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Ettore Frani – Nel lucido buio
Ettore Frani in questa sua personale propone sedici opere, alcune appositamente realizzate per la mostra, che ne attestano il grande talento e disvelano l’ennesima tappa di un percorso artistico che brama indagare sul senso della vita, anche quando appare incomprensibile e ricco di contraddizioni.
Immagine: Ettore Frani, Rivolta (2019).
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal 26 settembre 2020 all’11 aprile 2021 la Fondazione La Verde La Malfa - Parco dell’Arte
ospita la mostra “Nel lucido buio” di Ettore Frani, a cura di Giorgio Agnisola, promossa e ideata
dal presidente della Fondazione Alfredo La Malfa e da Dario Cunsolo e Paola Feraiorni, con il
patrocinio del Comune di San Giovanni La Punta (CT).
Originario di Termoli (CB), Ettore Frani in questa sua personale propone sedici opere, alcune
appositamente realizzate per la mostra, che ne attestano non soltanto il grande talento, gratificato
negli ultimi anni da una lunga serie di pregevolissimi eventi espositivi, ma disvelano l’ennesima
tappa di un percorso artistico che brama indagare sul senso della vita, anche quando appare
incomprensibile e ricco di contraddizioni.
Una scelta non casuale quella di Frani, una scelta che, in questi mesi vissuti all’ombra di un male
che ha letteralmente corroso tutte le nostre certezze, ben si lega, come ricorda il presidente Alfredo
La Malfa, a quello che è sempre stato, nei suoi dodici anni di vita, l’interesse principale della
Fondazione, a partire anche dalle creazioni e da tutte le felici intuizioni della sua fondatrice, Elena
La Verde, e cioè «un volersi immergere nel profondo dell’esistenza per cercare un senso alla
stessa».
A suggellare tale lettura del lavoro del giovane artista molisano trapiantato sulla costa laziale (vive
e lavora a Lido di Ostia), contribuiscono le parole del curatore Giorgio Agnisola, il quale ci ricorda
che Ettore Frani «compie nell’opera un vero e proprio viaggio spirituale. Anche se è vivo nella sua
pittura il senso dell’oltre e della sintesi simbolica dei motivi che a quell’oltre si legano nel riflesso
della coscienza e della intuizione, egli non mira ad una definizione sacrale della forma o ad una
estatica contemplazione. Nella sua arte c’è soprattutto un forte respiro umano, esistenziale. Lo si
avverte in particolare nel profilo dei volti e nei titoli dei dipinti, caratterizzati da un senso di intima
partecipazione e di vigile attesa. Quella di Frani è in realtà una ricerca di senso, vissuta come
avventura dello sguardo, come profonda riflessione, come intima rivelazione. Il suo esperto lavoro
di pittore ha dunque anche un significato simbolico. E simboliche sono molte sue immagini, veri e
propri luoghi della ricerca umana e psicologica e infine religiosa, di fronte al mistero della vita».
I dipinti di Ettore Frani sfuggono dunque ad una facile catalogazione e, sospesi tra realismo
fotografico ed inquieta astrazione, diventano vere e proprie riflessioni sulla luce in cui l’osservatore
più attento ritroverà echi di Leonardo e Caravaggio.
«In principio è il nero, un nero lucido d’avorio, che Frani incide, graffia, asporta, leviga con infinita
pazienza ed incredibile tecnica. Il suo è un lento, misuratissimo ed ispirato lavorìo di affioramento
del bianco sottoposto al nero, creando figure, forme, contesti immersi in un profondo silenzio. Ab
origine tutto è come nascosto, da scoprire, rivelare; l’occhio dell’artista penetra, indaga in cerca di
luce, di essenza, con un animo vicino alla preghiera, invitando l’osservatore ad incamminarsi verso
la medesima esplorazione», scrive Agnisola che, poi, sottolinea come nell’arte di Frani non vi sia
una tensione oppositiva a segnare la dialettica buio-luce. «Neppure il segno della sua arte è il
semplice emergere di quest’ultima nel buio della vita. È piuttosto nel comporsi delle forme, nel loro
prendere corpo cioè che l’arte di Frani acquista significato: dominata da un silenzio carico di
sguardi ulteriori, vincolati ad una sorta di infinito ascolto, come si è scritto, interno ed esterno, in
cui pare condensarsi il senso stesso dell’esistenza».
