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Erosions and renaissance
210 digital art works realizzati nelle diverse tappe sul tema “erosioni e rinascita” allestita da Giovanna Dell’Anna e Anna Lopalco sotto la direzione artistica di Monica Lisi animatrice e referente della tappa leccese del progetto di Plexus
Comunicato stampa
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Approda a Lecce, sabato 28 maggio 2005 nell’Accademia di Belle Arti, corso Libertini n.3, l’evento artistico itinerante firmato Plexus International, Accademia di Belle Arti e Il Raggio Verde s.r.l..
Erosions and renaissance – ovvero Erosioni e rinascita – il titolo della rassegna che intende indagare sui diversi tipi di erosione: dalla memoria, all’identità, alle biodiversità, ai diritti umani interessando, di volta in volta, i più disparati angoli del pianeta. L’evento vede il coinvolgimento di centinaia di artisti che inviano i loro contributi artistici sotto forma di immagini al sito: www.connettivo.net. Le immagini vengono poi messe in rete nel sito virtuale e contemporaneamente stampate su carta fotografica ed esposte “realmente” dal partner che ospita l’iniziativa: Nella tappa leccese di Plexus il partner è l’Accademia di Belle Arti. In una giornata no stop, le porte dell’Istituto di Alta Cultura saranno aperte dalle 10 del mattino alle 13 e dalle 16 allo scoccare della mezzanotte. Si potrà visitare la mostra con le opere che costituiscono la Plexus Virtual Gallery . 210 digital art works realizzati nelle diverse tappe sul tema “erosioni e rinascita” allestita da Giovanna Dell'Anna e Anna Lopalco sotto la direzione artistica di Monica Lisi animatrice e referente della tappa leccese del progetto di Plexus.
Un progetto che ha la sua particolarità nella globalità, intendendo con questo termine non solo il coinvolgimento internazionale degli artisti ma anche l’utilizzo della tecnologia, l’immenso mare della rete di di internet che rende questo mondo, di fatto, un villaggio globale e che consente a Plexus di vantare una galleria virtuale con già oltre duecento immagini. Un progetto artistico dal respiro globale che nelle varie tappe però affronta la problematica delle erosioni contestualizzandola al territorio che incontra e in tal senso diventa locale mettendo in evidenza il tipo di erosione in atto. In tale contesto si inserisce la mostra con le opere firmate da Paivi Aala, Renato Centonze, Nico Carone, Ugo De Filippi, Giampaolo De Filippi, Pietro Liaci, Antonio Mazzotta, Maurizio Muscettola, Ilaria De Blasi, Pasquale Urso,
Giorgio Viva, Enza Patera già partecipanti al precedente Show Act tenutosi in Australia.
Alle due mostre si affiancherà l’atelier realizzato dagli allievi del Newham College of Further Education di Londra che in visita nel Salento prenderanno parte all’iniziativa. In concomitanza con la conferenza di presentazione gli studenti inglesi guidati dal tutor art and design Ian Irvine saranno i protagonisti di una singolare estemporanea realizzata durante la mattinata di giovedì 26 maggio nei locali della stessa accademia.
Nella serata del 28 maggio, a partire dalle 20.30, avranno inizio le proiezioni dei film documentari (“Un ritmo per l'anima” di Giuliano Capani; “La notte della Taranta e dintorni” di Piero Cannizzaro e “Dak'Art Off 2004” reportage di un festival). Ma prima di descrivere nei dettagli il programma una breve parentesi sul progetto Plexus.
IL PROGETTO PLEXUS
Erosions and Renaissance ACT III a Lecce rappresenta un ulteriore tappa di un percorso iniziato nel 1986 a New York dove dal Lower East Side un gruppo di artisti, il primo nucleo di Plexus International, coordinati da Sandro Dernini fanno salpare una simbolica nave degli schiavi dell’arte.
Con questo metaforico viaggio è iniziato l’itinerario di Plexus contro la mercificazione dell’Arte: “un progetto di navigazione multiculturale globale artistico – spiega il coordinatore Sandro Dernini – che Plexus International sta conducendo da molti anni. Plexus è una rete di artisti e scienziati che dal 1982 a partire dalla città di New York ha svolto un ruolo seminale nella concezione e realizzazione di numerosi progetti artistici sperimentali cross-culturali, art co-opere che hanno coinvolto in molte occasioni centinaia di artisti e scienziati, in più parti del mondo, principalmente nelle comunità artistiche di New York, Roma, Dakar, Victoria, Amsterdam, Atlanta collegando la nozione di arte - come una risorsa comunitaria per uno sviluppo sostenibile – al concetto di benessere (weill being) come un diritto umano per tutti. Un progetto che intende mettere in risalto il ruolo dell’artista nella comunità come conservatore di un archivio vivente contro il black out (azzeramento) culturale, sociale ed economico, per resistere all’erosione temporale-spaziale della memoria storica comune”.
