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Estrattismo Acqua e…
Il Gruppo Estrattista con questa mostra si pone l’obiettivo primario della valorizzazione dell’Acqua come elemento indispensabile per la vita e protagonista della quotidianità.
Comunicato stampa
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Il gruppo Estrattista formato dagli artisti Gianni Bergamin, Rosanna Bonavia, Marco Iozzo, Mery Rigo, Maurizio Rivetti, ha l’obiettivo di condividere una ricerca volta alla scoperta ed alla valorizzazione del semplice sul complesso, del particolare sul tutto, secondo i canoni e i concetti del Manifesto dell’Estrattismo del 2005 elaborato dalla pittrice Mery Rigo.
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Il Gruppo Estrattista con questa mostra si pone l’obiettivo primario della valorizzazione dell’Acqua come elemento indispensabile per la vita e protagonista della quotidianità. Quella stessa acqua che tutti i giorni, più volte al giorno incontriamo vivendo la nostra giornata, la rappresentiamo in pittura su grandi formati, mentre sgorga da una bottiglia di vetro, o da una fontana, in bicchieri o caraffe di vari colori, in bottiglie di ogni materiale; sempre lei ci accoglie e accompagna durante un bagno in mare o una passeggiata lungo un fiume.
Acqua e... natura, Acqua e... ambiente, Acqua e... quotidiano, Acqua e...oggetti.
Valorizzare l’Acqua per valorizzare Acqui.
L’obiettivo del gruppo è quello di condividere il desiderio e la volontà di ritornare all’essenziale, in un momento storico caratterizzato dalla dispersione e dalla massificazione, di guardare a ciò che ci circonda con occhi diversi, di soffermarsi sul quotidiano e valorizzare ciò che è intorno a noi.
Di rappresentarlo visivamente con tecniche e materiali,volutamente diversificati allo scopo di osservare le molteplici possibilità estrattiste, con opere che toccano la pittura, la fotografia, il video, la serigrafia e la scultura.
Il gruppo Estrattista dopo aver fatto la sua prima apparizione pubblica nel 2006, presso L’Associazione La Città e l’Arte di Moncalieri, ha inoltre esposto nel
2007 a Torino presso la Galleria Studio Laboratorio
2008 a Saluzzo Arte con la mostra ESTRATTISMO Acqua
2008 alla Galleria Torino Art Gallery, Cielo Mare terra
2008 nello Studio Fotografico Stefano Stranges
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CENNI BIOGRAFICI
Gianni Bergamin è nato ad Adria, in provincia di Rovigo nel 1958.
Pittore, da anni si dedica alla ricerca e alla sperimentazione di materiali diversi applicati alla tela. La sua indagine parte dalla memoria, che nella fragranza della madeleine proustiana riporta intatte alla mente le sensazioni che una volontà inconsapevole ha provveduto a serbare intatte nei forzieri dell’inconscio. La fotografia che cerca di riscoprire l’antica emozione viene spezzata, indagata, ricostruita, ricreata, ridipinta per rivivere l’attimo sublime.
La sua attività espositiva lo vede attivo in numerose iniziative a carattere culturale; tra queste “Piscina a Porte Aperte”, la Biblioteca Civica Arduino di Moncalieri, con opere in permanenza e due murales in collaborazione con Murarte nell’ambito della manifestazione “Scoperte”.
Rosanna Bonavia è nata a Cuneo nel 1955.
Pittrice, è diplomata in grafica pubblicitaria. Da anni porta avanti l’attività pittorica in parallelo a quella didattica e all’insegnamento delle discipline artistiche ai bambini. Sta guardando al mondo osservandolo in una realtà artificiosa, riflesso nelle modulazioni delle onde, perennemente cangiante nelle luci, nei colori, nelle emozioni, che fissa isolandole ognuna nell’istante magico che l’ha resa perfetta ed incancellabile nei meandri del ricordo.
È presente nel panorama artistico con mostre personali e con partecipazioni in esposizioni a carattere nazionale: Saluzzo Arte Contemporanea, Studio d’Arte Ennegi di Racconigi, Torre della Filanda a Rivoli, la mostra internazionale a Trivero in provincia di Biella e alla Galleria Maggiorotto di Zurigo in Svizzera.
