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Esodo
La mostra si sviluppa in due sale, Il percorso inizia con un esperienza immersiva e sensoriale, all’interno di uno spazio con proiezioni audiovisive. Nella seconda sala, le opere di Maria Alacevich, Stefano Bucciero e Stefano Mosto, raccontano la migrazione, il viaggio e la ricerca di identità.
Comunicato stampa
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ESODO - Maria Alacevich, Stefano Bucciero e Stefano Mosto.
Lazzaro Galleria d’Arte Contemporanea - Spazio Cisterne
Piazza San Matteo, 17
Salita all’Arcivescovato, 5r
A cura di Stefano Bucciero e Maria Laura Bonifazi
Da quando l’uomo vive su questa terra ci sono sempre stati fenomeni migratori, esodi di popoli, gruppi, tribù, verso altre regioni, nella speranza di trovarvi nuove e migliori condizioni di vita.
Attualmente, circa 281 milioni di persone, pari al 3,60% della popolazione mondiale, per ragioni legate a conflitti, persecuzioni, condizioni di vita precarie, clima di violenza, guerre, degrado ambientale, prospettive economiche di miseria, sono obbligate ad abbandonare le loro case, la maggior parte fugge all’interno del proprio paese, altri invece hanno attraversato i confini e abbandonato la propria terra nativa.
Per “ius naturale” l’essere umano tende allo stato di conservazione della propria vita e alla ricerca eudemonica dei propri bisogni. Secondo la concezione empirista di Thomas Hobbes, ognuno «gode di una maggiore o minore libertà in rapporto all'ampiezza dello spazio di cui dispone per muoversi» la libertà dunque, non è altro che avere la possibilità di agire senza alcun ostacolo materiale.
Migrare significa in primis mettere a repentaglio la propria vita, per molti l’unica àncora di salvezza, è salpare a bordo di una nave di cristallo chiamata speranza, ma talvolta basta lo schiaffo di un’onda per infrangere il sogno in utopia, durante il 2018 sono morti 4,737 migranti di cui 2,299 solo nel “Mare nostrum” . Altri, in bilico sul limbo della “muraglia che divide l’inferno dal paradiso”, attendono in un campo profughi. Coloro che sono riusciti a raggiungere un nuovo paese hanno ricostruito un futuro, dai frammenti della propria esistenza, spesso perdendo o abbandonando famiglia, tradizioni, identità. Ora stranieri in terra straniera, come alberi senza radici, trapianti in una nuova terra.
Per chi accoglie, il più basilare degli obblighi è il non respingimento, principio che vieta a una nazione di mandare un individuo in un paese dove la sua vita e la sua libertà sono in pericolo. In realtà, comunque, i rifugiati sono spesso le vittime invisibili di un trattamento incoerente e discriminatorio.
Compassione, solidarietà, sostegno ci definiscono “esseri umani”, ma il mondo sta raccogliendo i terribili frutti della retorica intrisa d’odio che ha dominato nelle politiche retrograde e divisive messe in atto da leader mondiali di molti paesi.
Se razzismo, xenofobia, discriminazione crescono, cresce anche il rischio di fascismo e la voglia di uno “stato puro”. É sempre stato così, ed è la stessa radice nazista contro una società aperta, integrata, “colorata”.
Pur nella diversa condizione sociale, ogni uomo è uguale al suo simile per dignità, “tutti gli uomini, senza distinzioni di età, stato di salute, sesso, razza, religione, grado d'istruzione, nazionalità, cultura, impiego, opinione politica o condizione sociale meritano un rispetto incondizionato, sul quale nessuna "ragion di Stato", nessun "interesse superiore", la "Razza", o la "Società", può imporsi” tale concezione è stata recentemente sintetizzata e declinata dalla filosofa e profuga ebrea, Hannah Arendt come il "diritto ad avere diritti" o il diritto di ogni individuo ad appartenere all’umanità che dovrebbe essere garantito dall’umanità stessa .
In rapporto a quanto descritto ed in relazione alle opere d’arte “Mettere al mondo il mondo”, “Estate 70”, “Piccolo Medio Grande” dell’artista concettuale italiano, Alighiero Boetti, si invitano gli artisti ad analizzare attraverso un metodo epistemologico le complesse problematiche del fenomeno migratorio, inteso come flusso di dati (data flow) in movimento all’interno di un sistema di insiemi. Utilizzando il linguaggio visivo come strumento per estrapolare e mettere in relazione cluster di dati eterogenei, scoprire legami e correlazioni tra fenomeni diversi capaci di superare le cristallizzate aporie della visione globale e prevedere fenomeni migratori futuri.
