzione industriale di stampo fordista ha cominciato a spazzare via la laboriosità e i mestieri artigianali e infine, è iniziato il rapido declino di quel ciclo millenario che era durato sin dalla nascita delle grandi civiltà: il mondo tradizionale contadino.
Al suo posto è sorta una nuova civiltà industriale, tecnologica, consumistica e globale che rappresenta un cambiamento storico mai registrato durante i secoli precedenti, in cui i cambiamenti radicali avvenivano nell’ordine di centinaia di anni.
Dal nostro punto di vista osserviamo con distacco le gesta dei personaggi potenti che hanno avuto il ruolo di protagonista, ma se leggiamo le pagine di storia, sfogliando decine, centinaia, migliaia di fotografie, non possiamo fare altro che vedere nei ritratti impettiti e superbi di dittatori e presidenti, i volti innocenti e ingenui delle popolazioni che li hanno idolatrati. Buone famiglie di provincia, studenti, soldati, tutti con l’unica fede nella vittoria dei propri eserciti. Tutti inconsapevolmente verso l’orrore.
La mostra di Ernesto Romano Whose’s this face? presentata al Livingroom Art-s Studio di Roma in occasione di FotoGrafia – Festival Internazionale di Roma (V edizione) si concentra sul punto di svolta decisivo dei pochi anni tra le due guerre mondiali. Un momento in cui l’Europa si trovava in un quadrivio, dove chiunque poteva scegliere uno dei quattro punti cardinali da seguire: a Nord verso Hitler e il “Dominio del Mondo”, a Sud verso Mussolini la “Neutralità Opportunista”, ad Est verso Stalin e il “Socialismo in un Solo Paese”, ad Ovest verso Roosevelt e la nascente “American Way of Life”.
Whose’s this face? è costituita dai quattro grandi ritratti che si fronteggiano; ognuno dei volti dei personaggi è formato da decine di fotografie d’epoca originali in bianco e nero della prima metà del Novecento, che ne compongono le sembianze come in un grande puzzle. Quattro volti che sorridono, composti da decine di volti semplici, umili e ingenui. Questo lavoro vuole offrire uno spunto di riflessione sui tanti eventi storici che cambiano continuamente il mondo e che sono dominati da uomini potenti, dietro il cui volto, forse, possiamo trovare inaspettatamente il nostro.
La ricerca di Ernesto Romano si estende multidisciplinariamente tra pittura, fotografia, video e musica.
Ha conseguito la laurea in Filosofia a Roma e studiato regia cinematografica.
In fotografia, col reportage, si è recato a lavorare in Africa, Sud America, Siria e Cina e le sue mémoires fotografiche sono incluse nel Libro Bianco e nel cd-rom di testimonianze sul G8 di Genova.
Ha realizzato varie mostre di fotografia e arte visiva, in Italia e all'estero. Nel 2005 la sua mostra Onde Anomale ha ricevuto la International Photography Awards Honorable Mention-IPA 2005.
Nel 2000 ha eseguito improvvisazioni al pianoforte nell’Aula Magna dell’Università “La Sapienza” di Roma in occasione del convegno e della mostra su Ivan Mestrovic.
Collabora come autore e redattore ai Quaderni sulla Pensabilità di Pubblic/azione. Dirige il Livingroom Art-s Studio e la RE_production di Roma.
È nato a Catania nel 1973.
Ma è nell’ambito della violenza che si sono battuti i record più sconvolgenti. Le due guerre mondiali sono sicuramente state le guerre più gigantesche che la storia abbia mai vissuto, dove si è verificato l’annientamento del maggior numero di persone nel minor tempo possibile a Hiroshima e Nagasaki, e l’annientamento del maggior numero di persone attraverso la più scientifica programmazione di sterminio, tanto nei lager quanto nei gulag.
