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Ettore Malanca / Massimo Marson – Rom. Nessun luogo per vivere
Cinquanta immagini in bianco e nero: uno spaccato della quotidianità Rom, visto dalle ottiche diverse di due autori: i fotogiornalisti Ettore Malanca e Massimo Marson.
Comunicato stampa
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Inaugurazione venerdì 18 gennaio ore 11
In cui interverranno Graziella Gardini Pasini, rappresentante della “Associazione italiana Zingari Oggi” e Giorgio Gaudenzi, direttore didattico della Scuola Elementare Filippo Mordani, che presenterà una ricerca sui bambini zingari vissuti nei Lager.
E’ la prima volta che a Ravenna il calendario eventi dedicato alla celebrazione de “Il Giorno della Memoria” si apre con una mostra fotografica dedicata all’etnia Rom.
Cinquanta immagini in bianco e nero: uno spaccato della quotidianità Rom, visto dalle ottiche diverse di due autori: i fotogiornalisti Ettore Malanca e Massimo Marson.
Le inquadrature di Massimo Marson raccontano la vita di una comunità che si divide tra Ravenna e altri luoghi della nostra regione; ritraggono le assonanze visive di una cultura della condivisione vissuta in tondo, nella danza, nel movimento di un gioco inventato con le mani e nella modalità con cui si ritrovano i clan familiari. Una comunità in cui i ruoli sociali, in particolare degli anziani, sono scanditi da codici precisi, carichi di significati simbolici. Una modalità che infonde la nostalgia antica per una cultura che appartiene ad una matrice comune sempre più lontana.
Inquadratura contrapposta è quella di Ettore Malanca, che racconta attraverso le immagini scattate presso una comunità di Rom slovacchi, una circolarità ritratta come chiusura, in quanto unica forma di difesa da un razzismo che esclude.
Un cerchio sociale in cui l’etnia Rom si ritrae, rifugiandosi in forme illusorie come alcol e sostanze stupefacenti; alla ricerca di un’identità smarrita. Malanca racconta il dramma di oggi dei Rom slovacchi che vivono nel tentativo di integrarsi in uno stato che è già diviso: l’ex Cecoslovacchia; una realtà che li fa sentire sempre più ai margini.
Due esperienze diverse, da un lato storie di solidarietà familiare, dall’altro di degrado e tossicodipendenza. Realtà che si fondono in un unico progetto avente per obiettivo il racconto di una cultura dalle tinte forti dove le sfumature ne definiscono i contorni, proprio come le fotografie che le ritraggono.
.
Cenni Biografici
Ettore Malanca, fotografo freelance. Dopo un esordio nella fotografia pubblicitaria e industriale si trasferisce a Parigi, dove decide di dedicarsi al fotogiornalismo. Da vent’anni collabora con l’agenzia Sipa Press e i suoi reportage sono testimoni fotografici dei più importanti avvenimenti e conflitti bellici del mondo. E’ autore di numerosi reportage strutturati, centrati sull’analisi di importanti tematiche sociali e poi pubblicati sui più importanti settimanali (tra cui L’Express, Newsweek, Life, Panorama, Stern, Time, ParisMatch…).
Ha partecipato a numerose esposizioni internazionali e vinto prestigiosi premi.
Massimo Marson, fotocronista dai molteplici interessi, si è occupato di eventi musicali e teatrali, cronaca, reportage sociali. Ha collaborato con Associated Press, Arena di Verona, RavennaFestival e numerose testate fra cui Corriere della Sera, laRepubblica, DieWelt, Sette, Amica…
Ha al suo attivo diverse mostre personali.
***
Alcuni brani tratti dall’articolo di Guido Viale
ZINGARI “LA GRANDE AVVENTURA DALL’INDIA ALL’EUROPA”
pubblicato in Diario di Repubblica, 12 gennaio 2007
Zingaro viene dal greco athinganos, che vuol dire intoccabile.
E’ termine di derivazione sanscrita: rimanda probabilmente a una delle tribù dravidiche che occupavano l’India prima degli arii, e che sono poi confluite nelle caste dei paria.
Tzigani… Cingar… Gitani… Gipsies… Kalé… Sinti… Camminanti… Rom
La loro persecuzione è antica: erano stati cacciati, insieme a ebrei e mori, dalla cattolicissima Spagna della regina Isabella poco dopo il loro arrivo in Europa.
In Prussia e nel ducato di Milano era stabilito che potessero venir messi a morte senza processo.
Venezia aveva decretato che i cigani ritrovati nel territorio della repubblica potessero essere ammazzati senza incorrere in alcuna pena.
Come per gli ebrei, la “razionalizzazione” della persecuzione degli zingari è opera del nazismo:
non solo vagoni piombati, lavoro forzato, camere a gas e forni crematori; ma anche sperimentazioni “scientifiche”, laboratori di ricerca, strumenti di pianificazione.
Un’area del campo di Auschwitz era riservata al loro massacro ( Zigeunerlager )
Lo sterminio nazista degli zingari si chiama porrajmos e le vittime sono state oltre mezzo milione.
La memoria dello stermino degli zingari, da sempre la parte infima e più esclusa delle società europee, non ha trovato un supporto istituzionale e i Rom non furono rappresentati al
processo di Norimberga.
