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Eterno Presente Primordiale
Una proposta oltre le tematiche, oltre le comunanze formali, oltre le realtà geografiche, oltre i vincoli anagrafici…
Comunicato stampa
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ETERNO… come il valore universale dell’immagine pittorica
PRESENTE… secondo l’identikit di un’attualità necessaria
PRIMORDIALE… perché solo la memoria edifica la coscienza del presente
Una proposta oltre le tematiche, oltre le comunanze formali, oltre le realtà geografiche, oltre i vincoli anagrafici…
Un percorso dove l’immagine contemporanea diversifica le sue filiazioni e contaminazioni…
Una mostra che lascia parlare la pura qualità degli immaginari e dei mondi che ogni artista evoca…
I cinque artisti vivono e lavorano in Italia. Appartengono alle vicende figurative che hanno traghettato gli anni Novanta verso il presente.
Le loro storie creative sono cresciute con qualità interiore e giusta pazienza, talento visivo e linearità dei contenuti.
Hanno molto da dimostrare ma hanno già mostrato il loro sguardo in una carriera (finora) calibrata e coerente.
Angelo Bellobono
La pittura che congela idealmente i corpi per indagarne i processi interiori. Lo sguardo dell’artista ruota attorno alla chimica, centro dell’universo con cui si regolano i processi vitali. L’inquadratura si concentra sul volto, sulle posture, sugli occhi che sembrano immersi nel ghiaccio emozionale. Emergono segni ed altri interventi pittorici che costituiscono il profilo interiore dei protagonisti, la loro condizione reale ma anche subliminale. Un flusso umano attorno alla chimica che costituisce il visibile e l’invisibile del reale. Ma anche un viaggio dove si disvelano emozioni, fisicità, vie spirituali. Storie nascoste in cui artificiale e naturale si mescolano sotto la pelle del quotidiano.
Marco Colazzo
I processi linguistici della pittura, mescolati ad un’analisi sulle identità della figura, sono una costante nel lavoro di Colazzo. La cultura dell’astrazione gestuale, per capirci, invade i fondali e crea intrecci di varia specie. Sopra vi si staglia il frammento improvviso e destabilizzante: ieri alcuni dettagli corporei (una bocca, un naso, un orecchio…), oggi una serie di corpi inanimati (pupazzi, marionette, bambole…) che usano il contrasto stilistico per emergere dalla liquidità colante dei fondi. Una pittura di solido impatto per riflettere sugli archetipi del linguaggio e, parallelamente, su come quest’ultimo sia lo specchio di vicende soggettive che appartengono allo spirito del proprio tempo.
Franco Giordano
Le immagini giungono dalle fotografie che scatta l’artista, un diario privato per scandire gli eventi attraverso frammenti di significativa normalità. Da quelle foto nasce l’elaborazione digitale che determinerà, attraverso la divisione in isole cromatiche, la struttura da dipingere. Il risultato offre la scansione emotiva del racconto pittorico, completando la visione su un quotidiano che diventa archetipo di una contemporaneità reale ma anche interiore. Una pittura piatta che l’artista sta portando avanti da svariati anni, confermando la coerenza di un linguaggio sempre più universale, denso di contenuti ed emozioni sotto la sua pelle sintetica.
Giorgio Lupattelli
Il mondo come gigantesco contenitore di spunti, prelievi e combinazioni. Per Lupattelli il materiale utile arriva dal cinema, dalla tv, dai giornali, dal web e da ogni piattaforma che proponga fatti, eventi, situazioni. Per diversi anni l’autore ha selezionato e unito elementi che avevano nuovo senso nel montaggio soggettivo. Di recente si sta concentrando sul dettaglio degli elementi reali, andando nell’interno del corpo, dentro un motore meccanico, dentro strutture che hanno una loro vitalità organizzata. Un dipingere che affonda nell’invisibile delle cose visibili, dentro le dinamiche morali della vita. Un nuovo umanesimo tra tecnologia e qualità dei processi elaborativi.
Matia
In passato creavano piccoli set che diventavano lo scenario dei loro quadri. Oggi ricostruiscono le immagini iniziali attraverso la grafica digitale ma il processo non cambia: si stampa l’opera su tela per poi intervenire pittoricamente con modalità mimetiche, al perfetto confine tra sensualità manuale e tensione elettronica. Entrare nel Matialand significa varcare la soglia di luoghi misteriosi, al confine tra passato romantico e fantascienza evoluta. Non a caso i quadri nascono da una campionatura sistematica di luoghi e situazioni anche molto diversi ma con un obiettivo comune: evocare mondi mentali tramite emozioni, ricordi ancestrali, richiami letterari e filmici, memorie artistiche…
PRESENTE… secondo l’identikit di un’attualità necessaria
PRIMORDIALE… perché solo la memoria edifica la coscienza del presente
Una proposta oltre le tematiche, oltre le comunanze formali, oltre le realtà geografiche, oltre i vincoli anagrafici…
Un percorso dove l’immagine contemporanea diversifica le sue filiazioni e contaminazioni…
Una mostra che lascia parlare la pura qualità degli immaginari e dei mondi che ogni artista evoca…
I cinque artisti vivono e lavorano in Italia. Appartengono alle vicende figurative che hanno traghettato gli anni Novanta verso il presente.
