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Essere o Avere?
Eric Fromm scrive nel 1976 To Have or To Be?, interrogandosi su queste due modalità essenziali dell’essere umano: l’Avere e L’Essere. La mostra si propone di scandagliare attraverso il linguaggio dell’arte questo tema.
Comunicato stampa
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Eric Fromm scrive nel 1976 To Have or To Be?, interrogandosi su queste due modalità essenziali dell’essere umano: l’Avere e L’Essere.
La mostra collettiva organizzata e promossa da Ca'Zanardi di Venezia, in collaborazione con Art&fortE LAB, Art&fortE e Spaziottagoni di Roma, si propone di scandagliare attraverso il linguaggio dell'arte questo tema. Perché l'aspetto filosofico della questione posta da Fromm sottintende implicazioni e conseguenze concrete e importanti nella nostra società, che meritano di essere colte e tradotte in opere che sono ora proposte al pubblico in due esposizioni in due delle città più belle, affascinanti, cariche di cultura, arte e storia quali sono Roma (17-30 settembre) e Venezia (9-22 ottobre, Palazzo Ca’ Zanardi), quest’ultima in concomitanza con Biennale Architettura.
L'evento prevede la collaborazione con la Reale Canottieri Bucintoro e l'associazione Art&salE, portando così in dote il Patrocinio dell'Assessorato alla Produzione Culturale del Comune di Venezia.
*************
Eric Fromm scrive nel 1976 To Have or To Be? (ed.it. Mondadori, Milano 1977), interrogandosi su queste due modalità essenziali dell’essere umano: l’Avere e L’Essere. Il filosofo di Francoforte osserva come sia la struttura sociale a determinare il sopravvento dell’uno o dell’atro aspetto.
Nella società contemporanea, il possesso - trasformatosi rapidamente da bisogno primario di sopravvivenza (che l’autore chiama avere esistenziale) a consumismo (avere caratteriologico) – è prevalente. E, aggiunge Fromm, la modalità dell’avere porta al conflitto, allo scontro sia fra gli individui che fra le nazioni. Il consumo, inoltre, perde in fretta il proprio carattere gratificante e pertanto impone di consumare sempre di più.
La società ha preso questa direzione credendo nelle promesse dell’avere: il potere sulla natura, l’abbondanza dei materiali, la felicità per la soddisfazione di tutti i propri bisogni e la libertà personale.
Ma, osserva Fromm, le promesse si sono rivelate completamente fallimentari – e a trent’anni di distanza dal suo saggio le sue affermazioni risultano ancor più confermate: il dominio sulla natura si è tradotto in un disastro ambientale sempre più irreversibile; l’abbondanza è rimasta limitata ai soli Paesi ricchi; la soddisfazione è divenuta alienazione e la libertà è manipolata dai mass media e dalle multinazionali.
In questo lungo e difficile periodo caratterizzato da una crisi economica planetaria a dimostrazione di un sistema ormai saturo e tutt’altro che invincibile, agli artisti sarà richiesto di tradurre questa ampia tematica visivamente, sottoforma di opera artistica, scegliendo liberamente la tecnica da impiegare. Perché, ricorda lo stesso Fromm in un altro suo scritto – L’arte di amare:
In ogni attività creativa, colui che crea si fonde con la propria materia, che rappresenta il mondo che lo circonda. Sia che il contadino coltivi il grano o il pittore dipinga un quadro, in ogni tipo di lavoro creativo, l'artefice e il suo oggetto diventano un'unica cosa: l'uomo si unisce col mondo nel processo di creazione.
Essere o Avere?
Mostra collettiva Roma-Venezia
Eric Fromm scrive nel 1976 To Have or To Be? (ed.it. Mondadori, Milano 1977), interrogandosi su queste due modalità essenziali dell’essere umano: l’Avere e L’Essere. Il filosofo di Francoforte osserva come sia la struttura sociale a determinare il sopravvento dell’uno o dell’atro aspetto.
Nella società contemporanea, il possesso - trasformatosi rapidamente da bisogno primario di sopravvivenza (che l’autore chiama avere esistenziale) a consumismo (avere caratteriologico) – è prevalente. E, aggiunge Fromm, la modalità dell’avere porta al conflitto, allo scontro sia fra gli individui che fra le nazioni. Il consumo, inoltre, perde in fretta il proprio carattere gratificante e pertanto impone di consumare sempre di più.
La società ha preso questa direzione credendo nelle promesse dell’avere: il potere sulla natura, l’abbondanza dei materiali, la felicità per la soddisfazione di tutti i propri bisogni e la libertà personale.
Ma, osserva Fromm, le promesse si sono rivelate completamente fallimentari – e a trent’anni di distanza dal suo saggio le sue affermazioni risultano ancor più confermate: il dominio sulla natura si è tradotto in un disastro ambientale sempre più irreversibile; l’abbondanza è rimasta limitata ai soli Paesi ricchi; la soddisfazione è divenuta alienazione e la libertà è manipolata dai mass media e dalle multinazionali.
In questo lungo e difficile periodo caratterizzato da una crisi economica planetaria a dimostrazione di un sistema ormai saturo e tutt’altro che invincibile, agli artisti sarà richiesto di tradurre questa ampia tematica visivamente, sottoforma di opera artistica, scegliendo liberamente la tecnica da impiegare. Perché, ricorda lo stesso Fromm in un altro suo scritto – L’arte di amare:
In ogni attività creativa, colui che crea si fonde con la propria materia, che rappresenta il mondo che lo circonda. Sia che il contadino coltivi il grano o il pittore dipinga un quadro, in ogni tipo di lavoro creativo, l'artefice e il suo oggetto diventano un'unica cosa: l'uomo si unisce col mondo nel processo di creazione.