Mery Rigo è nata a Moncalieri in provincia di Torino nel 1971.
Giovanissima, inizia a interessarsi in parallelo alla pittura e alla fotografia. Da questa sperimentazione incrociata, basa la sua ricerca nel campo della pittura, che sfocia nell’elaborazione del Manifesto dell’Estrattismo presentato nell’ambito di una personale a Torino nel 2005. Ottima pittrice, iperrealista amante dell’esasperazione del particolare, parte dal concetto fotografico per sviluppare, con l’esclusivo mezzo pittorico, il suo lavoro sulla tela, su più tele anzi, che ognuna può vivere singolarmente come frammento, o come interezza, come parte integrante dell’insieme. Tra i numerosi riconoscimenti, nel 2005 ha ricevuto il 1° Premio Targa d’Oro Sezione Pittura nell’ambito del Premio Arte Mondadori di Milano.
Maurizio Rivetti è nato a Moncalieri (TO) nel 1960.
Pittore e grafico pubblicitario, dopo avere maturato significative esperienze nei laboratori artistici e artigiani del settore, ha studiato fotografia e disegno pubblicitario. La sua ricerca, inizialmente legata alla tecnica della serigrafia, è andata sviluppandosi anche sul riutilizzo di materiali scarto, in particolare delle “cartacce” impiegate nel suo laboratorio grafico. L’immagine nei suoi lavori si frammenta per cercare dinamiche e ritmi incentrati sulla messa a fuoco di più particolari, assumendo via via significati legati all’abbandono delle tentazioni che affollano il mondo mediale per riconquistare la pienezza dei valori che, per chi ancora sa guardare ed ascoltare, regala l’osservazione e la contemplazione della natura. Ha un’intensa attività espositiva.
Marco Iozzo è nato a Torino nel 1976.
Il linguaggio del video è una miniera di risorse per chi sposa il concetto cardine degli estrattisti: la frammentazione dell’immagine. La scomposizione dello schermo in piani diversi, tre sovrapposti nel caso di “Agua da ber...” qui presentato, permette, oltre che a dichiarare una perfetta padronanza delle tecniche di ripresa e di mixaggio, la rappresentazione spazio-temporale contemporanea di tutto il ciclo naturale della “formazione” dell’acqua. Le nubi, ampie ed imponenti nell’azzurro del cielo, la pioggia, che rimbalza fitta e persistente sul selciato, il corso dei rigagnoli che si raccolgono nell’impeto del torrente per confluire nella calma piatta dello stagno, la costrizione che l’uomo fa di questo elemento, che forza al proprio servizio e piacere ecc. acquisisce particolare forza nell’unione di immagini poeticamente semplici e coerenti nella loro poetica.
Vive e lavora a Torino.
A c q u a e . . .
Si amplia, per l’artista contemporaneo, la sorte di avvalersi di innumerevoli, straordinari mezzi tecnici, quali i suoi colleghi di cent’anni addietro non sarebbero riusciti neppure ad immaginare. Supporti elettronici, che spaziano dagli apparecchi fotografici digitali alle videocamere ai computer, che consentono la riproducibilità immediata e perfetta dell’immagine, nonché la sua elaborazione in una varietà pressoché infinita di forme.
Ma lo stesso artista ha, ahimè! quasi dimenticato quell’aiuto fondamentale - e in effetti lo è, indispensabile inevitabile e inevadibile - che sta alla base di tutti i suoi lavori: la libertà di espressione. L’eliminazione dei vincoli che un tempo ne condizionavano la fantasia e l’estro inventivo, da parte di Duchamp, il primo a sfidare l’intero mondo delle accademie e dei benpensanti con il suo “pissoir” che diventava con un semplice cambio di significato “fontaine”, permette infatti oggi a chiunque si avvicini all’arte, di esprimersi in assoluta libertà ed indipendenza.
