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Ettore Sordini – Altomare
La mostra è dedicata a un maestro della pittura astratta italiana contemporanea.
Presenta un unico lavoro. Un olio su tela del 2010, dal titolo ‘Altomare’.
L’opera è visibile ininterrottamente giorno e notte.Inaugurazione venerdì 29 ottobre 2010, dalle ore 18
Comunicato stampa
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Cielo, terra, mare all'orizzonte, l'essenziale nel paesaggio - la natura nella sua evidenza, solare, folgorante, ma segretamente inquieta e presaga, il rischio in agguato dietro la membrana luminescente, che "non esiste superficie che sia bella -Friedrich Nietzsche - senza la terribilità degli abissi."
Com'è la natura? È semplice o racchiude un inganno? È l'azzardo di un dio imprevedibile, tormentato dall'incertezza, o forse c'è chi "riesce a immedesimarsi in un Dio che ha creato cose soavi come le piante e gli alberi? Topi, peste, rumore, disperazione, - Gottfried Benn - sì, ma i fiori?"
La natura è schiva e sibillina, si sottrae a ogni intenzione di possesso: "la natura - Eraclito - ama nascondersi". Proviamo a soggiogarla, la maltrattiamo, la umiliamo, la feriamo, ma poi dobbiamo pentirci e sperare che essa abbia più forza del nostro scempio. Tanto più la si indaga, tanto più si fa severa e spietata.
Se crediamo di rispecchiarci in essa, fino a diventarne cassa di risonanza, offre in cambio ambiguità e doppiezza, perché "l'uomo è ugualmente vicino a Dio e al demonio. È la natura suprema e la più vile, - Caspar David Friedrich - la più nobile e la più abbietta, è la quintessenza di tutto il bello e di tutto l'infame, e il maledetto. È l'essere più sublime di tutta la creazione, ma è anche il suo marchio d'infamia." Perché "per la natura, nel caso migliore, non si dovrebbe avvertire che grande tristezza, - Franz Marc - come per i prigionieri. Non c'è nulla di più triste dell'occhio dei piccoli fiori, o del mare che ondeggia infelice nel suo tormento e sofferenza interiori."
Ci illude di poter placare la sete inesauribile per tutto ciò che è oltre. Ci fa credere che il patto non è infranto. In questa maniera ci seduce. Ma non svela segreti, e ci mette nuovamente ogni volta di fronte al peso di una irriducibile alterità.
Proprio per questo, perché non esiste altra vera bellezza senza dissidio, un artista non può sottrarsi al proprio compito, alla maestria, che altro non è che "la risultante d'un profondo desiderio - Carlo Carrà - di ubbidire con semplicità alla natura."
Allora, egli "deve credere di aver dipinto - Henri Matisse - solamente quello che ha visto. Un artista quando dipinge deve avere questo sentimento, di aver copiato la natura. E anche quando se ne sia allontanato, deve restargli la convinzione di averlo fatto solo per renderla più pienamente." (Antonio Capaccio)
La Vetrina di BRECCE è uno spazio espositivo visibile dalla strada, nato dalla collaborazione di BRECCE per l'arte contemporanea con l'Hotel Piazza di Spagna. Le mostre, pensate per essere fruite in questa maniera, sono dunque visibili ininterrottamente giorno e notte. A partire dal 2002, la VETRINA di BRECCE ha presentato opere, fra gli altri, di Yuki Lamb, Mimmo Grillo, Arnaldo Sanna, Enrico Pulsoni, Naoya Takahara, Giuseppe Tabacco. Negli spazi dell’adiacente Hotel Piazza di Spagna sono visibili in permanenza opere di Antonio Capaccio e Paolo di Capua.
Com'è la natura? È semplice o racchiude un inganno? È l'azzardo di un dio imprevedibile, tormentato dall'incertezza, o forse c'è chi "riesce a immedesimarsi in un Dio che ha creato cose soavi come le piante e gli alberi? Topi, peste, rumore, disperazione, - Gottfried Benn - sì, ma i fiori?"
La natura è schiva e sibillina, si sottrae a ogni intenzione di possesso: "la natura - Eraclito - ama nascondersi". Proviamo a soggiogarla, la maltrattiamo, la umiliamo, la feriamo, ma poi dobbiamo pentirci e sperare che essa abbia più forza del nostro scempio. Tanto più la si indaga, tanto più si fa severa e spietata.
Se crediamo di rispecchiarci in essa, fino a diventarne cassa di risonanza, offre in cambio ambiguità e doppiezza, perché "l'uomo è ugualmente vicino a Dio e al demonio. È la natura suprema e la più vile, - Caspar David Friedrich - la più nobile e la più abbietta, è la quintessenza di tutto il bello e di tutto l'infame, e il maledetto. È l'essere più sublime di tutta la creazione, ma è anche il suo marchio d'infamia." Perché "per la natura, nel caso migliore, non si dovrebbe avvertire che grande tristezza, - Franz Marc - come per i prigionieri. Non c'è nulla di più triste dell'occhio dei piccoli fiori, o del mare che ondeggia infelice nel suo tormento e sofferenza interiori."
Ci illude di poter placare la sete inesauribile per tutto ciò che è oltre. Ci fa credere che il patto non è infranto. In questa maniera ci seduce. Ma non svela segreti, e ci mette nuovamente ogni volta di fronte al peso di una irriducibile alterità.
Proprio per questo, perché non esiste altra vera bellezza senza dissidio, un artista non può sottrarsi al proprio compito, alla maestria, che altro non è che "la risultante d'un profondo desiderio - Carlo Carrà - di ubbidire con semplicità alla natura."
Allora, egli "deve credere di aver dipinto - Henri Matisse - solamente quello che ha visto. Un artista quando dipinge deve avere questo sentimento, di aver copiato la natura. E anche quando se ne sia allontanato, deve restargli la convinzione di averlo fatto solo per renderla più pienamente." (Antonio Capaccio)
La Vetrina di BRECCE è uno spazio espositivo visibile dalla strada, nato dalla collaborazione di BRECCE per l'arte contemporanea con l'Hotel Piazza di Spagna. Le mostre, pensate per essere fruite in questa maniera, sono dunque visibili ininterrottamente giorno e notte. A partire dal 2002, la VETRINA di BRECCE ha presentato opere, fra gli altri, di Yuki Lamb, Mimmo Grillo, Arnaldo Sanna, Enrico Pulsoni, Naoya Takahara, Giuseppe Tabacco. Negli spazi dell’adiacente Hotel Piazza di Spagna sono visibili in permanenza opere di Antonio Capaccio e Paolo di Capua.
29
ottobre 2010
Ettore Sordini – Altomare
Dal 29 ottobre 2010 al 14 gennaio 2011
arte contemporanea
Location
VETRINA DI BRECCE
Roma, Via Mario De' Fiori, 61, (Roma)
Roma, Via Mario De' Fiori, 61, (Roma)
Biglietti
libero
Orario di apertura
la mostra è visibile ininterrottamente giorno e notte
Vernissage
29 Ottobre 2010, dalle ore 18
Autore
Curatore