La mostra collettiva organizzata e promossa da Ca'Zanardi di Venezia, in collaborazione con Art&fortE LAB, Art&fortE e Spaziottagoni di Roma, si propone di scandagliare attraverso il linguaggio dell'arte questo tema. Perché l'aspetto filosofico della questione posta da Fromm sottintende implicazioni e conseguenze concrete e importanti nella nostra società, che meritano di essere colte e tradotte in opere che sono ora proposte al pubblico in due esposizioni in due delle città più belle, affascinanti, cariche di cultura, arte e storia quali sono Roma (17-30 settembre) e Venezia (9-22 ottobre, Palazzo Ca’ Zanardi), quest’ultima in concomitanza con Biennale Architettura.
L'evento prevede la collaborazione con la Reale Canottieri Bucintoro e l'associazione Art&salE, portando così in dote il Patrocinio dell'Assessorato alla Produzione Culturale del Comune di Venezia.
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Eric Fromm scrive nel 1976 To Have or To Be? (ed.it. Mondadori, Milano 1977), interrogandosi su queste due modalità essenziali dell’essere umano: l’Avere e L’Essere. Il filosofo di Francoforte osserva come sia la struttura sociale a determinare il sopravvento dell’uno o dell’atro aspetto.
Nella società contemporanea, il possesso - trasformatosi rapidamente da bisogno primario di sopravvivenza (che l’autore chiama avere esistenziale) a consumismo (avere caratteriologico) – è prevalente. E, aggiunge Fromm, la modalità dell’avere porta al conflitto, allo scontro sia fra gli individui che fra le nazioni. Il consumo, inoltre, perde in fretta il proprio carattere gratificante e pertanto impone di consumare sempre di più.
La società ha preso questa direzione credendo nelle promesse dell’avere: il potere sulla natura, l’abbondanza dei materiali, la felicità per la soddisfazione di tutti i propri bisogni e la libertà personale.
Ma, osserva Fromm, le promesse si sono rivelate completamente fallimentari – e a trent’anni di distanza dal suo saggio le sue affermazioni risultano ancor più confermate: il dominio sulla natura si è tradotto in un disastro ambientale sempre più irreversibile; l’abbondanza è rimasta limitata ai soli Paesi ricchi; la soddisfazione è divenuta alienazione e la libertà è manipolata dai mass media e dalle multinazionali.
In questo lungo e difficile periodo caratterizzato da una crisi economica planetaria a dimostrazione di un sistema ormai saturo e tutt’altro che invincibile, agli artisti sarà richiesto di tradurre questa ampia tematica visivamente, sottoforma di opera artistica, scegliendo liberamente la tecnica da impiegare. Perché, ricorda lo stesso Fromm in un altro suo scritto – L’arte di amare:
In ogni attività creativa, colui che crea si fonde con la propria materia, che rappresenta il mondo che lo circonda. Sia che il contadino coltivi il grano o il pittore dipinga un quadro, in ogni tipo di lavoro creativo, l'artefice e il suo oggetto diventano un'unica cosa: l'uomo si unisce col mondo nel processo di creazione.
Essere o Avere?
Mostra collettiva Roma-Venezia
Eric Fromm scrive nel 1976 To Have or To Be? (ed.it. Mondadori, Milano 1977), interrogandosi su queste due modalità essenziali dell’essere umano: l’Avere e L’Essere. Il filosofo di Francoforte osserva come sia la struttura sociale a determinare il sopravvento dell’uno o dell’atro aspetto.
Nella società contemporanea, il possesso - trasformatosi rapidamente da bisogno primario di sopravvivenza (che l’autore chiama avere esistenziale) a consumismo (avere caratteriologico) – è prevalente. E, aggiunge Fromm, la modalità dell’avere porta al conflitto, allo scontro sia fra gli individui che fra le nazioni. Il consumo, inoltre, perde in fretta il proprio carattere gratificante e pertanto impone di consumare sempre di più.
La società ha preso questa direzione credendo nelle promesse dell’avere: il potere sulla natura, l’abbondanza dei materiali, la felicità per la soddisfazione di tutti i propri bisogni e la libertà personale.
Ma, osserva Fromm, le promesse si sono rivelate completamente fallimentari – e a trent’anni di distanza dal suo saggio le sue affermazioni risultano ancor più confermate: il dominio sulla natura si è tradotto in un disastro ambientale sempre più irreversibile; l’abbondanza è rimasta limitata ai soli Paesi ricchi; la soddisfazione è divenuta alienazione e la libertà è manipolata dai mass media e dalle multinazionali.
In questo lungo e difficile periodo caratterizzato da una crisi economica planetaria a dimostrazione di un sistema ormai saturo e tutt’altro che invincibile, agli artisti sarà richiesto di tradurre questa ampia tematica visivamente, sottoforma di opera artistica, scegliendo liberamente la tecnica da impiegare. Perché, ricorda lo stesso Fromm in un altro suo scritto – L’arte di amare:
In ogni attività creativa, colui che crea si fonde con la propria materia, che rappresenta il mondo che lo circonda. Sia che il contadino coltivi il grano o il pittore dipinga un quadro, in ogni tipo di lavoro creativo, l'artefice e il suo oggetto diventano un'unica cosa: l'uomo si unisce col mondo nel processo di creazione.
17
settembre 2010
Essere o Avere?
Dal 17 al 30 settembre 2010
arte contemporanea
Location
SPAZIOTTAGONI
Roma, Via Goffredo Mameli, 9, (Roma)
Roma, Via Goffredo Mameli, 9, (Roma)
Orario di apertura
Dal martedì al sabato dalle 17 alle 20 (chiuso domenica e lunedì)
Vernissage
17 Settembre 2010, ore 18.30
Ufficio stampa
PENNAROSSA PRESSLAB
Autore