Non stupisce, ma scapriccia, quindi, che gli artisti presenti in questa mostra dedicata all’acqua, spazino coi loro linguaggi dalla pittura tradizionale su tela o su tavola eseguita con colori distesi a pennello a quella che vede le tinte colate su supporti prestampati con tecniche seriali, oppure su basi fotografiche impresse su legno, su materiali trasparenti, su carte che poi verranno a loro volta segmentate e rilavorate, e così via, per una metamorfosi dell’immagine che trova il suo esito finale nella proiezione video.
Il tema è l’acqua, l’elemento che in natura si presenta sotto le forme più svariate, dalla nube impalpabile che si attraversa con un passo al ghiaccio che spezza la roccia alla neve che ferma gli eserciti. L’acqua che si scompone in particelle invisibili per riordinarsi nella vastità di un oceano; che rinfresca, delizia, disseta e di contro distrugge, devasta ed uccide.
I cinque artisti che espongono i loro lavori si sono riuniti sotto l’egida dell’Estrattismo, un movimento ancora nuovo, di intenti e di idee, ma che opera ormai da qualche anno, vivificato dalla particolare attinenza con una realtà contemporanea di indeterminatezza e di assenza di riferimenti che tenta di capire e controbattere.
“Il movimento estrattista, dal disagio e dall’inquietudine di una confusione epocale, ha tratto il senso della sua poetica, che ne rovescia il problema e lo trasforma in valore”. Sintetizzava così Silvana Nota, nella piccola monografia che accompagnò la prima esibizione ufficiale del gruppo, le ragioni di questa nuova voce nel panorama delle tendenze artistiche cittadine.
Gli “estrattisti” sono artisti che, pur esprimendosi con linguaggi diversi, si sono incontrati, attorno ad un unico, comune, estetico denominatore: la consapevolezza che l’arte attuale possa accettare strade di ricerca del tutto differenti ed anche opposte, ma nel rispetto di alcuni fondamentali ed indispensabili a priori: la qualità della forma significante - dipinto o fotografia o scultura - che non ammette improvvisazione ed esitazioni nella sua definizione; la presenza nell’opera d’arte di un’idea, un concetto, un significato; la consapevolezza di non imitare ma interpretare, non subire ma partecipare, non restare inerti ma vivere attivamente i problemi di una società che anche all’arte demanda un viatico per risolvere l’incertezza, il dubbio, la confusione esistenziale che la corrode, l’affanna e la soffoca, uccidendone lo spirito.
Gianni Bergamin da anni si dedica alla ricerca e alla sperimentazione di materiali diversi applicati alla tela. La sua indagine parte dalla memoria, che nella fragranza della madeleine proustiana riporta intatte alla mente le sensazioni che una volontà inconsapevole ha provveduto a serbare intatte nei forzieri dell’inconscio. La fotografia che cerca di riscoprire l’antica emozione viene spezzata, indagata, ricostruita, ricreata, ridipinta per rivivere l’attimo sublime
Rosanna Bonavia sta guardando al mondo da un atelier invaso da bambini - cui insegna a comunicare attraverso il disegno e la pittura -, osservandolo con l’aiuto del loro sguardo, ignaro in una realtà artificiosa. Che capta riflessa nelle modulazioni delle onde, delle foglie, delle spighe di un campo di grano, perennemente cangianti nelle luci, nei colori, nelle emozioni. Che fissa nei suoi quadri isolandole ognuna nell’istante magico che l’ha resa perfetta ed incancellabile nei meandri del ricordo.
Marco Iozzo punta il suo specifico interesse sull’elaborazione digitale dell’immagine in movimento. Il linguaggio del video è una miniera di risorse per chi sposa il concetto cardine degli estrattisti, che è la frammentazione dell’immagine. La scomposizione dello schermo in piani diversi, tre sovrapposti nel caso di “Agua da ber...” preparato appositamente per questo evento, permette, oltre che a dichiarare la sua perfetta padronanza delle tecniche di ripresa e di mixaggio, la rappresentazione spazio-temporale contemporanea di tutto il ciclo naturale della “formazione” dell’acqua. Le nubi, ampie ed imponenti nell’azzurro del cielo, la pioggia, che rimbalza fitta e persistente sul selciato, il corso dei rigagnoli che si raccolgono nell’impeto del torrente per confluire nella calma piatta dello stagno, la costrizione che l’uomo fa di questo elemento, l’acqua appunto, che forza al proprio servizio e piacere, acquisisce particolare vigore nell’unione di immagini poeticamente semplici e coerenti, insieme, nella loro poetica.
