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Ettore Aldo Del Vigo – Sancta Sanctorum. L’Arte, lo Spirito, la Carne
Per la prima volta in mostra tutte le 23 tele – molte di grande formato – della serie Sancta Sanctorum e, insieme, una selezione di opere, documenti, filmati e strumenti che ricostruiscono in maniera organica il
percorso di un artista complesso e poliedrico
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 13 aprile (ore 19.00) presso la Pinacoteca “Carlo Contini” di Oristano sarà inaugurata la
mostra Sancta Sanctorum. L’Arte, lo Spirito, la Carne, dell’artista Ettore Aldo Del Vigo e a cura di Ivo
Serafino Fenu. Prodotta dal Comune di Oristano – Assessorato alla Cultura col contributo della
Fondazione di Sardegna e in collaborazione con la Fondazione Sa Sartiglia, la mostra, per la prima
volta, propone tutte le 23 tele – molte di grande formato – della serie Sancta Sanctorum e, insieme,
una selezione di opere, documenti, filmati e strumenti che ricostruiscono in maniera organica il
percorso di un artista complesso e poliedrico, riconosciuto a livello internazionale e tra i più
rappresentativi esponenti di quel “sentire” surrealista che, sottotraccia, ha condizionato, nei secoli,
l’arte occidentale. A tale scelta di campo hanno contribuito l’incontro con un maestro del
Surrealismo del calibro di Max Ernest e con il conterraneo svizzero Hans Ruedi Giger – il padre dello
Xenomorfo, la creatura protagonista di Alien – dal quale ha appreso la tecnica dell'aerografo, con
la quale continua a dare concretezza visiva ai suoi sogni e ai suoi incubi. L’allestimento è stato
curato dallo scenografo Mattia Enna e da Ivo Serafino Fenu.
Tutta l’opera di Ettore Aldo Del Vigo gravita su tre polarità coercitive e ineludibili: l’arte, lo spirito, la
carne. Il Sancta Sanctorum è, in tale contesto, un luogo immateriale, metafisico e surreale, uno
spazio nel quale le tre polarità si intrecciano, convivono, confliggono e deflagrano, mentre il
rapporto con l’arte, nel suo dipanarsi storico e nel suo trasformarsi in tradizione, diviene viscerale e
totalizzante. Avvicinatosi all’universo artistico in età molto precoce, in una città come Basilea
culturalmente vivace, aperta alle più innovative istanze del contemporaneo e, allo stesso tempo,
custode di importanti collezioni d’arte antica e moderna, Ettore Aldo Del Vigo forgia la sua
personalità sulle istanze più inquiete del surrealismo europeo, un interesse che culmina e si rafforza
con la conoscenza del maestro tedesco Max Ernst.
Ma se il Surrealismo e il suo automatismo psichico divengono, anche per lui, una prassi
operativa sempre più insistita e finalizzata alla liberazione dell’essere umano da tutte le convenzioni
sociali – prima a livello individuale poi collettivo –, è all’arte e agli artisti del passato che rivolge il
suo sguardo, a quel Seicento europeo, barocco, tenebroso e funereo che trova in Caravaggio e
nei suoi seguaci, dall’amato Ribera a Rembrandt, i suoi punti di riferimento e di analisi per
approcciarsi alla contemporaneità. E la scelta di questi artisti non è causale, sia Jusepe de Ribera
sia il grande Rembrandt diedero, dell’opera del Caravaggio, l’interpretazione più estrema, carnale
la prima – da far dire a Lord Byron che per la brutalità e la violenza delle suo opere pareva avesse
imbevuto il pennello «nel sangue di tutti i santi» –, intrisa di luce interiore la seconda, tanto da
trasformare la carne in puro spirito.
Alcuni soggetti attraggono l’attenzione di Del Vigo, per lo più San Gerolamo penitente, San
Bartolomeo, il martirio di San Sebastiano e pochi altri che, talvolta, si contaminano e si ibridano. A
tale proposito l’artista, nel suo continuo oscillare tra il buio più profondo, il lato oscuro dell’animo
umano e la luce, afferma: «Nel 2010 dipinsi il mio terzo autoritratto dal titolo Lo strano caso del
dottor Jekyll e mister Hyde in cui viene spiegato questo dualismo. Ettore Aldo Del Vigo uomo, Ettore
Aldo Del Vigo artista, il Buio e la Luce, l'uno Materia, l'altro Spirito, in contrasto tra loro ma
complementari e inscindibili. È il principio dell'integrazione degli opposti. Solo attraverso il Buio, la
Luce prende forma. Solo attraverso il Male, il Bene viene esaltato così come il maschile e il
femminile. Son sempre stato convinto che solo attraverso l'esperienza del Buio, della Paura, si arrivi
a partorire stelle danzanti. L'uno ha bisogno dell'altro per arrivare alla Conoscenza totale e alla
Luce».