Ecco dunque le ragioni degli schiavi dell’arte che con le loro performance in tutto il mondo intendono porre sì l’accento sulle problematiche delle erosioni ma anche proporre l'arte con i suoi linguaggi quale strumento della rinascita. Una rinascita che tocchi il territorio e che nel territorio trovi la sua espressione libera e identitaria. E in questo contesto, l’isola di Goree atroce luogo di schiavitù, oggi sito Unesco, è diventata per Plexus il simbolo di tutte le erosioni: quella territoriale, con la preoccupante erosione della Porta del non ritorno della Casa degli Schiavi e quella dei diritti umani che in quel luogo di dolore venivano completamente cancellati. Prima di descrivere il programma dello Show Act III, doveroso un salto indietro per raccontare, in una sorta di microstoria, il percorso dei diversi atti precedenti il cui denominatore comune è fermare l’erosione della memoria umana e al contempo tutte le crescenti “erosioni” in atto nel pianeta vivente, dall’erosione della biodiversità, del patrimonio mondiale Unesco, delle conoscenze locali, delle diversità ecologiche e culturali, del benessere individuale e collettivo, alle erosione quotidiane dei diritti umani, della pace e della libertà nel mondo.
Show Act I organizzato nella Medina di Dakar (Senegal), dal 29 maggio al 7 giugno 2004, in occasione della seconda edizione del Festival “Le triangle de l’Art”, nell’ambito del Dak’Art Off della Biennale di Arte contemporanea Africana, l’evento ha voluto allertare la comunità internazionale sull’erosione della costa in prossimità della Porta del Non Ritorno della Casa degli Schiavi a Goree.
Show Act II in Australia, dal 29 novembre al 5 dicembre 2004, all’Eureka Rising Festival. L’evento organizzato dal Culture Lab International ha voluto sensibilizzare la comunità sull’erosione del grappolo d’uova di emu nell’altipiano di Maroota, vicino a Sidney, un luogo sacro di festa e giustizia per gli aborigeni e dimora della più grande galleria di arte rupestre.
Show Act III a Lecce, il 28 maggio 2005 sarà articolato in tre momenti espositivi contemporanei: la rassegna della Plexus International Gallery con i 210 lavori digitali di artisti internazionali, l’esposizione del lavoro realizzato dagli allievi del Newham College of Further Education di Londra e la collettiva d’arte sul tema erosini e rinascita che affiancherà alcuni artisti che hanno fatto del Salento tema di appartenenza oltre che di ricerca: Paivi Aala, Nico Carone, Renato Centonze, Ilaria De Blasi, Giampaolo De Filippis, Ugo De Filippi, Pietro Liaci, Antonio Mazzotta, Maurizio Muscettola, Pasquale Urso, Enza Platera, Giorgio Viva.
L’erosione, dai muretti a secco, alle masserie, alle sculture barocche, vede qui nel Salento protagonista la pietra leccese. Non a caso il logo ideato per la manifestazione da Pierpaolo Gaballo si ispira al particolare di un telamone che adorna la splendida facciata della Basilica di Santa Croce. Stella tra le stelle del barocco leccese, il prospetto rivela un universo di figure e fregi che animano la duttile pietra che ben si presta ad essere cesellata ma anche purtroppo soggetta all’erosione del tempo.
Il logo sintetizza l'identità, l'appartenenza al territorio salentino e nella duplicità del volto e della maschera individua il metaforico passaggio dall’erosione alla rinascita di cui l’arte si fa strumento. E dal segno dell’arte (figurazioni) all’arte dei segni (musica) il passo è breve. Qui più che altrove la musica rappresenta rinascita: il ritmo terapeutico della pizzica guarisce dal morso della taranta, diventando occasione di recupero di un patrimonio, quello contadino, da rivalutare e custodire. In questo senso trovano spazio accanto alla staticità dell’esposizione, la dinamicità delle visioni con le proiezioni a partire dalle 20.30 dei documentari che ben sintetizzano il tema della rinascita attraverso la musica.
Il suggestivo chiostro, grazie alla collaborazione della ditta Paolo Montinaro, si trasformerà in una originale sala d'essai sotto le stelle. A partire dalle 20.30 avranno inizio le proiezioni dei documentari “Un ritmo per l’anima” di Giuliano Capani. A seguire alle 21.30 La notte della Taranta e dintorni di Piero Cannizzaro. In chiusura Dak’Art Off 2004 reportage di un festival. Più che un commiato una promessa, quella di ritrovarsi ancora insieme a Dakar nel maggio 2006.