Mery Rigo inizia, giovanissima, a interessarsi in parallelo alla pittura e alla fotografia e su questa verifica incrociata basa la sua ricerca che sfocia nell’elaborazione del Manifesto dell’Estrattismo, presentato nell’ambito di una personale a Torino nel 2005. Pittrice, iperrealista amante dell’esasperazione del particolare, parte dal concetto mimetico per sviluppare il suo lavoro sulla tela, su più tele anzi, che ognuna può vivere singolarmente come frammento, o come interezza, come parte integrante dell’insieme.
Maurizio Rivetti è pittore e grafico pubblicitario. La sua ricerca, inizialmente legata alla tecnica della serigrafia, è andata sviluppandosi in particolare sul riutilizzo delle “cartacce”, in effetti un materiale di scarto, impiegate nel suo laboratorio. L’immagine, nei suoi quadri, si frammenta per cercare dinamiche e ritmi incentrati sulla messa a fuoco di più particolari, assumendo via via significati legati all’abbandono delle tentazioni che affollano il mondo mediale per riconquistare la pienezza dei valori che, per chi ancora sa guardare ed ascoltare, regala l’osservazione e la contemplazione della natura.
Quella degli “estrattisti” è una ricerca che intende trascendere quella realtà di cui siamo inconsapevoli motori e schiavi, che ad uno stesso tempo ci sfrutta invitandoci a consumare e per accecarci ci droga obnubilandoci di messaggi variopinti, assordanti, ipnotizzanti, subliminali. Ne patiamo tutti il martellante vocio, e per sfuggirne cerchiamo vie continuamente diverse: immagini, interessi, passioni, amori, piaceri, illusioni, ideali nuovi.
Mille sfaccettature che insieme compongono il quotidiano e l’universale.
Che gli “estrattisti” riescono a scorgere, nel groviglio delle sensazioni che arrivano alla mente, e soprattutto a fissare nelle loro opere.
Gianfranco Schialvino
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Il Gruppo Estrattista con questa mostra si pone l’obiettivo primario della valorizzazione dell’Acqua come elemento indispensabile per la vita e protagonista della quotidianità. Quella stessa acqua che tutti i giorni, più volte al giorno incontriamo vivendo la nostra giornata, la rappresentiamo in pittura su grandi formati, mentre sgorga da una bottiglia di vetro, o da una fontana, in bicchieri o caraffe di vari colori, in bottiglie di ogni materiale; sempre lei ci accoglie e accompagna durante un bagno in mare o una passeggiata lungo un fiume.
Acqua e... natura, Acqua e... ambiente, Acqua e... quotidiano, Acqua e...oggetti.
Valorizzare l’Acqua per valorizzare Acqui.
L’obiettivo del gruppo è quello di condividere il desiderio e la volontà di ritornare all’essenziale, in un momento storico caratterizzato dalla dispersione e dalla massificazione, di guardare a ciò che ci circonda con occhi diversi, di soffermarsi sul quotidiano e valorizzare ciò che è intorno a noi.
Di rappresentarlo visivamente con tecniche e materiali,volutamente diversificati allo scopo di osservare le molteplici possibilità estrattiste, con opere che toccano la pittura, la fotografia, il video, la serigrafia e la scultura.
Il gruppo Estrattista dopo aver fatto la sua prima apparizione pubblica nel 2006, presso L’Associazione La Città e l’Arte di Moncalieri, ha inoltre esposto nel
2007 a Torino presso la Galleria Studio Laboratorio
2008 a Saluzzo Arte con la mostra ESTRATTISMO Acqua
2008 alla Galleria Torino Art Gallery, Cielo Mare terra
2008 nello Studio Fotografico Stefano Stranges
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CENNI BIOGRAFICI
Gianni Bergamin è nato ad Adria, in provincia di Rovigo nel 1958.