L’artista, in Sancta Sanctorum, disvela quello che l’apparenza non dice, disseziona le
iconografie, le esplora, si insinua al loro interno, sottopelle e nell’essenza più profonda facendole
esplodere: una caleidoscopica e allucinata danza macabra, un memento mori contemporaneo
nel quale martirio e mortificazione della carne non generano salvezza ma ingenerano angoscia e
dissoluzione, seppure, paradossalmente, per utilizzare le parole di Joel-Peter Witkin – un altro
grande maestro che indaga il meraviglioso nel contemporaneo violando le iconografie del
passato – «la contemplazione della distruzione non è distruttiva, ma partecipa della costruzione
del sacro e del moderno». Insomma, è attraverso la distruzione della tradizione e la putrefazione
della carne che può concretizzarsi una rigenerazione dell’immagine e l’artista, un artista-sciamano,
rispetto a un passato che incombe e a un futuro incerto, pare far propri i versi del poeta Andrea
Zanzotto che in quel passato individua la «Sede del grigiore – già luogo del superfluo», al quale,
tuttavia, non è lesinato «il lucignolo di un verso».
Ivo Serafino Fenu
Nota biografica
Ettore Aldo Del Vigo nasce il 10 dicembre del 1952 a Basilea in Svizzera da una famiglia di emigranti italiani.
Dedicatosi sin dall'infanzia al disegno, viene attirato in particolar modo dal Surrealismo che definisce come la
«pura essenza della verità interiore». Esegue nel 1965, all'età di dodici anni, il primo dipinto monocromo
Autoritratto anziano sulla base di alcuni suoi scritti impostati sulla scrittura automatica. Prima di dedicarsi
completamente alla pittura pratica il calcio (a quattordici anni gioca in serie D nel ruolo di “libero“) e,
successivamente, si interessa alla musica e in particolar modo alle percussioni come session man suonando in
diverse formazioni tra le quali quella dei Black Sabbath. Consegue nel 1969 il diploma in grafica editoriale
presso una tipografia locale specializzata in cataloghi d'arte nella quale ha modo, tra l'altro, di conoscere
Max Ernst, uno dei massimi esponenti del Surrealismo europeo, in occasione della pubblicazione del catalogo
di una sua personale a Basilea. Sempre nel 1969 incontra Hans Ruedi Giger da cui apprende la tecnica
dell'aerografo. Nel 1976 si trasferisce in Sardegna a Sassari ed entra in contatto con vari artisti locali. Dopo
aver partecipato a numerosi concorsi e collettive d'arte allestisce con successo nel 1978 la sua prima
personale. Nel 1998 decora la sede sassarese dell'INA, che gli commissiona dipinti e murali. Nel 1999 esegue
una serie di dipinti per la Chiesa di S. Paolo Apostolo in Sassari e nel 2000 entra a far parte del movimento
Visionary artmovement di Otto Rapp e, in seguito, di International Surrealism Now di Santiago Ribeiro, da cui
scaturiscono una serie di mostre itineranti in Portogallo. Nel 2004 gli viene commissionata una serie di dipinti
per la Sala Ricevimenti all'Ambasciata di Londra. Nel 2015 è nominato direttore artistico della TianXing
International Art Association in Cina e nel 2016 fonda il MovimentoSurrealistaContemporaneo, nello stesso
anno entra a far parte della ArtBank con sede in Cina. Nel 2013 illustra tredici racconti dell’orrore della
scrittrice cagliaritana Viviana Guiso. Nel 2017 avviene la svolta: è contattato da uno sciamano con cui
intraprende un viaggio interiore alla ricerca e al recupero dei pezzi mancanti del suo puzzle interiore, da cui
scaturirà Sancta Sanctorum. A tale serie appartiene anche l’opera S. Girolamo 3, utilizzata come immagine di
copertina per il disco Self-Extinction del duo spagnolo Inhumankind e premiata dalla rivista Masterpieces
come migliore cover del 2018, mentre l’opera Amore e Morte sarà la cover di un LP di prossima uscita a firma
di George Henning con la Macedonian Symphonic Orchestra.