Tutto questo è avvenuto in un breve periodo di tempo, nell’arco di un trentennio, tra il 1915 e il 1945. Dopo questi anni il mondo non è più stato lo stesso di prima. Questo gigantesco terremoto ha portato via con sé l’idea stessa di mondo che era sopravvissuta da secoli. È decaduta la nobiltà e la divisione dell’umanità in classi, hanno cominciato a modificarsi le rigide identità nazionali, la tecnologia ha preso il sopravvento sulla vita dell’uomo, la produzione industriale di stampo fordista ha cominciato a spazzare via la laboriosità e i mestieri artigianali e infine, è iniziato il rapido declino di quel ciclo millenario che era durato sin dalla nascita delle grandi civiltà: il mondo tradizionale contadino.
Al suo posto è sorta una nuova civiltà industriale, tecnologica, consumistica e globale che rappresenta un cambiamento storico mai registrato durante i secoli precedenti, in cui i cambiamenti radicali avvenivano nell’ordine di centinaia di anni.
Dal nostro punto di vista osserviamo con distacco le gesta dei personaggi potenti che hanno avuto il ruolo di protagonista, ma se leggiamo le pagine di storia, sfogliando decine, centinaia, migliaia di fotografie, non possiamo fare altro che vedere nei ritratti impettiti e superbi di dittatori e presidenti, i volti innocenti e ingenui delle popolazioni che li hanno idolatrati. Buone famiglie di provincia, studenti, soldati, tutti con l’unica fede nella vittoria dei propri eserciti. Tutti inconsapevolmente verso l’orrore.
La mostra di Ernesto Romano Whose’s this face? presentata al Livingroom Art-s Studio di Roma in occasione di FotoGrafia – Festival Internazionale di Roma (V edizione) si concentra sul punto di svolta decisivo dei pochi anni tra le due guerre mondiali. Un momento in cui l’Europa si trovava in un quadrivio, dove chiunque poteva scegliere uno dei quattro punti cardinali da seguire: a Nord verso Hitler e il “Dominio del Mondo”, a Sud verso Mussolini la “Neutralità Opportunista”, ad Est verso Stalin e il “Socialismo in un Solo Paese”, ad Ovest verso Roosevelt e la nascente “American Way of Life”.
Whose’s this face? è costituita dai quattro grandi ritratti che si fronteggiano; ognuno dei volti dei personaggi è formato da decine di fotografie d’epoca originali in bianco e nero della prima metà del Novecento, che ne compongono le sembianze come in un grande puzzle. Quattro volti che sorridono, composti da decine di volti semplici, umili e ingenui. Questo lavoro vuole offrire uno spunto di riflessione sui tanti eventi storici che cambiano continuamente il mondo e che sono dominati da uomini potenti, dietro il cui volto, forse, possiamo trovare inaspettatamente il nostro.
La ricerca di Ernesto Romano si estende multidisciplinariamente tra pittura, fotografia, video e musica.
Ha conseguito la laurea in Filosofia a Roma e studiato regia cinematografica.
In fotografia, col reportage, si è recato a lavorare in Africa, Sud America, Siria e Cina e le sue mémoires fotografiche sono incluse nel Libro Bianco e nel cd-rom di testimonianze sul G8 di Genova.
Ha realizzato varie mostre di fotografia e arte visiva, in Italia e all'estero. Nel 2005 la sua mostra Onde Anomale ha ricevuto la International Photography Awards Honorable Mention-IPA 2005.
Nel 2000 ha eseguito improvvisazioni al pianoforte nell’Aula Magna dell’Università “La Sapienza” di Roma in occasione del convegno e della mostra su Ivan Mestrovic.
Collabora come autore e redattore ai Quaderni sulla Pensabilità di Pubblic/azione. Dirige il Livingroom Art-s Studio e la RE_production di Roma.
È nato a Catania nel 1973.
06
maggio 2006
Ernesto Romano – Whose’s this face?
Dal 06 al 27 maggio 2006
fotografia
Location
LIVINGROOM
Roma, Vicolo De' Renzi, 9, (Roma)
Roma, Vicolo De' Renzi, 9, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì a sabato 16-19
Autore