Pittore, da anni si dedica alla ricerca e alla sperimentazione di materiali diversi applicati alla tela. La sua indagine parte dalla memoria, che nella fragranza della madeleine proustiana riporta intatte alla mente le sensazioni che una volontà inconsapevole ha provveduto a serbare intatte nei forzieri dell’inconscio. La fotografia che cerca di riscoprire l’antica emozione viene spezzata, indagata, ricostruita, ricreata, ridipinta per rivivere l’attimo sublime.
La sua attività espositiva lo vede attivo in numerose iniziative a carattere culturale; tra queste “Piscina a Porte Aperte”, la Biblioteca Civica Arduino di Moncalieri, con opere in permanenza e due murales in collaborazione con Murarte nell’ambito della manifestazione “Scoperte”.
Rosanna Bonavia è nata a Cuneo nel 1955.
Pittrice, è diplomata in grafica pubblicitaria. Da anni porta avanti l’attività pittorica in parallelo a quella didattica e all’insegnamento delle discipline artistiche ai bambini. Sta guardando al mondo osservandolo in una realtà artificiosa, riflesso nelle modulazioni delle onde, perennemente cangiante nelle luci, nei colori, nelle emozioni, che fissa isolandole ognuna nell’istante magico che l’ha resa perfetta ed incancellabile nei meandri del ricordo.
È presente nel panorama artistico con mostre personali e con partecipazioni in esposizioni a carattere nazionale: Saluzzo Arte Contemporanea, Studio d’Arte Ennegi di Racconigi, Torre della Filanda a Rivoli, la mostra internazionale a Trivero in provincia di Biella e alla Galleria Maggiorotto di Zurigo in Svizzera.
Mery Rigo è nata a Moncalieri in provincia di Torino nel 1971.
Giovanissima, inizia a interessarsi in parallelo alla pittura e alla fotografia. Da questa sperimentazione incrociata, basa la sua ricerca nel campo della pittura, che sfocia nell’elaborazione del Manifesto dell’Estrattismo presentato nell’ambito di una personale a Torino nel 2005. Ottima pittrice, iperrealista amante dell’esasperazione del particolare, parte dal concetto fotografico per sviluppare, con l’esclusivo mezzo pittorico, il suo lavoro sulla tela, su più tele anzi, che ognuna può vivere singolarmente come frammento, o come interezza, come parte integrante dell’insieme. Tra i numerosi riconoscimenti, nel 2005 ha ricevuto il 1° Premio Targa d’Oro Sezione Pittura nell’ambito del Premio Arte Mondadori di Milano.
Maurizio Rivetti è nato a Moncalieri (TO) nel 1960.
Pittore e grafico pubblicitario, dopo avere maturato significative esperienze nei laboratori artistici e artigiani del settore, ha studiato fotografia e disegno pubblicitario. La sua ricerca, inizialmente legata alla tecnica della serigrafia, è andata sviluppandosi anche sul riutilizzo di materiali scarto, in particolare delle “cartacce” impiegate nel suo laboratorio grafico. L’immagine nei suoi lavori si frammenta per cercare dinamiche e ritmi incentrati sulla messa a fuoco di più particolari, assumendo via via significati legati all’abbandono delle tentazioni che affollano il mondo mediale per riconquistare la pienezza dei valori che, per chi ancora sa guardare ed ascoltare, regala l’osservazione e la contemplazione della natura. Ha un’intensa attività espositiva.
Marco Iozzo è nato a Torino nel 1976.
Il linguaggio del video è una miniera di risorse per chi sposa il concetto cardine degli estrattisti: la frammentazione dell’immagine. La scomposizione dello schermo in piani diversi, tre sovrapposti nel caso di “Agua da ber...” qui presentato, permette, oltre che a dichiarare una perfetta padronanza delle tecniche di ripresa e di mixaggio, la rappresentazione spazio-temporale contemporanea di tutto il ciclo naturale della “formazione” dell’acqua. Le nubi, ampie ed imponenti nell’azzurro del cielo, la pioggia, che rimbalza fitta e persistente sul selciato, il corso dei rigagnoli che si raccolgono nell’impeto del torrente per confluire nella calma piatta dello stagno, la costrizione che l’uomo fa di questo elemento, che forza al proprio servizio e piacere ecc. acquisisce particolare forza nell’unione di immagini poeticamente semplici e coerenti nella loro poetica.
