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Esther Kläs – Maybe it can be different
Maybe it can be different è la prima mostra a Roma dell’artista tedesca attiva a Barcellona, Esther Kläs. La mostra comprende una varietà di opere, tra cui sculture, ceramiche, disegni a olio, arazzi in lana e film.
Comunicato stampa
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Fondazione Giuliani presenta Maybe it can be different, la prima mostra a Roma dell’artista tedesca attiva a Barcellona, Esther Kläs. La mostra comprende una varietà di opere, tra cui sculture, ceramiche, disegni a olio, arazzi in lana e film, i quali sia incarnano l'impegno dell'artista nella sperimentazione dei materiali, sia sottolineano il suo interesse per la gestualità e il movimento.
Nonostante sia radicata nel contemporaneo, la Kläs è molto influenzata dal minimalismo, sebbene lo sfumi con un artigianato pratico e una sensibilità verso l’Arte Povera. Nel suo lavoro ritorna spesso a forme similari: figure arrotondate, curve, mani, volumi che si piegano su se stessi, ma che sono sempre mutevoli, diverse nella loro ripetizione. Lavorando con materiali malleabili, ogni possibilità di una superficie liscia e incontaminata viene evitata a favore di superfici sbozzate e ondulate, tattili e tangibili. La realizzazione dell'opera è incorporata nell'opera stessa, spesso appare nella sua manifestazione finale con impronte digitali visibili lasciate durante la lavorazione della superficie. E sebbene spesso la sua essenziale costellazione di oggetti possa essere completamente ridotta nell'aspetto, ogni oggetto appare quasi come una sorta di strumento carico di energia residuo di un rituale oscuro e sacro.
L'interrelazione tra forma, spazio e movimento è necessaria per immergersi ulteriormente nella pratica dell'artista, così come il suo coinvolgimento con la fisicità dello spettatore. L'esposizione della mostra è delineata come un insieme di relazioni messe in scena con precisione in cui le opere comunicano e risuonano tra loro. Astenendosi da qualsiasi senso di teatralità, lo spazio più astratto agisce come elemento critico delle opere, oltre che come bussola per i movimenti dello spettatore. Egli stesso, infatti, è una componente essenziale della mostra, poiché le opere richiedono sia di essere esaminate da diversi punti di vista, sia sollecitano un senso di movimento, gestualità e ritmo.
Esther Kläs è nata nel 1981 a Magonza, in Germania, attualmente vive e lavora a Barcellona. Una selezione delle sue mostre personali istituzionali include Start, CCA-Center for Contemporary Art Tel Aviv (2019); ola/wave, Proyecto AMIL, Lima (2017); Our Reality, Fondazione Brodbeck, Catania (2015); Ferma (5), deCordova Sculpture Park and Museum, Lincoln, Massachusetts, USA (2015); Whatness (con Johannes Wald), Kunsthalle Bielefeld, Germania (2015); Girare Con Te, Marino Marini Museum, Firenze (2014); Esther Kläs: Better Energy, MoMA PS1, New York (2012); You and the Dance with the Tortoise, Parkhaus, Düsseldorf (2009). Ha partecipato in numerose mostre collettive, tra cui L’homme qui marche Verkörperung des Sperrigen, Kunsthalle Bielefeld, Germany (2019); Delirious, Lustwarande, Tilburg, Olanda (2019); Proof of life, Weserburg Museum of Modern Art, Brema, Germania (2017); Lean, Embajada, Porto Rico (2016); Che il vero possa confutare il falso, Palazzo Pubblico, Santa Maria della Scala, Accademia dei Fisiocritici, Siena (2016); PART 2, Warhus Ritershaus, Colonia (2014); Manners of Matter, Salzburger Kunstverein, Salisburgo (2014); Prague Biennale 6 – Flow, Repubblica Ceca (2013); Champs Elysées, Palais de Tokyo, Parigi (2013); Configurations, Metro Tech Center Commons, Public Art Fund, Brooklyn, NY (2012).
Nonostante sia radicata nel contemporaneo, la Kläs è molto influenzata dal minimalismo, sebbene lo sfumi con un artigianato pratico e una sensibilità verso l’Arte Povera. Nel suo lavoro ritorna spesso a forme similari: figure arrotondate, curve, mani, volumi che si piegano su se stessi, ma che sono sempre mutevoli, diverse nella loro ripetizione. Lavorando con materiali malleabili, ogni possibilità di una superficie liscia e incontaminata viene evitata a favore di superfici sbozzate e ondulate, tattili e tangibili. La realizzazione dell'opera è incorporata nell'opera stessa, spesso appare nella sua manifestazione finale con impronte digitali visibili lasciate durante la lavorazione della superficie. E sebbene spesso la sua essenziale costellazione di oggetti possa essere completamente ridotta nell'aspetto, ogni oggetto appare quasi come una sorta di strumento carico di energia residuo di un rituale oscuro e sacro.
L'interrelazione tra forma, spazio e movimento è necessaria per immergersi ulteriormente nella pratica dell'artista, così come il suo coinvolgimento con la fisicità dello spettatore. L'esposizione della mostra è delineata come un insieme di relazioni messe in scena con precisione in cui le opere comunicano e risuonano tra loro. Astenendosi da qualsiasi senso di teatralità, lo spazio più astratto agisce come elemento critico delle opere, oltre che come bussola per i movimenti dello spettatore. Egli stesso, infatti, è una componente essenziale della mostra, poiché le opere richiedono sia di essere esaminate da diversi punti di vista, sia sollecitano un senso di movimento, gestualità e ritmo.
Esther Kläs è nata nel 1981 a Magonza, in Germania, attualmente vive e lavora a Barcellona. Una selezione delle sue mostre personali istituzionali include Start, CCA-Center for Contemporary Art Tel Aviv (2019); ola/wave, Proyecto AMIL, Lima (2017); Our Reality, Fondazione Brodbeck, Catania (2015); Ferma (5), deCordova Sculpture Park and Museum, Lincoln, Massachusetts, USA (2015); Whatness (con Johannes Wald), Kunsthalle Bielefeld, Germania (2015); Girare Con Te, Marino Marini Museum, Firenze (2014); Esther Kläs: Better Energy, MoMA PS1, New York (2012); You and the Dance with the Tortoise, Parkhaus, Düsseldorf (2009). Ha partecipato in numerose mostre collettive, tra cui L’homme qui marche Verkörperung des Sperrigen, Kunsthalle Bielefeld, Germany (2019); Delirious, Lustwarande, Tilburg, Olanda (2019); Proof of life, Weserburg Museum of Modern Art, Brema, Germania (2017); Lean, Embajada, Porto Rico (2016); Che il vero possa confutare il falso, Palazzo Pubblico, Santa Maria della Scala, Accademia dei Fisiocritici, Siena (2016); PART 2, Warhus Ritershaus, Colonia (2014); Manners of Matter, Salzburger Kunstverein, Salisburgo (2014); Prague Biennale 6 – Flow, Repubblica Ceca (2013); Champs Elysées, Palais de Tokyo, Parigi (2013); Configurations, Metro Tech Center Commons, Public Art Fund, Brooklyn, NY (2012).
18
maggio 2020
Esther Kläs – Maybe it can be different
Dal 18 maggio al 13 giugno 2020
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE GIULIANI PER L’ARTE CONTEMPORANEA
Roma, Via Gustavo Bianchi, 1, (Roma)
Roma, Via Gustavo Bianchi, 1, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 15:00 - 19:30 e su appuntamento
Vernissage
18 Maggio 2020, riapertura dopo il lockdown
Autore
Curatore