Guido Viale - Diario – laRepubblica venerdì 12 gennaio 2007
In cui interverranno Graziella Gardini Pasini, rappresentante della “Associazione italiana Zingari Oggi” e Giorgio Gaudenzi, direttore didattico della Scuola Elementare Filippo Mordani, che presenterà una ricerca sui bambini zingari vissuti nei Lager.
E’ la prima volta che a Ravenna il calendario eventi dedicato alla celebrazione de “Il Giorno della Memoria” si apre con una mostra fotografica dedicata all’etnia Rom.
Cinquanta immagini in bianco e nero: uno spaccato della quotidianità Rom, visto dalle ottiche diverse di due autori: i fotogiornalisti Ettore Malanca e Massimo Marson.
Le inquadrature di Massimo Marson raccontano la vita di una comunità che si divide tra Ravenna e altri luoghi della nostra regione; ritraggono le assonanze visive di una cultura della condivisione vissuta in tondo, nella danza, nel movimento di un gioco inventato con le mani e nella modalità con cui si ritrovano i clan familiari. Una comunità in cui i ruoli sociali, in particolare degli anziani, sono scanditi da codici precisi, carichi di significati simbolici. Una modalità che infonde la nostalgia antica per una cultura che appartiene ad una matrice comune sempre più lontana.
Inquadratura contrapposta è quella di Ettore Malanca, che racconta attraverso le immagini scattate presso una comunità di Rom slovacchi, una circolarità ritratta come chiusura, in quanto unica forma di difesa da un razzismo che esclude.
Un cerchio sociale in cui l’etnia Rom si ritrae, rifugiandosi in forme illusorie come alcol e sostanze stupefacenti; alla ricerca di un’identità smarrita. Malanca racconta il dramma di oggi dei Rom slovacchi che vivono nel tentativo di integrarsi in uno stato che è già diviso: l’ex Cecoslovacchia; una realtà che li fa sentire sempre più ai margini.
Due esperienze diverse, da un lato storie di solidarietà familiare, dall’altro di degrado e tossicodipendenza. Realtà che si fondono in un unico progetto avente per obiettivo il racconto di una cultura dalle tinte forti dove le sfumature ne definiscono i contorni, proprio come le fotografie che le ritraggono.
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Cenni Biografici
Ettore Malanca, fotografo freelance. Dopo un esordio nella fotografia pubblicitaria e industriale si trasferisce a Parigi, dove decide di dedicarsi al fotogiornalismo. Da vent’anni collabora con l’agenzia Sipa Press e i suoi reportage sono testimoni fotografici dei più importanti avvenimenti e conflitti bellici del mondo. E’ autore di numerosi reportage strutturati, centrati sull’analisi di importanti tematiche sociali e poi pubblicati sui più importanti settimanali (tra cui L’Express, Newsweek, Life, Panorama, Stern, Time, ParisMatch…).
Ha partecipato a numerose esposizioni internazionali e vinto prestigiosi premi.
Massimo Marson, fotocronista dai molteplici interessi, si è occupato di eventi musicali e teatrali, cronaca, reportage sociali. Ha collaborato con Associated Press, Arena di Verona, RavennaFestival e numerose testate fra cui Corriere della Sera, laRepubblica, DieWelt, Sette, Amica…
Ha al suo attivo diverse mostre personali.
***
Alcuni brani tratti dall’articolo di Guido Viale
ZINGARI “LA GRANDE AVVENTURA DALL’INDIA ALL’EUROPA”
pubblicato in Diario di Repubblica, 12 gennaio 2007
Zingaro viene dal greco athinganos, che vuol dire intoccabile.
E’ termine di derivazione sanscrita: rimanda probabilmente a una delle tribù dravidiche che occupavano l’India prima degli arii, e che sono poi confluite nelle caste dei paria.
Tzigani… Cingar… Gitani… Gipsies… Kalé… Sinti… Camminanti… Rom
La loro persecuzione è antica: erano stati cacciati, insieme a ebrei e mori, dalla cattolicissima Spagna della regina Isabella poco dopo il loro arrivo in Europa.
In Prussia e nel ducato di Milano era stabilito che potessero venir messi a morte senza processo.
Venezia aveva decretato che i cigani ritrovati nel territorio della repubblica potessero essere ammazzati senza incorrere in alcuna pena.
Come per gli ebrei, la “razionalizzazione” della persecuzione degli zingari è opera del nazismo:
non solo vagoni piombati, lavoro forzato, camere a gas e forni crematori; ma anche sperimentazioni “scientifiche”, laboratori di ricerca, strumenti di pianificazione.
Un’area del campo di Auschwitz era riservata al loro massacro ( Zigeunerlager )
Lo sterminio nazista degli zingari si chiama porrajmos e le vittime sono state oltre mezzo milione.
La memoria dello stermino degli zingari, da sempre la parte infima e più esclusa delle società europee, non ha trovato un supporto istituzionale e i Rom non furono rappresentati al
processo di Norimberga.
Guido Viale - Diario – laRepubblica venerdì 12 gennaio 2007
18
gennaio 2008
Ettore Malanca / Massimo Marson – Rom. Nessun luogo per vivere
Dal 18 gennaio al 09 febbraio 2008
fotografia
Location
PALAZZO RASPONI
Ravenna, Via Massimo D'azeglio, 2, (Ravenna)
Ravenna, Via Massimo D'azeglio, 2, (Ravenna)
Vernissage
18 Gennaio 2008, ore 11
Ufficio stampa
STUDIO SILVIA VERONESI EVENTI & DESIGN
Autore