Erosions and renaissance – ovvero Erosioni e rinascita – il titolo della rassegna che intende indagare sui diversi tipi di erosione: dalla memoria, all’identità, alle biodiversità, ai diritti umani interessando, di volta in volta, i più disparati angoli del pianeta. L’evento vede il coinvolgimento di centinaia di artisti che inviano i loro contributi artistici sotto forma di immagini al sito: www.connettivo.net. Le immagini vengono poi messe in rete nel sito virtuale e contemporaneamente stampate su carta fotografica ed esposte “realmente” dal partner che ospita l’iniziativa: Nella tappa leccese di Plexus il partner è l’Accademia di Belle Arti. In una giornata no stop, le porte dell’Istituto di Alta Cultura saranno aperte dalle 10 del mattino alle 13 e dalle 16 allo scoccare della mezzanotte. Si potrà visitare la mostra con le opere che costituiscono la Plexus Virtual Gallery . 210 digital art works realizzati nelle diverse tappe sul tema “erosioni e rinascita” allestita da Giovanna Dell'Anna e Anna Lopalco sotto la direzione artistica di Monica Lisi animatrice e referente della tappa leccese del progetto di Plexus.
Un progetto che ha la sua particolarità nella globalità, intendendo con questo termine non solo il coinvolgimento internazionale degli artisti ma anche l’utilizzo della tecnologia, l’immenso mare della rete di di internet che rende questo mondo, di fatto, un villaggio globale e che consente a Plexus di vantare una galleria virtuale con già oltre duecento immagini. Un progetto artistico dal respiro globale che nelle varie tappe però affronta la problematica delle erosioni contestualizzandola al territorio che incontra e in tal senso diventa locale mettendo in evidenza il tipo di erosione in atto. In tale contesto si inserisce la mostra con le opere firmate da Paivi Aala, Renato Centonze, Nico Carone, Ugo De Filippi, Giampaolo De Filippi, Pietro Liaci, Antonio Mazzotta, Maurizio Muscettola, Ilaria De Blasi, Pasquale Urso,
Giorgio Viva, Enza Patera già partecipanti al precedente Show Act tenutosi in Australia.
Alle due mostre si affiancherà l’atelier realizzato dagli allievi del Newham College of Further Education di Londra che in visita nel Salento prenderanno parte all’iniziativa. In concomitanza con la conferenza di presentazione gli studenti inglesi guidati dal tutor art and design Ian Irvine saranno i protagonisti di una singolare estemporanea realizzata durante la mattinata di giovedì 26 maggio nei locali della stessa accademia.
Nella serata del 28 maggio, a partire dalle 20.30, avranno inizio le proiezioni dei film documentari (“Un ritmo per l'anima” di Giuliano Capani; “La notte della Taranta e dintorni” di Piero Cannizzaro e “Dak'Art Off 2004” reportage di un festival). Ma prima di descrivere nei dettagli il programma una breve parentesi sul progetto Plexus.
IL PROGETTO PLEXUS
Erosions and Renaissance ACT III a Lecce rappresenta un ulteriore tappa di un percorso iniziato nel 1986 a New York dove dal Lower East Side un gruppo di artisti, il primo nucleo di Plexus International, coordinati da Sandro Dernini fanno salpare una simbolica nave degli schiavi dell’arte.
Con questo metaforico viaggio è iniziato l’itinerario di Plexus contro la mercificazione dell’Arte: “un progetto di navigazione multiculturale globale artistico – spiega il coordinatore Sandro Dernini – che Plexus International sta conducendo da molti anni. Plexus è una rete di artisti e scienziati che dal 1982 a partire dalla città di New York ha svolto un ruolo seminale nella concezione e realizzazione di numerosi progetti artistici sperimentali cross-culturali, art co-opere che hanno coinvolto in molte occasioni centinaia di artisti e scienziati, in più parti del mondo, principalmente nelle comunità artistiche di New York, Roma, Dakar, Victoria, Amsterdam, Atlanta collegando la nozione di arte - come una risorsa comunitaria per uno sviluppo sostenibile – al concetto di benessere (weill being) come un diritto umano per tutti. Un progetto che intende mettere in risalto il ruolo dell’artista nella comunità come conservatore di un archivio vivente contro il black out (azzeramento) culturale, sociale ed economico, per resistere all’erosione temporale-spaziale della memoria storica comune”.
