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Eternal City. Roma nella collezione fotografica del Royal Institute of British Architects
La mostra espone 200 fotografie che ritraggono Roma tra la metà dell’Ottocento e l’età contemporanea. Tutte le foto provengono dalla collezione del Royal Institute of British Architects che ha sede a Londra.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
ETERNAL CITY
Roma nella collezione fotografica del Royal Institute of British Architects (RIBA)
Roma, Monumento a Vittorio Emanuele II – Il Vittoriano, Sala Zanardelli
28 giugno - 28 ottobre 2018
La mostra, a cura di Gabriella Musto e Marco Iuliano, realizzata in collaborazione con Valeria Carullo,
curatrice per il RIBA della Robert Elwall Photographs Collection, espone 200 fotografie che ritraggono
Roma tra la metà dell’Ottocento e l’età contemporanea. Tutte le foto provengono dalla collezione del
Royal Institute of British Architects che ha sede a Londra.
Da sempre Roma attrae l’interesse degli artisti e dei viaggiatori, che nel corso dei secoli ne hanno
interpretato i monumenti e l’immagine complessiva. Roma, infatti, possiede non uno, bensì mille volti,
che si riflettono nel Tevere e nelle cupole al tramonto; identità distinte che talvolta si contraddicono e
altre si sovrappongono, stratificandosi e costruendo una maglia fitta di episodi.
Il Royal Institute of British Architects (RIBA) non è solo un importante ordine professionale: alla sua
base vi è anche il desiderio di promuovere l’educazione alla qualità dell’architettura, dentro e fuori la
Gran Bretagna. Fondato nel 1834 a Londra, conserva nella sua collezione fotografica 1,7 milioni di
immagini. Le foto selezionate in mostra privilegiano uno sguardo ampio, attento sia al dettaglio
archeologico sia al paesaggio, passando per la scala intermedia dell'architettura. Eccezion fatta per
alcune immagini dei fondi dell'Architectural Press Archive, sono proposti esclusivamente scatti di
fotografi britannici dalle origini del nuovo medium ai nostri giorni: James Anderson, Tim Benton,
Richard Bryant, Ralph Deakin, Ivy and Ivor de Wolfe, Richard Pare, Monica Pidgeon, Edwin Smith.
La mostra ricostruisce l’immagine della città eterna in un momento chiave della sua esistenza.
Attraverso la lente del Grand Tour il visitatore può osservare la città con gli occhi del mondo
anglosassone e condividerne gli sguardi iconici ma anche inusuali e profondamente narrativi.
Dall'archeologia alla street photography, la mostra accompagna il pubblico alla scoperta della capitale
suggerendo riflessioni architettoniche, urbanistiche, politiche, sociali e nel contempo stimolando la
critica verso la scoperta di luoghi che la fotografia come sempre, reinterpreta e racconta.
In tempi recenti apprezzata dagli stranieri più che dagli Italiani stessi, forse abituati alla sua bellezza,
Roma è l’esempio per antonomasia di città che ha da sempre stimolato l’immaginazione collettiva. Tra
memoria dell’antico e sperimentazione del moderno, la città è stata soggetto ideale per pittori e incisori
dal Rinascimento, mentre la fotografia si sviluppa proprio quando “si fa l’Italia”: la nuova tecnica
contribuisce ad alimentare quell’aura che avvolge Roma già dai secoli precedenti.
Si tratta principalmente di pittori/fotografi che, nelle prime uscite in gruppo, sistemano le macchine
fotografiche negli stessi luoghi, in alcuni casi rendendo complessa l’attribuzione di alcune fra le prime
immagini. L’iconica scalinata di Trinità dei Monti da via dei Condotti o, caso ancor più paradigmatico, il
Foro, sono sostanzialmente ripresi da punti di vista condivisi da tutti i primi fotografi, con minime
varianti. In questo viaggio romano tra romanticismo e neorealismo, torna in più scatti il Monumento a
Vittorio Emanuele II, una delle emergenze architettoniche di maggior impatto, anche simbolico e
politico, della città eterna.