mostra Sancta Sanctorum. L’Arte, lo Spirito, la Carne, dell’artista Ettore Aldo Del Vigo e a cura di Ivo
Serafino Fenu. Prodotta dal Comune di Oristano – Assessorato alla Cultura col contributo della
Fondazione di Sardegna e in collaborazione con la Fondazione Sa Sartiglia, la mostra, per la prima
volta, propone tutte le 23 tele – molte di grande formato – della serie Sancta Sanctorum e, insieme,
una selezione di opere, documenti, filmati e strumenti che ricostruiscono in maniera organica il
percorso di un artista complesso e poliedrico, riconosciuto a livello internazionale e tra i più
rappresentativi esponenti di quel “sentire” surrealista che, sottotraccia, ha condizionato, nei secoli,
l’arte occidentale. A tale scelta di campo hanno contribuito l’incontro con un maestro del
Surrealismo del calibro di Max Ernest e con il conterraneo svizzero Hans Ruedi Giger – il padre dello
Xenomorfo, la creatura protagonista di Alien – dal quale ha appreso la tecnica dell'aerografo, con
la quale continua a dare concretezza visiva ai suoi sogni e ai suoi incubi. L’allestimento è stato
curato dallo scenografo Mattia Enna e da Ivo Serafino Fenu.
Tutta l’opera di Ettore Aldo Del Vigo gravita su tre polarità coercitive e ineludibili: l’arte, lo spirito, la
carne. Il Sancta Sanctorum è, in tale contesto, un luogo immateriale, metafisico e surreale, uno
spazio nel quale le tre polarità si intrecciano, convivono, confliggono e deflagrano, mentre il
rapporto con l’arte, nel suo dipanarsi storico e nel suo trasformarsi in tradizione, diviene viscerale e
totalizzante. Avvicinatosi all’universo artistico in età molto precoce, in una città come Basilea
culturalmente vivace, aperta alle più innovative istanze del contemporaneo e, allo stesso tempo,
custode di importanti collezioni d’arte antica e moderna, Ettore Aldo Del Vigo forgia la sua
personalità sulle istanze più inquiete del surrealismo europeo, un interesse che culmina e si rafforza
con la conoscenza del maestro tedesco Max Ernst.
Ma se il Surrealismo e il suo automatismo psichico divengono, anche per lui, una prassi
operativa sempre più insistita e finalizzata alla liberazione dell’essere umano da tutte le convenzioni
sociali – prima a livello individuale poi collettivo –, è all’arte e agli artisti del passato che rivolge il
suo sguardo, a quel Seicento europeo, barocco, tenebroso e funereo che trova in Caravaggio e
nei suoi seguaci, dall’amato Ribera a Rembrandt, i suoi punti di riferimento e di analisi per
approcciarsi alla contemporaneità. E la scelta di questi artisti non è causale, sia Jusepe de Ribera
sia il grande Rembrandt diedero, dell’opera del Caravaggio, l’interpretazione più estrema, carnale
la prima – da far dire a Lord Byron che per la brutalità e la violenza delle suo opere pareva avesse
imbevuto il pennello «nel sangue di tutti i santi» –, intrisa di luce interiore la seconda, tanto da
trasformare la carne in puro spirito.
Alcuni soggetti attraggono l’attenzione di Del Vigo, per lo più San Gerolamo penitente, San
Bartolomeo, il martirio di San Sebastiano e pochi altri che, talvolta, si contaminano e si ibridano. A
tale proposito l’artista, nel suo continuo oscillare tra il buio più profondo, il lato oscuro dell’animo
umano e la luce, afferma: «Nel 2010 dipinsi il mio terzo autoritratto dal titolo Lo strano caso del
dottor Jekyll e mister Hyde in cui viene spiegato questo dualismo. Ettore Aldo Del Vigo uomo, Ettore
Aldo Del Vigo artista, il Buio e la Luce, l'uno Materia, l'altro Spirito, in contrasto tra loro ma
complementari e inscindibili. È il principio dell'integrazione degli opposti. Solo attraverso il Buio, la
Luce prende forma. Solo attraverso il Male, il Bene viene esaltato così come il maschile e il
femminile. Son sempre stato convinto che solo attraverso l'esperienza del Buio, della Paura, si arrivi
a partorire stelle danzanti. L'uno ha bisogno dell'altro per arrivare alla Conoscenza totale e alla
Luce».
