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Esprit Sphérique
Sfere dalla Collezione Legler, Bergamo
Comunicato stampa
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Galleria Gottardo, Fondazione per la Cultura della Banca del Gottardo presenta, dal 27 settembre al 23 dicembre 2006, la mostra Esprit Sphérique, sfere dalla Collezione Legler di Bergamo, una collezione che appartiene a un ramo della famiglia di industriali emigrati nel 19. secolo dal Canton Glarona, che fondarono una fiorente industria tessile nel Nord Italia.
Il nome, Esprit Sphérique, intende esprimere tutta la ricchezza e l’intensità materiale e concettuale che l’oggetto sferico assume in sé. Si tratta infatti di sfere che abbracciano tipologie molto diverse: da quelle usate nei giochi, a quelle prodotte da artisti, da quelle ad uso militare, a quelle dal significato magico-religioso, fino a quelle di alto artigianato. La moltitudine e l’accumulo di questi oggetti, tutti raccolti quasi ossessivamente dai collezionisti nel corso degli anni, in numerosi paesi del mondo, presentano da una parte un’offerta di esperienza precisa e concreta ma anche suggestiva ed evocatrice di sensazioni e di riflessioni, che hanno come punto di partenza una fisicità particolarissima: la forma della sfera.
La mostra si presenta dunque decisamente contrassegnata dall’attenzione esclusiva per una forma ma allo stesso tempo e subito si dimostra aperta alle molteplici sollecitazioni che essa riesce a suscitare: in ambito artistico, ma anche in quello della cultura materiale e delle connessioni teoriche, culturali, scientifiche e sociali, dove forma e materia, simbolo e sostanza si mescolano e si confondono.
Questa ricchezza di segno e di significato ha spinto gli organizzatori a realizzare intorno al tema della sfera una pubblicazione puntuale, che costituisse non solo il riferimento preciso agli oggetti e alle opere esposti alla Galleria Gottardo, ma si aprisse anche a riflessioni ulteriori, che andassero a indagare in varie discipline quale fosse il motivo profondo per cui questo oggetto godesse di richiamo tanto condiviso. Esprit Sphérique diventa allora una sorta di indispensabile pretesto per ripensare la sfera come luogo di pura geometria, di intensi significati, di storie, di invenzioni, di rimandi simbolici, mentre la pubblicazione raccoglie questi pensieri, cercando di restituire nella variazione dei contributi un’immagine più ricca e completa dello spirito sferico.
All’interno della mostra, la collezione è inoltre accompagnata da una rassegna di opere che completano il punto di vista dell’arte su questo stesso tema. Sono presenti alcune opere di artisti del periodo surrealista, antecedenti la seconda guerra mondiale, generosamente prestate dal Kunsthaus di Zurigo, dalla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e dalla Fundació Joan Miró di Barcellona. Inoltre sono esposte quelle di un esiguo ma significativo gruppo di artisti svizzeri del dopoguerra, facenti parte della Collezione Banca del Gottardo. Con la scelta delle opere in mostra si è voluto rappresentare varie forme di espressione artistica quali la scultura, la pittura, la fotografia e la videoarte.
Il titolo della mostra, “Esprit Sphérique”, contiene in sé una forte indicazione a considerare la sfera non solo come una “figura solida formata da tutti e soli i punti dello spazio aventi da un punto fissato distanza minore o uguale di un segmento dato”, quanto piuttosto a valutare il complesso di significati che da questa pura forma, resa qui in modo concreto, discendono.
A partire da un concetto di perfezione, di assenza di asperità, di compiutezza, aprendosi per esempio all’ambiguità di concavo/convesso o di contenente/contenuto, il tema della sfera porta con sé valenze complesse, anche di differenti tenore, validità, o grado di astrazione, che la collezione Legler in tanti esempi riesce a testimoniare, veicolandole in una materialità straordinariamente ricca e inattesa.
