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Ethnopassion. La collezione di arte etnica di Peggy Guggenheim
Figurano nella collezione 35 pezzi appartenenti alla collezione dell’illustre collezionista, rimasti per anni nei depositi di Palazzo Venier dei Leoni, studiati e restaurati per l’occasione dal Museo delle Culture di Lugano, sotto la guida del direttore Francesco Paolo Campione.
Comunicato stampa
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Dal 28 maggio al 23 agosto, in Galleria Gottardo, sarà esposta, in prima mondiale, la collezione d’arte etnica di una dei più grandi mecenati del secolo scorso: Peggy Guggenheim. L’idea che sta alla base della mostra è quella di presentare, dopo un attento restauro e un’importante ricerca scientifica, gli “oggetti esotici” che hanno ornato il Palazzo Venier dei Leoni fino alla scomparsa della collezionista. Il progetto di valorizzazione di questa collezione nasce dalla collaborazione fra Galleria Gottardo, Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, il Museo delle Culture di Lugano e dalla volontà di riscoprire il particolarissimo significato che gli oggetti rappresentano in sè e nel contesto nel quale sono stati acquistati.
La passione di Peggy Guggenheim per l'arte etnica risale ai tempi della sua tormentata relazione sentimentale con Max Ernst che era un intenso collezionista di tale arte. Quando nel 1943 il loro rapporto naufragò, l'artista se ne andò portandosi via tutte le opere della sua collezione. Dopo il trasferimento definitivo a Venezia e l'apertura al pubblico della sua Collezione, Peggy riannodò l'interesse verso le opere d'arte etnica e, dal 1959, cominciò ad acquistarle ed esporle nella sua casa, mescolandole, secondo il suo capriccio, alle opere d'arte contemporanea. Aveva maturato una passione autentica e genuina, un sentimento involontario e un’attrazione inconscia per questi oggetti che nascevano da considerazioni di carattere squisitamente fenomenologico senza sentire mai completamente il desiderio di approfondirne il significato e il valore. Essa godeva della loro presenza con un intento decorativo e volto all'estetizzazione dell'interior design, o del piacere di seguire la moda del tempo.
Dalle fotografie dell'epoca e dalle scarse informazioni trovate al riguardo, la sua raccolta privata comprendeva una cinquantina di opere, in gran parte provenienti dall'Africa e dall'Oceania; di queste, 35 sono rimaste in eredità a Palazzo Venier dei Leoni, dove sono state conservate in un settore specifico nei suoi depositi.
I manufatti esotici assumevano un valore perchè facenti parte della collezione di Peggy, ma questa consapevolezza lasciava comunque un’incertezza forte sul valore sostanziale degli stessi interpretato fuori dai canoni classici dell’arte convenzionalmente intesa in Occidente.
Uno degli scopi dell’esposizione “Ethnopassion” è quello di trasformare questa concezione conferendo a questi oggetti non solo il valore che essi hanno nell’ambiente intellettuale in cui nasce l’interesse di Peggy Guggenheim per l’arte etnica, ma anche un valore antropologico che nasce dallo studio degli stessi e dal loro legame con le diverse epoche e culture.
Il mandato per la ricerca scientifica della collezione, è stato dato al Museo delle Culture di Lugano, sotto la direzione di Francesco Paolo Campione. Grazie alle sue dettagliate analisi e a quelle dei suoi collaboratori, incluso l’accurato restauro degli oggetti, la creazione di cornici e supporti, la ricerca filologica e la schedatura scientifica, i visitatori di Galleria Gottardo possono ammirare queste opere nel loro ritrovato splendore e lasciar vagare la loro immaginazione verso l’atmosfera magica che doveva regnare nel palazzo di Peggy Guggenheim sulle rive del Canal Grande, dove arte, stile, passione, creatività si incontravano e dove i personaggi importanti dell’epoca lasciavano le loro testimonianze contribuendo a cambiare profondamente i linguaggi artistici del tempo.