L’artista, in Sancta Sanctorum, disvela quello che l’apparenza non dice, disseziona le
iconografie, le esplora, si insinua al loro interno, sottopelle e nell’essenza più profonda facendole
esplodere: una caleidoscopica e allucinata danza macabra, un memento mori contemporaneo
nel quale martirio e mortificazione della carne non generano salvezza ma ingenerano angoscia e
dissoluzione, seppure, paradossalmente, per utilizzare le parole di Joel-Peter Witkin – un altro
grande maestro che indaga il meraviglioso nel contemporaneo violando le iconografie del
passato – «la contemplazione della distruzione non è distruttiva, ma partecipa della costruzione
del sacro e del moderno». Insomma, è attraverso la distruzione della tradizione e la putrefazione
della carne che può concretizzarsi una rigenerazione dell’immagine e l’artista, un artista-sciamano,
rispetto a un passato che incombe e a un futuro incerto, pare far propri i versi del poeta Andrea
Zanzotto che in quel passato individua la «Sede del grigiore – già luogo del superfluo», al quale,
tuttavia, non è lesinato «il lucignolo di un verso».
Ivo Serafino Fenu
Nota biografica
Ettore Aldo Del Vigo nasce il 10 dicembre del 1952 a Basilea in Svizzera da una famiglia di emigranti italiani.
Dedicatosi sin dall'infanzia al disegno, viene attirato in particolar modo dal Surrealismo che definisce come la
«pura essenza della verità interiore». Esegue nel 1965, all'età di dodici anni, il primo dipinto monocromo
Autoritratto anziano sulla base di alcuni suoi scritti impostati sulla scrittura automatica. Prima di dedicarsi
completamente alla pittura pratica il calcio (a quattordici anni gioca in serie D nel ruolo di “libero“) e,
successivamente, si interessa alla musica e in particolar modo alle percussioni come session man suonando in
diverse formazioni tra le quali quella dei Black Sabbath. Consegue nel 1969 il diploma in grafica editoriale
presso una tipografia locale specializzata in cataloghi d'arte nella quale ha modo, tra l'altro, di conoscere
Max Ernst, uno dei massimi esponenti del Surrealismo europeo, in occasione della pubblicazione del catalogo
di una sua personale a Basilea. Sempre nel 1969 incontra Hans Ruedi Giger da cui apprende la tecnica
dell'aerografo. Nel 1976 si trasferisce in Sardegna a Sassari ed entra in contatto con vari artisti locali. Dopo
aver partecipato a numerosi concorsi e collettive d'arte allestisce con successo nel 1978 la sua prima
personale. Nel 1998 decora la sede sassarese dell'INA, che gli commissiona dipinti e murali. Nel 1999 esegue
una serie di dipinti per la Chiesa di S. Paolo Apostolo in Sassari e nel 2000 entra a far parte del movimento
Visionary artmovement di Otto Rapp e, in seguito, di International Surrealism Now di Santiago Ribeiro, da cui
scaturiscono una serie di mostre itineranti in Portogallo. Nel 2004 gli viene commissionata una serie di dipinti
per la Sala Ricevimenti all'Ambasciata di Londra. Nel 2015 è nominato direttore artistico della TianXing
International Art Association in Cina e nel 2016 fonda il MovimentoSurrealistaContemporaneo, nello stesso
anno entra a far parte della ArtBank con sede in Cina. Nel 2013 illustra tredici racconti dell’orrore della
scrittrice cagliaritana Viviana Guiso. Nel 2017 avviene la svolta: è contattato da uno sciamano con cui
intraprende un viaggio interiore alla ricerca e al recupero dei pezzi mancanti del suo puzzle interiore, da cui
scaturirà Sancta Sanctorum. A tale serie appartiene anche l’opera S. Girolamo 3, utilizzata come immagine di
copertina per il disco Self-Extinction del duo spagnolo Inhumankind e premiata dalla rivista Masterpieces
come migliore cover del 2018, mentre l’opera Amore e Morte sarà la cover di un LP di prossima uscita a firma
di George Henning con la Macedonian Symphonic Orchestra.
13
aprile 2019
Ettore Aldo Del Vigo – Sancta Sanctorum. L’Arte, lo Spirito, la Carne
Dal 13 aprile al 30 giugno 2019
arte contemporanea
Location
PINACOTECA COMUNALE
Oristano, Via Sant'antonio, 1, (Oristano)
Oristano, Via Sant'antonio, 1, (Oristano)
Vernissage
13 Aprile 2019, ore 19
Autore
Curatore