Vive e lavora a Torino.
A c q u a e . . .
Si amplia, per l’artista contemporaneo, la sorte di avvalersi di innumerevoli, straordinari mezzi tecnici, quali i suoi colleghi di cent’anni addietro non sarebbero riusciti neppure ad immaginare. Supporti elettronici, che spaziano dagli apparecchi fotografici digitali alle videocamere ai computer, che consentono la riproducibilità immediata e perfetta dell’immagine, nonché la sua elaborazione in una varietà pressoché infinita di forme.
Ma lo stesso artista ha, ahimè! quasi dimenticato quell’aiuto fondamentale - e in effetti lo è, indispensabile inevitabile e inevadibile - che sta alla base di tutti i suoi lavori: la libertà di espressione. L’eliminazione dei vincoli che un tempo ne condizionavano la fantasia e l’estro inventivo, da parte di Duchamp, il primo a sfidare l’intero mondo delle accademie e dei benpensanti con il suo “pissoir” che diventava con un semplice cambio di significato “fontaine”, permette infatti oggi a chiunque si avvicini all’arte, di esprimersi in assoluta libertà ed indipendenza.
Non stupisce, ma scapriccia, quindi, che gli artisti presenti in questa mostra dedicata all’acqua, spazino coi loro linguaggi dalla pittura tradizionale su tela o su tavola eseguita con colori distesi a pennello a quella che vede le tinte colate su supporti prestampati con tecniche seriali, oppure su basi fotografiche impresse su legno, su materiali trasparenti, su carte che poi verranno a loro volta segmentate e rilavorate, e così via, per una metamorfosi dell’immagine che trova il suo esito finale nella proiezione video.
Il tema è l’acqua, l’elemento che in natura si presenta sotto le forme più svariate, dalla nube impalpabile che si attraversa con un passo al ghiaccio che spezza la roccia alla neve che ferma gli eserciti. L’acqua che si scompone in particelle invisibili per riordinarsi nella vastità di un oceano; che rinfresca, delizia, disseta e di contro distrugge, devasta ed uccide.
I cinque artisti che espongono i loro lavori si sono riuniti sotto l’egida dell’Estrattismo, un movimento ancora nuovo, di intenti e di idee, ma che opera ormai da qualche anno, vivificato dalla particolare attinenza con una realtà contemporanea di indeterminatezza e di assenza di riferimenti che tenta di capire e controbattere.
“Il movimento estrattista, dal disagio e dall’inquietudine di una confusione epocale, ha tratto il senso della sua poetica, che ne rovescia il problema e lo trasforma in valore”. Sintetizzava così Silvana Nota, nella piccola monografia che accompagnò la prima esibizione ufficiale del gruppo, le ragioni di questa nuova voce nel panorama delle tendenze artistiche cittadine.
Gli “estrattisti” sono artisti che, pur esprimendosi con linguaggi diversi, si sono incontrati, attorno ad un unico, comune, estetico denominatore: la consapevolezza che l’arte attuale possa accettare strade di ricerca del tutto differenti ed anche opposte, ma nel rispetto di alcuni fondamentali ed indispensabili a priori: la qualità della forma significante - dipinto o fotografia o scultura - che non ammette improvvisazione ed esitazioni nella sua definizione; la presenza nell’opera d’arte di un’idea, un concetto, un significato; la consapevolezza di non imitare ma interpretare, non subire ma partecipare, non restare inerti ma vivere attivamente i problemi di una società che anche all’arte demanda un viatico per risolvere l’incertezza, il dubbio, la confusione esistenziale che la corrode, l’affanna e la soffoca, uccidendone lo spirito.