Le loro storie creative sono cresciute con qualità interiore e giusta pazienza, talento visivo e linearità dei contenuti.
Hanno molto da dimostrare ma hanno già mostrato il loro sguardo in una carriera (finora) calibrata e coerente.
Angelo Bellobono
La pittura che congela idealmente i corpi per indagarne i processi interiori. Lo sguardo dell’artista ruota attorno alla chimica, centro dell’universo con cui si regolano i processi vitali. L’inquadratura si concentra sul volto, sulle posture, sugli occhi che sembrano immersi nel ghiaccio emozionale. Emergono segni ed altri interventi pittorici che costituiscono il profilo interiore dei protagonisti, la loro condizione reale ma anche subliminale. Un flusso umano attorno alla chimica che costituisce il visibile e l’invisibile del reale. Ma anche un viaggio dove si disvelano emozioni, fisicità, vie spirituali. Storie nascoste in cui artificiale e naturale si mescolano sotto la pelle del quotidiano.
Marco Colazzo
I processi linguistici della pittura, mescolati ad un’analisi sulle identità della figura, sono una costante nel lavoro di Colazzo. La cultura dell’astrazione gestuale, per capirci, invade i fondali e crea intrecci di varia specie. Sopra vi si staglia il frammento improvviso e destabilizzante: ieri alcuni dettagli corporei (una bocca, un naso, un orecchio…), oggi una serie di corpi inanimati (pupazzi, marionette, bambole…) che usano il contrasto stilistico per emergere dalla liquidità colante dei fondi. Una pittura di solido impatto per riflettere sugli archetipi del linguaggio e, parallelamente, su come quest’ultimo sia lo specchio di vicende soggettive che appartengono allo spirito del proprio tempo.
Franco Giordano
Le immagini giungono dalle fotografie che scatta l’artista, un diario privato per scandire gli eventi attraverso frammenti di significativa normalità. Da quelle foto nasce l’elaborazione digitale che determinerà, attraverso la divisione in isole cromatiche, la struttura da dipingere. Il risultato offre la scansione emotiva del racconto pittorico, completando la visione su un quotidiano che diventa archetipo di una contemporaneità reale ma anche interiore. Una pittura piatta che l’artista sta portando avanti da svariati anni, confermando la coerenza di un linguaggio sempre più universale, denso di contenuti ed emozioni sotto la sua pelle sintetica.
Giorgio Lupattelli
Il mondo come gigantesco contenitore di spunti, prelievi e combinazioni. Per Lupattelli il materiale utile arriva dal cinema, dalla tv, dai giornali, dal web e da ogni piattaforma che proponga fatti, eventi, situazioni. Per diversi anni l’autore ha selezionato e unito elementi che avevano nuovo senso nel montaggio soggettivo. Di recente si sta concentrando sul dettaglio degli elementi reali, andando nell’interno del corpo, dentro un motore meccanico, dentro strutture che hanno una loro vitalità organizzata. Un dipingere che affonda nell’invisibile delle cose visibili, dentro le dinamiche morali della vita. Un nuovo umanesimo tra tecnologia e qualità dei processi elaborativi.
Matia
In passato creavano piccoli set che diventavano lo scenario dei loro quadri. Oggi ricostruiscono le immagini iniziali attraverso la grafica digitale ma il processo non cambia: si stampa l’opera su tela per poi intervenire pittoricamente con modalità mimetiche, al perfetto confine tra sensualità manuale e tensione elettronica. Entrare nel Matialand significa varcare la soglia di luoghi misteriosi, al confine tra passato romantico e fantascienza evoluta. Non a caso i quadri nascono da una campionatura sistematica di luoghi e situazioni anche molto diversi ma con un obiettivo comune: evocare mondi mentali tramite emozioni, ricordi ancestrali, richiami letterari e filmici, memorie artistiche…
01
aprile 2006
Eterno Presente Primordiale
Dal primo aprile al primo maggio 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARTSINERGY
Bologna, Via San Giorgio, 3, (Bologna)
Bologna, Via San Giorgio, 3, (Bologna)
Orario di apertura
Martedì – Sabato 16.30 / 20.00
Vernissage
1 Aprile 2006, ore 18.30
Autore
Curatore