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Esther Janssen – EverGreen & MistyRose
Il suo lavoro è un tentativo di creare un’illusione o di disinnescare una situazione. Il suo computer è come il nostro mondo: apparentemente non lascia spazio all’imperfezione e all’imprevedibilità
Comunicato stampa
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Giovedì 5 giugno inaugura presso la ST Open Gallery, nuovo progetto di Sergio Tossi a Firenze, la prima personale italiana della giovane artista olandese Esther Janssen. La mostra è inserita nel ricco calendario di Olandiamo, il festival di eventi culturali organizzato in occasione dei 50 anni del Niki, l’Istituto Universitario Olandese di Storia dell’Arte di Firenze.
L’artista olandese, presenterà una serie di opere di pittura digitale, nonché delle piccole sculture, veri e propri capolavori di originalità e di creatività.
Cokkie Snoei, la sua gallerista di Rotterdam, così introduce l’artista:
“Da bambina aveva un debole per i cavalli, che vedeva però soltanto nella sua immaginazione: gli equini infatti li aveva conosciuti solo nelle pagine dei libri. La sua passione ebbe ahimè una brusca fine con la sua prima lezione di maneggio. Quella esperienza non fu la favola che lei si aspettava e il sogno svanì. Esther Janssen provò un simile disincanto anche quando scoprì che Madonna non era davvero bionda. Seguirono poi disillusioni meno ingenue: la consapevolezza del libero arbitrio; la fede nella redenzione e l’importanza dell’uomo; la fiducia nel progresso.
L’arte di Esther Janssen rievoca questi momenti di disincanto. Il suo lavoro è un tentativo di creare un’illusione o di disinnescare una situazione. Il suo computer è come il nostro mondo: apparentemente non lascia spazio all’imperfezione e all’imprevedibilità.
Nel programma “Photoshop”, Esther Janssen scopre un nuovo metodo di fare “ritratti”. La ritrattistica è un processo piuttosto differente con gli strumenti creati per il fotoritocco. Emergono nuove possibilità di semplificare il processo pittorico. Photoshop rivela tutti i colori che possono comporre una fotografia. L’erba, comunemente percepita come verde, risulta invece essere un insieme di sfumature ocra e grigiastre. Esther Janssen sfrutta ed evidenzia questi colori nascosti; anzi in realtà le servono come punto di partenza. La sua pittura si sviluppa poi in strati, emergendo dalle estensioni del colore crudo. Lei usa il “gradient” ( la funzione di intensità del colore) per riempire le aree dal chiaro allo scuro, dando un accenno di profondità. Spesso lavora su più di cinquanta strati alla volta che rimangono tutti accessibili, così che Esther può continuare a cercare il colore, la trasparenza e l’equilibrio del dettaglio esatti. E’ questa una delle differenze fondamentali dalla “vera” pittura, nella quale ogni strato successivo copre il precedente.
I soggetti di Esther Janssen sono case, parchi gioco e paesaggi naturali, tutti apparentemente, ed a prima vista, sicuri., controllabili e immutabili. Introduce distorsioni, combina, esagera e sposta. Da qui nascono archetipi e simboli. I colori , le proporzioni, la luce e l’assenza di personaggi, scalfiscono l’illusione di un mondo che potrebbe sembrare ideale, ma che racchiude inquietudine, allarme e il disincanto tipico della sua e delle nostre adolescenze occidentali”.
Esther Janssen è nata a Maastricht nel 1976. Ha frequentato la Eindhoven Design Academy e i suoi lavori sono presenti nelle collezioni del Ministero degli Affari Esteri Olandese e del Fine Arts Center di Rotterdam e Amsterdam.
L’artista olandese, presenterà una serie di opere di pittura digitale, nonché delle piccole sculture, veri e propri capolavori di originalità e di creatività.
Cokkie Snoei, la sua gallerista di Rotterdam, così introduce l’artista:
“Da bambina aveva un debole per i cavalli, che vedeva però soltanto nella sua immaginazione: gli equini infatti li aveva conosciuti solo nelle pagine dei libri. La sua passione ebbe ahimè una brusca fine con la sua prima lezione di maneggio. Quella esperienza non fu la favola che lei si aspettava e il sogno svanì. Esther Janssen provò un simile disincanto anche quando scoprì che Madonna non era davvero bionda. Seguirono poi disillusioni meno ingenue: la consapevolezza del libero arbitrio; la fede nella redenzione e l’importanza dell’uomo; la fiducia nel progresso.
L’arte di Esther Janssen rievoca questi momenti di disincanto. Il suo lavoro è un tentativo di creare un’illusione o di disinnescare una situazione. Il suo computer è come il nostro mondo: apparentemente non lascia spazio all’imperfezione e all’imprevedibilità.
Nel programma “Photoshop”, Esther Janssen scopre un nuovo metodo di fare “ritratti”. La ritrattistica è un processo piuttosto differente con gli strumenti creati per il fotoritocco. Emergono nuove possibilità di semplificare il processo pittorico. Photoshop rivela tutti i colori che possono comporre una fotografia. L’erba, comunemente percepita come verde, risulta invece essere un insieme di sfumature ocra e grigiastre. Esther Janssen sfrutta ed evidenzia questi colori nascosti; anzi in realtà le servono come punto di partenza. La sua pittura si sviluppa poi in strati, emergendo dalle estensioni del colore crudo. Lei usa il “gradient” ( la funzione di intensità del colore) per riempire le aree dal chiaro allo scuro, dando un accenno di profondità. Spesso lavora su più di cinquanta strati alla volta che rimangono tutti accessibili, così che Esther può continuare a cercare il colore, la trasparenza e l’equilibrio del dettaglio esatti. E’ questa una delle differenze fondamentali dalla “vera” pittura, nella quale ogni strato successivo copre il precedente.
I soggetti di Esther Janssen sono case, parchi gioco e paesaggi naturali, tutti apparentemente, ed a prima vista, sicuri., controllabili e immutabili. Introduce distorsioni, combina, esagera e sposta. Da qui nascono archetipi e simboli. I colori , le proporzioni, la luce e l’assenza di personaggi, scalfiscono l’illusione di un mondo che potrebbe sembrare ideale, ma che racchiude inquietudine, allarme e il disincanto tipico della sua e delle nostre adolescenze occidentali”.
Esther Janssen è nata a Maastricht nel 1976. Ha frequentato la Eindhoven Design Academy e i suoi lavori sono presenti nelle collezioni del Ministero degli Affari Esteri Olandese e del Fine Arts Center di Rotterdam e Amsterdam.
05
giugno 2008
Esther Janssen – EverGreen & MistyRose
Dal 05 giugno al 31 luglio 2008
arte contemporanea
Location
SERGIO TOSSI ARTE CONTEMPORANEA
Firenze, Via Ippolito Pindemonte, 63, (Firenze)
Firenze, Via Ippolito Pindemonte, 63, (Firenze)
Orario di apertura
mar/ven 14.30/19 o su appuntamento
Vernissage
5 Giugno 2008, ore 18.30
Autore