Gianni Bergamin da anni si dedica alla ricerca e alla sperimentazione di materiali diversi applicati alla tela. La sua indagine parte dalla memoria, che nella fragranza della madeleine proustiana riporta intatte alla mente le sensazioni che una volontà inconsapevole ha provveduto a serbare intatte nei forzieri dell’inconscio. La fotografia che cerca di riscoprire l’antica emozione viene spezzata, indagata, ricostruita, ricreata, ridipinta per rivivere l’attimo sublime
Rosanna Bonavia sta guardando al mondo da un atelier invaso da bambini - cui insegna a comunicare attraverso il disegno e la pittura -, osservandolo con l’aiuto del loro sguardo, ignaro in una realtà artificiosa. Che capta riflessa nelle modulazioni delle onde, delle foglie, delle spighe di un campo di grano, perennemente cangianti nelle luci, nei colori, nelle emozioni. Che fissa nei suoi quadri isolandole ognuna nell’istante magico che l’ha resa perfetta ed incancellabile nei meandri del ricordo.
Marco Iozzo punta il suo specifico interesse sull’elaborazione digitale dell’immagine in movimento. Il linguaggio del video è una miniera di risorse per chi sposa il concetto cardine degli estrattisti, che è la frammentazione dell’immagine. La scomposizione dello schermo in piani diversi, tre sovrapposti nel caso di “Agua da ber...” preparato appositamente per questo evento, permette, oltre che a dichiarare la sua perfetta padronanza delle tecniche di ripresa e di mixaggio, la rappresentazione spazio-temporale contemporanea di tutto il ciclo naturale della “formazione” dell’acqua. Le nubi, ampie ed imponenti nell’azzurro del cielo, la pioggia, che rimbalza fitta e persistente sul selciato, il corso dei rigagnoli che si raccolgono nell’impeto del torrente per confluire nella calma piatta dello stagno, la costrizione che l’uomo fa di questo elemento, l’acqua appunto, che forza al proprio servizio e piacere, acquisisce particolare vigore nell’unione di immagini poeticamente semplici e coerenti, insieme, nella loro poetica.
Mery Rigo inizia, giovanissima, a interessarsi in parallelo alla pittura e alla fotografia e su questa verifica incrociata basa la sua ricerca che sfocia nell’elaborazione del Manifesto dell’Estrattismo, presentato nell’ambito di una personale a Torino nel 2005. Pittrice, iperrealista amante dell’esasperazione del particolare, parte dal concetto mimetico per sviluppare il suo lavoro sulla tela, su più tele anzi, che ognuna può vivere singolarmente come frammento, o come interezza, come parte integrante dell’insieme.
Maurizio Rivetti è pittore e grafico pubblicitario. La sua ricerca, inizialmente legata alla tecnica della serigrafia, è andata sviluppandosi in particolare sul riutilizzo delle “cartacce”, in effetti un materiale di scarto, impiegate nel suo laboratorio. L’immagine, nei suoi quadri, si frammenta per cercare dinamiche e ritmi incentrati sulla messa a fuoco di più particolari, assumendo via via significati legati all’abbandono delle tentazioni che affollano il mondo mediale per riconquistare la pienezza dei valori che, per chi ancora sa guardare ed ascoltare, regala l’osservazione e la contemplazione della natura.
Quella degli “estrattisti” è una ricerca che intende trascendere quella realtà di cui siamo inconsapevoli motori e schiavi, che ad uno stesso tempo ci sfrutta invitandoci a consumare e per accecarci ci droga obnubilandoci di messaggi variopinti, assordanti, ipnotizzanti, subliminali. Ne patiamo tutti il martellante vocio, e per sfuggirne cerchiamo vie continuamente diverse: immagini, interessi, passioni, amori, piaceri, illusioni, ideali nuovi.
Mille sfaccettature che insieme compongono il quotidiano e l’universale.
Che gli “estrattisti” riescono a scorgere, nel groviglio delle sensazioni che arrivano alla mente, e soprattutto a fissare nelle loro opere.
Gianfranco Schialvino
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18
luglio 2009
Estrattismo Acqua e…
Dal 18 luglio al 02 agosto 2009
arte contemporanea
Location
MOVICENTRO
Acqui Terme, Via Alessandria, (Alessandria)
Acqui Terme, Via Alessandria, (Alessandria)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì 15,00 - 18,30 sabato e domenica 10,00 - 12,30 / 15,00 - 18,30
Vernissage
18 Luglio 2009, ore 18
Sito web
www.estrattismo.it
Autore
Curatore