Ecco dunque le ragioni degli schiavi dell’arte che con le loro performance in tutto il mondo intendono porre sì l’accento sulle problematiche delle erosioni ma anche proporre l'arte con i suoi linguaggi quale strumento della rinascita. Una rinascita che tocchi il territorio e che nel territorio trovi la sua espressione libera e identitaria. E in questo contesto, l’isola di Goree atroce luogo di schiavitù, oggi sito Unesco, è diventata per Plexus il simbolo di tutte le erosioni: quella territoriale, con la preoccupante erosione della Porta del non ritorno della Casa degli Schiavi e quella dei diritti umani che in quel luogo di dolore venivano completamente cancellati. Prima di descrivere il programma dello Show Act III, doveroso un salto indietro per raccontare, in una sorta di microstoria, il percorso dei diversi atti precedenti il cui denominatore comune è fermare l’erosione della memoria umana e al contempo tutte le crescenti “erosioni” in atto nel pianeta vivente, dall’erosione della biodiversità, del patrimonio mondiale Unesco, delle conoscenze locali, delle diversità ecologiche e culturali, del benessere individuale e collettivo, alle erosione quotidiane dei diritti umani, della pace e della libertà nel mondo.
Show Act I organizzato nella Medina di Dakar (Senegal), dal 29 maggio al 7 giugno 2004, in occasione della seconda edizione del Festival “Le triangle de l’Art”, nell’ambito del Dak’Art Off della Biennale di Arte contemporanea Africana, l’evento ha voluto allertare la comunità internazionale sull’erosione della costa in prossimità della Porta del Non Ritorno della Casa degli Schiavi a Goree.
Show Act II in Australia, dal 29 novembre al 5 dicembre 2004, all’Eureka Rising Festival. L’evento organizzato dal Culture Lab International ha voluto sensibilizzare la comunità sull’erosione del grappolo d’uova di emu nell’altipiano di Maroota, vicino a Sidney, un luogo sacro di festa e giustizia per gli aborigeni e dimora della più grande galleria di arte rupestre.
Show Act III a Lecce, il 28 maggio 2005 sarà articolato in tre momenti espositivi contemporanei: la rassegna della Plexus International Gallery con i 210 lavori digitali di artisti internazionali, l’esposizione del lavoro realizzato dagli allievi del Newham College of Further Education di Londra e la collettiva d’arte sul tema erosini e rinascita che affiancherà alcuni artisti che hanno fatto del Salento tema di appartenenza oltre che di ricerca: Paivi Aala, Nico Carone, Renato Centonze, Ilaria De Blasi, Giampaolo De Filippis, Ugo De Filippi, Pietro Liaci, Antonio Mazzotta, Maurizio Muscettola, Pasquale Urso, Enza Platera, Giorgio Viva.
L’erosione, dai muretti a secco, alle masserie, alle sculture barocche, vede qui nel Salento protagonista la pietra leccese. Non a caso il logo ideato per la manifestazione da Pierpaolo Gaballo si ispira al particolare di un telamone che adorna la splendida facciata della Basilica di Santa Croce. Stella tra le stelle del barocco leccese, il prospetto rivela un universo di figure e fregi che animano la duttile pietra che ben si presta ad essere cesellata ma anche purtroppo soggetta all’erosione del tempo.
Il logo sintetizza l'identità, l'appartenenza al territorio salentino e nella duplicità del volto e della maschera individua il metaforico passaggio dall’erosione alla rinascita di cui l’arte si fa strumento. E dal segno dell’arte (figurazioni) all’arte dei segni (musica) il passo è breve. Qui più che altrove la musica rappresenta rinascita: il ritmo terapeutico della pizzica guarisce dal morso della taranta, diventando occasione di recupero di un patrimonio, quello contadino, da rivalutare e custodire. In questo senso trovano spazio accanto alla staticità dell’esposizione, la dinamicità delle visioni con le proiezioni a partire dalle 20.30 dei documentari che ben sintetizzano il tema della rinascita attraverso la musica.
Il suggestivo chiostro, grazie alla collaborazione della ditta Paolo Montinaro, si trasformerà in una originale sala d'essai sotto le stelle. A partire dalle 20.30 avranno inizio le proiezioni dei documentari “Un ritmo per l’anima” di Giuliano Capani. A seguire alle 21.30 La notte della Taranta e dintorni di Piero Cannizzaro. In chiusura Dak’Art Off 2004 reportage di un festival. Più che un commiato una promessa, quella di ritrovarsi ancora insieme a Dakar nel maggio 2006.
28
maggio 2005
Erosions and renaissance
28 maggio 2005
arte contemporanea
serata - evento
serata - evento
Location
ACCADEMIA DI BELLE ARTI
Lecce, Via Giuseppe Libertini, 3, (Lecce)
Lecce, Via Giuseppe Libertini, 3, (Lecce)
Orario di apertura
dalle 10 del mattino alle 13 e dalle 16 allo scoccare della mezzanotte
Autore
Curatore