In conclusione, “Nel lucido buio” rappresenta il ritorno all’attività dopo il lockdown e le varie
restrizioni dovute al coronavirus, un ritorno la cui importanza, come ci ricorda Alfredo La Malfa, va
di pari passo con il messaggio che l’opera di Frani veicola: «Non potevo non presentare una
personale di Frani nella Fondazione che guido. Siamo invasi da una tendenza che fa dell’arte un
veicolo di eccellenza del pensiero dominante, che facilmente pretende l’unicità in ogni spazio della
cultura. Si cerca in tutti modi di relegare l’uomo di oggi in una terra algida, vuota, dove l’unico
elemento di riferimento è l’io, e il cammino auspicato è orientato esclusivamente alla solipsistica
“ricerca del sé”. Ma la nostra esistenza, se non viene illuminata da una meta estranea al divenire,
diventa come un’isola, al cui centro si dirama un labirinto che gradualmente disperde gli uomini,
perché strappa loro la “nostalgia” di un approdo verso cui ritornare. Frani non si è piegato al vento
dominante: con le sue opere ricorda che l’uomo recupera se stesso solo quando si mette in
cammino, non in una ricerca solitaria e tautologica attorno a se stesso, ma verso una meta che
risiede oltre la terra in cui l’uomo vive».
“Nel lucido buio” di Ettore Frani rimarrà in permanenza fino all’11 aprile 2021 e sarà visitabile su
prenotazione da settembre 2020 ad aprile 2021 negli spazi della Fondazione La Verde La Malfa –
Parco dell’Arte, istituzione attiva nella valorizzazione dei quattro fondi patrimoniali di cui dispone
(il Parco dell’Arte che fa parte del circuito di Grandi Giardini Italiani; la sezione di opere d’arte
moderna e contemporanea; la collezione di abiti d’epoca e quella di libri antichi) e nella
promozione artistica attraverso l’organizzazione di attività ed eventi culturali.
Per l’occasione è stato realizzato un catalogo che propone un testo critico di Giorgio Agnisola
corredato da fotografie di Paola Feraiorni.
Gli ingressi alla mostra saranno contingentati nel rispetto delle vigenti norme anti-COVID-19
e i visitatori, cui sarà fatto obbligo d’indossare la mascherina, saranno assistiti dal personale della
Fondazione, che fornirà ogni informazione sulle regole di accesso.
ospita la mostra “Nel lucido buio” di Ettore Frani, a cura di Giorgio Agnisola, promossa e ideata
dal presidente della Fondazione Alfredo La Malfa e da Dario Cunsolo e Paola Feraiorni, con il
patrocinio del Comune di San Giovanni La Punta (CT).
Originario di Termoli (CB), Ettore Frani in questa sua personale propone sedici opere, alcune
appositamente realizzate per la mostra, che ne attestano non soltanto il grande talento, gratificato
negli ultimi anni da una lunga serie di pregevolissimi eventi espositivi, ma disvelano l’ennesima
tappa di un percorso artistico che brama indagare sul senso della vita, anche quando appare
incomprensibile e ricco di contraddizioni.
Una scelta non casuale quella di Frani, una scelta che, in questi mesi vissuti all’ombra di un male
che ha letteralmente corroso tutte le nostre certezze, ben si lega, come ricorda il presidente Alfredo
La Malfa, a quello che è sempre stato, nei suoi dodici anni di vita, l’interesse principale della
Fondazione, a partire anche dalle creazioni e da tutte le felici intuizioni della sua fondatrice, Elena
La Verde, e cioè «un volersi immergere nel profondo dell’esistenza per cercare un senso alla
stessa».
A suggellare tale lettura del lavoro del giovane artista molisano trapiantato sulla costa laziale (vive
e lavora a Lido di Ostia), contribuiscono le parole del curatore Giorgio Agnisola, il quale ci ricorda
che Ettore Frani «compie nell’opera un vero e proprio viaggio spirituale. Anche se è vivo nella sua
pittura il senso dell’oltre e della sintesi simbolica dei motivi che a quell’oltre si legano nel riflesso
della coscienza e della intuizione, egli non mira ad una definizione sacrale della forma o ad una
estatica contemplazione. Nella sua arte c’è soprattutto un forte respiro umano, esistenziale. Lo si
avverte in particolare nel profilo dei volti e nei titoli dei dipinti, caratterizzati da un senso di intima
partecipazione e di vigile attesa. Quella di Frani è in realtà una ricerca di senso, vissuta come
avventura dello sguardo, come profonda riflessione, come intima rivelazione. Il suo esperto lavoro
di pittore ha dunque anche un significato simbolico. E simboliche sono molte sue immagini, veri e
propri luoghi della ricerca umana e psicologica e infine religiosa, di fronte al mistero della vita».
