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Ettore ed Andromaca happening
Nel 1917 Giorgio De Chirico ricavava dal testo dell’Iliade di Omero l’emblema del pacifismo di allora, rappresentando il disperato abbraccio di Andromaca, tentativo di per dissuadere il proprio amato Ettore dall’immolarsi in battaglia: una scena malinconica che accomunava tutte le stazioni ferroviarie dei paesi belligeranti da dove partivano i soldati della prima guerra mondiale.
Poco prima di morire negli anni ’70, De Chirico si copia, cioè ripete l’opera nel culmine della guerra del Vietnam, che coincide -in senso temporale- con la concezione, opera dei letterati e dei cineasti, dell’incomunicabilità, che viene a rappresentare uno dei mali sociali più conclamati: un’immagine concettuale mal recepita dalla critica di allora, tutta rivolta a linguaggi artistici che si distaccavano dalla pittura.
Nel 1917 Giorgio De Chirico ricavava dal testo dell'Iliade di Omero l'emblema del pacifismo di allora, rappresentando il disperato abbraccio di Andromaca, tentativo di per dissuadere il proprio amato Ettore dall'immolarsi in battaglia: una scena malinconica che accomunava tutte le stazioni ferroviarie dei paesi belligeranti da dove partivano i soldati della prima guerra mondiale.
Poco prima di morire negli anni '70, De Chirico si copia, cioè ripete l'opera nel culmine della guerra del Vietnam, che coincide -in senso temporale- con la concezione, opera dei letterati e dei cineasti, dell’incomunicabilità, che viene a rappresentare uno dei mali sociali più conclamati: un’immagine concettuale mal recepita dalla critica di allora, tutta rivolta a linguaggi artistici che si distaccavano dalla pittura.
A tanto tempo di distanza, in questa performance Giovanni Lauricella tenta di ripetere il gesto concettuale della copia di Ettore ed Andromaca, ma in una diversa dimensione e in uno scenario completamente diverso.
La performance, infatti, vuole riecheggiare l'andamento del teatro splatter (genere già affrontato dall’autore in Soul vision, rappresentato nell’estate 2010 al teatro Valle occupato); la scena è posta di fronte ad un parcheggio in eterna costruzione, che sembra evocare una moderna Pompei, luogo così adatto alle nefaste profezie di terremoto pronunciate da Bendandi, che dette un buono spunto alla satirica performance Bui-toni, realizzata nella primavera dello stesso anno. Lo slargo detto piazza della Moretta, causato da una ferita architettonica nel centro storico romano inferta nel dopoguerra per una strada mai effettuata, viene oggi eletto a spazio dechirichiano, una piazza vuota e priva di riferimenti che non risulta nella pianta stradale di Roma. Questa “piazza”, erroneamente chiamata della Moretta dall'omonimo vicolo adiacente, viene usata per una performance che figurativamente si rifà ad Ettore ed Andromaca, ma che è in realtà la denuncia della crisi economica che stiamo attraversando e della guerra finanziaria che, unite alle numerose guerre locali in atto, sconvolgono i miti politici e ridefiniscono i ruoli sociali, e più di tutti, mettono in forse il modello relazionale della coppia.
Il robot, o manichino, con cui De Chirico evocava il soldato, forse rappresenta oggi colui/ei che si vuole rendere produttivo e di sostegno sociale nel disastro economico: Ettore e Andromaca ancora una volta vittime sacrificali, carne da macello, consapevoli fino in fondo, come i loro antecedenti omerici, ma sconfitti anche in amore …
L’happening è ideato da Giovanni Lauricella: intervengono Beatrice Palme, Filippo Chiricozzi, Davide Cortese, Carla Di Pardo, Massimo Napoli, Pilar Castel, Paolo d'Orazio, Baldo Diodato e altri artisti.
Martedì 11/12/2012
ore19
Via Giulia 134 a
ex chiesa oratorio S. Filippo Neri di Roma
Ettore ed Andromaca happening
performance - happening
Roma, Via Giulia, 134B, (Roma)