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Esercizi di Decapitazione
Ogni artista in ogni epoca si è cimentato nello studio della testa umana, in un esercizio di decapitazione ossesivo. Delloro Arte Contemporanea raccoglie le teste degli artisti: Davide Balliano, Alessandro Dandini de Sylva, Marco Di Giovanni, Paolo Grassino, Sergio Ragalzi e Andreas Zingerle.
Comunicato stampa
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Ogni artista in ogni epoca della storia si è cimentato almeno una volta nello studio della testa umana, in quell’esercizio di decapitazione che ha fatto del capo il trofeo di un’ossessione. Delloro Arte Contemporanea raccoglie le teste di sei artisti che si sono esercitati nella rappresentazione di quella strana macchina di percezione, preda di stimoli e carica di impulsi, che per molti aspetti rimane ancora un affascinante mistero. Ossessiva ricerca di una sintesi, ossessiva ridondanza della linea, ossessiva costruzione del volume: Davide Balliano, Alessandro Dandini de Sylva, Marco Di Giovanni, Paolo Grassino, Sergio Ragalzi e Andreas Zingerle si esprimono mediante linguaggi completamente diversi, eppure tutti sono alle
prese con un soggetto che è molto più mentale di quanto possa sembrare. In tutti i casi, infatti, le
teste “decapitate” presentano tale completezza da sembrare organismi del tutto autonomi, quasi
non appartenenti ad un corpo.
Da questa perfetta autonomia della testa, sia concettuale sia estetica, nasce l’idea di una mostra
che affronti ironicamente questa “ossessione anatomica”, partendo dal concetto di esercitazione
come ripetizione, perché l’esercizio è di per sè un procedere ripetitivo e sistematico. Se l’esercizio è teso, di norma, alla ricerca di una soluzione che sia completa e sinteticamente perfetta, la decapitazione ironica della figura umana è in grado di sdrammatizzare questa stessa ricerca di perfezione e, in qualche modo, di ridicolizzarla.
Viene fuori, così, un percorso ludico ma severo attraverso la pittura, il disegno, la scultura, la fotografia e infine l’installazione, procedendo per gradi, dal multiplo alla sintesi, per concludere nel riflesso.
Si parte dunque dalle forme archetipe di Ragalzi, che ci appaiono come pitture preistoriche, per
poi passare ai piccoli autoritratti di Grassino, dove l’artista interviene ossessivamente sull’immagine della propria testa, si approda poi nelle forme morbide dei calchi in cemento di Andreas Zingerle, anch’essi ripetuti in più tentativi, passando poi per la sintesi più “concettuale” della fotografia di Dandini e per quella più “grafica” di Balliano. Si concludere infine con la decollazione dello stesso spettatore che, affacciandosi nella scultura-installazione di Di Giovanni, perde, almeno in senso ‘ottico’, la propria testa. E’ compiuto così, inesorabilmente, l’esercizio di decapitazione.
prese con un soggetto che è molto più mentale di quanto possa sembrare. In tutti i casi, infatti, le
teste “decapitate” presentano tale completezza da sembrare organismi del tutto autonomi, quasi
non appartenenti ad un corpo.
Da questa perfetta autonomia della testa, sia concettuale sia estetica, nasce l’idea di una mostra
che affronti ironicamente questa “ossessione anatomica”, partendo dal concetto di esercitazione
come ripetizione, perché l’esercizio è di per sè un procedere ripetitivo e sistematico. Se l’esercizio è teso, di norma, alla ricerca di una soluzione che sia completa e sinteticamente perfetta, la decapitazione ironica della figura umana è in grado di sdrammatizzare questa stessa ricerca di perfezione e, in qualche modo, di ridicolizzarla.
Viene fuori, così, un percorso ludico ma severo attraverso la pittura, il disegno, la scultura, la fotografia e infine l’installazione, procedendo per gradi, dal multiplo alla sintesi, per concludere nel riflesso.
Si parte dunque dalle forme archetipe di Ragalzi, che ci appaiono come pitture preistoriche, per
poi passare ai piccoli autoritratti di Grassino, dove l’artista interviene ossessivamente sull’immagine della propria testa, si approda poi nelle forme morbide dei calchi in cemento di Andreas Zingerle, anch’essi ripetuti in più tentativi, passando poi per la sintesi più “concettuale” della fotografia di Dandini e per quella più “grafica” di Balliano. Si concludere infine con la decollazione dello stesso spettatore che, affacciandosi nella scultura-installazione di Di Giovanni, perde, almeno in senso ‘ottico’, la propria testa. E’ compiuto così, inesorabilmente, l’esercizio di decapitazione.
04
aprile 2012
Esercizi di Decapitazione
Dal 04 aprile al 31 maggio 2012
arte contemporanea
Location
GALLERIA DELLORO
Roma, Via Del Consolato, 10, (Roma)
Roma, Via Del Consolato, 10, (Roma)
Orario di apertura
martedì - sabato ore 16.30-19.30
Vernissage
4 Aprile 2012, h 19.00
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