I dipinti di Ettore Frani sfuggono dunque ad una facile catalogazione e, sospesi tra realismo
fotografico ed inquieta astrazione, diventano vere e proprie riflessioni sulla luce in cui l’osservatore
più attento ritroverà echi di Leonardo e Caravaggio.
«In principio è il nero, un nero lucido d’avorio, che Frani incide, graffia, asporta, leviga con infinita
pazienza ed incredibile tecnica. Il suo è un lento, misuratissimo ed ispirato lavorìo di affioramento
del bianco sottoposto al nero, creando figure, forme, contesti immersi in un profondo silenzio. Ab
origine tutto è come nascosto, da scoprire, rivelare; l’occhio dell’artista penetra, indaga in cerca di
luce, di essenza, con un animo vicino alla preghiera, invitando l’osservatore ad incamminarsi verso
la medesima esplorazione», scrive Agnisola che, poi, sottolinea come nell’arte di Frani non vi sia
una tensione oppositiva a segnare la dialettica buio-luce. «Neppure il segno della sua arte è il
semplice emergere di quest’ultima nel buio della vita. È piuttosto nel comporsi delle forme, nel loro
prendere corpo cioè che l’arte di Frani acquista significato: dominata da un silenzio carico di
sguardi ulteriori, vincolati ad una sorta di infinito ascolto, come si è scritto, interno ed esterno, in
cui pare condensarsi il senso stesso dell’esistenza».
In conclusione, “Nel lucido buio” rappresenta il ritorno all’attività dopo il lockdown e le varie
restrizioni dovute al coronavirus, un ritorno la cui importanza, come ci ricorda Alfredo La Malfa, va
di pari passo con il messaggio che l’opera di Frani veicola: «Non potevo non presentare una
personale di Frani nella Fondazione che guido. Siamo invasi da una tendenza che fa dell’arte un
veicolo di eccellenza del pensiero dominante, che facilmente pretende l’unicità in ogni spazio della
cultura. Si cerca in tutti modi di relegare l’uomo di oggi in una terra algida, vuota, dove l’unico
elemento di riferimento è l’io, e il cammino auspicato è orientato esclusivamente alla solipsistica
“ricerca del sé”. Ma la nostra esistenza, se non viene illuminata da una meta estranea al divenire,
diventa come un’isola, al cui centro si dirama un labirinto che gradualmente disperde gli uomini,
perché strappa loro la “nostalgia” di un approdo verso cui ritornare. Frani non si è piegato al vento
dominante: con le sue opere ricorda che l’uomo recupera se stesso solo quando si mette in
cammino, non in una ricerca solitaria e tautologica attorno a se stesso, ma verso una meta che
risiede oltre la terra in cui l’uomo vive».
“Nel lucido buio” di Ettore Frani rimarrà in permanenza fino all’11 aprile 2021 e sarà visitabile su
prenotazione da settembre 2020 ad aprile 2021 negli spazi della Fondazione La Verde La Malfa –
Parco dell’Arte, istituzione attiva nella valorizzazione dei quattro fondi patrimoniali di cui dispone
(il Parco dell’Arte che fa parte del circuito di Grandi Giardini Italiani; la sezione di opere d’arte
moderna e contemporanea; la collezione di abiti d’epoca e quella di libri antichi) e nella
promozione artistica attraverso l’organizzazione di attività ed eventi culturali.
Per l’occasione è stato realizzato un catalogo che propone un testo critico di Giorgio Agnisola
corredato da fotografie di Paola Feraiorni.
Gli ingressi alla mostra saranno contingentati nel rispetto delle vigenti norme anti-COVID-19
e i visitatori, cui sarà fatto obbligo d’indossare la mascherina, saranno assistiti dal personale della
Fondazione, che fornirà ogni informazione sulle regole di accesso.
26
settembre 2020
Ettore Frani – Nel lucido buio
Dal 26 settembre 2020 all'undici aprile 2021
arte contemporanea
Location
PARCO DELL’ARTE – GALLERIA D’ARTE CONTEMPORANEA FONDAZIONE LA VERDE – LA MALFA
San Giovanni La Punta, Via Sottotenente Nicolosi, 29, (Catania)
San Giovanni La Punta, Via Sottotenente Nicolosi, 29, (Catania)
Biglietti
Ingresso libero per il vernissage.
Dal 27 settembre 2020 all'11 aprile 2021: intero € 8 (il biglietto d’ingresso consentirà l’accesso a tutti gli spazi espositivi della Fondazione).
Orario di apertura
La mostra è visitabile su prenotazione
Vernissage
26 Settembre 2020, ore 18.45
Sito web
Ufficio stampa
Andrea Maglia
Autore
Curatore