L’esposizione, promossa e organizzata dal Polo Museale del Lazio diretto da Edith Gabrielli, è inserita
nell’ambito di Artcity Estate 2018
Roma nella collezione fotografica del Royal Institute of British Architects (RIBA)
Roma, Monumento a Vittorio Emanuele II – Il Vittoriano, Sala Zanardelli
28 giugno - 28 ottobre 2018
La mostra, a cura di Gabriella Musto e Marco Iuliano, realizzata in collaborazione con Valeria Carullo,
curatrice per il RIBA della Robert Elwall Photographs Collection, espone 200 fotografie che ritraggono
Roma tra la metà dell’Ottocento e l’età contemporanea. Tutte le foto provengono dalla collezione del
Royal Institute of British Architects che ha sede a Londra.
Da sempre Roma attrae l’interesse degli artisti e dei viaggiatori, che nel corso dei secoli ne hanno
interpretato i monumenti e l’immagine complessiva. Roma, infatti, possiede non uno, bensì mille volti,
che si riflettono nel Tevere e nelle cupole al tramonto; identità distinte che talvolta si contraddicono e
altre si sovrappongono, stratificandosi e costruendo una maglia fitta di episodi.
Il Royal Institute of British Architects (RIBA) non è solo un importante ordine professionale: alla sua
base vi è anche il desiderio di promuovere l’educazione alla qualità dell’architettura, dentro e fuori la
Gran Bretagna. Fondato nel 1834 a Londra, conserva nella sua collezione fotografica 1,7 milioni di
immagini. Le foto selezionate in mostra privilegiano uno sguardo ampio, attento sia al dettaglio
archeologico sia al paesaggio, passando per la scala intermedia dell'architettura. Eccezion fatta per
alcune immagini dei fondi dell'Architectural Press Archive, sono proposti esclusivamente scatti di
fotografi britannici dalle origini del nuovo medium ai nostri giorni: James Anderson, Tim Benton,
Richard Bryant, Ralph Deakin, Ivy and Ivor de Wolfe, Richard Pare, Monica Pidgeon, Edwin Smith.
La mostra ricostruisce l’immagine della città eterna in un momento chiave della sua esistenza.
Attraverso la lente del Grand Tour il visitatore può osservare la città con gli occhi del mondo
anglosassone e condividerne gli sguardi iconici ma anche inusuali e profondamente narrativi.
Dall'archeologia alla street photography, la mostra accompagna il pubblico alla scoperta della capitale
suggerendo riflessioni architettoniche, urbanistiche, politiche, sociali e nel contempo stimolando la
critica verso la scoperta di luoghi che la fotografia come sempre, reinterpreta e racconta.
In tempi recenti apprezzata dagli stranieri più che dagli Italiani stessi, forse abituati alla sua bellezza,
Roma è l’esempio per antonomasia di città che ha da sempre stimolato l’immaginazione collettiva. Tra
memoria dell’antico e sperimentazione del moderno, la città è stata soggetto ideale per pittori e incisori
dal Rinascimento, mentre la fotografia si sviluppa proprio quando “si fa l’Italia”: la nuova tecnica
contribuisce ad alimentare quell’aura che avvolge Roma già dai secoli precedenti.
Si tratta principalmente di pittori/fotografi che, nelle prime uscite in gruppo, sistemano le macchine
fotografiche negli stessi luoghi, in alcuni casi rendendo complessa l’attribuzione di alcune fra le prime
immagini. L’iconica scalinata di Trinità dei Monti da via dei Condotti o, caso ancor più paradigmatico, il
Foro, sono sostanzialmente ripresi da punti di vista condivisi da tutti i primi fotografi, con minime
varianti. In questo viaggio romano tra romanticismo e neorealismo, torna in più scatti il Monumento a
Vittorio Emanuele II, una delle emergenze architettoniche di maggior impatto, anche simbolico e
politico, della città eterna.
L’esposizione, promossa e organizzata dal Polo Museale del Lazio diretto da Edith Gabrielli, è inserita
nell’ambito di Artcity Estate 2018
28
giugno 2018
Eternal City. Roma nella collezione fotografica del Royal Institute of British Architects
Dal 28 giugno al 28 ottobre 2018
fotografia
Location
COMPLESSO DEL VITTORIANO
Roma, Via Di San Pietro In Carcere, (Roma)
Roma, Via Di San Pietro In Carcere, (Roma)
Orario di apertura
dalle ore 9.30 alle ore 19.30 - ultimo ingresso ore 18:45
Editore
SKIRA
Ufficio stampa
CIVITA GROUP
Curatore