La varietà degli esempi a disposizione ha indotto i responsabili della mostra ad indagare a fondo il tema della sfericità, rintracciando alcuni percorsi secondo cui essa, pur rimanendo sempre uguale a se stessa nel corso del tempo e attraverso tante culture, ha potuto con tanta forza e con tanta duttilità essere presente in campi materiali diversi: dal gioco al lavoro, dalla guerra alla geometria, dalle immagini dell’universo, alla funzione talismanica, all’arte.
Con molta generosità alcuni rappresentanti insigni della cultura contemporanea hanno accolto la proposta ad approfondire il tema della sfera dai diversi punti di vista, all’interno della monografia realizzata appositamente. Nella varietà dei rispettivi ambiti disciplinari e sensibilità culturali hanno offerto un contributo originale ed efficace, che dà testimonianza, ancora una volta, della ricchezza di spunti tematici che la sfera sa attivare e che qui sono esemplificati in scritti di diversa derivazione e trattazione, ognuno di per sé esemplare e unico, per quanto tutti orientati a uno stesso tema. Si tratta ovviamente di un’indagine circoscritta, certo parziale, che lascia tuttavia intravedere moltissimi sviluppi e aperture su un tema che attraversa molte esperienze storiche e concettuali.
Il volume-catalogo tende dunque a un duplice scopo: vuole, da una parte, costituire una catalogazione puntuale degli oggetti e delle opere esposti e valorizzarli con immagini di grande qualità; dall’altra intende, tramite i diversi contributi teorici, farci cogliere orizzonti inediti, anche se in parte sovrapposti.
In occasione dell’esposizione “Esprit Sphérique”, come già nella mostra “Oltre Bering. Le colonie russe del Nord Pacifico”, proposta nel 2004, la Galleria Gottardo, oltre ad assolvere il suo ruolo istituzionale di promotrice d’arte, accoglie nel proprio raggio di attenzione in modo organico, la riflessione teorica, questa volta intorno al tema della sfera, con un interesse che va ben oltre lo specifico ambito di pertinenza della mostra stessa. Ma forse è proprio questo il vero compito di una Fondazione come Galleria Gottardo: dare voce alle affermazioni dell’arte e del lavoro umano, ma anche recepire le sollecitazioni e gli stimoli che da queste riescono a levarsi.
Gli autori dei diversi saggi sono, in ordine alfabetico: Brahim Alaoui, Direttore dell’Institut du Monde Arabe, Parigi; Carla Burani, critico d’arte, Lugano; Laura De Carlo, Professore Ordinario di Geometria descrittiva, Facoltà di Architettura, Roma “La Sapienza”; Ubaldo Fadini, Professore Associato di Estetica contemporanea, Università degli Studi di Firenze; Mino Gabriele, Professore Ordinario di Iconologia e iconografia, Università degli Studi di Udine; Marco Garzonio, analista e psicoterapeuta; Giorgio Israel, Professore Ordinario di Storia della matematica, Università di Roma “La Sapienza”; Llilian Llanes, fondatrice e direttrice del Centro Wilfredo Lam, Cuba e Membro della Giuria della 51ma Biennale di Venezia 2005; Marco Lorandi Bedogni Pietri, Professore Associato di Storia dell’arte contemporanea, Università degli Studi di Bergamo; Giuseppe O. Longo, Professore Ordinario di Teoria dell’Informazione, Facoltà di Ingegneria, Università degli Studi di Trieste; Tomás Maldonado, Professore Emerito, Politecnico di Milano; Vittorio Marchis, Professore Ordinario di Storia della tecnologia, Politecnico di Torino; Christoph Riedweg, Professore Ordinario di Filologia classica/Grecistica, Università di Zurigo e Direttore dell’Istituto Svizzero di Roma; Philip Rylands, Direttore della Peggy Guggenheim Collection, Venezia.