Lazzaro Galleria d’Arte Contemporanea - Spazio Cisterne
Piazza San Matteo, 17
Salita all’Arcivescovato, 5r
A cura di Stefano Bucciero e Maria Laura Bonifazi
Da quando l’uomo vive su questa terra ci sono sempre stati fenomeni migratori, esodi di popoli, gruppi, tribù, verso altre regioni, nella speranza di trovarvi nuove e migliori condizioni di vita.
Attualmente, circa 281 milioni di persone, pari al 3,60% della popolazione mondiale, per ragioni legate a conflitti, persecuzioni, condizioni di vita precarie, clima di violenza, guerre, degrado ambientale, prospettive economiche di miseria, sono obbligate ad abbandonare le loro case, la maggior parte fugge all’interno del proprio paese, altri invece hanno attraversato i confini e abbandonato la propria terra nativa.
Per “ius naturale” l’essere umano tende allo stato di conservazione della propria vita e alla ricerca eudemonica dei propri bisogni. Secondo la concezione empirista di Thomas Hobbes, ognuno «gode di una maggiore o minore libertà in rapporto all'ampiezza dello spazio di cui dispone per muoversi» la libertà dunque, non è altro che avere la possibilità di agire senza alcun ostacolo materiale.
Migrare significa in primis mettere a repentaglio la propria vita, per molti l’unica àncora di salvezza, è salpare a bordo di una nave di cristallo chiamata speranza, ma talvolta basta lo schiaffo di un’onda per infrangere il sogno in utopia, durante il 2018 sono morti 4,737 migranti di cui 2,299 solo nel “Mare nostrum” . Altri, in bilico sul limbo della “muraglia che divide l’inferno dal paradiso”, attendono in un campo profughi. Coloro che sono riusciti a raggiungere un nuovo paese hanno ricostruito un futuro, dai frammenti della propria esistenza, spesso perdendo o abbandonando famiglia, tradizioni, identità. Ora stranieri in terra straniera, come alberi senza radici, trapianti in una nuova terra.
Per chi accoglie, il più basilare degli obblighi è il non respingimento, principio che vieta a una nazione di mandare un individuo in un paese dove la sua vita e la sua libertà sono in pericolo. In realtà, comunque, i rifugiati sono spesso le vittime invisibili di un trattamento incoerente e discriminatorio.
Compassione, solidarietà, sostegno ci definiscono “esseri umani”, ma il mondo sta raccogliendo i terribili frutti della retorica intrisa d’odio che ha dominato nelle politiche retrograde e divisive messe in atto da leader mondiali di molti paesi.
Se razzismo, xenofobia, discriminazione crescono, cresce anche il rischio di fascismo e la voglia di uno “stato puro”. É sempre stato così, ed è la stessa radice nazista contro una società aperta, integrata, “colorata”.
Pur nella diversa condizione sociale, ogni uomo è uguale al suo simile per dignità, “tutti gli uomini, senza distinzioni di età, stato di salute, sesso, razza, religione, grado d'istruzione, nazionalità, cultura, impiego, opinione politica o condizione sociale meritano un rispetto incondizionato, sul quale nessuna "ragion di Stato", nessun "interesse superiore", la "Razza", o la "Società", può imporsi” tale concezione è stata recentemente sintetizzata e declinata dalla filosofa e profuga ebrea, Hannah Arendt come il "diritto ad avere diritti" o il diritto di ogni individuo ad appartenere all’umanità che dovrebbe essere garantito dall’umanità stessa .
In rapporto a quanto descritto ed in relazione alle opere d’arte “Mettere al mondo il mondo”, “Estate 70”, “Piccolo Medio Grande” dell’artista concettuale italiano, Alighiero Boetti, si invitano gli artisti ad analizzare attraverso un metodo epistemologico le complesse problematiche del fenomeno migratorio, inteso come flusso di dati (data flow) in movimento all’interno di un sistema di insiemi. Utilizzando il linguaggio visivo come strumento per estrapolare e mettere in relazione cluster di dati eterogenei, scoprire legami e correlazioni tra fenomeni diversi capaci di superare le cristallizzate aporie della visione globale e prevedere fenomeni migratori futuri.
29
aprile 2022
Esodo
Dal 29 aprile al 14 maggio 2022
arte contemporanea
collettiva
collettiva
Location
LAZZARO GALLERY
Genova, Piazza di San Matteo, 17, (GE)
Genova, Piazza di San Matteo, 17, (GE)
Orario di apertura
Da Martedì al Sabato
Orari: 15:00 - 21:00
Autore
Curatore