L’esposizione è curata da Franco Rogantini, Direttore di Galleria Gottardo e da Philip Rylands, Direttore della Peggy Guggenheim Collection di Venezia.
Concetto allestitivo e grafica del catalogo a cura di: Theredbox.
La passione di Peggy Guggenheim per l'arte etnica risale ai tempi della sua tormentata relazione sentimentale con Max Ernst che era un intenso collezionista di tale arte. Quando nel 1943 il loro rapporto naufragò, l'artista se ne andò portandosi via tutte le opere della sua collezione. Dopo il trasferimento definitivo a Venezia e l'apertura al pubblico della sua Collezione, Peggy riannodò l'interesse verso le opere d'arte etnica e, dal 1959, cominciò ad acquistarle ed esporle nella sua casa, mescolandole, secondo il suo capriccio, alle opere d'arte contemporanea. Aveva maturato una passione autentica e genuina, un sentimento involontario e un’attrazione inconscia per questi oggetti che nascevano da considerazioni di carattere squisitamente fenomenologico senza sentire mai completamente il desiderio di approfondirne il significato e il valore. Essa godeva della loro presenza con un intento decorativo e volto all'estetizzazione dell'interior design, o del piacere di seguire la moda del tempo.
Dalle fotografie dell'epoca e dalle scarse informazioni trovate al riguardo, la sua raccolta privata comprendeva una cinquantina di opere, in gran parte provenienti dall'Africa e dall'Oceania; di queste, 35 sono rimaste in eredità a Palazzo Venier dei Leoni, dove sono state conservate in un settore specifico nei suoi depositi.
I manufatti esotici assumevano un valore perchè facenti parte della collezione di Peggy, ma questa consapevolezza lasciava comunque un’incertezza forte sul valore sostanziale degli stessi interpretato fuori dai canoni classici dell’arte convenzionalmente intesa in Occidente.
Uno degli scopi dell’esposizione “Ethnopassion” è quello di trasformare questa concezione conferendo a questi oggetti non solo il valore che essi hanno nell’ambiente intellettuale in cui nasce l’interesse di Peggy Guggenheim per l’arte etnica, ma anche un valore antropologico che nasce dallo studio degli stessi e dal loro legame con le diverse epoche e culture.
Il mandato per la ricerca scientifica della collezione, è stato dato al Museo delle Culture di Lugano, sotto la direzione di Francesco Paolo Campione. Grazie alle sue dettagliate analisi e a quelle dei suoi collaboratori, incluso l’accurato restauro degli oggetti, la creazione di cornici e supporti, la ricerca filologica e la schedatura scientifica, i visitatori di Galleria Gottardo possono ammirare queste opere nel loro ritrovato splendore e lasciar vagare la loro immaginazione verso l’atmosfera magica che doveva regnare nel palazzo di Peggy Guggenheim sulle rive del Canal Grande, dove arte, stile, passione, creatività si incontravano e dove i personaggi importanti dell’epoca lasciavano le loro testimonianze contribuendo a cambiare profondamente i linguaggi artistici del tempo.
L’esposizione è curata da Franco Rogantini, Direttore di Galleria Gottardo e da Philip Rylands, Direttore della Peggy Guggenheim Collection di Venezia.
Concetto allestitivo e grafica del catalogo a cura di: Theredbox.
27
maggio 2008
Ethnopassion. La collezione di arte etnica di Peggy Guggenheim
Dal 27 maggio al 23 agosto 2008
arte etnica
Location
GALLERIA GOTTARDO
Lugano, Viale Stefano Franscini, 12, (Lugano)
Lugano, Viale Stefano Franscini, 12, (Lugano)
Orario di apertura
17.00; mercoledì - sabato 11.00 - 17.00. Chiuso domenica e lunedì
Vernissage
27 Maggio 2008, ore 18
Editore
MAZZOTTA
Ufficio stampa
UESSEARTE
Curatore