Il nome, Esprit Sphérique, intende esprimere tutta la ricchezza e l’intensità materiale e concettuale che l’oggetto sferico assume in sé. Si tratta infatti di sfere che abbracciano tipologie molto diverse: da quelle usate nei giochi, a quelle prodotte da artisti, da quelle ad uso militare, a quelle dal significato magico-religioso, fino a quelle di alto artigianato. La moltitudine e l’accumulo di questi oggetti, tutti raccolti quasi ossessivamente dai collezionisti nel corso degli anni, in numerosi paesi del mondo, presentano da una parte un’offerta di esperienza precisa e concreta ma anche suggestiva ed evocatrice di sensazioni e di riflessioni, che hanno come punto di partenza una fisicità particolarissima: la forma della sfera.
La mostra si presenta dunque decisamente contrassegnata dall’attenzione esclusiva per una forma ma allo stesso tempo e subito si dimostra aperta alle molteplici sollecitazioni che essa riesce a suscitare: in ambito artistico, ma anche in quello della cultura materiale e delle connessioni teoriche, culturali, scientifiche e sociali, dove forma e materia, simbolo e sostanza si mescolano e si confondono.
Questa ricchezza di segno e di significato ha spinto gli organizzatori a realizzare intorno al tema della sfera una pubblicazione puntuale, che costituisse non solo il riferimento preciso agli oggetti e alle opere esposti alla Galleria Gottardo, ma si aprisse anche a riflessioni ulteriori, che andassero a indagare in varie discipline quale fosse il motivo profondo per cui questo oggetto godesse di richiamo tanto condiviso. Esprit Sphérique diventa allora una sorta di indispensabile pretesto per ripensare la sfera come luogo di pura geometria, di intensi significati, di storie, di invenzioni, di rimandi simbolici, mentre la pubblicazione raccoglie questi pensieri, cercando di restituire nella variazione dei contributi un’immagine più ricca e completa dello spirito sferico.
All’interno della mostra, la collezione è inoltre accompagnata da una rassegna di opere che completano il punto di vista dell’arte su questo stesso tema. Sono presenti alcune opere di artisti del periodo surrealista, antecedenti la seconda guerra mondiale, generosamente prestate dal Kunsthaus di Zurigo, dalla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e dalla Fundació Joan Miró di Barcellona. Inoltre sono esposte quelle di un esiguo ma significativo gruppo di artisti svizzeri del dopoguerra, facenti parte della Collezione Banca del Gottardo. Con la scelta delle opere in mostra si è voluto rappresentare varie forme di espressione artistica quali la scultura, la pittura, la fotografia e la videoarte.
Il titolo della mostra, “Esprit Sphérique”, contiene in sé una forte indicazione a considerare la sfera non solo come una “figura solida formata da tutti e soli i punti dello spazio aventi da un punto fissato distanza minore o uguale di un segmento dato”, quanto piuttosto a valutare il complesso di significati che da questa pura forma, resa qui in modo concreto, discendono.
A partire da un concetto di perfezione, di assenza di asperità, di compiutezza, aprendosi per esempio all’ambiguità di concavo/convesso o di contenente/contenuto, il tema della sfera porta con sé valenze complesse, anche di differenti tenore, validità, o grado di astrazione, che la collezione Legler in tanti esempi riesce a testimoniare, veicolandole in una materialità straordinariamente ricca e inattesa.
La varietà degli esempi a disposizione ha indotto i responsabili della mostra ad indagare a fondo il tema della sfericità, rintracciando alcuni percorsi secondo cui essa, pur rimanendo sempre uguale a se stessa nel corso del tempo e attraverso tante culture, ha potuto con tanta forza e con tanta duttilità essere presente in campi materiali diversi: dal gioco al lavoro, dalla guerra alla geometria, dalle immagini dell’universo, alla funzione talismanica, all’arte.
Con molta generosità alcuni rappresentanti insigni della cultura contemporanea hanno accolto la proposta ad approfondire il tema della sfera dai diversi punti di vista, all’interno della monografia realizzata appositamente. Nella varietà dei rispettivi ambiti disciplinari e sensibilità culturali hanno offerto un contributo originale ed efficace, che dà testimonianza, ancora una volta, della ricchezza di spunti tematici che la sfera sa attivare e che qui sono esemplificati in scritti di diversa derivazione e trattazione, ognuno di per sé esemplare e unico, per quanto tutti orientati a uno stesso tema. Si tratta ovviamente di un’indagine circoscritta, certo parziale, che lascia tuttavia intravedere moltissimi sviluppi e aperture su un tema che attraversa molte esperienze storiche e concettuali.
Il volume-catalogo tende dunque a un duplice scopo: vuole, da una parte, costituire una catalogazione puntuale degli oggetti e delle opere esposti e valorizzarli con immagini di grande qualità; dall’altra intende, tramite i diversi contributi teorici, farci cogliere orizzonti inediti, anche se in parte sovrapposti.
In occasione dell’esposizione “Esprit Sphérique”, come già nella mostra “Oltre Bering. Le colonie russe del Nord Pacifico”, proposta nel 2004, la Galleria Gottardo, oltre ad assolvere il suo ruolo istituzionale di promotrice d’arte, accoglie nel proprio raggio di attenzione in modo organico, la riflessione teorica, questa volta intorno al tema della sfera, con un interesse che va ben oltre lo specifico ambito di pertinenza della mostra stessa. Ma forse è proprio questo il vero compito di una Fondazione come Galleria Gottardo: dare voce alle affermazioni dell’arte e del lavoro umano, ma anche recepire le sollecitazioni e gli stimoli che da queste riescono a levarsi.
Gli autori dei diversi saggi sono, in ordine alfabetico: Brahim Alaoui, Direttore dell’Institut du Monde Arabe, Parigi; Carla Burani, critico d’arte, Lugano; Laura De Carlo, Professore Ordinario di Geometria descrittiva, Facoltà di Architettura, Roma “La Sapienza”; Ubaldo Fadini, Professore Associato di Estetica contemporanea, Università degli Studi di Firenze; Mino Gabriele, Professore Ordinario di Iconologia e iconografia, Università degli Studi di Udine; Marco Garzonio, analista e psicoterapeuta; Giorgio Israel, Professore Ordinario di Storia della matematica, Università di Roma “La Sapienza”; Llilian Llanes, fondatrice e direttrice del Centro Wilfredo Lam, Cuba e Membro della Giuria della 51ma Biennale di Venezia 2005; Marco Lorandi Bedogni Pietri, Professore Associato di Storia dell’arte contemporanea, Università degli Studi di Bergamo; Giuseppe O. Longo, Professore Ordinario di Teoria dell’Informazione, Facoltà di Ingegneria, Università degli Studi di Trieste; Tomás Maldonado, Professore Emerito, Politecnico di Milano; Vittorio Marchis, Professore Ordinario di Storia della tecnologia, Politecnico di Torino; Christoph Riedweg, Professore Ordinario di Filologia classica/Grecistica, Università di Zurigo e Direttore dell’Istituto Svizzero di Roma; Philip Rylands, Direttore della Peggy Guggenheim Collection, Venezia.
26
settembre 2006
Esprit Sphérique
Dal 26 settembre al 23 dicembre 2006
Location
GALLERIA GOTTARDO
Lugano, Viale Stefano Franscini, 12, (Lugano)
Lugano, Viale Stefano Franscini, 12, (Lugano)
Orario di apertura
martedì 14.00 - 17.00; mercoledì - sabato 11.00 - 17.00. Chiuso domenica e lunedì
Aperto anche durante i giorni festivi dell’1 novembre e dell’8 dicembre
Vernissage
26 Settembre 2006, ore 18-20
Editore
CHARTA
Ufficio stampa
UESSEARTE
Curatore